EFFETTO SEEBECK

Energia diretta dal calore

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  1. AlessandroTesla
     
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    Cari i miei kokki,
    in barba a chi sostiene il fotovoltaico, sfruttando l' effetto seebeck si ottengono 1000w dal tubo di scappamento di un camion! Questo per quando sostenevo che si può recuperare senza parti in movimento elettricità dal calore residuo di tante caldaiette domestiche a gas con moduli a basso costo. E' vero che sono richiesti i semiconduttori per la produzione del modulo di recupero ma in quantità molto minori rispetto al fotovoltaico quindi con costi infinitamente minori, senza correre il rischio di dover regalare fra 10 anni l' impianto solare che oggi ci costa 15/20 milioni alle suore perchè è obsoleto.
    Amen!
    Leggete un po' qui sotto. Mi spiace ma il sistema non mi permette di allegare il file pdf coi disegni, disponibile a chiunque lo voglia per e-mail
    Ovviamente attendo le ire di Furio

    AlessandroTesla


    L’effetto Seebeck:
    la trasformazione diretta di calore in elettricità
    Sara Romer (*)
    In un’automobile, due terzi dell’energia del motore va persa sotto forma di calore (a 200-400°C)
    attraverso il tubo di scappamento e il sistema di raffreddamento. Se si potesse recuperare
    vantaggiosamente anche solo una parte di questo calore, una nuova generazione di veicoli più
    efficienti e dunque più ecologici potrebbe venire sviluppata. Semplice utopia o possibile realtà futura?
    È stato il fisico tedesco Thomas Seebeck a scoprire nel 1821 che è possibile trasformare in modo
    diretto il calore in elettricità usando un circuito formato da due metalli diversi. Figura 1 mostra in
    modo schematico questa osservazione. Due metalli diversi, a e b, sono uniti ad una estremità in modo
    da formare un circuito. Quando una delle due giunzioni del circuito viene riscaldata ad una
    temperatura TC e l’altra giunzione viene mantenuta ad una temperatura inferiore TF (elettrica V viene generata tra le due estremità aperte del circuito. Questo fenomeno è oggigiorno
    conosciuto come effetto Seebeck ed è in generale un fenomeno termoelettrico. Un circuito che
    incorpora sia effetti termici che elettrici viene chiamato dunque circuito termoelettrico. Nel 1834 il
    fisico francese Jean Charles Athanase Peltier scoprì il fenomeno contrario all’effetto Seebeck: quando
    una corrente elettrica percorre un circuito costituito da due metalli diversi, una differenza di
    temperatura tra le giunzioni viene generata. Questo fenomeno viene chiamato effetto Peltier e sta alla
    base della refrigerazione termoelettrica.
    Fig. 1: L’effetto Seebeck: una tensione elettrica V viene generata riscaldando una delle giunzioni di un circuito
    formato da due metalli diversi (temperatura TC >TF). Una lampadina può così venire alimentata.
    Una delle più note applicazioni dell’effetto Seebeck è la misurazione di temperatura. La tensione
    elettrica generata in un circuito termoelettrico dipende infatti non solo dai suoi materiali costituenti,
    ma pure dalla differenza di temperatura tra le due giunzioni, TC – TF. Pertanto è possibile effettuare
    precise misure di temperatura mediante semplici misure di tensione elettrica. In questo caso il circuito
    termoelettrico viene chiamato termocoppia. Una delle termocoppie più utilizzate è quella costituita da
    un filo di rame e uno di costantana: essa genera una tensione elettrica di circa 40 µV per grado Celsius
    di differenza temperatura tra le due giunzioni.
    Un’altra importante e sempre più apprezzata applicazione dell’effetto Seebeck è proprio la diretta
    produzione di energia elettrica. Un generatore termoelettrico ha come base lo schema mostrato in
    Figura 1. Invece di usare un fluido evolvente esterno come i comuni motori termici, esso sfrutta la
    corrente degli elettroni (le cariche elettriche libere) nei conduttori. Si può immaginare che gli elettroni
    formano un gas che si muove attraverso i materiali conduttori a causa della differenza di temperatura
    tra le due giunzioni. In un generatore termoelettrico una quantità di calore QC viene quindi trasferita da
    una sorgente alla giunzione calda, mentre una quantità di calore QF viene ceduta dalla giunzione
    fredda ad un pozzo termico. La differenza tra le due quantità di calore, QC – QF, è pari al lavoro
    elettrico prodotto dal generatore. Poiché il funzionamento di un generatore termoelettrico è simile a
    quello di un ordinario motore termico, il suo rendimento termico non può superare il limite dato dalle
    leggi della termodinamica, cioè il rendimento termico del ciclo della macchina termica di Carnot
    funzionante tra gli stessi limiti di temperatura TC e TF. Pertanto nel caso ideale, in assenza per esempio
    di dissipazioni di calore, un generatore termoelettrico ha lo stesso rendimento di quello di Carnot.
    Il principale svantaggio dei generatori (o dei refrigeratori) termoelettrici è la loro bassa efficienza.
    Dopo la scoperta di Seebeck, più di un secolo è trascorso prima che sistemi termoelettrici siano stati
    usati nell’ambito della produzione di elettricità. Solo negli anni 1950-1965, a seguito della scoperta dei
    semiconduttori (materiali le cui proprietà stanno a metà tra quelle tipiche dei metalli e quelle degli
    isolatori), si è infatti potuto aumentare in modo consistente la tensione elettrica fornita dai dispositivi
    termoelettrici. La sostituzione di coppie di metalli con coppie di semiconduttori nei circuiti
    termoelettrici non è però sufficiente a garantire un rendimento superiore del 10%. Un tale rendimento
    rimane troppo basso per un impatto decisivo nel campo dell’elettronica o del recupero di calore in
    eccesso. Un circuito termoelettrico non è ancora competitivo nei confronti di un classico sistema a
    compressione di vapore (rendimento del 35-40%). Questo ha portato ad un progressivo abbandono
    della ricerca e per i più pessimisti la termoelettricità era un tema senza sbocchi futuri. Tuttavia, negli
    ultimi dieci anni nuovi esperimenti ed idee hanno risvegliato l’interesse del mondo della ricerca per la
    termoelettricità e per le sue possibili applicazioni. Nuovi materiali con caratteristiche più favorevoli e
    rendimenti più elevati sono prodotti e studiati in numerosi laboratori di Stati Uniti, Giappone e Europa
    [1]. Anche in Svizzera, all’EMPA-Dübendorf (Laboratorio Federale di prova dei materiali e di ricerca
    [2]) è stato recentemente iniziato un progetto per lo studio di nuovi materiali termoelettrici.
    Malgrado il loro basso rendimento, sistemi termoelettrici sono comunque già utilizzati con successo in
    alcune applicazioni ad alta tecnologia (ed alto costo) grazie alle loro piccole dimensioni, alla loro
    semplicità, silenziosità e affidabilità. Ad esempio, a partire dal 1980 generatori termoelettrici a base
    dei semiconduttori silicio e germanio hanno alimentato le sonde spaziali Voyager e Galileo.
    Attualmente si cerca di espandere l’uso di generatori termoelettrici nel campo della conversione
    ecologica di calore in eccesso in elettricità, come pure nel campo dei sistemi miniaturizzati. Computer
    sempre più potenti ci offrono un esempio dell’importanza dell’integrazione di generatori e refrigeratori
    termoelettrici miniaturizzati nell’elettronica.
    Ecco alcuni esempi pratici. Durante gli scorsi anni, la ditta Hi-Z Technology di San Diego ha costruito
    un generatore termoelettrico di 1000 Watt di potenza capace di sfruttare il calore emesso dal motore
    diesel di un camion [3]. Il circuito termoelettrico è situato nel tubo di scappamento del camion ed è
    formato da 49 coppie termoelettriche. Esso sfrutta la differenza di temperatura tra il tubo di
    scappamento e l’ambiente esterno (circa 200°C). La sua efficienza è del 5%. L’energia elettrica
    riguadagnata può alimentare diversi sistemi (accessori) elettrici presenti nel camion, diminuendo in tal
    modo il consumo totale di diesel o, usando al stessa quantità di carburante, aumentando la potenza
    utile del sistema. Tuttavia anche questa tecnologia non sfrutta ancora abbastanza il calore presente nel
    tubo di scappamento. Un migliore sfruttamento può venire raggiunto combinando parecchi circuiti
    termoelettrici o migliorando l’efficienza dei materiali utilizzati. Un circuito termoelettrico con una
    efficienza del 20% (un obiettivo ambizioso, ma realistico) aumenterebbe considerevolmente la potenza
    utile del motore. I risultati ottenuti per i camion potranno poi essere estesi anche alle automobili, dove
    la perdita di energia in forma di calore è ancora maggiore.
    Fig. 2: Generatori termoelettrici possono sfruttare il calore emesso dal tubo di scappamento di camion e
    automobili [3]. Un lato del modulo termoelettrico si trova alla temperatura TC e l’altro lato alla temperatura TF.
    TF
    TC Tensione V
    per gli
    accessori elettrici
    3
    Fig. 3: Diagramma del flusso energetico per un motore diesel senza (a) o con (b) circuito termoelettrico
    La ditta islandese Varmaraf ha progettato una serie di generatori termoelettrici che sfruttano l’energia
    geotermica (semplice acqua calda) di cui l’isola è ricca [4].
    Nel campo della ricerca di materiali termoelettrici da incorporare in sistemi miniaturizzati, la ditta
    Infineon a Monaco di Baviera ha sviluppato i primi modelli [5]. Alcuni di questi possono perfino
    venire integrati in capi di abbigliamento. Tali generatori termoelettrici miniaturizzati sfruttano la
    differenza di temperatura tra la superficie del corpo e i vestiti (circa 5°C) e generano una tensione
    elettrica che può poi essere sfruttata per alimentare sensori per il controllo medico o microchip. Gli
    attuali modelli generano una tensione di parecchi microwatt per cm 2 .
    A dispetto delle più nere ipotesi, il mondo della ricerca sulla termoelettricità non ha ancora esaurito il
    suo potenziale. Esso sembra invece offrire nuove e affascinanti sorprese che nel corso degli anni
    potrebbero avere un impatto radicale nelle vita quotidiana.
    (*) Dr. Sara Romer, EMPA Dübendorf
    Referenze
    [1] Sito ufficiale della Società Internazionale di Termoelettricità www.its.org
    [2] www.empa.ch
    [3] www.hi-z.com
    [4] www.varmaraf.is
    [5] www.infineon.com
    b)
    a) Diesel
    Potenza meccanica
    Perdite termiche
    Diesel
    Potenza meccanica
    Perdite termiche
    Potenza
    riguadagnata
    con il
    termoelemento
     
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