Brown's Gas & C

Oggi la sparo....

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  1. Dareus
     
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    "Ilya Velbov, (1922-1998) nato in Ungheria e naturalizzato in Australia col nome di Yull Brown, il quale è riuscito a produrre, attraverso l'elettrolisi, una miscela gassosa composta da Idrogeno e Ossigeno, mantenendo il relativo rapporto stechiometrico dei due elementi: due atomi di idrogeno per ogni atomo di ossigeno. Tale gas può essere immagazzinato sotto pressione come quello naturale ed è sufficiente una bottiglia di plastica per contenerlo, risolvendo alcuni dei problemi di stoccaggio e trasporto riguardanti l'idrogeno.
    In questo rapporto tra Idrogeno e Ossigeno si verificano effetti molto speciali.
    In genere, quando brucia, l’idrogeno produce una fiamma lenta oppure un esplosione sommessa; se invece è combinato con l’ossigeno può divenire una miscela altamente esplosiva.
    Al contrario, nel caso preso in esame, i due elementi, adoperati nelle stesse proporzioni presenti nell’acqua, non producono esplosioni e una volta riuniti, a mezzo di una scintilla, implodono generando un gas. Questo gas sfrutta gli atomi e non le molecole e la fiamma che ne scaturisce riesce a vaporizzare le sostanze che si pongono davanti ad essa perché interagisce con la sostanza dell'oggetto che sta trattando. Pur sviluppando un calore di 130°C, il gas riesce a vaporizzare il tungsteno che si scioglie a circa 6.000°C, non emette radiazioni nocive e la sua fiamma può essere guardata senza maschere protettive; è inodore e non nuoce se inalato, non esaurisce l’ossigeno vicino alla fiamma perché proprio da questo deriva.
    In pratica il gas, non generando molto calore al contatto della pelle, con altre sostanze innesta una reazione chimica e produce gli stessi effetti di una temperatura di 6.000°C, permettendo allo stesso tempo di tenere con una mano il tungsteno che si vaporizza o, l'oggetto da tagliare. Infatti la fiamma si concentra solo nel punto ove avviene l'azione e l'operazione di taglio si verifica prima che il calore, condotto dal metallo, abbia il tempo di giungere alla mano, contrariamente ai dispositivi convenzionali per i quali si devono indossare guanti di amianto. La fiamma è sicura in quanto lavorando in spazi ristretti i materiali e gli operatori non corrono il rischio di vampate di calore o bruciature come potrebbe avvenire usando fiamme tradizionali.
    Il primo brevetto australiano conseguito da Brown risale al 1977, quelli Americani al 1977 e al 1978.
    Le materie prime per la produzione di questo gas sono acqua ed elettricità. Una unità di acqua produce 1860 unita di gas, ma occorrono 4.47 kwh dato che un solo kwh produce circa 340 litri di gas.
    I test hanno dimostrato che può essere utilizzato in diverse applicazioni anche per motori che funzionano come conseguenza del vuoto generato bruciando gas in un contenitore chiuso. Il risultato dell’implosione è sempre acqua, quindi se utilizzato come carburante in un automobile come residuo emette il vapore acqueo e non ossidi nocivi alla salute.
    Con la fiamma prodotta dal Gas di Brown possiamo forare legno, metallo e mattoni senza lasciare scorie. Tutto si risolve in una fiamma bianca. Si saldano fra loro componenti diversi, quali vetri su mattoni o su metalli, oppure metalli con mattoni, metalli incompatibili fra loro come rame e bronzo, nichel e ferro. Trasforma la sabbia in vetro, salda il vetro all'alluminio, salda e taglia metalli usando l’acqua come combustibile, con una riduzione dei costi del 50%; la sua fiamma lucida il calcestruzzo rendendolo impermeabile agli acidi e ad altri corrosivi, estendendone la durata nel tempo. Il ferro e l'acciaio trattati con tale gas sono inattaccabili dalla ruggine.
    Con tale gas si può sciogliere la silice e fornire un cristallo ideale per produrre un microchip superiore in velocità, oppure una ottima cella solare.
    Aumenta il rendimento dei metalli preziosi nei processi di raffinamento e altera i livelli degli isotopi radioattivi. Durante alcuni esperimenti la radioattività di un pezzo di Americanum 241 è stata ridotta del 96% (da 16.000 curie a sole 100), quella del Cobalto 60 del 70%."

    Questo è il fulcro dell'articolo sul gas di Brown di progettomeg, che dà le informazioni essenziali su questo gas...
    Per me il tuo ragionamento è perfetto quello che dici è fattibile, è vero sicuramente nella cella si forma elettrolisi, e potrebbero formarsi microbolle col particolare rapporto ( 2 a 1 ) fra idrogeno e ossigeno che genera questo strano fenomeno.Se vogliamo essere pignoli c'è una lacuna, che probabilmente tu sai colmare ma io non ho capito, cioè la scintilla che porta l'implosione...quello è l'unico termine che mi sembra manchi alla tua equazione...
    Se questo gas brucia come ha dimostrato Brown è capace con una fiamma a 130 C° di portare a sublimazione il W come tu dici...questo spieghrebbe l'usura lenta ma inesorabile del catodo...però non si vedono tracce di fiamme bianche intorno al catodo...non è detto che il gas si produca però è una possibilità da ponderare seriamente...inviterei personaggi più esperti a esporre la loro opinione sull'argomento...comunque elettrorik:

    smile.gif smile.gif smile.gif COMPLIMENTI biggrin.gif biggrin.gif biggrin.gif
     
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24 replies since 7/11/2005, 11:39   3487 views
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