NanoTECNOLOGIE e NanoPATOLOGIE

E' corretto collegarle?

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  1. rabazon
     
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    salve
    un articolo ottimista ,
    nanotech e medicina...

    devo dire che propio le enormi possibilità di sviluppo.
    ha portato a posizioni di chiusura,
    la domanda è questa:
    riusciremo a controllare l'enorme potenza di queste tecnologie,
    riusciremo a non esserne completamente travolti?
    fino a sparire come genere umano?


    Nanotecnologie e fibrosi cistica

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    Domanda Possono o potranno le nanotecnologie dare una mano per la cura delle malattie genetiche come la fibrosi cistica


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    Risposta Le nanotecnologie sono scienze applicate che operano grazie a dispositivi della dimensione delle molecole biologiche, nell’ordine di 10-100 nanometri.

    Presentano un’infinità di applicazioni nel campo della salute umana, alcune di queste ancora teoriche, altre già applicate o in fase di studio avanzata. In campo medico sono potenzialmente utili in fase di ricerca di base, diagnostica, sviluppo e sintesi di farmaci, per lo sviluppo di terapie innovative e per la creazione di dispositivi e vaccini per la prevenzione delle malattie.

    Tra le possibilità che queste tecniche offrono vi sono un'ampia gamma di nanodispositivi: nanorobot che operano a livello cellulare, nanosonde per monitorare e rilevare l’eventuale insorgenza di patologie, nanokiller che uccidono le cellule tumorali, nanopostini per trasportare sostanze a cellule bersaglio.

    L’utilità di queste tecnologie è legata al fatto che operano a livello delle molecole biologiche (una proteina, ad esempio, ha un’estensione media tra 2 e 100 nm) e utilizzano molecole biocompatibili, spesso proprio biopolimeri, riducendo il rischio di reazioni avverse.

    L’innovazione nanotecnologica può estendersi dall’ottimizzazione della realizzazione di prodotti già presenti sul mercato, allo sviluppo di nuovi dispositivi.

    Per quanto riguarda strettamente le malattie di origine genetica, i campi di applicazione sono i seguenti:
    - prevenzione e diagnostica, mediante lo sviluppo di nuove tecnologie per l’individuazione delle varianti geniche che possono correlare con determinate patologie
    - l’utilizzo di dispositivi nanometrici per veicolare farmaci all’interno del nostro corpo
    - lo sviluppo di strumenti innovativi per la terapia genica, ossia per la riparazione della mutazione nel DNA che causa la malattia

    Di questi tre punti, il primo è in fase avanzata, parzialmente già applicata ma con potenzialità enormi ancora latenti. Il secondo è in fase di ricerca e sperimentazione, il terzo solo in fase di sviluppo nella ricerca di base.

    Alcuni gruppi di ricerca in Europa cercano di sviluppare delle nanosfere rivestite o contenenti DNA per effettuare terapia genica nei polmoni di pazienti affetti da fibrosi cistica. Uno dei problemi più importanti in questa patologia è la presenza di un secreto viscoso che ostacola il passaggio di farmaci, per questo è importante sviluppare nuovi dispositivi per veicolare le sostanze utili. Questi studi sono ancora preliminari e attualmente solo in vitro, ma alcuni risultati sono incoraggianti e hanno stabilito alcune condizioni necessarie per lo sviluppo dei nuovi farmaci. Ad esempio, le particelle usate devono avere un diametro inferiore a 150 nm e devono essere elettricamente neutre.

    Altra frontiera, sempre nel campo della terapia genica, è quella di utilizzare come piccole navicelle da trasporto delle molecole presenti in natura opportunamente trasformate e riempite di farmaci o di DNA. Fino ad ora la terapia genica si è basata primariamente sull’utilizzo di particelle virali o iniezione di DNA nudo, tecnologie che presentano da un lato un rischio biologico e dall’altro un’efficienza bassa. Le nanotecnologie permettono di costruire singole molecole con la caratteristica di essere efficaci trasportatori con un rischio basso o nullo per la salute. Al vaglio in questo sistema l’antigene dell’epatite B, già utilizzato per realizzare il vaccino contro questa malattia. L’interesse è caduto su questa molecola poiché ha una capacità elevata di indirizzarsi verso le cellule che compongono il fegato e potrebbe diventare uno strumento importante per veicolare farmaci in questo tessuto. Gli scienziati nutrono speranze in questa molecola soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo di nuove terapie contro le gravi malattie infettive che colpiscono questo organo.

    Infine, abbiamo già a disposizione numerose nanotecnologie per la diagnosi di malattie genetiche, basati sulla realizzazione di nanochip e di sequenziamento di DNA ad alta definizione. Nel primo caso è possibile effettuare l’analisi contemporanea di molti geni per individuare la presenza di un determinato corredo di DNA che correla con patologie. È uno screening molto rapido, che non ha precedenti nella diagnostica classica, legato all’utilizzo di strumentazioni adeguate a qualsiasi laboratorio e il cui costo è destinato ad abbattersi. Si tratta del potenziamento mediante miniaturizzazione della tecnologia dei microarray.

    Il sequenziamento di DNA ad alta definizione mediante nanotecnologie è una tecnica che semplifica e accelera la ricerca di mutazioni nel DNA, senza influenzare l’accuratezza dei risultati, fondamentale nella clinica per la diagnosi di malattie genetiche atta all’applicazione di terapie adeguate.

    Le nanotecnologie stanno evolvendo rapidamente e le previsioni attuali, da parte della maggior parte degli scienziati, è che entro la metà del secolo avranno completamente rivoluzionato il modo di concepire la medicina. Al di là che questo si avveri o meno, per avere un’idea del progresso in questo campo, basta osservare che negli ultimi cinque anni rispetto al quinquennio precedente, le ricerche pubblicate in questo campo si sono centuplicate, con un andamento inequivocabilmente in salita.

    A cura di Marika De Acetis
    Fondazione per le Biotecnologie
    Torino
     
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18 replies since 19/5/2006, 14:28   3190 views
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