Risparmiare Energia

Sistema semplice per ridurre gli sprechi di carburante

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  1. gattmes
     
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    Aggiornamento regolatore originale

    Ho tra le mani il mio regolatore originale (bosch) dell'alternatore.
    Osservandolo in modo da avere davanti agli occhi i punti di saldatura/connessione dei carboncini (spazzole) - cioe' la parte opposta a quella che strisca sugli anelli collettori dell'avvolgimento di eccitazione - e con il dispositivo metallico di regolazione verso l'alto (tipo transistor metallico, normalmente di colore nero)....si vede:

    -Sotto ll punto di fissaggio alla nostra sinistra c'e' un contatto metallico a forma di occhiello che, quando il regolatore e' nella sua sede, e' pressato a contatto con la carcassa metallica dell'alternatore (che e' a massa - meno di batteria), quindi e' il gnd del circuito. Sul regolatore originale pero' si collega al piedino alla nostra sinistra e non alla sua carcassa metallica (che quindi, come vagamente ricordavo, NON e' a MASSA. Prestare attenzione, se si intende riutilizzarlo e fuori dall'alternatore. Non farlo toccare con nessuna parte metallica/carozzeria dell'auto. Deve un po' dissipare quindi non va neanche avvolto in materiale termoisolante stagno). In qualche punto dovra' qui essere saldato il filo uscente di massa. [1]

    -La carcassa del regolatore e' invece collegata alla spazzola/carboncino immediatamente sotto (quella piu' in alto, se si osserva l'oggetto come ho indicato). Questo e' il punto controllato in tensione dal regolatore e che dovra' essere saldato/collegato al relativo filo uscente di controllo (drain del mosfet/anodo diodo 1N400x nel nuovo regolatore). [2]

    -Il piedino del regolatore alla nostra dx si collega alla spazzola inferiore. Inoltre il path di collegamento e' lievemente sagomato (diversamente da quello di sx) per formare un contatto che, inserendo l'originale nella sua sede, batte contro una lamella flessibile nell'alternatore (visibile a regolatore estratto). Questa lamella fa capo al positivo dei 3 diodi in piu' del ponte raddrizzatore (per un trifase ne servono 6, invece i ponti degli altrenatori ne hanno normalmente 9). Questi servono per ottenere un positivo di bassa potenza indipendente da quello di alta potenza, con il concetto che le due tensioni dovrebbero essere uguali (facciamo i bravi.....per via della cadute sui diodi uguali). Allora regolando il positivo a bassa potenza si regola anche quello di potenza, cioe' il positivo della batteria, pur non essendo mai attacati a quest'ultimo. Questo permette automaticamente di non far assorbire niente al regolatore/eccitazione ad alternatore fermo (motore spento), oltre a garantire una certa separazione e protezione ("anticamente" accendeva anche la spia sul quadro, dall'altra parte collegata al + sotto chiave. Se tutto ok la spia si trovava tra 2 positivi, quindi spenta. Viceversa il + di bassa potenza scendeva di tensione - esempio al minimo.... troppo minimo -quindi sulla spia c'era una certa differenza di potenziale che iniziava a farla accendere). In qualche punto dovra' essere saldato il filo uscente di alimentazione (Vin), che e' anche la
    tensione "controllata". [3]

    Da qui si capisce che il sistema piu' veloce per "spillare" i 3 segnali [1-2-3] da mandare al regolatore modificato consiste nell'usare il vecchio supporto, recuperandolo da un altro regolatore. Si ottiene il corretto allineamento delle spazzole piu' i contatti positivo (Vin) e massa (gnd) nei giusti punti.

    Rispetto quanto postato in precedenza aggiungo che e' possibile lasciare il vecchio circuito del regolatore nella sua sede (saltando l'operazione di asportazione e sostituzione con rinforzo metallico opportunamente sagomato e forato) a patto di scollegare i due piedini dai segnali relativi (taglio-troncatura). La carcassa si puo' in genere lasciarla collegata (rimanendo elettricamente "appesa" non dovrebbe dare fastidio). L'unica controindicazione potrebbe essere l'intralcio al passaggio dei 3 fili (che non devono essere da 6mmq! Neanche da 0.1 pero').
    Si potrebbe far notare che la massa puo' essere presa da un'altra parte. Rimane piu' scomodo perche' non solidale con il regolatore-supporto in fase di succesivo smontaggio....fate Vobis... Per gli altri due fili non c'e alternativa.
    In caso di utilizzo di un secondo regolatore di recupero (es. di demolizione) anziche' nuovo, "cannibalizzare" quello con le spazzole migliori (se l'altro e' funzionante, ovviamente) e tenere come scorta l'altro (si possono sfruttare i fissaggi laterali per attaccare una protezione forata/areata con funzione di fissaggio da qualche parte nel cofano e a "portata di connessione". Cosi' si evita di perderlo in qualche cassettino portaoggetti....ricordarsi della legge di Murphy, sempre in agguato. In caso di anomalie permette velocemente di discriminare se colpa del regolatore od altro, tramite veloce sostituzione (anche hot swap - prestando grande attenzione agli organi del motore in movimento)

    ...2000 (+ di...) anni fa i Romani strisciavano i ceppi sulle ruote dei carri per frenarli. Oggi ci sono i telefonini, internet e....... i ceppi sono a disco ventilato con ABS......sempre ceppi sono......ma porc...la vogliamo finire e recuperare un po di questa energia???

    I conti son presto fatti....
    Primo effetto del regolatore modificato:
    supponendo 16A in piu' che entrano sulla batteria in rilascio/frenata, sono 240W (a 15V). Diventano 280W circa sullo statore dell'alternatore [17.5V: 1V caduta media a diodo (2) + 0.5 resistive cablaggio]. Diventano circa 350W meccanici, considerando un rendimento dell'alternatore 80% (magari lo fosse!), cioe' quasi mezzo cavallo frenate in PIU' !!!!!! (a vantaggio della decelerazione e del consumo delle pastiglie).
    Secondo effetto:
    non trascurabile...la successiva accelerazione..non sara' mezzo?..sara un quarto di cavallo?... comunque sara' x cavalli di freno in MENO al motore e per un po' di secondi, mentre si vuole magari una bella ripresa.

    Gute Nacht
     
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27 replies since 27/12/2003, 00:58   6120 views
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