Energie alternative: una opportunità lavorativa?

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  1. Furio57
     
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    CITAZIONE (tersite1 @ 11/1/2007, 10:53)
    Caro Furio
    CITAZIONE
    Non immaginate quanto consumo di energia e quanto scarto di produzione difficilmente smaltibile si produce per ogni modulo. Mi auguro di sbagliare, ma ritengo che i pay back time di cui si sente parlare siano solamente una frazione di quelli reali.

    Se l'avesse scritto il prof. Battaglia saresti stato subissato di improperi.
    Poichè sei uno storico sostenitore di rinnovabili la tua constatazione passa sotto silenzio.
    Ci hai lavorato e ci lavori, immagino. Il tuo parere vale più di quanto si parli e sparli nei piani alti della politica e finanza.
    Suppongo che questo abbia generato un pò di sconcerto fra gli ecottimisti.
    Anche se sembra lo sfogo di un amante tradito non posso negare che hai molte probabilità di avere ragione.

    Domanda seria:
    La ragioni di questo temporaneo pessimismo sono di ordine burocratico o fisico-finanziario?
    La pensano così anche altri operatori europei?

    Auguri
    Tersite

    Ciao tersite1 rispondo subito al tuo quesito finale dicendoti un po' tutti e due. Ho risposto solamente ora sapendo di aver destato perplessità e forse sgomento tradendo forse un po' tutti con queste mie affermazioni. Infatti per un paio di giorni non ho avuto nessuna replica. Ho letto i vari interventi e a parte quealche esagerazione e fuori tema da parte di senza futuro (cosa c'entra un rientro energetico tra un TV ed un modulo fotovoltaico?), ha detto anche una cosa giusta riguardo alle aziende produttrici di FV che sono autosufficienti con il loro FV e che è aggiungo io, l'unica maniera corretta di produzione. Per Snapdozier: lo standard di rientro energetico dici che è di due-quattro anni e che è quello ufficialmente riconosciuto, ma come è calcolato? Sul web non ho trovato la metodica di calcolo, se qualcuno la trovasse è pregato di postarla penso sia di interesse generale. Secondo me la metodica giusta è quella già elencata da tersite1 comprendendo tutti i consumi energetici per la realizzazione del modulo sommandoli. In qualsiasi caso con un pay back time corto o lunghissimo, il fotovoltaico prenderà sempre più piede e forse anche in Italia. Speriamo che generi anche po' di reddito a chi ci lavora.

    Salutoni
    Furio57 :D
     
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  2. snapdozier
     
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    CITAZIONE (Furio57 @ 15/1/2007, 01:30)
    CITAZIONE (tersite1 @ 11/1/2007, 10:53)
    Caro Furio
    CITAZIONE
    Non immaginate quanto consumo di energia e quanto scarto di produzione difficilmente smaltibile si produce per ogni modulo. Mi auguro di sbagliare, ma ritengo che i pay back time di cui si sente parlare siano solamente una frazione di quelli reali.

    Se l'avesse scritto il prof. Battaglia saresti stato subissato di improperi.
    Poichè sei uno storico sostenitore di rinnovabili la tua constatazione passa sotto silenzio.
    Ci hai lavorato e ci lavori, immagino. Il tuo parere vale più di quanto si parli e sparli nei piani alti della politica e finanza.
    Suppongo che questo abbia generato un pò di sconcerto fra gli ecottimisti.
    Anche se sembra lo sfogo di un amante tradito non posso negare che hai molte probabilità di avere ragione.

    Domanda seria:
    La ragioni di questo temporaneo pessimismo sono di ordine burocratico o fisico-finanziario?
    La pensano così anche altri operatori europei?

    Auguri
    Tersite

    Ciao tersite1 rispondo subito al tuo quesito finale dicendoti un po' tutti e due. Ho risposto solamente ora sapendo di aver destato perplessità e forse sgomento tradendo forse un po' tutti con queste mie affermazioni. Infatti per un paio di giorni non ho avuto nessuna replica. Ho letto i vari interventi e a parte quealche esagerazione e fuori tema da parte di senza futuro (cosa c'entra un rientro energetico tra un TV ed un modulo fotovoltaico?), ha detto anche una cosa giusta riguardo alle aziende produttrici di FV che sono autosufficienti con il loro FV e che è aggiungo io, l'unica maniera corretta di produzione. Per Snapdozier: lo standard di rientro energetico dici che è di due-quattro anni e che è quello ufficialmente riconosciuto, ma come è calcolato? Sul web non ho trovato la metodica di calcolo, se qualcuno la trovasse è pregato di postarla penso sia di interesse generale. Secondo me la metodica giusta è quella già elencata da tersite1 comprendendo tutti i consumi energetici per la realizzazione del modulo sommandoli. In qualsiasi caso con un pay back time corto o lunghissimo, il fotovoltaico prenderà sempre più piede e forse anche in Italia. Speriamo che generi anche po' di reddito a chi ci lavora.

    Salutoni
    Furio57 :D

    La domanda l'ho fatta io a Tersite. Io non so come viene calcolato, ma a livello ufficiale non è stato contestato. Ritengo che i vari filonuke e filocarbone se avessero degli studi scientifici sul tema, che smentissero i dati "ufficiali", non esiterebbero a pubblicarli.
    Detto questo, nel momento in cui la mia fabbrica di pannelli fotovoltaici utilizza i pannelli per produrre l'energia che le necessita il problema è risolto. La cosa è fattibile se non già fatta e si può quindi considerare il problema come marginale. Per produrre pannelli FV non si immette carbonio nell'atmosfera e questa sta diventando una priorità.
    Sul fatto che prima o dopo ci sia un riscontro economico anche per il settore non ho dubbi, spero che questo avvenga presto.
     
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  3. fabiomas
     
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    Studi sull'argomento si possono trovare a questi due indirizzi

    http://www.ecn.nl/publications/default.asp...=ECN-RX--06-016
    http://www.seas.columbia.edu/clca/publications.html
     
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  4. tersite1
     
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    Caro fabiomas
    Piccolo OT:
    forse conosci la formula di Drake (è un'equazione che dovrebbe indicare quante sono le civiltà intelligenti presenti nella nostra galassia in grado di comunicare con noi)
    E’ composta di numerosi fattori, ciascuno dei quali soggetto a valutazioni.
    Le valutazioni possono essere, per ciascun fattore, ottimistiche o pessimistiche, ma tutte rigorosamente scientifiche e sostenibili. Eppure la forbice di valori è enorme
    Da questa equazione si può concludere che le civiltà extraterrestri sono zero o 100.000, a seconda del tipo di valutazione usata per i vari fattori.
    Quindi nessun dubbio sui risultati dei siti che hai linkato, come non ho dubbi sulla affidabilità dei siti che si esprimono diversamente.
    Non credo ci sia malafede né in un caso né nell’altro, semplicemente è un problema molto complesso e quando i problemi si fanno troppo complessi i calcoli deterministici servono a poco.
    Anche nei santuari della fisica spesso si rinuncia a fare conti teorici e si preferisce allestire un esperimento ed aspettare i risultati.
    Il conto energia è appunto un esperimento allestito per monitorare un fenomeno complesso.
    I risultati statisticamente affidabili saranno disponibili fra parecchio tempo, nell’attesa continueremo a dividerci fra ottimisti e pessimisti e, mi auguro, senza la pretesa di avere la verità in tasca.

    Ciao
    Tersite
     
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  5. fabiomas
     
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    Ciao Tersite,
    so benissimo che tutti gli LCA sono complicati e che gli errori possibili sono molto alti,però questo non cambia il fatto che non riesco a trovare nessuno studio,pubblicato in anni recenti, che porti a diversi risultati.
    So anche che non c'è nessuna certezza che la tecnologia fotovoltaica possa migliorare molto più di adesso,ci sono sole buone probabilità.
    Detto questo ti vorrrei far notare che le alternative ai combustibili fossili sono davvero poche,e che la situazione nel settore petrolio e gas è veramente preoccupante,basterebbe leggersi qualche studio,e ti assicuro che le vere differenze tra gli "ottimisti" e i "pessimisti" sono davvero poche,purtoppo sembra che a nessuno interessi conoscere la verità.

    Tutto quello che dico è basato su questo fatto:
    petrolio e gas stanno finendo più velocemente di quanto si era calcolato qualche anno fa,i consumi mondiali di energia stanno aumentando più di quanto si era pensato.

    Quali alternative abbiamo?
    Quali sono gli studi che abbiamo a disposizione per comprendere le possibilità che ci restano?

    Ti assicuro che non abbiamo alternative alle rinnovabili,almeno che non si voglia puntare sul carbone(che qui in Italia non abbiamo),e fregarcene di tutti i problemi connessi,ma anche così il problema energetico non farebbe che spostarsi di 1 o 2 decenni.

    Ciao
     
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  6. tersite1
     
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    Caro fabiomas
    QUOTE
    petrolio e gas stanno finendo più velocemente di quanto si era calcolato qualche anno fa,i consumi mondiali di energia stanno aumentando più di quanto si era pensato.

    Su questo non ci piove, anzi per quanto riguarda il petrolio ed il gas sono convinto che le cose stiano ancora peggio di quanto si dica comunemente.
    Sono altrettanto convinto, che messi alle strette, ce ne fregheremo alla grande dei problemi ambientali e con il carbone riusciremo a campare ancora per parecchio (che in italia non abbiamo, ma non abbiamo neanche il resto).
    Le rinnovabili sono una gran bella cosa, ma non bastano.
    Si sta facendo una grande pubblicità alle rinnovabili che dovranno entro il 2020 coprire una percentuale del 22% dell'energia elettrica.
    E' la montagna che partorisce il topolino: fra idroelettrico e geotermico siamo già nei dintorni del 18% di rinnovabili. Ci si propone di aumentare del 4% tale quota in 13 anni? Fra 13 anni il fabbisogno sarà aumentato del 15% almeno.
    E' un traguardo talmente irrilevante che c'è da pensare se sia saggio provarci.
    Vero che alternative "comode" e "politicamente corrette" ai carburanti fossili non ce ne sono.
    Esistono però soluzioni un pochino più rischiose che ci consentirebbero di tirare avanti per un paio di secoli.
    Comunque se non si trovano soluzioni valide entro tale periodo (fusione o controllo della popolazione) il problema di dove sotterrare qualche tonnellata di plutonio sarà irrilevante.
    Non siamo nelle condizioni di rifiutare nulla, nè il nucleare e tantomeno il carbone.

    Ciao
    Tersite
     
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  7. fabiomas
     
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    CITAZIONE (tersite1 @ 15/1/2007, 14:14)
    Caro fabiomas
    CITAZIONE
    petrolio e gas stanno finendo più velocemente di quanto si era calcolato qualche anno fa,i consumi mondiali di energia stanno aumentando più di quanto si era pensato.

    Su questo non ci piove, anzi per quanto riguarda il petrolio ed il gas sono convinto che le cose stiano ancora peggio di quanto si dica comunemente.
    Sono altrettanto convinto, che messi alle strette, ce ne fregheremo alla grande dei problemi ambientali e con il carbone riusciremo a campare ancora per parecchio (che in italia non abbiamo, ma non abbiamo neanche il resto).
    Le rinnovabili sono una gran bella cosa, ma non bastano.
    Si sta facendo una grande pubblicità alle rinnovabili che dovranno entro il 2020 coprire una percentuale del 22% dell'energia elettrica.
    E' la montagna che partorisce il topolino: fra idroelettrico e geotermico siamo già nei dintorni del 18% di rinnovabili. Ci si propone di aumentare del 4% tale quota in 13 anni? Fra 13 anni il fabbisogno sarà aumentato del 15% almeno.
    E' un traguardo talmente irrilevante che c'è da pensare se sia saggio provarci.
    Vero che alternative "comode" e "politicamente corrette" ai carburanti fossili non ce ne sono.
    Esistono però soluzioni un pochino più rischiose che ci consentirebbero di tirare avanti per un paio di secoli.
    Comunque se non si trovano soluzioni valide entro tale periodo (fusione o controllo della popolazione) il problema di dove sotterrare qualche tonnellata di plutonio sarà irrilevante.
    Non siamo nelle condizioni di rifiutare nulla, nè il nucleare e tantomeno il carbone.

    Ciao
    Tersite

    Scusa Tersite ma credo che ti sbagli su alcuni punti,
    una volta che il petrolio e il gas "piccheranno" non sarà facile aumentare la produzione di carbone,ci sono diversi problemi sia logistici e sia legati al basso EROEI,e non vedo per quale strano motivo altri paesi ci venderebbero il prezioso minerale,cosa gli daremo noi in cambio?
    Le riserve di carbone sono molto sovrastimate,per il semplice fatto che non si tiene in considerazione l'EROEI.Poi se ai cinesi e agli americani dovesse mancare il petrolio e iniziassero a produrre benzine sintetiche,le basse efficienze di trasformazioni "brucerebbero" parte delle scorte.

    Per quanto riguarda il nucleare,l'ho detto mille volte,l'EROEI è basso (sempre più studi confermano questo) e le riserve utilizzabili di uranio sono quelle che sono,per adesso le miniere riescono a produrre poco più della metà richiesta,tutte le previsioni non sono ottimiste,sarebbe una pessima scelta.

    Se petrolio e gas "piccassero" presto credo che sarebbe impossibile un aumento di produzione di energia a livello mondiale (da soli coprono più della metà del fabbisogno energetico),ci sono anche problemi di infrastrutture che dovrebbero cambiare troppo in fretta per adattarsi al nuovo mix di energetico.

    Le rinnovabili sono solo un modo per rendere meno traumatico il cambiamento.

    In effetti la situazione gas e petrolio è peggiore di quello che si legge sui giornali,la Russia l'anno scorso ha aumentato la produzione del 2% e il consumo del 5% (e quest'anno la produzione dovrebbe essere piatta,mentre i consumi dovrebbero aumentare,non sono un caso i problemi con Ucraina,Bielorussia,etc...),i tagli dell'Opec sono volontari o ci sono problemi di produzione?il Messico è messo male,lo stesso l'Indonesia e il mare del nord,e via dicendo........

    Ciao
    ps:credo che una delle poche tecnologie che potrebbero risolvere i problemi sia l'eolico di alta quota,speriamo bene.

     
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  8. tersite1
     
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    QUOTE
    :credo che una delle poche tecnologie che potrebbero risolvere i problemi sia l'eolico di alta quota,speriamo bene.

    Palloni frenati e generatori in quota per sfruttare le correnti a getto?
    Ci avevo pensato un paio di anni fa, ma ero stato bocciato per problemi con le linee aeree; sul forum naturalmente.

    Ciao
    Tersite
     
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  9. fabiomas
     
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    CITAZIONE (tersite1 @ 15/1/2007, 16:40)
    CITAZIONE
    :credo che una delle poche tecnologie che potrebbero risolvere i problemi sia l'eolico di alta quota,speriamo bene.

    Palloni frenati e generatori in quota per sfruttare le correnti a getto?
    Ci avevo pensato un paio di anni fa, ma ero stato bocciato per problemi con le linee aeree; sul forum naturalmente.

    Ciao
    Tersite

    Pensavo piuttosto al progetto degli "aquiloni",qui nel forum già sono state fatte delle discussioni,è un lavoro serio portato avanti insieme all'università di Torino,il sistema di controllo dei profili alari è stato presentato in una conferenza dell'IEEE (questa è una brova prova della bontà del lavoro svolto).
    Purtoppo non si può dire molto finchè non avranno costruito un prototipo delle giuste dimensione,fino adesso hanno fatto dei test su un sistema da pochi kW,giusto per vedere se il sistema di controllo automatico degli aquiloni funzionava.
    Speriamo bene.....
     
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  10. tersite1
     
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    Caro fabiomas
    QUOTE
    Pensavo piuttosto al progetto degli "aquiloni",

    Ne ho sentito parlare. Sembra una buona idea, purtroppo i siti adatti non sembrano molti, anche se funzionasse al meglio non se ne potrebbero mettere a sufficienza.

    Ciao
    Tersite
     
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  11. Furio57
     
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    Ciao a tutti :)
    Ciao Snapdozier non mi trovo daccordo su diversi punti:
    CITAZIONE (snapdozier @ 15/1/2007, 08:23)
    ...Ritengo che i vari filonuke e filocarbone se avessero degli studi scientifici sul tema, che smentissero i dati "ufficiali", non esiterebbero a pubblicarli...

    Probabilmente non intervengono perchè la potenza disponibile del fotovoltaico è irrilevante rispetto al nuke e carbone.

    CITAZIONE
    Detto questo, nel momento in cui la mia fabbrica di pannelli fotovoltaici utilizza i pannelli per produrre l'energia che le necessita il problema è risolto. La cosa è fattibile se non già fatta e si può quindi considerare il problema come marginale.

    Caro Snapdozier purtroppo non è un problema marginale, ma si può non considerarlo come fanno in molti, in particolare chi li commercializza e chi li installa. Per quanto riguarda l'energia autoprodotta è fattibile in teoria e la condivido in toto, in pratica non mi risulta esista niente di simile anche perchè la potenza richiesta è troppo elevata e l'impianto diventerebbe troppo costoso e poco conveniente. Ti ricordo che chi impianta una fabbrica anche sul fotovoltaico specie per grossi volumi non è animato da principi ecologici, ma solamente dal reddito.

    CITAZIONE
    Per produrre pannelli FV non si immette carbonio nell'atmosfera e questa sta diventando una priorità.

    Purtroppo questo è veramente falso!! Si immette anidride carbonica e molta, l'energia elettrica consumata proviene da centrali che emettono Co2. L'Etil Vinil Acetato ed il Tedlar con cui si confeziona il modulo sono materie plastiche e quindi estratti dal petrolio con quel che ne consegue.

    CITAZIONE
    Sul fatto che prima o dopo ci sia un riscontro economico anche per il settore non ho dubbi, spero che questo avvenga presto.

    Spero che ciò avvenga anche in Italia.

    Salutoni
    Furio57 :D
     
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  12. BrightingEyes
     
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    CITAZIONE (Furio57 @ 15/1/2007, 23:43)
    CITAZIONE
    Detto questo, nel momento in cui la mia fabbrica di pannelli fotovoltaici utilizza i pannelli per produrre l'energia che le necessita il problema è risolto. La cosa è fattibile se non già fatta e si può quindi considerare il problema come marginale.

    Caro Snapdozier purtroppo non è un problema marginale, ma si può non considerarlo come fanno in molti, in particolare chi li commercializza e chi li installa. Per quanto riguarda l'energia autoprodotta è fattibile in teoria e la condivido in toto, in pratica non mi risulta esista niente di simile anche perchè la potenza richiesta è troppo elevata e l'impianto diventerebbe troppo costoso e poco conveniente. Ti ricordo che chi impianta una fabbrica anche sul fotovoltaico specie per grossi volumi non è animato da principi ecologici, ma solamente dal reddito.

    Il discorso di Snapdozier, se non ho frainteso, è un pò diverso. O almeno dovrebbe esserlo. Non credo che l'auspicio sia che la fabbrica di pannelli si doti di megaimpiantone solare e poi produca solo quando c'è il solleone.
    Il discorso dovrebbe essere che l'energia che la fabbrica assorbe (la 380 insomma o quello che serve) proverrà da una rete che sarà alimentata da una produzione diffusa e rinnovabile in misura sempre maggiore. In questo caso il costo energetico dei pannelli diventa problema marginale, concordo.
    Sul resto sono d'accordo, a parte che già ora esistono tipologie di pannelli FV che usano sempre meno CO2 e materiali derivati dal petrolio, alcuni thin film come ad es. i CSG utilizzano vetro e un sottilissimo layer siliconico, e ben poco d'altro. E non sono soluzioni pionieristiche o in studio, ma prodotti in commercio, con grandi potenzialità.
     
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  13. snapdozier
     
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    CITAZIONE (Furio57 @ 15/1/2007, 23:43)
    Ciao a tutti :)
    Ciao Snapdozier non mi trovo daccordo su diversi punti:
    CITAZIONE (snapdozier @ 15/1/2007, 08:23)
    ...Ritengo che i vari filonuke e filocarbone se avessero degli studi scientifici sul tema, che smentissero i dati "ufficiali", non esiterebbero a pubblicarli...

    Probabilmente non intervengono perchè la potenza disponibile del fotovoltaico è irrilevante rispetto al nuke e carbone.

    CITAZIONE
    Detto questo, nel momento in cui la mia fabbrica di pannelli fotovoltaici utilizza i pannelli per produrre l'energia che le necessita il problema è risolto. La cosa è fattibile se non già fatta e si può quindi considerare il problema come marginale.

    Caro Snapdozier purtroppo non è un problema marginale, ma si può non considerarlo come fanno in molti, in particolare chi li commercializza e chi li installa. Per quanto riguarda l'energia autoprodotta è fattibile in teoria e la condivido in toto, in pratica non mi risulta esista niente di simile anche perchè la potenza richiesta è troppo elevata e l'impianto diventerebbe troppo costoso e poco conveniente. Ti ricordo che chi impianta una fabbrica anche sul fotovoltaico specie per grossi volumi non è animato da principi ecologici, ma solamente dal reddito.

    CITAZIONE
    Per produrre pannelli FV non si immette carbonio nell'atmosfera e questa sta diventando una priorità.

    Purtroppo questo è veramente falso!! Si immette anidride carbonica e molta, l'energia elettrica consumata proviene da centrali che emettono Co2. L'Etil Vinil Acetato ed il Tedlar con cui si confeziona il modulo sono materie plastiche e quindi estratti dal petrolio con quel che ne consegue.

    CITAZIONE
    Sul fatto che prima o dopo ci sia un riscontro economico anche per il settore non ho dubbi, spero che questo avvenga presto.

    Spero che ciò avvenga anche in Italia.

    Salutoni
    Furio57 :D

    Caro Furio non mi sono spiegato bene, ma BE ha capito. Man mano che il FV si diffonde e produce energia che verrà a sostituire quella da fonti fossili, non si produce più CO2. Dato che questo è possibile bisogna farlo. Non credo si tratti più di costi, si tratta di cercare di ridurre un fenomeno mondiale che può portare ad un notevole ridimensionamento della specie umana.
    Su con la vita.
     
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  14. BrightingEyes
     
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    Ma si! Su con la vita... (e non sono ironico).
    La situazione è complessa e periclosa, è vero. Ma è dagli albori dell'uomo che è così. Noi apparteniamo a una generazione che per motivi di tempo e di luogo (e di fortuna...) è nata in una specie di "età dell'oro" creata da un miracoloso mix di sviluppo tecnologico e di abbondanza energetica.
    Orami ci siamo resi conto che così non può continuare. Alcuni ritengono che l'unica soluzione sia rassegnarsi a rinunciare a molto e rispolverare stili di vita passati. Altri preferiscono difendere il "business as usual" con le unghie e coi denti. Altri (io sto con questi) sono convinti che c'è una via tecnologica per mantenere l'attuale livello qualitativo di vita (che non vuol dire mantenere certi sprechi!).
    Nessuna delle tre vie è facile e naturale. E il rischio di un conflitto è reale.
    Però siamo qua a scrivere scemenze proprio perchè non ci rassegniamo. O sbaglio?

    Per non andare totalmente OT mi riallaccio al tema dell'opportunità lavorativa. Non so dire se il campo della progettazione e installazione abbia a breve termine grandi prospettive. Realisticamente credo che avrà una crescita, forse non fenomenale, ma regolare.
    Un passaggio imponente verso una produzione diffusa avrà però un impatto sull'occupazione lavorativa umana che al momento è molto difficilmente immaginabile per tanti, ormai abituati all'idea del lavoro dipendente intellettuale o di manifattura, tipico dell'età industriale. Questa visione (grandi masse a produrre beni supportate da pochissimi che producono energia in modo centralizzato) è stata solo temporanea (fine 19° e tutto 20° secolo) ed è già, irrevocabilmente, destinata al tramonto. Non c'è trucco economico, finanza creativa, solidarietà sociale, o altro che possa resuscitare la necessità delle masse operaie. La produzione di beni per ora è dirottata verso aree a basso costo... quando queste saliranno di costo (come si augura e prevede l'intero mondo sindacale) ne usciranno altre a costi bassi... è l'inesorabile legge del mercato su cui ben poco influiranno tutti i vari movimenti alternativi, pur con la buona volontà di tutti (che non c'è comunque :P ).
    Ma la produzione diffusa ha tutte le caratteristiche per diventare la nuova forma di distribuzione di reddito in cambio di produzione di ricchezza (energetica invece che di beni).
    Alcuni scartano con sussiego e disprezzo queste ipotesi basandosi sulla (fallacissima!) convinzione che si tratti solo di utopie romantiche e che "il lavoro lo daranno le industrie come han sempre fatto". Non è vero. Le industrie hanno dato lavoro finchè conveniva loro darlo. Ora NON lo danno e i manifesti inneggianti ai 350.000 precari assunti nella P.A. sono li a dimostrarlo. (è un patetico placebo per illusi, non sarà l'amministrazione della cosa pubblica finanziata dalla produttività a risolvere il problema occupazionale e presto ce ne renderemo conto).
    Invece tutto può convergere verso una nuova visione, dove la distribuzione del reddito avverrà attraverso la produzione energetica, per gran parte. In questo modo è possibile arrivare a produrre rinnovabile, pulito, riducendo enormemente le necessità di spostamento lavorativo pendolare (spesso finalizzato solo ad acquisire un "gettone" di presenza per lo stipendio), decentrando la vita nei piccoli centri che potranno rinascere, rendendo di nuovo interessante e renumerativa la scelta di essere agricoltore senza per forza dover trasformare un cascinale in un'azienda di ingrasso e macellazione accelerata.

    Questa è la vera opportunità. Sarà pure un'ipotesi, ma non mi sembra poi tanto più improbabile delle utopie di decrescita o della pretesa che si può chiudere gli occhi e pensare solo a come pagare il prossimo SUV. Serve però fiducia e entusiasmo, non rassegnazione.
    Servono menti giovani, il futuro c'è eccome. Noi "anziani" non dobbiamo fare l'errore del depresso che ammazza i figli perchè è convinto che anche per loro non ci sia speranza.
    Un pò di entusiasmo che diamine! :P
     
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  15. tersite3
     
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    Caro snap
    QUOTE
    Detto questo, nel momento in cui la mia fabbrica di pannelli fotovoltaici utilizza i pannelli per produrre l'energia che le necessita il problema è risolto. La cosa è fattibile se non già fatta e si può quindi considerare il problema come marginale.

    Spero che ti renda conto delle imprecisioni che hai scritto.
    La fabbrica di pannelli solari che usa esclusivamente l'energia dei propri pannelli per il proprio ciclo produttivo NON ESISTE.
    E non esisterà mai; non mi pare sia un problema marginale.
    Vediamo alcuni perchè:
    - La produzione del silicio cristallino è un ciclo continuo molto lungo, se il bagno si raffredda perchè è passata una nuvola butti via giornate di lavoro.
    -I pannelli già sono cari così, cioè prodotti con l'energia a basso costo attuale. Se si dovesse usare energia fotovoltaica (che costa 4 volte tanto) sarebbero irrimediabilmente fuori mercato.
    -Gli impianti FV producono energia per 1000 ore all'anno, ergo la fabbrica lavrerebbe solo per 1000 ore all'anno. Tutti i costi di ammortamento impianti verrebbero spalmati su queste poche ore aggiungendo altri costi.
    -dove trovi i personale disponibile a lavorare secondo un calendario detto dal meteorologo?
    -Nel caso che anche trovassi qualcuno così flessibile lo devi pagare almeno il doppio degli altri, perchè in un anno lavora di meno. Oppure lo paghi lo stesso anche quando è nuvoloso.

    L'affermazione che hai fatto è affidabile quanto un motore Schietti.

    Ciao
    Tersite
     
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95 replies since 5/1/2007, 22:41   6913 views
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