Quando il nucleare ti contamina il pozzo

Come sopravvivere in mezzo alle scorie radioattive

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  1. BrightingEyes
     
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    CITAZIONE (snapdozier @ 11/4/2007, 15:34)
    Be ha poi l'abitudine di affibbiare prese di posizione agli altri che sono il parto della sua mente per cui io sarei contrario a qualsiasi intervento, lasciando che la radioattività inquini le falde di Saluggia.

    E certo! E' BE che affibbia le prese di posizione! :rolleyes:

    Mi cito da solo per spiegazione (verso gli altri, ovviamente.):

    "In se non c'è nulla di preventivamente abominevole nella scelta di Saluggia come sito di stoccaggio temporaneo e nemmeno nella cotruzione di un nuovo deposito di scorie, se fatto bene. Posso capire che dia fastidio a chi abita nella zona, ma si ricasca sempre nella sindorme del "not in my backyard" mi sa.
    Decisamente sbagliata è invece la politica di fare poco o nulla lasciando le cose come stanno solo perchè non ci si vuole assumere la responsabilità politica della cosa. Questo è da condannare, concordo." Brightingeyes (03/04/2007)

    E cito una tua risposta:

    "Quando tu proponi di spostare le scorie da Saluggia devi anche proporre un sito dove la gente sia disposta ad assumersi tutti i rischi che oggi risultano insopportabili ai Saluggesi. Io ho proposto casa tua perché tu non sei contrario alle scorie e sei convinto che i sistemi proposti siano efficaci. Potremo organizzare un villaggio dove tu, battaglia, Veronesi e gli altri che considerano accettabile il rischio convivano tranquillamente con il problema. Io personalmente non voglio le scorie a casa mia perché sono convinto, ma te l'ho anche dimostrato, che le scorie sono pericolose." Snapdozier (06/04/2007)

    IO ho citato a Calore la soluzione che tu ora accetti con divertita e superiore noncuranza . Qualsiasi studente delle medie di passaggio capisce perfettamente che la tua posizione iniziale era quella, comunissima nei bar di tutta Italia, del "lasciamole lì che se passa il concetto che esiste anche un solo sito considerato ragionevomente sicuro e accettabile si rischia che questi riattacchino col nuke, tanto la soluzione alle scorie si è trovata! E magari ce le troviamo sotto casa".
    Il bello poi è che citi, abbastanza correttamente, la difficoltà di garantire depositi secolari e ci informi che invece per Saluggia basta "recuperare le falle" (ah già... che scemi! Chiamiamo un idraulico e ci facciamo siliconare la piscina. Echeccevorràmai?).

    Se abbiamo finito con le sciocchezze direi che la conclusione su cui concordare è che lo stato deve individuare uno o più siti adeguati, tra cui anche Saluggia se si dimostra adatto (dato che nessuna località, nemmeno casa Battaglia o Snapdozier può tirarsi fuori preventivamente dalla scelta) e se quello che dice Calore su falde e sponde ghiaiose è falso. Se invece è vero non vedo proprio nulla di male a individuare altri siti dove realizzare le strutture (non aggiungo altri aggettivi per evitare appigli polemici) dove stoccare le scorie di Saluggia e le altre che diano le migliori (umanamente parlando) garanzie di sicurezza per il bene della popolazione di Saluggia e di tutto il resto d'Italia. Nel caso i tecnici, i politici, la gente o il papa decidesse che uno dei siti adatti è dietro casa tua dovremo essere pronti a farci una ragione del fatto che hai dimostrato che le scorie sono pericolose. :P

    Il rischio che se in futuro si dovesse decidere di recuperare il nucleare questi siti potrebbero diventare siti di routinario stoccaggio è in effetti reale. Ma a me continua a non sembrare un motivo sufficiente per lasciare le scorie nella situazione attuale. :)



    CITAZIONE (CaloRE @ 11/4/2007, 17:32)
    le trasmutazioni vengono fatte in laboratorio (e non ho motivo di dubitarne)... perchè i "tecnici seri" non verificano i costi per questa soluzione?

    Perchè siamo ancora lontani da una possibilità di utilizzo reale. Però ci si può arrivare e questo è uno dei motivi per cui si è cambiata la mentalità di stoccaggio delle scorie. Dal tentativo di isolarle dall'ambiente in modo totalmente irreversibile per migliaia di anni alla scelta di isolarle reversibilmente. Cioè incapsularle in materiali che possano peremetterne il recupero nel momento in cui la tecnologia ne renderà possibile l'eliminazione, ma nel frattempo impedire qualsiasi contatto della radioattività con l'ambiente.
    Questo si può fare già da ora senza grossi problemi.
     
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90 replies since 30/3/2007, 09:54   5360 views
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