Fitodepurazione

Reflui depurati senza spendere energia

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  1. Lolio
     
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    Vorrei riprendere una discussione sulla fitodepurazione facendo un sunto di un vecchio 3d che mi sembra in tema di questa nuova sezione, perché ritengo che si tratti di una valida soluzione per depurare reflui di insediamenti abitativi lontani dai depuratori consortili, anche ad uso stagionale.
    Racconto a grandi linee la mia esperienza, di cui sono al momento molto soddisfatto.

    La normativa di riferimento è il dlgs 152/99, allegato 5, che auspica la fitodepurazione per impianti fino a 2000 ae (abitanti equivalenti).

    Gli scarichi dei bagni vanno in una fossa tricamerale (ha la stessa funzione della Himoff). Nella terza camera della tricamerale confluiscono anche gli scarichi della cucina che sono passati attraverso una vasca separatrice di oli e grassi. In uscita dalla tricamerale lo scarico entra nella vasca di fitodepurazione. Questa è composta da una buca impermeabilizzata di circa 5 x 3 metri, profonda 80 cm (dimensioni valide per circa 5 persone) riempita di ghiaia grossa all'inizio e alla fine, ghiaia di 1-1,5 cm nella parte centrale. L'acqua viene mantenuta a circa 10 cm sotto il livello della ghiaia (non c'è acqua affiorante) grazie a un sifone di regolazione in uscita. Nella ghiaia ho piantato la cannetta di palude (l'ho raccolta spontanea nei fossi vicino a casa, ho scavato i rizomi a fine inverno e li ho inseriti nella ghiaia), poi ho messo anche degli iris e della tifa. All'uscita dalla vasca c'è un pozzetto a cui sono collegati 8 metri di tubo corrugato microforato interrato per la dispersione nel terreno dell'acqua depurata.

    La vasca di fitodepurazione viene dimensionata sulla capacità depurativa invernale. La depurazione è portata avanti soprattutto dai microrganismi che rivestono le radici (biofilm) che hanno la funzione principale di portare ossigeno in profondità. In questo la phragmites (cannetta) è particolarmente efficiente per la sua particolare struttura vascolare (presenza di parenchima aerifero). La pianta ha dunque una funzione indiretta e solo dopo l'azione dei microrganismi in parte assorbe, e dunque depura, da azoto (nitrati e ammoniaca) e fosforo.
    Se l'impianto è ben fatto lo scarico rispetta i limiti del dlgs 152/99 (Lo studio Iridra, che ha firmato il progetto per casa mia, lo certifica per iscritto). Se fate una ricerca in internet trovate molto in merito, in genere nei siti delle varie Arpa, altrimenti compratevi il libro "Fitodepurazione" di M. Borin, di Edagricole (anzi oggi Il sole24ore - Edagricole). Io lo comprai on line dal sito dell'editore.

    Ecco le foto del mio impianto di fitodepurazione (durante la costruzione e...foto della scorsa primavera con iris e cannette):

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    Dati tecnici:
    L'impianto è stato dimensionato in progetto per 4 abitanti equivalenti. La vasca è a flusso sommerso orizzontale con superficie di 12 mq (in fase di costruzione, avendo spazio, l'ho invece realizzata di circa 15 mq). La profondità è di 80 cm, con livello idraulico di 70 cm. Il medium, cioè il materiale filtrante-drenante nella vasca, è ghiaia grossa (6-10 cm) vicino all'immissione e al collettore di scarico, ghiaietto di 1-2 cm ("pisello") nella parte centrale (foto n. 1-2-3). L'impermeabilizzazione è stata fatta con un telo di gomma epdm protetto all'interno e all'esterno da un geotessile in tessuto non tessuto.
    Il carico idraulico di progetto è di 200 l/ae die e carico organico di 60 g di BOD5/ae/die.
    I reflui dopo il passaggio nella tricamerale giungono nella vasca di fitodepurazione tramite le bocchette di distribuzione (foto n. 2). Lo scarico viene raccolto sul lato opposto da un tubo microforato posizionato vicino al fondo e tramite un sifone il livello idraulico viene mantenuto circa 10 cm sotto il livello della superficie della ghiaia. I tubi visibili nella foto n. 3 servono per il controllo del livello.

    L'acqua in uscita potrebbe essere utilizzata ad usi irrigui, io la disperdo nel terreno con un tubo microforato lungo 5 metri.

    L'aspetto più interessante della fitodepurazione è che una volta costruito non richiede manutenzione per moltissimi anni e funziona senza assorbimento energetico di alcun genere. Inoltre sopporta senza difficoltà oscillazioni del carico quotidiane o stagionali.
    Naturalmente deve essere ben fatto: diffiderei dei sistemi prefabbricati, specialmente quelli che impiegano zeolite come medium perché possono andare incontro a costipamento e necessità di svuotamento della vasca.

    Edited by Lolio - 3/2/2007, 10:08
     
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  2. mariomaggi
     
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    Molto bello, Lolio.

    Poiche' non credo che si sia molta cultura sull'argomento, un sistema prefabbricato - se ben pensato - dovrebbe essere una buona soluzione, secondo me.

    Ciao
    Mario
     
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  3. Lolio
     
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    Ne avevo visti alcuni prefabbricati, ma ognuno cercava di inventare qualche cosa, e devo dire che in genere avevano questi difetti:

    - medium (materiale di riempimento della vasca) in zeolite, minerale che avendo una grande capacità di scambio cationico è in grado di trattenere cationi (ad esempio lo ione ammonio), dunque per un certo periodo dovrebbero essere anche più efficienti (ma quando la capacità è satura il beneficio è annullato). La zeolite ha però il difetto di compattarsi negli anni (è un'argilla porosa, e quando si polverizza può diventare quasi impermeabile), penso che non farebbe piacere a nessuno trovarsi con una vasca in cui il liquame cominci ad affiorare...la ghiaia dà un po' più di garanzie di efficienza nel tempo;

    - alcuni hanno scarico zero, ma la vasca in vetroresina deve essere interrata con i bordi al di sotto della superficie del terreno, chi mi dice che il refluo non si disperda nel terreno prima di essere sufficientemente depurato? A questa domanda il costruttore ha avuto un certo imbarazzo...

    - hanno circuiti idraulici che mi lasciano perplesso in quanto non si possono definire né a flusso sommerso orizzontale (come la mia) né a flusso sommerso verticale (impianti di tipo vis, adatti a dimensioni un po' maggiori di un impiego domestico, e sono più efficienti per la capacità denitrificante, cioè le condizioni più aerobiche favoriscono una flora che trasforma il nitrato in N2); non capisco perché ognuno senta la necessità di inventare qualcosa quando la letteratura internazionale (ma ormai anche nazionale) definisce degli standard di costruzione sperimentati da anni;

    - tutti quelli che avevo visto io suggeriscono di piantare cespugli totalmente inadatti (ad esempio il lauroceraso!!!) elencando tutti la stessa serie di piante scopiazzandosi a vicenda (e pensare che basterebbe fare un po' di ricerca in internet per vedere quali sono le piante adatte). Questo mi lascia pensare che non siano costruiti da persone che hanno studiato la materia... un po' come la maggior parte dei costruttori di stufe che dicono che il mais ha un potere calorifico di 6500 kcal, ma dove? perché nessuno si prende la briga di verificarlo?

    Ciò detto, non posso dire di conoscere tutto ciò che offre il mercato (anche perché nel frattempo le cose possono essere cambiate) e sarei felice di vedere un impianto prefabbricato in vetroresina progettato da gente seria.
     
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  4. Lolio
     
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    Parziale contrordine, digitando la parola chiave "fitodepurazione" in google saltano fuori delle aziende che sanno di cosa si parla, ad esempio questa dove si vede bene un disegno con la sezione della vasca a flusso sommerso orizzontale: vasca

    Edited by Lolio - 7/2/2007, 00:13
     
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  5. bongiafritta
     
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    Alcuni miei amici stanno progettando di creare una vasca di fitodepurazione per la loro villetta. Quello che li fa rimanere sulle loro però è il fatto di non poter più usare successivamente prodotti chimici per lavare i bagni, ecc. Mi sapresti dire quanto è fondato questo fatto e se c'è una possibile soluzione (una vasca di depurazione chimica precedente all'impianto ecc?). Grazie
     
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  6. Lolio
     
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    Quali sarebbero questi prodotti chimici per pulire i bagni? Detersivi, acidi contro il calcare, ammoniaca? In questo caso non c'è problema, sempre di depurazione biologica si tratta. Forse l'unico prodotto da usare con moderazione è la candeggina, io non la uso affatto, perché temo possa uccidere la flora batterica (anche se in piccole quantità non può far un danno reale).

    In ogni modo, quale alternativa hanno? Sono vicini alle pubbliche fognature? In tal caso forse non vale la pena di fare un impianto di fitodepurazione ed è molto probabile che il comune li costringa ad allacciarsi al depuratore consortile. Se invece la fognatura non c'è, be allora...niente di meglio della fitodepurazione.

    Comunque un uso ragionato di prodotti per la pulizia è una cosa consigliabile indipendentemente dal tipo di depurazione, se vuoi leggi questo mio intervento in un altra discussione: prodotti per la pulizia inquinanti?

    Edited by Lolio - 7/2/2007, 12:32
     
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  7. CaloRE
     
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    CITAZIONE (Lolio @ 6/2/2007, 19:38)
    tutti quelli che avevo visto io suggeriscono di piantare cespugli totalmente inadatti (ad esempio il lauroceraso!!!) elencando tutti la stessa serie di piante scopiazzandosi a vicenda (e pensare che basterebbe fare un po' di ricerca in internet per vedere quali sono le piante adatte).

    Io ho trovato, tempo fa su internet, il Vetiver... e ora vorrei provare ad utilizzarlo per realizzare (grazie anche all'influsso di "fare/capire" di questo forum), la mia vasca di fitodepurazione.
     
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  8. Lolio
     
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    Giusto per inventare qualcosa di nuovo...
    Non saprei, conoscevo il vetiver per le opere di ingegneria naturalistica, non per la fitodepurazione.
    Una ditta che lo commercializza sostiene avere capacità depurative paragonabili alla Phragmites: fitodepurazione in Lomellina.
    Francamente mi fido di più delle più numerose e consolidate esperienze con la phragmites, pianta nostrana diffusissima nelle zone umide, che non costa nulla, si riproduce facilmente, è molto vigorosa e rizomatosa (cioè se ne pianti poche poi diventano tante) e ....resiste sicuramente al freddo (hai notato cosa c'è sopra le vasche, vero?).
    E ammesso che il vetiver sopravviva al gelo, d'inverno funzionerà altrettanto bene?
    Comunque, se vuoi insistere: vetiver.it, in particolare qui.

    Invece se vuoi notizie sulla cannuccia di palude puoi guardare qui e qui.

    Edited by Lolio - 10/2/2007, 13:24
     
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  9. lctluca
     
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    Sto leggendo un manuale in pdf, lo potete trovare sul rito del comune di Reggio Emilia all'indirizzo :
    http://www.municipio.re.it/ambiente/infoam...depurazione.pdf

    Vorrei però sapere il costo finale che avete avuto, considerando il materiale per impermeabilizzare l'area e il costo delle piante.
    Una volta passata la fitodepurazione l'acqua può essere usata per annaffiare un giardino quindi se si pensa di unire a questa a quella in arrivo da un tetto è meglio far passare entrambe le acque nel fitodepuratore insieme o unirle in un contenitore dopo?

    Ciao
     
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  10. CaloRE
     
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    CITAZIONE (lctluca @ 28/3/2007, 10:00)
    Vorrei però sapere il costo finale che avete avuto, considerando il materiale per impermeabilizzare l'area e il costo delle piante.
    Una volta passata la fitodepurazione l'acqua può essere usata per annaffiare un giardino quindi se si pensa di unire a questa a quella in arrivo da un tetto è meglio far passare entrambe le acque nel fitodepuratore insieme o unirle in un contenitore dopo?

    Non abbiamo ancora deciso come "devastare" il giardino :) appena raggiungo un'accordo con mia moglie penso che comincerò i lavori (e a spendere qualche soldo)...

    Si, se riesco, farò passare anche l'acqua piovana per fitodepurazione (se e quando piove... sempre di meno, purtroppo :cry: ).
     
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  11. Lolio
     
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    CITAZIONE (lctluca @ 28/3/2007, 10:00)
    Vorrei però sapere il costo finale che avete avuto, considerando il materiale per impermeabilizzare l'area e il costo delle piante.
    Una volta passata la fitodepurazione l'acqua può essere usata per annaffiare un giardino quindi se si pensa di unire a questa a quella in arrivo da un tetto è meglio far passare entrambe le acque nel fitodepuratore insieme o unirle in un contenitore dopo?

    Dovrei fare dei conti, credo di non aver superato i 3-4000 euro, quasi tutti di manodopera e scavi in realtà (a parte 800 euro di progetto). Le cannucce di palude le ho raccolte nei fossi, sono diffusissime, ma se anche le compri in vivaio (ammesso di trovarle) ti costeranno pochissimo, al massimo 1-2 euro a vasetto. L'acqua piovana la devi unire dopo, altrimenti in caso di forti piogge il tempo di residenza nel vassoio di fitodepurazione rischia di essere troppo breve per una reale efficacia.
     
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  12. lctluca
     
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    Hai dovuto chiedere dei permessi particolari?
    Avendo l'allacciamento alla fognatura comunale ci si può staccare?
    Siccome mi piacerebbe aprire un sito con agriturismo-sosta camper sai se si può usare la fitodepurazione anche per questi scarichi che utilizzano prodotti chimici?

    Ciao
     
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  13. Lolio
     
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    Va bene, ma se sei allacciato alla fognatura perché vuoi farlo? Io avevo la fogna pubblica a circa 150 metri, non in quota peraltro, sarei stato obbligato ad allacciarmi ma l'Asl ha accettato la mia proposta e ho risparmiato anche dei denari...ma insomma se sei collegato al depuratore consortile non vale la pena secondo me, pur con tutto il divertimento e la soddisfazione di depurare i propri scarichi in autonomia. Investi quel denaro in un bel solare termico!
     
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  14. girobatol
     
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    Buongiorno a tutti, come giustamente richiesto da Solarplex, riporto in questa linea di discussione alcuni risultati che ho presentato nel ambito di produzione di biomassa per termogenerazione:
    http://www.vetiversardegna.it/documenti/ph...wastewaters.htm
    qui si parla diffusamente di confronti fatti in sede sperimentale fra la canna di palude (phragmites australis) e Vetiver (che io coltivo).
    Nella mia esperienza, la canna produce più biomassa, resiste bene alle basse temperature, ma ha il difetto di essere altamente infestante sia per colpa dei rizomi, sia per disseminazione sia qualora uno stelo dovesse toccare terra fuori dalla vasca.
    Il vetiver d'altro canto, pur essendo sterile, non resiste altrettanto bene al freddo. Personalmente l'ho vista resistere fino alla minima di -3 per dieci notti di fila, la letteratura che ho consultato la da per sicura fino a -10 pur "bruciando" la chioma ad un color paglia, quando la minima scollina stabilmente sopra +10,la pianta ricaccia molto velocemente ed in maniera potente.
    In quest'altro documento vi sono i risultati di prove di tolleranza ad alcuni pesticidi e agenti chimici tossici, inoltre al salino ed avverse condizioni presenti in terreni problematici sotto il profilo chimico.
    http://www.vetiversardegna.it/documenti/toxic_chemicals.htm
    Inoltre il vetiver ha un'ottima tolleranza ai metalli pesanti in quanto rivegeta agevolmente gli scarti delle miniere, ed agli idrocarburi. Credo anche che in buona misura si possa continuare ad usare prodotti di pulizia e candeggina pur canalizzando le acque reflue in un impianto di fitodepurazione perchè questa pianta non ha problemi a tollerarli, diversamente da altre essenze.
     
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  15. mauro artec
     
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    Buongiorno a tutti, mi chiamo Mauro lajo e sono titolare di una azienda che progetta e realizza impianti di fitodepurazione da diversi anni. gli impianti sono tutti progettati e monitorati dal dip di Agraria dell'Università di Padova e per uno in particolare realizzato ad Assisi, stiamo concordando un monitoraggio con le università di Urbino e Perugia (agraria, biologia, scienze ambientali, chimica, ingengneria ambientale).
    Se vi posso essere utile per qualunque cosa, non avete che da chiedere.
    Vi posso fornire, foto di impianti finiti, darvi indirizzi di impianti pubblici e privati da visitare, analisi in ingresso e in uscita. Impianti civili, ristoranti, cantine, pescicoltura, etc...

    per informazioni www.artecambiente.it www.fitodepurazione.net
    mail [email protected]
     
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