fusione fredda elettrolitica - parte sette

video e foto di Renzo Mondaini (Ravenna)

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  1. gencodicephp
     
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    Da tanti anni esistono i cosidetti acceleratori di particelle, in quegli acceleratori succede che i protoni singoli vengono lanciati a forte velocità e poi fatti urtare, dopo l'urto si ottiene un nucleo di elio, cioè abbiamo fatto la fusione nucleare fredda in miniatura.

    E' evidente che per fusione fredda non si intende quello di giocare con l'acceleratore di particelle, perchè le quantità di energia ricavate sono inrilevanti. :(


    Per fusione nucleare fredda si intende quello sostituire il gigantesco acceleratore di particelle con un qualcosa di meno gigantesco, meno costoso e anche più produttivo.


    L'elettronica si è molto evoluta in questi decenni, adesso ci sono i circuiti integrati, prima dei circuiti integrati c'erano i transistori, e prima ancora dei transistori c'erano le ingombranti valvole elettroniche.
    In poche parole, la vecchia valvola elettronica era costituita da un'ampolla di vetro, dentro questa ampolla c'era il vuoto e 2 elettrodi, in più c'era un terzo elemento che serviva come controllo del flusso eletronico.
    I 2 elementi erano il catodo e l'anodo, ma quello che ci interessa sapere è che tra questi 2 elettrodi, (immersi nel vuoto), si muovevano sospesi gli elettroni, quindi c'era una corrente elettronica.
    La differenza tra valvola elettronica e valvola protonica, è che nel primo vengono lanciati elettroni e nel secondo vengono lanciati i protoni singoli.
    Purtroppo non è corretto pensare che il gigantesco acceleratore di particelle sia una valvola protonica, dove sarebbe l'ampolla di vetro?
    E poi quello è un macchinario troppo ingombrante e costosissimo.

    La tragedia per quelli che studiano la fusione nucleare fredda risiede nel fatto che nessuno ha ancora inventato la cosidetta "valvola protonica".

    Secondo il mio parere c'è un grave problema di tempistica, cioè prima qualcuno deve inventare la "valvola protonica" e poi qualcun'altro deve inventare la fusione nucleare fredda.

    Sarebbe come dire...
    che prima bisogna inventare la ruota, e poi bisogna inventare l'automobile.
    :D

    Io non sono bravo in chimica e mi spiacerebbe dire eresie, ma forse per ottenere protoni singoli bisogna ionizzare fortemente l'idrogeno puro.
    L'idrogeno puro non deve contenere impurità di ossigeno perchè altrimenti esplode come la dinamite.

    A sua volta per ottenere idrogeno si potrebbe fare in tanti modi, per esempio il metodo dell'elettrolisi.


    Forse la valvola protonica non deve contenere niente, ma deve contenere gas puro di idrogeno, ma questa è solo una ipotesi, il resto lo lascio fare ai laureati di ingegneria chimica.
    Arrivederci!
     
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  2. Elektron
     
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    Beh ... non e' esatto dire che la valvola protonica non e' stata ancora inventata ...
    in effetti un certo Eugen Goldstein nel 1886 osservo' quelli che a suo tempo furono chiamati "raggi canale" in un dispositivo termoionico molto simile ad un diodo, eccolo li'

    image

    Gli occorsero 12 anni per capire che si trattava di protoni.
     
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  3. remond
     
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    CITAZIONE (gencodicephp @ 2/7/2006, 17:43)
    La tragedia per quelli che studiano la fusione nucleare fredda risiede nel fatto che nessuno ha ancora inventato la cosidetta "valvola protonica".

    Carissimo gencodicephp

    La valvola protonica è stata inventata moltissimi anni fa, ma solo ultimamente si è capito che era la cella elettrolitica; come chiami tu gli ioni H+ che vanno verso il catodo?

    P.S. caro Elektron
    descrivi la foto altrimenti non dice nulla, grazie.

    Renzo Mondaini (Ravenna)
     
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  4. Elektron
     
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    Beh ... ci sarebbe molto da dire ... la storia di questa foto e' la storia che accompagna la scoperta del protone ...
    Molto brevemente,
    La foto seguente mostra il tubo elettronico di Goldenstein, eccolo lo vediamo spento:
    image

    La sua particolarita' sta nel fatto che il catodo e' forato, sotto un ingrandimento:

    image

    Una volta messo sotto tensione, il gas ivi contenuto, Goldstein usava idrogeno rarefatto, viene ionizzato e si assiste alla formazione di due streams, uno verdastro nella parte inferiore ove e' posizionato l'elettrodo d'ingresso del catodo, l'anodo e' sulla destra, ed uno rossiccio, che si vede nella parte superiore che viaggia in direzione opposta al flusso di elettroni.

    image

    Questo stream fu battezzato da Goldstein "canal rays" cioe' raggi canale.
    Questa luce rossastra e' formata da protoni caricati positivamente a differenza dei soliti elettroni che producono una luminescenza verdastra collidendo con la superficie del vetro di contenimento.

    Edited by Elektron - 2/7/2006, 22:57
     
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  5. gencodicephp
     
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    Ho visto le foto e devo dire che sono belle e anche interessanti.
    Purtroppo devo anche dire che quella "valvola protonica" non va bene al caso vostro perchè è troppo semplice, cioè là dentro è possibile una sola corrente protonica, quando invece ne servirebbero almeno 2.
    Ne servirebbero almeno 2 perchè i protoni devono scontrarsi fra di loro.

    La legge di Coulomb stabilisce che cariche elettriche di segno uguale si respingono.
    Qualcuno potrebbe domandare...
    Ma come possono scontrarsi i protoni se sono di segno uguale ?

    La domanda è legittima, se avessimo il paraocchi e guardassimo solo questa legge saremmo convinti che la fusione nucleare, (fredda o calda che sia), non esisterà mai.

    Però esistono anche altre leggi fisicche, per esempio la prima legge della dinamica stabilisce quanto segue:
    Ogni corpo mantiene il suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme a meno che su di esso agisca una forza risultante diversa da zero

    Nel caso della valvola protonica la forza esterna che si oppone all'inerzia è la forza elettrica repulsiva.

    Anche il protone è un corpo dotato di massa e quindi è soggetto anch'esso all'inerzia, questa inerzia dipende dalla quantità di moto e quindi dalla velocità.

    La velocità dipende dalla tensione elettrica applicata alla valvola, io immagino che debba essere molto grande perchè deve essere maggiore della forza coulombiana.
     
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  6. rabazon
     
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    hei genco,
    se vuoi qualche pubblicazione su ITER o sul CERN di ginevra,
    con google ne trovi tante,

    interessante la valvola...
    ma ripeto, non abbiamo condizioni simili nei nostri bekerini...
    saluti
     
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  7. Hellblow
     
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    CITAZIONE
    Da tanti anni esistono i cosidetti acceleratori di particelle, in quegli acceleratori succede che i protoni singoli vengono lanciati a forte velocità e poi fatti urtare, dopo l'urto si ottiene un nucleo di elio, cioè abbiamo fatto la fusione nucleare fredda in miniatura.

    E' cosi' e non è cosi'.
    E' vero che la collisione di due particelle o atomi, a seconda dei casi, può dar luogo a fusione, ma è anche vero che questo dipende dalle energie che possiedono i due oggetti che urtano fra loro.
    Mi spiego. Se scagliamo un protone contro un altro protone, a causa della differenza di carica questi tenderanno ad allontanarsi. Esistono delle condizioni che se superate permettono di tener insieme i due protoni, ma purtroppo questa soglia deve essere "scavalcata". Ancora peggio quando parliamo di nuclei più complessi di quello di idrogeno. La presenza dello schermo elettronico infatti non può essere completamente inibita da una forte ionizzazione (ad esempio pensiamo al tungsteno ed a quanti elettroni rimangono nel nucleo) e si comporta come una sorta di corazza, che rende il nostro atomo un vero e proprio carro armato in miniatura. Bucare quello schermo non è facile, specie con particelle cariche. Per questo non si capisce come si ottengono i trasmutati con quelle energie cosi' basse.
    Gli acceleratori di particelle riescono a portare protoni ed elettroni (ma non solo) a notevoli velocità, purtroppo però per farlo richiedono una quantità di energia enorme. Alla fine il gioco non varrebbe la candela in pratica, e si preferisce usare gli acceleratori ovviamente per scandagliare la materia.
    Esistono processi industriali che sfruttano l'accelerazione delle particelle per modificare i materiali e dargli caratteristiche speciali. Quindi quel che tu dici è ben conosciuto.
    Nel nostro caso il problema quindi sono le energie in gioco. Io credo che i fenomeni nella cella siano dovuti anche (ma non solo) agli urti fra gli ionizzati ed il resto del catodo, ma è anche vero che senza un qualche fenomeno di facilitazione nella compenetrazione degli atomi, o comunque nel superamento di certe barriere fisiche, quelle energie sono troppo basse.
    Un sincrotrone di qualche decina di centimetri di diametro può accelerare particelle a energie di circa 1 MeV, che nel caso della cella sogniamo.
    Per farti un esempio il FUSOR usa un meccanismo di accelerazione per far collidere violentemente i nuclei di deuterio, e lavora ad almeno 10000 volt (che sempre è una tensione bassa) ed in ambiente prossimo al vuoto (abbiamo una bassa pressione per l'atmosfera di deuterio solitamente) per ridurre le possibilità di urti fuori dalla zona di collisione. Nella cella lavoriamo a pochi volt (rispetto quei 10000) ed in ambiente liquido in pre plasma e con una eterogeneità di ambienti in fase di plasma. Pensa solo al fatto che in fase di plasma abbiamo ambiente liquido, plasma, vapori, solido (il catodo) con gradienti termici e di pressione che variano anche notevolmente, per non parlare del campo elettrico che nelle zone spigolose può essere anche elevato. Quindi si capisce che la cosa non è cosi' immediata come potrebbe sembrare, anche solo per il fatto che gli ambienti diversi presenti nella cella si comportano in maniera diversa.

    Edited by Hellblow - 4/7/2006, 15:45
     
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  8. Andrea Rampado
     
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    CITAZIONE (remond @ 29/6/2006, 00:40)
    Salve Amici

    Io e rabazon stiamo sperimentando le celle a pressione, prestataci dall’amico Romano (uno+uno); in attesa di pubblicare dei video su questo, vi presento un’esperimento che non l’ho trovato descritto in nessun libro.
    Vi mostrerò un video, in cui si vede che le bollicine di idrogeno prodotte per elettrolisi al catodo, e le bollicine di ossigeno prodotte all’anodo, sono cariche elettricamente e di segno opposto.
    Sui libri viene riportato che le bollicine sono formate da H2 ed O2, quindi neutre elettricamente; nel mio video invece si vede che usando come elettrodo un magnete cilindrico da altoparlante col polo sud al centro, le bollicine prodotte salgono in superficie girando in vortice (e quì Rampado drizzerà le orecchie), cambiando polarità al magnete, si inverte la rotazione del vortice.
    Il file si chiama “Gas elettrizzato” è da 6 MB e si scarica da:

    http://www.webalice.it/renzomondaini

    (IMG:http://img285.imageshack.us/img285/6041/gas5gt.jpg)
    Renzo Mondaini (Ravenna)

    Ciao Renzo,
    è vero ho drizzato le orecchie, ma solo per constatare che ti stai avvicinando sempre più alle giuste considerazioni e che spero a breve ti permetteranno di trarre le giuste CONCLUSIONI. :rolleyes:
    Visto che per le orecchie mi tiri, vediamo di aggiungere qualcosa; non ho studiato la legge di Lorenz (l'ho cercata con google ma nisba... :( ), come moltissime altre leggi (sono profondamente ignorante), al contrario invece ho studiato molto bene Tesla, Shauberger, Todeschini e molti altri illustri sconosciuti ai più, seguendo il filone Vortici-Implosioni.
    Vai a questo link http://video.google.com/videoplay?docid=27...018717005&q=joe cell e vedrai il fenomeno da te descritto, ti suggerisco di utilizzare la versione beta di google anche per i tuoi filmati, in questo modo diventerà molto più semplice per tutti vedere i filmati sulla FF con una semplice ricerca su google come ad esempio JOE CELL http://video.google.com/videosearch?q=joecell
    Non è un caso se cito la Joe Cell.... :B):
    Lo stesso fenomeno si verificava nell'elettrolizzatore della mia Peugeot, per questo motivo Zulu ha costruito dei nuovi elettrodi a forma di spirale, che devo ammettere funzionano in modo egregio, anzi troppo bene visto che il motore, quando accendo la cella, comincia a funzionare a tre tempi anziche a quattro tempi (per implosione???):blink:
    Ho trovato un vecchio motore che non ha l'iniezione elettronica (quello della mia Peugeot non ce la faceva più) e presto comincerò una serie di esperimenti a banco...
    Devo farti i miei complimenti per l'idea che hai avuto, "il tubo riscaldatore a fusione fredda" interessante la coincidenza, a dicembre ho ricevuto alcuni tubi riscaldatori che sfruttano il principio della "cavitazione elettrolitica" per produrre acqua calda, e recentemente a seguito di alcuni test eseguiti da HIKE (da approfondire ulteriormente), abbiamo riscontrato un po di OU...
    Puoi scaricare la relazione a questo link http://www.hostfile.org/viewfile.php?file=..._Andrea_1_0.pdf
    Il materiale con cui è costruito questo tubo è una speciale lega metallica utilizzata in campo militare per la costruzione dei famosi siluri a cavitazione RUSSI, come vedi i russi parlano di cavitazione per riscaldare l'acqua e tu invece di fusione fredda, chi ha ragione.... :wacko:
    Per me sono la stessa cosa, perchè la "cavitazione elettrolitica" produce "anche" fenomeni di trasmutazione nucleare, vedi la sonofusione etc..
    VORTICI quindi.......che Lorenz lo sapesse oppure no!!! :P

    Come ho scritto in passato nelle celle elettrolitiche in particolari condizioni si producono dei micro vortici sferico toroidali che implodendo generano trasmutazioni....parole al vento (per molti ma non per tutti)!

    Sei sulla giusta strada Raimondo continua così.

    Per finire, e poi tolgo il disturbo (questa è la sezione che mi piace di meno), ti copio incollo la proposta che ho ricevuto da alcuni amici dell'est a seguito di quasi 20 anni di sperimentazioni, la traduzione non è delle migliori, è una delle prime che cerco di fare da solo, perdona alcuni strafalcioni ma è il senso che conta..... :alienff:

    Proponiamo un elaborato progetto “Sintesi nucleare fredda” del professore, dottore in scienze chimiche, XXXXXX

    - fonte individuale di energia da 10 a 100 kilowatt: per automobili, piccoli mezzi volanti e via acqua, case private e così via;
    - uso collettivo da 100 a 1000 kilowatt: per ditte non grandi, non grandi navi, locomotive, giardini collettivi;
    - destinazione industriale da 1000 kilowatt per il servizio alle fabbriche, ad aree popolate e così via.

    Il costo di un reattore di “Sintesi nucleare fredda” in produzione seriale (prezzi del 1989) secondo i voti arriva fino a 320 rubli. Con il costo di un kilowatt/h di 4 copechi, il periodo di recupero capitale del GENERATORE è di 1 mese. Nel periodo di servizio di 3 anni il rapporto rendimento-consumi è di 36:1. La possibile rigenerazione del GENERATORE e l’aumento del periodo di utilizzo ( con riempimento di acqua pesante) porta in ingresso alla ricerca di una variante ottimale della zona di fase dura del GENERATORE. Le soluzioni tecniche elaborate sono difese da tre certificazioni per l’acquisto e da due per l’invenzione. ( Si possono produrre solo GENERATORI monouso, per l’aumento e la stabilizzazione dei volumi di vendita).

    A Ekaterimburgo nella base URO AH CCCP e UPI sono state eseguite elaborazioni tecnico-scientifiche e di costruzione di una fonte di energia che lavori secondo il principio della sintesi termonucleare “Fredda” e sia basata sul modello teorico alternativo della fisica del nucleo.
    Il gruppo di iniziativa nella composizione comprende l’autore delle teorie e due dichiaranti l’invenzione, due dottori in scienze: titolare della cattedra di fisica teorica e sperimentale ,un dottore in scienze fisiche e matematiche nel settore della fisica dei corpi duri, un dottore in scienze chimiche (PRODUZIONE dei MATERIALI con elettrolisi), 6 candidati di scienze fisiche e matematiche, dei quali due di fisica teoretica nel settore del nucleo atomico, due nel settore delle irradiazioni nucleari e sicurezza radioattiva, uno nel settore dell’impiantistica dell’isotopo, uno specialista elettronico e del sottovuoto (città di Mosca, istituto di elettronica- costruzioni meccaniche ).

    Il collettivo ha iniziato a lavorare all’inizio del 1989.

    - In un breve intervallo di tempo hanno elaborato una base di modello da sviluppare di “sintesi nucleare fredda”
    - Sono stati eseguiti conti teorici del guadagno di energia con movimento del nucleo nel campo della periodica struttura di corpo duro.
    - E’ stata elaborata una costruzione tecnica modello per la realizzazione della sintesi nucleare fredda, dei suoi nodi separati, ed è stata scelta una serie di materiali.

    I conti mostrano che per 100 ml di acqua pesante, al consumo di energia da una batteria, la potenza in uscita è di 10 kilowatt/h nel corso di 3 anni di funzionamento ininterrotto.
    Con l’esecuzione di collaudi, nel periodo dal 1989 al 1996, sono stati ottenuti più di 300 risultati positivi. In seguito gli esperimenti di funzionamento del reattore sono continuati senza guasti. Come risultato dei lavori è stato prodotto un compatto reattore micronucleare sulla base della sintesi del nucleo deuterio alle basse temperature, con uscita di flussi di potenza di neutroni e energia in eccedenza sotto forma di calore, cioè si è ottenuta la divisione del calore (ripetizione dell’effetto Flashman).

    In questo modo la direzione di sviluppo della creazione del collettivo è una nuova fonte di energia che è esatta come principio, è più efficace e di molte più prospettive, e, al confronto con “Tokomak” più sicura.


    Proposizione

    In relazione alla necessità, in seguito, di realizzazione di elaborazioni tecnologiche di difficili costruzioni dei nodi del reattore nucleare, di sistemi di difesa dalla penetrazione di radiazioni, di creazione di materiali con i parametri dati di struttura, così come del rivolgersi per aiuto tecnico a diversi centri scientifici, e l'aiuto di specialisti di grande esperienza, è necessario aprire i finanziamenti in misura di cinque milioni di dollari.


    Per l’avviamento del reattore per l'Italia si richiede:

    1. Reattore micronucleare (generatore) 1 pz
    2. Camera sottovuoto con chiusura sottovuoto elettromeccanica 1 pz
    3. Camera sottovuoto di misurazione (grande) con flangie 1 pz
    4. Pompa sottovuoto con manicotti 1 pz
    5. Bombola con idrogeno, 5 l. ( alta pressione) 1 pz
    6. Vuotometro VIT .- 2 N° ______________ 1 pz
    7. manicotti sottovuoto 5 pz
    8. Manicotti ( raffreddamento ad acqua) 6 pz
    9. Recipiente Diuar (40 l.) 1 pz
    10. Imbuto d’acciaio 1 pz
    11. KAMAK -002 N°0443° ( completo di blocco KAMAK) 1 pz
    12. Cesta di ventilazione KAMAK N° 077° 1 pz
    13. Strumento SC – 300 N° 02478 1 pz
    14. Oscillografo C8 – 17 N° 1331 ( con tubi di misurazione) 1 pz
    15. Strumento SG – 440 N° 2289 1 pz
    16. Recipiente di alimentazione BT- 2 1 pz
    17. Misuratore di coulomb di fase dura, in miniatura 1 pz
    18. Voltmetro V7 -38 1 pz
    19. Spettrofotometro SF 1 pz
    20. Fonte di alta tensione 1 punto.
    21. Microcalorimetro copiante differenziale 1 pz
    22. Computer ( blocco di base con mouse e tastiera) 1 pz
    23. Monitor 15’’ 1 pz
    24. Blocco Alimentazione B5-46 1 pz
    25. Microscopio MPS- 9 1 pz
    26. Piccola cassaforte con raccordo di laboratorio 1 pz
    27. Trasformatore AOSN-20-220 1 pz
    28. Trasformatore toroidale
    29. Trasformatore regolabile 1 pz
    30. Bobine di induzione 2 pz
    31. forno arroventatore – scaldante su cavalletto 1 pz
    32. Scaldatore compatto 1 pz
    33. Ceppo di prolunga di presa di corrente 1 pz
    34. Cavalletti di laboratorio 2 pz
    35. basamento d’acciaio 1 pz
    36. sostegno di telaio 2 pz
    37. Tappeti di gomma isolanti 5 pz
    38. pavimentazione di linoleum (circa ½ m) 5 pz
    39. fermatori di neutroni 8 pz
    40. disco d’appoggio ( di duralluminio) 1 pz
    41. pellicola di ? (rotolo) 1 pz
    42. tavolato per tavoli di laboratorio ( foglio d’acciaio 1,2X0,5 M – 2 pz;
    fogli di vetro organico 1,2X0,5 m; foglio di vinile 1,2X0,5m) 4 pz
    42. Confezione con raccordo di laboratorio chimico 1 pz
    43. Confezione con cavi di collegamento 1 pz
    44. Confezione con raccordi di collegamento sottovuoto 1 pz
    45. contenitori di vetro ( 20 l., 10 l., 0,5 l. ) 3 pz
    46. Camici ( blu- 3 pz, bianchi – 3 pz) 6 pz
    47. Mobili: tavolo di laboratorio- 2 pz; tavolo da scrittura: 1 pz;
    divano: 1 pz; poltrona: 1 pz; sedie: 4 pz; specchi : 2 pz). 1 serie


    Alla lista sopraindicata si richiedono ancora tre unità , per la somma di 30 mila dollari americani (comunichiamo all’incontro).

    Professore, dottore in scienze chimiche Direttore generale
    xxxxxxxxxxx xxxxxxxxx
    ____________ ________________


    Ho già comprato la poltrona e il divano.... ;)
    Andrea
     
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  9. Arquimede
     
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    CITAZIONE
    non ho studiato la legge di Lorenz (l'ho cercata con google ma nisba... ), come moltissime altre leggi (sono profondamente ignorante)

    Dovresti cercare "forza di Lorenz". E' la forza che agisce su cariche che attraversano un campo elettrico. Un buon documento lo trovi a questo link.

    Per il resto, lascio lascio la parola ad altri. Non vorrei implodere vorticosamente in qualcosa che non sempre cavita per caso.

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  10. Andrea Rampado
     
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    CITAZIONE (Arquimede @ 4/7/2006, 17:49)
    Dovresti cercare "forza di Lorenz".

    Ciao Arqui, grazie sono proprio uno stupido in materia, come ho fatto a non pensare che si trattava della forza di Lorenz e non della legge di Lorez... :D
    Grazie anche per il link....

    CITAZIONE
    Per il resto, lascio la parola ad altri. Non vorrei implodere vorticosamente in qualcosa che non sempre cavita per caso.

    :woot:

    Alla faccia di coriolis, questa me la scrivo ;)
     
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  11. Andrea Rampado
     
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    CITAZIONE (gencodicephp @ 5/7/2006, 15:28)
    http://www.ultrasuoni.it/principio.php

    Però la frequenza deve essere di 33 MEGAhertz e non 33 kilohertz

    Poi l'intensità sonora almeno 1000 volte più grande e al posto dell'acqua saponata ci vuole una soluzione elettrolitica ricca di H+

    Ciao Genco, ho letto la tua teoria...interessante....ma... conosci il tubo di Ranque??? :huh:
     
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  12. rabazon
     
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    salve,
    con remond stiamo proseguendo i nostri esperimenti,
    risultati finora contrastanti ed abbastanza deludenti, dal punto di vista dei rendimenti...
    ma dobbiamo migliorare e di molto parecchie cosucce...
    poi magari ce troviamo entrambi un po distratti da tante cose...

    per uno, dovremo apportare piccole modifiche alle tue celle,
    ma non capisco bene gli esperimenti col titanio ,
    poi cosa fate, esperimenti a vuoto con rik?

     
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  13. rabazon
     
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    salve,
    in altre sezioni abbiamo avuto discussioni accese con il genco,
    che comunque propone delle idee...

    anche nela F.F è intervenuto in modo bello carico e de brutto,
    senza capirci un'acca,
    però comunque è di stimolo,
    se penso che ci ho messo un paro d'anni per individuare un effetto leidenfrost a guaina di vapore nella cella...
    forse le sue provocazioni a colpi di" e che ce vò?
    hanno qualche fondamento...
     
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  14. Hellblow
     
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    No Wech, si chiama (con una geometria un pochino diversa) Fusor, lavora con deuterio e funziona :)
     
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  15. sodacaustica
     
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    ????......?????
    image image
     
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266 replies since 26/2/2006, 18:02   15403 views
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