Energia Nucleare: Pro o Contro?

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    E tu credi che quando c'è molto da "spartire" tutto avviene secondo le regole, solo perché "è più facile controllare", di quando ci sono da spartire solo quisquilie?

    Certo, forse troverai che le formalità sono maggiormente rispettate da chi è più in vista (ma chi lo dice? che ci provi un piccolo contribuente ad evadere il fisco e poi si faccia fare lo sconto che hanno fatto in questi giorni a un campione di moto GP, io credo proprio che non avrà lo stesso esito), ma quanti piccoli devono frodare per pareggiare quanto è in grado di frodare un grande? E la ThyssenKrupp (non proprio un piccolo gruppo industriale) non ti fa venire nulla in mente?

    Se permetti, mi inquieta di più qualche illecito nella costruzione di una centrale nucleare, piuttosto che se avviene nell'installazione di un pannello FV sul tetto del mio vicino di casa. Fate vobis.
     
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  2. tersite3
     
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    Caro nll
    CITAZIONE
    E la ThyssenKrupp (non proprio un piccolo gruppo industriale) non ti fa venire nulla in mente?

    Appunto, nei grandi impianti di Amburgo questo non sarebbe successo.
    In proporzione l'impianto di Torino equivaleva ad un "fai da te", per di più in avanzata fase di dismissione.
    Non temo smentite se affermo che la propensione all'evasione fiscale del cittadino medio italiano è la "virtù" più diffusa e condivisa; l'unico discrimine è la possibilità di farlo. Il lavoratore dipendente non ha la possibilità di farlo se dipende da una azienda di un certo livello, viceversa è il trionfo del nero.
    Ma non era questo che volevo dire.
    Mi spiego meglio, esagerando.
    Per mettere in rete un gigawatt si può far costruire all'Enel una termoelettrica oppure convincere cinquantamila privati a comprarsi 50.000 totem.
    Può darsi che nella gestione della centrale ENEL ogni tanto succeda qualcosa di non perfettamente ecologico e che i fumi vadano fuori tolleranza ogni tanto.
    Sono assolutamente certo che dopo 6 mesi di attività almeno la metà dei totem sarà fuori norma, e non è credibile pensare di controllare tutti.
    Magari qualcuno si farà i soldi nella manutenzione degli impianti, probabilmente in nero.

    CITAZIONE
    Se permetti, mi inquieta di più qualche illecito nella costruzione di una centrale nucleare, piuttosto che se avviene nell'installazione di un pannello FV sul tetto del mio vicino di casa

    Anche qui è una questione psicologica, dipende dal tipo di illecito.
    Se per asfaltare il la strada di accesso alla mia villetta o alla centrale nuke viene usato asfalto di seconda qualità e manodopera in nero, non sono inquieto in nessuno dei casi (al massimo mi hanno ciulato un pò di soldi).
    Se hanno usato poco cemento e poco ferro nella costruzione delle strutture forse sono più preoccupato se si tratta di casa mia.

    Il pannello FV che molto tranquillamente metti su casa tua è stato, probabilmente, prodotto in Cina, bruciando grandi quantità di carbone, estratto con metodi dei quali non vogliamo sapere nulla, producendo un inquinamento che ci rifiutiamo di prendere in considerazione.
    L'importante è che il tutto avvenga distante da casa (tua e del vicino)

    Ciao Tersite
     
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    La ThyssenKrupp di Corso Regina Margherita a Torino non è affatto piccolina, era l'ex Teksid del gruppo Fiat. D'accordo che era in dismissione (la sede di Torino, ma il gruppo comprende tutto, anche gli stabilimenti tedeschi), ma impiegava ancora circa 200 dipendenti, non proprio una boita.

    Il controesempio del pannello FV non mi restituisce tranquillità sulle centrali nucleari, perché il rischio comunque non è commisurato. Neppure l'esempio della speculazione del cemento di costruzione è tranquillizzante, perché se so che i manufatti di casa mia non sono sicuri, agisco contro il costruttore e pretendo che me li metta a posto (sempre che possa saperlo prima di un eventuale crollo), ma sai quanta difficoltà a far pagare il costruttore di una grande infrastruttura pubblica? Come minimo trascorrono decenni e poi i condoni e pantalone (la finanza pubblica) che nel frattempo deve porre rimedio, ammesso che sia ancora possibile fare qualcosa.

    Se Enel piazza 50000 Totem (ma comunque solo tu hai tirato fuori l'esempio di un motore/generatore a combustione interna), il rischio non è che 50000 famiglie possano truffare lo Stato, quanto che qualche dirigente della grossa azienda possa speculare un po' per ciascun Totem, per un lucro personale, quindi è più probabile che ancora una volta siano da predisporre controlli su chi tratta l'affare all'ingrosso.
     
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  4. tersite3
     
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    Caro nll
    CITAZIONE
    ma sai quanta difficoltà a far pagare il costruttore di una grande infrastruttura pubblica?

    Quindi secondo te non si dovrebbero più fare ponti, scuole, ospedali e quant'altro con il denaro pubblico?
    Solo perchè c'è in giro una banda di maneggioni disonesti?
    Vuoi arrenderti?
    Io prenderei piuttosto in considerazione di cacciarli a pedate, non ci sono alternative.
    L'esempio Totem è esagerato, lo confesso.
    Io prendevo solo in considerazione l'aspetto inquinamento atmosferico.
    I 50000 motori appena installati saranno anche ECO 4, ma dopo 3000 ore di lavoro (meno di un anno) la maggioranza sarà a valori ECO negativi.
    Chi li controllerà?
    Piccolo non è necessariamente bello.

    Il FV deve parte del suo fascino al fatto che le attività produttive inquinanti vengono fatte altrove, molto altrove.
    Se al posto del tuo vicino di casa che mette i pannellini FV ci fosse una fabbrica che produce silicio cristallino, bruciando carbone per ottenere l'energia necessaria, magari sotterrando le scorie di lavorazione vicino alla recinzione, probabilmente avresti qualche cosa da ridire.
    Ma finchè quanto sopra avviene su un altro pianeta va tutto bene.

    Non si tratta di trovare soluzioni perfette, si tratta di trovare soluzioni praticabili. Il nuke fa parte delle soluzioni possibili.
    Se fossimo in 500 milioni sulla faccia della terra il solare sarebbe perfetta e praticabile. Con 7 miliardi è solo perfetta.

    Ciao
    Tersite
     
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  5. capper88
     
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    CITAZIONE (nll @ 14/2/2008, 08:40)
    Se il nucleare attuale è così sicuro, ci sarebbe da chiedersi come mai un paese energivoro, democratico e tecnologicamente avanzato come la Germania, che non è reduce da un referendum antinucleare come in Italia, se ne stia tirando fuori e stia puntando decisamente all'integrazione tra risparmio energetico e sfruttamento combinato delle varie fonti energetiche rinnovabili e guida l'Europa su questo versante.

    Dopo l'ultimo post di capper88, mi domando: ma se le scorie possono essere riprocessate, riutilizzate e sfruttate al punto da farle divenire innocue, perché esiste ancora il problema di dove stoccarle in sicurezza?

    Non sono uno che dice no per principio e sarei pure disposto ad accettare una minima percentuale di energia prodotta con fonti diverse dalle rinnovabili, se questo costituisse il male minore, se non possono esservi alternative meno invasive per l'ambiente e la salute umana. Allo stato attuale non mi pare che sia ancora dimostrato che il nucleare a fissione sia il male minore, ma solo una scorciatoia per evitare l'impegno che comporta il combinare un miglior utilizzo dell'energia, l'attenzione all'ambiente e la ricerca di alternative alle fonti energetiche non rinnovabili.

    E' inesatto, sono figlio di un imprediotre (quasi) del campo, e la Germania sta puntando molto sui reattori di quarta generazione e sulla fusione, semplicemente non lo sbandiera ai quattro venti.

    La storia insegna che gli incidenti/disastri sono avvenuti o in circostanze grottesche e in presenza di impianti vecchissimi (fattore di vuoto positivo più innumerevoli falle incolmabili) o per imbecillità umana.

    Oggi, con l'avanzamento dei sistemi di monitoraggio e della gestione del combustibile, queste problematiche sono ridicole.

    Un reattore autofertilizzante*, per dirne una, ha un portata decine di volte maggiore rispetto alla norma (a pieno regime, un m^2 della detta centrale equivarrebbe a 1'000 m^2 di solare + eolico combinati assumendo un fattore di recupero ottimale, inseguitori solari, il tutto nel mese di Luglio/90% di giornate ventose nelle quali il vento si attesti a 60-70 km/h con picchi di massimo 110 orari e torri alte più di 200 metri), ma renderebbe poco conveniente il mercato dell'uranio.

    *Se vuoi sapere cosa è VERAMENTE un reattore autofertilizzante senza inutili e ridondanti paroloni, accomodati pure : D

    P.s. Per le scorie, il discorso è molto più complesso di come lo abbozzi tu, le lobbies hanno tutto l'interesse a ritardare l'avanzamento della ricerca e l'affermazione degli ultimi sistemi di smaltimento, altrimenti andrebbero a perdere cospiscue fette di mercato e denaro contante (prima bisogna sfruttare il petrolio + gas naturale, successivamente le riserve minerarie di uranio tenute spudoratamente nascoste dai governi e poi, forse, l'indipendenza energetica sarà un traguardo in vista).

    P.p.s. Quando si parla di "nucleare" non si può dire "non rinnovabile", è assurdo, il "nucleare" è il FUTURO, anche se la fusione elettrica nucleare (fredda o calda che sia) presenta ancora un certo numero di limitazioni fisiche, temporali e logistiche.

    A titolo comparativo, si ottengono al massimo 2,5 neutroni per fissione, solo con i reattori veloci, e di quelli, 1 serve alla successiva fissione, altri sono di troppo e vengono "persi" volutamente, nelle barre di controllo. Quelli persi per fughe all'esterno o per assorbimento parassita sono pochi.
    A meno che non escano all'esterno, contribuiscono alla generazione di potenza, poichè la loro energia cinetica rimane, anche se assorbiti. Stesso vale per quel neutrone che darà la nuova fissione: nei reattori termici la sua energia iniziale va tutta in calore, prima dell'assorbimento; nulla è perso quindi.

    Nella fusione, invece, i neutroni sono emessi più energetici e non servono direttamente, però hanno effetti collaterali seri: distruggono i pannelli per via dei danni da radiazione che causano, inoltre convertono il litio che è attorno in trizio, che è un prodotto di scarto, anche se a bassissimo livello radioattivo e con ciclo vitale misero......
     
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  6. Eddy79
     
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    CITAZIONE
    ...La storia insegna che gli incidenti/disastri sono avvenuti o in circostanze grottesche e in presenza di impianti vecchissimi (fattore di vuoto positivo più innumerevoli falle incolmabili) o per imbecillità umana...

    Tante' vero che il reattore tre di chenobyl (quello vicino a quello esploso) se non sbaglio e' rimasto in funzione fino al 2000 senza intoppi . Nonostante la pericolosita' degli rbmk alcune piccole modifiche dopo '86 e la preparazione degli operatori sono state per fortuna sufficenti a evitare altri gravi incidenti.

    Eddy
     
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  7. blackbombay
     
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    Il motivo del contendere resta sempre il potere.
    Col nucleare ci saranno pochi satrapi in grado di gestire l'energia e di farcela pagare quanto vogliono.
     
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  8. capper88
     
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    CITAZIONE (blackbombay @ 14/2/2008, 22:37)
    Il motivo del contendere resta sempre il potere.
    Col nucleare ci saranno pochi satrapi in grado di gestire l'energia e di farcela pagare quanto vogliono.

    Questo se ipotizziamo un approvvigionamento quasi esclusivamente da energia atomica, cosa non DEVE accadere assolutamente, l'apparato energetico di uno Stato deve invece essere il più diversificato possibile.

    Poi potrebbe succedere con qualsiasi fonte energetica, se utilizzata in modo monopolistico.......
     
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  9. Darkside_moon
     
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    A mia modesta opinione è impensabile piantare un tot di centrali nucleari in un paese che fa poco o niente per la tecnologia e lo sviluppo.

    Sarò pessimista ma ho sempre in mente la figura di scienziati che fuori dalla centrale scioperano per qualche motivo pubblico.
    Le cose vanno fatte passo dopo passo, in modo graduale, e ora come ora, di passi non se ne fanno, o se si fanno, sono per tornare indietro.

    Non è la centrale il problema, ma è la gestione che deve derivare da un minimo di esperienza nel settore energetico.

    Si parla di smaltimento di scorie nucleari quando non c'è nemmeno smaltimento di immondizia, questo è il paradosso.
     
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  10. Fede1975
     
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    La soluzione ai problemi energetici italiani, ed all'emissione di gas serra è un mix di nucleare e FER. Per quanto riguarda le FER è riduttivo ragionare esclusivamente in termini di indici economici perché così facendo non si tiene conto del valore aggiunto della produzione di energia senza depauperare le risorse naturali e senza immettere gas serra, tossici o produrre scorie.

    Saluti.

    Federico
     
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  11. capper88
     
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    CITAZIONE (Darkside_moon @ 14/2/2008, 23:14)
    A mia modesta opinione è impensabile piantare un tot di centrali nucleari in un paese che fa poco o niente per la tecnologia e lo sviluppo.

    Sarò pessimista ma ho sempre in mente la figura di scienziati che fuori dalla centrale scioperano per qualche motivo pubblico.
    Le cose vanno fatte passo dopo passo, in modo graduale, e ora come ora, di passi non se ne fanno, o se si fanno, sono per tornare indietro.

    Non è la centrale il problema, ma è la gestione che deve derivare da un minimo di esperienza nel settore energetico.

    Si parla di smaltimento di scorie nucleari quando non c'è nemmeno smaltimento di immondizia, questo è il paradosso.

    Come "fotografia" della situazione italiana può andare, ma non credo che possa giustificare in alcuna misura l'immobilismo generale che va avanti da TROPPO tempo.

    Già per via del referendum del 1987 ci ridono dietro tutti, se poi conti che ogni anno che passa il petrolio aumenta di prezzo e le alternative chi le ha se le tiene (anche la ricerca ha bisogno di una solida base energetica ed economica).......

    Non è che a me piace il nucleare e non sto bene senza, evidentemente esso DEVE costituire i pilastri di una Nazione industriliazzata, è essenziale per non regredire, e questo non esclude assolutamente il resto.

    Le energie "rinnovabili" non sono "alternative" a nulla, non possono proprio competere, attengono a campi radicalmente diversi che non si intersecano mai.

    Il co-founder di Greenpeace, scienziato e uomo di cultura, ha sentenziato un annetto fa "nuclear energy may just be the energy source that can save our planet from another possible disaster: catastrophic climate change."

    Going Nuclear
    A Green Makes the Case

    By Patrick Moore


    In the early 1970s when I helped found Greenpeace, I believed that nuclear energy was synonymous with nuclear holocaust, as did most of my compatriots. That's the conviction that inspired Greenpeace's first voyage up the spectacular rocky northwest coast to protest the testing of U.S. hydrogen bombs in Alaska's Aleutian Islands. Thirty years on, my views have changed, and the rest of the environmental movement needs to update its views, too, because nuclear energy may just be the energy source that can save our planet from another possible disaster: catastrophic climate change.

    Look at it this way: More than 600 coal-fired electric plants in the United States produce 36 percent of U.S. emissions -- or nearly 10 percent of global emissions -- of CO2, the primary greenhouse gas responsible for climate change. Nuclear energy is the only large-scale, cost-effective energy source that can reduce these emissions while continuing to satisfy a growing demand for power. And these days it can do so safely. I say that guardedly, of course, just days after Iranian President Mahmoud Ahmadinejad announced that his country had enriched uranium. "The nuclear technology is only for the purpose of peace and nothing else," he said. But there is widespread speculation that, even though the process is ostensibly dedicated to producing electricity, it is in fact a cover for building nuclear weapons.

    And although I don't want to underestimate the very real dangers of nuclear technology in the hands of rogue states, we cannot simply ban every technology that is dangerous. That was the all-or-nothing mentality at the height of the Cold War, when anything nuclear seemed to spell doom for humanity and the environment. In 1979, Jane Fonda and Jack Lemmon produced a frisson of fear with their starring roles in "The China Syndrome," a fictional evocation of nuclear disaster in which a reactor meltdown threatens a city's survival. Less than two weeks after the blockbuster film opened, a reactor core meltdown at Pennsylvania's Three Mile Island nuclear power plant sent shivers of very real anguish throughout the country.

    What nobody noticed at the time, though, was that Three Mile Island was in fact a success story: The concrete containment structure did just what it was designed to do -- prevent radiation from escaping into the environment. And although the reactor itself was crippled, there was no injury or death among nuclear workers or nearby residents. Three Mile Island was the only serious accident in the history of nuclear energy generation in the United States, but it was enough to scare us away from further developing the technology: There hasn't been a nuclear plant ordered up since then.

    Today, there are 103 nuclear reactors quietly delivering just 20 percent of America's electricity. Eighty percent of the people living within 10 miles of these plants approve of them (that's not including the nuclear workers). Although I don't live near a nuclear plant, I am now squarely in their camp.

    And I am not alone among seasoned environmental activists in changing my mind on this subject. British atmospheric scientist James Lovelock, father of the Gaia theory, believes that nuclear energy is the only way to avoid catastrophic climate change. Stewart Brand, founder of the "Whole Earth Catalog," says the environmental movement must embrace nuclear energy to wean ourselves from fossil fuels. On occasion, such opinions have been met with excommunication from the anti-nuclear priesthood: The late British Bishop Hugh Montefiore, founder and director of Friends of the Earth, was forced to resign from the group's board after he wrote a pro-nuclear article in a church newsletter.

    There are signs of a new willingness to listen, though, even among the staunchest anti-nuclear campaigners. When I attended the Kyoto climate meeting in Montreal last December, I spoke to a packed house on the question of a sustainable energy future. I argued that the only way to reduce fossil fuel emissions from electrical production is through an aggressive program of renewable energy sources (hydroelectric, geothermal heat pumps, wind, etc.) plus nuclear. The Greenpeace spokesperson was first at the mike for the question period, and I expected a tongue-lashing. Instead, he began by saying he agreed with much of what I said -- not the nuclear bit, of course, but there was a clear feeling that all options must be explored.

    Here's why: Wind and solar power have their place, but because they are intermittent and unpredictable they simply can't replace big baseload plants such as coal, nuclear and hydroelectric. Natural gas, a fossil fuel, is too expensive already, and its price is too volatile to risk building big baseload plants. Given that hydroelectric resources are built pretty much to capacity, nuclear is, by elimination, the only viable substitute for coal. It's that simple.

    That's not to say that there aren't real problems -- as well as various myths -- associated with nuclear energy. Each concern deserves careful consideration:

    · Nuclear energy is expensive

    It is in fact one of the least expensive energy sources. In 2004, the average cost of producing nuclear energy in the United States was less than two cents per kilowatt-hour, comparable with coal and hydroelectric. Advances in technology will bring the cost down further in the future.

    · Nuclear plants are not safe

    Although Three Mile Island was a success story, the accident at Chernobyl, 20 years ago this month, was not. But Chernobyl was an accident waiting to happen. This early model of Soviet reactor had no containment vessel, was an inherently bad design and its operators literally blew it up. The multi-agency U.N. Chernobyl Forum reported last year that 56 deaths could be directly attributed to the accident, most of those from radiation or burns suffered while fighting the fire. Tragic as those deaths were, they pale in comparison to the more than 5,000 coal-mining deaths that occur worldwide every year. No one has died of a radiation-related accident in the history of the U.S. civilian nuclear reactor program. (And although hundreds of uranium mine workers did die from radiation exposure underground in the early years of that industry, that problem was long ago corrected.)

    · Nuclear waste will be dangerous for thousands of years

    Within 40 years, used fuel has less than one-thousandth of the radioactivity it had when it was removed from the reactor. And it is incorrect to call it waste, because 95 percent of the potential energy is still contained in the used fuel after the first cycle. Now that the United States has removed the ban on recycling used fuel, it will be possible to use that energy and to greatly reduce the amount of waste that needs treatment and disposal. Last month, Japan joined France, Britain and Russia in the nuclear-fuel-recycling business. The United States will not be far behind.

    · Nuclear reactors are vulnerable to terrorist attack

    The six-feet-thick reinforced concrete containment vessel protects the contents from the outside as well as the inside. And even if a jumbo jet did crash into a reactor and breach the containment, the reactor would not explode. There are many types of facilities that are far more vulnerable, including liquid natural gas plants, chemical plants and numerous political targets.

    · Nuclear fuel can be diverted to make nuclear weapons

    This is the most serious issue associated with nuclear energy and the most difficult to address, as the example of Iran shows. But just because nuclear technology can be put to evil purposes is not an argument to ban its use.

    Over the past 20 years, one of the simplest tools -- the machete -- has been used to kill more than a million people in Africa, far more than were killed in the Hiroshima and Nagasaki nuclear bombings combined. What are car bombs made of? Diesel oil, fertilizer and cars. If we banned everything that can be used to kill people, we would never have harnessed fire.

    The only practical approach to the issue of nuclear weapons proliferation is to put it higher on the international agenda and to use diplomacy and, where necessary, force to prevent countries or terrorists from using nuclear materials for destructive ends. And new technologies such as the reprocessing system recently introduced in Japan (in which the plutonium is never separated from the uranium) can make it much more difficult for terrorists or rogue states to use civilian materials to manufacture weapons.

    The 600-plus coal-fired plants emit nearly 2 billion tons of CO2annually -- the equivalent of the exhaust from about 300 million automobiles. In addition, the Clean Air Council reports that coal plants are responsible for 64 percent of sulfur dioxide emissions, 26 percent of nitrous oxides and 33 percent of mercury emissions. These pollutants are eroding the health of our environment, producing acid rain, smog, respiratory illness and mercury contamination.

    Meanwhile, the 103 nuclear plants operating in the United States effectively avoid the release of 700 million tons of CO2emissions annually -- the equivalent of the exhaust from more than 100 million automobiles. Imagine if the ratio of coal to nuclear were reversed so that only 20 percent of our electricity was generated from coal and 60 percent from nuclear. This would go a long way toward cleaning the air and reducing greenhouse gas emissions. Every responsible environmentalist should support a move in that direction.

    [email protected]

    Patrick Moore, co-founder of Greenpeace, is chairman and chief scientist of Greenspirit Strategies Ltd. He and Christine Todd Whitman are co-chairs of a new industry-funded initiative, the Clean and Safe Energy Coalition, which supports increased use of nuclear energy.

    CITAZIONE (Fede1975 @ 14/2/2008, 23:24)
    La soluzione ai problemi energetici italiani, ed all'emissione di gas serra è un mix di nucleare e FER. Per quanto riguarda le FER è riduttivo ragionare esclusivamente in termini di indici economici perché così facendo non si tiene conto del valore aggiunto della produzione di energia senza depauperare le risorse naturali e senza immettere gas serra, tossici o produrre scorie.

    Saluti.

    Federico

    Sul gas serra hai ragione, ma per "scorie" cosa intendi?

    Perchè le scorie "brutte e cattive" in realtà sono una risorsa preziosissima.
     
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  12. ciquta
     
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    Il nucleare di oggi non è più quello di ieri e il mercato dell'energia lo testimonia.

    Chi ha le centrali penso faccia bene a continuare a sfruttarle fino a fine ciclo, ma costruirne di nuove non ha più senso già da qualche anno ormai.

     
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  13. 'ntonio86
     
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    molti hanno paura di viaggiare in aereo ma nessuno di viaggiare in auto, ma l'aereo è più sicuro dell'auto!

    hanno fatto più danni le centrali "classiche" di quanti ne farebbero le centrali nucleari......
    solo che noi italiani siamo fatti così ci impressioniamo subito, ricodiamo che noi siamo il popolo che per un incidente a uno stabilmento chimico icmesa abbiamo cambiato deciso di no costruire più termovalorizzatori!

    inoltre vi sarebbero altri vantaggi in particolare per il sistema energetico italiano ad esempio ridurre la dipendenza da stati esteri

    unico GROSSO problema le scorie

     
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  14. stranger
     
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    Nuclerare Pro e contro.
    Huffaaaa
    Queste cose sono state dette e ridette 1000 volte in altre discussioni parallele.

    Chi ha aperto questa discussione vorrebbe forse nascondere i bellissimi esperimenti che sta facendo in questo momento Testacoil nell'ambito della fusione nucleare ?
     
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  15. Pindol83
     
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    Già sta diatriba nucleare si o no ha stufato,

    è inutile continuar a tirar fuori il discorso il nucleare non coviene perchè:

    1) Il plutonio, l'uranio o qls altro materiale usato per ottenere la fissione, non sono infiniti e si stima che entro 100 anni tutte le riserve saranno esaurite, quindi non ne vale la pena.

    2) La produzione di scorie, che seppur con le nuove centrali è stata ridotta resta cmq un problema da non sottovalutare, non esistono siti di stoccaggio sicuri al 100% altrimenti le compagnie assicurative farebbero a gara per assicurarli...

    3) Il costo per un kilowattora di energia nucleare è molto elevato perchè bisogna calcolare non solo il costo di produzione (che apparentemente è molto basso) ma bisogna calcolare su questo anche, la costruzione della centrale nucleare che non è gratis e impiega minimo 10-15 anni di lavoro, lo smaltimento delle scorie e l'eventuale creazione di siti di stoccaggio, lo smantellamento della centrale, che come il processo di costruzione dura decine di anni.

    Questi sono i punti per cui non conviene tornare alla fissione nucleare, meglio investire quei soldi nella creazione di impianti fotovoltaici o incentivare i privati all'adozione di pannelli fotovoltaici, e investire in ricerca non sulla fissione ma sulla fusione

    Pindol
     
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79 replies since 13/2/2008, 17:53   5142 views
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