Quando il nucleare ti contamina il pozzo

Come sopravvivere in mezzo alle scorie radioattive

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  1. gymania
     
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    Eccomi!
    Scusate, io a Pasqua e Pasquetta sarei pure stato a casa, ma la famiglia reclamava qualche giorno di vacanza.

    Dunque, dove eravamo rimasti...
    Si, andiamo con ordine.
    Odisseo:
    Sì, certo "Ubi major, minor cessat", ma sopratutto "Extrema ratio"!
    Mi spiego.
    Bright:
    Non volevo etichettarti come "fascistoide", ma in quella circostanza non mi erano piaciuti affatto i tuoi toni, tutto qui. Pace!
    Ora andiamo d'accordo! Hai centrato il fulcro dell'argomento.
    Anzitutto, se i siti attuali disperdono radioattività, seppur in minima parte, può voler significare solo due cose:
    O sono stati realizzati male, oppure semplicemente sono stati collocati in luogo INADATTO.
    In entrambi i casi devono essere spostati di lì.
    E il fatto che i Saluggesi siano stati informati della contaminazione con un anno di ritardo, non so a voi, ma a me FA PENSARE...
    Ecchecavolo, ce ne stiamo a guardare mentre contaminano tutto il bacino idrografico del nord?
    Quindi li sposteremo, ma nel frattempo riduciamo la produzione di scorie al minimo.
    Poi FERMO NO all'energia nucleare, almeno fino a quando non ci sarà un nuke pulito, nel frattempo ci limitiamo a produrre SOLO SCORIE DA MEDICINA NUCLEARE e MAGGIORE RICERCA a forme alternative di diagnosi medica.
    (Bright, tu sei medico. C'è speranza in futuro per alternative diagnostiche?)
    Quindi ben venga la commissione di saggi per trovare il luogo adatto, come dici tu, ma questa benedetta commissione deve valutare TUTTE e ripeto TUTTE le variabili in gioco.
    Sono sempre stato critico sulla proposta di Scanzano, perché questa è stata elaborata tenendo conto soprattutto delle caratteristiche geologiche del luogo che seppur uniche rappresentano solo UNA delle variabili in gioco, magari la più importante, ma NON L'UNICA!!!
    Ma, dico io, della densità abitativa non se ne cura mai nessuno?
    Domanda:
    Dove mettono le scorie gli americani?
    Risposta:
    Nel deserto!
    Che geologicamente è il luogo MENO adatto, ma che offre le maggiori garanzie in caso di eventuali dispersioni.
    Dispersioni che sono comunque da mettere a bilancio, perché a mia memoria, correggetemi se sbaglio, non esiste opera umana che abbia resistito INTATTA a 900 anni.
    Quindi, seguendo il tuo (logico) ragionamento, o spostiamo a spese della collettività TUTTA la popolazione di Scanzano e dintorni, oppure cerchiamo il deserto in Italia.
    Sicuramente costerà caro, ma tu da medico mi insegni che la spesa sociale che si dovrebbe preventivare per eventualmente curare la popolazione contaminata sarebbe certamente superiore.
    Secondo voi c'è un'area desertica o semidesertica nel nostro paese?
    Secondo me, cercando bene c'è!

    Pace!
    Gym

    Edited by gymania - 10/4/2007, 13:18
     
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  2. BrightingEyes
     
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    CITAZIONE (gymania @ 10/4/2007, 11:36)
    Secondo voi c'è un'area desertica o semidesertica nel nostro paese?
    Secondo me, cercando bene c'è!

    Ciao Gymania.

    Anzitutto non ho mai pensato che tu mi dessi del "fascistoide" :P In effetti la mia frase era un pò provocatoria, ma serviva solo ad evidenziare che non sempre quello che pensa la maggioranza di una località limitata deve per forza rappresentare il meglio per la comunità, anche in termini di democrazia. Se passa la linea che vede in ogni località uno "staterello" semiautonomo autorizzato ad opporsi con le buone o le cattive alle pretese della comunità dei cittadini poi non ci si può stupire delle spinte secessionistiche o del razzismo strisciante... tutto qua e come vedi il discorso è totalmente inverso ai tuoi timori. :)

    Per tornare al discorso scorie ti dirò che a me che la zona di insediamento di un deposito di scorie debba essere semidesertica mi sembra poco significativo. Se il problema fosse solo trovare il luogo deserto avremmo risolto tutto (parlo del problema generale, non solo italiano). Ma purtroppo si sa che la dispersione di grandi quantità di scorie in un posto anche desertico potrebbe comportare gravi rischi anche a grande distanza.
    In realtà la scelta del posto desertico anche negli USA deriva più da motivi politici che fisici. Se è un deserto ci sarà anche meno gente da convincere.
    I paesi che hanno centrali nucleari hanno necessità di depositi ampi, l'Italia deve mettere in sicurezza (non "smaltire"!) una quantità di scorie ridotta, per la quale ci sono due strade al momento percorribili:

    1) Un solo deposito sotterraneo, in strutture geologiche impermeabili e stabili che permettano di stoccare i contenitori di scorie vetrificate. Se ben realizzato e nella zona giusta un deposito del genere dà ampie garanzie di tenuta a qualsiasi cataclisma. Nemmeno un'esplosione atomica lo raggiungerebbe. La garanzia di tenuta però resta limitata da una parte alla tecnologia e fallacità umana, dall'altra al tempo che prima o poi ha ragione di tuttto. Una variante quindi prevede la stoccaggio geologico profondo, ma con possibilità di intervento e recupero nel caso si rendesse utile o necessario o nel caso si dimostrasssero perdite.

    2) Alcuni piccoli depositi superficiali, considerati temporanei a lungo termine (non lo dico io, lo dicono i promotori, fra cui Greenpeace) ingegnerizzati in modo da risultare relativamente sicuri per centinaia d'anni, ma facilmente controllabili e monitorabili in modo da permettere tempestivi interventi in caso di perdita. Si tratta in pratica di edifici sigillabili che con le tecniche attuali garantiscono una tenuta enormemente maggiore delle piscine tipo Saluggia. Gli ambientalisti li preferiscono per il carattere di facile "reversibilità", cioè le scorie si possono recuperare con relativa facilità nel caso si trovassero modi più intelligenti di smaltirle in sicurezza.

    Il secondo tipo di deposito ha qualche rischio in meno di perdita incontrollata di profondità e relativo inquinamento di falde profonde, ma d'altro canto a mio parere è più vulnerabile a normali cataclismi e sopratutto all'opera dei malintenzionati. Ma in fondo le due opzioni sono entrambe accettabili.
    Nessuna delle due presuppone per forza vaste lande deserte militarizzate. E nessuna delle due mette a rischio la popolazione locale se non per il rischio di fondo esistente in qualsiasi attività umana. Addirittura nel secondo caso si potrebbe individuare un sito per regione, così da distribuire vantaggi e svantaggi sull'intero territorio.
    Con depositi di questo genere la creazione di scorie mediche o di ricerca diventerebbe un banale rischio industriale facilmente controllabile e controllato, senza rischiare che nessuno si trovi il pozzo con l'acqua fosforescente.

    Nel caso di Scanzano è possibile e anche probabile che si sia agito con superficialità e approssimazione e si siano trascurati particolari importanti. Ma questo è un aspetto che riguarda il livello della politica nostrana e il cedere totalmente alle pressioni localistiche ne è solo ulteriore prova della pochezza. Siamo tutti sicuri che se pure Scanzano fosse stato veramente un posto ideale per il deposito e questo fosse stato progettato in modo sublime la reazione della popolazione sarebbe stata assolutamente identica... o sbaglio?

    Purtroppo l'opporsi alla tecnologia di produzione energetica da energia nucleare non permette di fare sparire il problema come per incanto ed esagerarne i pericoli (che esistono, ma non al livello da giorno del giudizio che alcuni vorrebbero accreditare!) rischia solo di creare una condizione di rivolta preventiva permanente che alla fine mette a vero rischio solo pochi. :)


     
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  3. gymania
     
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    Direi che in linea di massima siamo d'accordo!
    Con la sola differenza che, mi sembra di capire (correggimi se sbaglio) tu sei, diciamo così, più "possibilista" al nuke, mentre io sono e rimango fermamente contrario.
    Ad ogni modo questo tuo ragionamento mi sembra decisamente sensato.

    Pace!
    Gym
     
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  4. BrightingEyes
     
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    CITAZIONE (gymania @ 10/4/2007, 15:41)
    Direi che in linea di massima siamo d'accordo!
    Con la sola differenza che, mi sembra di capire (correggimi se sbaglio) tu sei, diciamo così, più "possibilista" al nuke, mentre io sono e rimango fermamente contrario.
    Ad ogni modo questo tuo ragionamento mi sembra decisamente sensato.

    Si, io non sono ideologicamente contrario al nuke, mai stato. Ma nemmeno così ansioso di rituffarmici, garantisco. E' stato probabilmente un errore uscirne così di furia vent'anni fa, ma ora, aldilà dei problemi di scorie e sicurezza (che reputo gestibili) ci sono altri problemi, in primis l'economicità a medio-lungo termine, la dipendenza dall'estero, la strategicità del carburante, la prosecuzione della politica di produzione centralizzata che vedo ormai superata anche e sopratutto in ottica di partecipazione comune alla produzione di ricchezza e alla conseguente distribuzione della stessa.
    Tutto mi porta a prevedere e a auspicare un graduale passaggio a una produzione energetica rinnovabile, diffusa, pulita e del tutto "autarchica" (in pratica eolico-solare-idro) per una percentuale importante. Quanto sia questa percentuale e quanto resti di centralizzato e come (se carbone, nuke, fusione, gas...) alla fine interessa relativamente anche se è campo di dibattito.
    Sicuramente la tendenza dei paesi avanzati dovrebbe, a mio parere, spingere per garantire la maggior percentuale possibile di rinnovabile diffuso, lasciando i residui fossili ai paesi in via di sviluppo (anche per evitare che vengano a prenderseli con le armi :P ) e mandando a esaurimento il nucleare a fissione laddove viene utilizzato (e continuerà ad essere utilizzato per molto tempo, inutile farsi illusioni).
    Che poi non ci sia spazio e necessità di un utilizzo parziale del nucleare anche in Italia non ci giurerei, però è evidente che la pretesa di risolvere tutto con una costruzione a tappeto di centrali la trovo molto più utopica del fotovoltaico. ;)
     
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  5. tersite3
     
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    Caro snap
    QUOTE
    per quanto riguarda il calcolo delle probabilità il nucleare non prevede una soglia di rischio.

    Non mi è chiaro cosa intendi. Un asteroide di un centinaio di metri può cadere domani sul tuo paradiso, assai improbabile, ma le probabilità ci sono.
    Anche per incidenti nucleari tipo Cernobil esistono valutazioni di rischio, se sono dello stesso ordine di grandezza del rischio meteorite io dormirei tranquillo.
    Se si tratta di raioattività dispersa nell'ambiente da attività umane direi che il fondo di radioattività naturale esiste, se l'attività umana non supera quello che in alcuni luoghi ci dispensa la natura, continuo a dormire tranquillo.
    QUOTE
    Il fatto poi che le radiazioni non siano percepibili, ma provochino una malattia normalmente lunga e dolorosa le differenzia da altri pericoli a cui siamo normalmente esposti.

    La malaria uccide milioni di persone all'anno, non è particolarmente visibile e neanche tanto simpatica, come tantissime altre malattie.
    QUOTE
    Un deposito di scorie a 1000 metri di profondità che provochi l'inquinamento delle falde acquifere è certamente più terrorista che uno staoccaggio monitorato costantemente in superficie.

    A 1000 metri di profondità è abbastanza improbabile trovare delle falde acquifere. Se poi si tratta di un deposito di sale che risale a milioni di anni fa capisci anche tu che la probabilità di trovare acqua sono nulle.
    Molto più facile trovare condizioni da te paventate in superficie ed in riva ad un fiume. Ciascuno ha i suoi esperti, ma se ci mettiamo un pochino di buon senso magari ci arriviamo anche noi a certe conclusioni.

    X Gymania
    QUOTE
    Dispersioni che sono comunque da mettere a bilancio, perché a mia memoria, correggetemi se sbaglio, non esiste opera umana che abbia resistito INTATTA a 900 anni.

    Se per intatta intendi che svolge ancora le funzioni per le quali è stata realizzata comincerei con le piramidi, a seguire le tombe ipogee egizie e etrusche per finire con l'arena di Verona.

    Ciao
    Tersite

     
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  6. sssuper
     
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    CITAZIONE (tersite3 @ 10/4/2007, 21:08)
    Un asteroide di un centinaio di metri può cadere domani sul tuo paradiso, assai improbabile, ma le probabilità ci sono.

    La malaria uccide milioni di persone all'anno, non è particolarmente visibile e neanche tanto simpatica, come tantissime altre malattie.

    penso ci sia da fare una importante distinzione tra ciò che potrebbe essere causato dall'uomo e cosa da elementi naturali.
     
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  7. tersite3
     
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    QUOTE
    penso ci sia da fare una importante distinzione tra ciò che potrebbe essere causato dall'uomo e cosa da elementi naturali.

    Perchè?
    Chi si appresta a traghettare lo Stige non è molto interessato se il passaggio gli viene fornito da un naturalissimo microbetto o da un radionuclide artificiale.
    Tantomeno la distinzione se le radiazioni sono di origine naturale o artificiale.
    L'unica differenza è che, apparentemente, se le cause sono artificiali si sarebbero potute evitare.
    Apparentemente, perchè anche per le cause naturali si potrebbe fare molto di più per ridurre la mortalità.
    Esemplifico:
    -Un bambino bianco ucraino ha un problema alla tioide (peraltro risolvibile nella quasi totalità dei casi). Tutti sensibilizzati e inorriditi per l'insensatezza dell'uomo; scattano le gare di solidarietà
    -Un bambino nero (si può dire?) ugandese con il ventre gonfio per la denutrizione non fa notizia. Tutto sommato è NATURALE QUINDI non scatta nulla.

    Entrambi i problemi sono in massima parte risolvibili, ma l'attenzione viene focalizzata solo sull'evento artificiale, l'altro è naturale e lo si accetta senza fare nulla.
    Non ti fa pensare?

    Ciao
    Tersite

     
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    Per prima cosa un intervento da moderatore:

    snapdozier, evita di riportare un intero intervento di chi ti ha preceduto!!! Se vuoi riferirti ad una parte di discorso, riporta solo quella parte e null'altro, diversamente metti il link all'entry (tasto destro su "Inviato il: 11/4/2007, 08:37" e "Copia collegamento", poi premi il primo bottone della seconda fila a destra di questa textbox e fai un bell'incolla).
    Chiedo al moderatore di questa sezione di cassare gli inutili "Quote", per risparmiare spazio e rendere più agevole la lettura.

    BrightingEyes e tersite3, indipendentemente dal modo scelto per affrontare l'argomento, trovo che solo una persona non abbia compreso (presa di posizione, o vera difficoltà?) che nessuno di voi vuole negare la pericolosità di certe sostanze, né le ragioni di chi deve convivere al loro fianco, è evidente che in vario modo ponete l'attenzione alla soluzione del problema, piuttosto che al suo mascheramento.

    Personalmente ritengo possibile la messa in sicurezza del sito di Saluggia, ma non mi fido di soluzioni politiche, preferisco che queste vengano da tecnici seri a seguito di serie analisi e che i costi di quanto si deciderà di fare (spostamento, o messa in sicurezza) ricadano sull'intera comunità nazionale.

     
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  9. BrightingEyes
     
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    CITAZIONE (nll @ 11/4/2007, 14:37)
    trovo che solo una persona non abbia compreso (presa di posizione, o vera difficoltà?)

    Anche se riterrei quasi preferibile la seconda ipotesi propendo per la prima. :P

    CITAZIONE (nll @ 11/4/2007, 14:37)
    Personalmente ritengo possibile la messa in sicurezza del sito di Saluggia, ma non mi fido di soluzioni politiche, preferisco che queste vengano da tecnici seri a seguito di serie analisi e che i costi di quanto si deciderà di fare (spostamento, o messa in sicurezza) ricadano sull'intera comunità nazionale.

    Hai la mia totale approvazione.
    Purtroppo temo che il problema, per quanto prevalentemente tecnico, abbia una piccola, ma pesantissima, ricaduta politica. E' fin troppo facile prevedere che qualsiasi soluzione proposta scontenterà qualcuno che troverà una facile sponda nelle posizioni politiche opposte. Purtroppo.
     
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  10. snapdozier
     
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    CITAZIONE (nll @ 11/4/2007, 14:37)
    BrightingEyes e tersite3, indipendentemente dal modo scelto per affrontare l'argomento, trovo che solo una persona non abbia compreso (presa di posizione, o vera difficoltà?) che nessuno di voi vuole negare la pericolosità di certe sostanze, né le ragioni di chi deve convivere al loro fianco, è evidente che in vario modo ponete l'attenzione alla soluzione del problema, piuttosto che al suo mascheramento.

    Personalmente ritengo possibile la messa in sicurezza del sito di Saluggia, ma non mi fido di soluzioni politiche, preferisco che queste vengano da tecnici seri a seguito di serie analisi e che i costi di quanto si deciderà di fare (spostamento, o messa in sicurezza) ricadano sull'intera comunità nazionale.

    Carissimo nll, ti ringrazio per l'alternativa che poni, ma credo che rimaniamo su un livello bassino cercando di sminuire chi la pensa in modo diverso.
    Il buon BE sostiene e continua a ripetere che c'è una soluzione al problema scorie non definitiva, ma quasi. Questo, semplicemente, non è vero. Qualsiasi azione per salvaguardare la salute dei cittadini che si trovano nelle vicinanze di questi depositi deve essere chiaro che è provvisoria e temporanea. Be ha poi l'abitudine di affibbiare prese di posizione agli altri che sono il parto della sua mente per cui io sarei contrario a qualsiasi intervento, lasciando che la radioattività inquini le falde di Saluggia. Io credo che attualmente sia da preferire la messa in sicurezza del sito dove sono stoccate le scorie operando per recuperare le eventuali falle o realizzando un contenimento ulteriore, ma è essenziale che il problema resti aperto e soprattutto, fino alla sua soluzione, non si accetti di produrne altre. Poi è chiaro che i costi ricadranno su tutti anche se la responsabilità è stata di pochi. (I famosi tecnici seri)
     
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  11. CaloRE
     
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    CITAZIONE (tersite3 @ 11/4/2007, 08:37)
    Esemplifico:
    -Un bambino bianco ucraino ha un problema alla tioide (peraltro risolvibile nella quasi totalità dei casi). Tutti sensibilizzati e inorriditi per l'insensatezza dell'uomo; scattano le gare di solidarietà
    -Un bambino nero (si può dire?) ugandese con il ventre gonfio per la denutrizione non fa notizia. Tutto sommato è NATURALE QUINDI non scatta nulla.

    Entrambi i problemi sono in massima parte risolvibili, ma l'attenzione viene focalizzata solo sull'evento artificiale, l'altro è naturale e lo si accetta senza fare nulla.
    Non ti fa pensare?

    Sei proprio sicuro che "non scatta nessuna gara di solidarietà" per il bimbo ugandese? Io dico di no. Comunque sono i Governi a decidere le loro politiche estere e di aiuto... ad esempio il governo Nigeriano non ha interesse a "servisi" di queste "immagini" di povertà per ricevere aiuti internazionali. Il perchè è semplice: metterebbe in difficoltà le multinazionali (e se stessi) che stanno sfruttando quel paese. Ma torniamo al problema del pozzo.

    CITAZIONE (tersite3 @ 10/4/2007, 21:08)
    Se si tratta di raioattività dispersa nell'ambiente da attività umane direi che il fondo di radioattività naturale esiste, se l'attività umana non supera quello che in alcuni luoghi ci dispensa la natura, continuo a dormire tranquillo.

    Frase di difficile lettura (quasi informatica) che fa a pugni con l'intendo di "tranquillizzare" sulla radioattività prodotte da attività umane.

    CITAZIONE (tersite3 @ 10/4/2007, 21:08)
    La malaria uccide milioni di persone all'anno, non è particolarmente visibile e neanche tanto simpatica, come tantissime altre malattie.

    Sono d'accordo, ma restiamo con i piedi per terra. Come si possono paragonare i numeri degli effetti della malaria (la morte) quando il 40% della popolazione mondiale (2,6 miliardi) vive in zone endemiche... non voglio giocare con i numeri ma la malaria miete 2 milioni di vittime all'anno (soprattutto bambini :( ) su un totale di 2 miliardi di persone a rischio (zone endemiche).

    Se il deposito di Saluggia continua a perdere sostanze radioattive saranno colpiti 91mila persone (quelli serviti dall'Acquedotto del Monferrato)... e poi la malaria è "rapida" e se presa in tempo è "curabile"... la malattia per irraggiamento da scorie radioattive è "lenta" e incurabile. Il DNA può essere danneggiato in maniera reversibile o irreversibile; nel caso in cui la struttura del DNA non viene riparata (o riparata in modo errato) la cellula da vita a cellule geneticamente modificate che dopo un certo periodo di latenza (azz) potranno dar luogo a patologie come tumori o leucemie. In soldoni, si aumenta la probabilità che, prima o poi, si venga colpiti da certi tipi di tumore.

    CITAZIONE (nll @ 11/4/2007, 14:37)
    Personalmente ritengo possibile la messa in sicurezza del sito di Saluggia, ma non mi fido di soluzioni politiche, preferisco che queste vengano da tecnici seri a seguito di serie analisi e che i costi di quanto si deciderà di fare (spostamento, o messa in sicurezza) ricadano sull'intera comunità nazionale.

    Si, le soluzioni ci sono... ad esempio: se è vero che le trasmutazioni vengono fatte in laboratorio (e non ho motivo di dubitarne)... perchè i "tecnici seri" non verificano i costi per questa soluzione?
     
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  12. BrightingEyes
     
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    CITAZIONE (snapdozier @ 11/4/2007, 15:34)
    Be ha poi l'abitudine di affibbiare prese di posizione agli altri che sono il parto della sua mente per cui io sarei contrario a qualsiasi intervento, lasciando che la radioattività inquini le falde di Saluggia.

    E certo! E' BE che affibbia le prese di posizione! :rolleyes:

    Mi cito da solo per spiegazione (verso gli altri, ovviamente.):

    "In se non c'è nulla di preventivamente abominevole nella scelta di Saluggia come sito di stoccaggio temporaneo e nemmeno nella cotruzione di un nuovo deposito di scorie, se fatto bene. Posso capire che dia fastidio a chi abita nella zona, ma si ricasca sempre nella sindorme del "not in my backyard" mi sa.
    Decisamente sbagliata è invece la politica di fare poco o nulla lasciando le cose come stanno solo perchè non ci si vuole assumere la responsabilità politica della cosa. Questo è da condannare, concordo." Brightingeyes (03/04/2007)

    E cito una tua risposta:

    "Quando tu proponi di spostare le scorie da Saluggia devi anche proporre un sito dove la gente sia disposta ad assumersi tutti i rischi che oggi risultano insopportabili ai Saluggesi. Io ho proposto casa tua perché tu non sei contrario alle scorie e sei convinto che i sistemi proposti siano efficaci. Potremo organizzare un villaggio dove tu, battaglia, Veronesi e gli altri che considerano accettabile il rischio convivano tranquillamente con il problema. Io personalmente non voglio le scorie a casa mia perché sono convinto, ma te l'ho anche dimostrato, che le scorie sono pericolose." Snapdozier (06/04/2007)

    IO ho citato a Calore la soluzione che tu ora accetti con divertita e superiore noncuranza . Qualsiasi studente delle medie di passaggio capisce perfettamente che la tua posizione iniziale era quella, comunissima nei bar di tutta Italia, del "lasciamole lì che se passa il concetto che esiste anche un solo sito considerato ragionevomente sicuro e accettabile si rischia che questi riattacchino col nuke, tanto la soluzione alle scorie si è trovata! E magari ce le troviamo sotto casa".
    Il bello poi è che citi, abbastanza correttamente, la difficoltà di garantire depositi secolari e ci informi che invece per Saluggia basta "recuperare le falle" (ah già... che scemi! Chiamiamo un idraulico e ci facciamo siliconare la piscina. Echeccevorràmai?).

    Se abbiamo finito con le sciocchezze direi che la conclusione su cui concordare è che lo stato deve individuare uno o più siti adeguati, tra cui anche Saluggia se si dimostra adatto (dato che nessuna località, nemmeno casa Battaglia o Snapdozier può tirarsi fuori preventivamente dalla scelta) e se quello che dice Calore su falde e sponde ghiaiose è falso. Se invece è vero non vedo proprio nulla di male a individuare altri siti dove realizzare le strutture (non aggiungo altri aggettivi per evitare appigli polemici) dove stoccare le scorie di Saluggia e le altre che diano le migliori (umanamente parlando) garanzie di sicurezza per il bene della popolazione di Saluggia e di tutto il resto d'Italia. Nel caso i tecnici, i politici, la gente o il papa decidesse che uno dei siti adatti è dietro casa tua dovremo essere pronti a farci una ragione del fatto che hai dimostrato che le scorie sono pericolose. :P

    Il rischio che se in futuro si dovesse decidere di recuperare il nucleare questi siti potrebbero diventare siti di routinario stoccaggio è in effetti reale. Ma a me continua a non sembrare un motivo sufficiente per lasciare le scorie nella situazione attuale. :)



    CITAZIONE (CaloRE @ 11/4/2007, 17:32)
    le trasmutazioni vengono fatte in laboratorio (e non ho motivo di dubitarne)... perchè i "tecnici seri" non verificano i costi per questa soluzione?

    Perchè siamo ancora lontani da una possibilità di utilizzo reale. Però ci si può arrivare e questo è uno dei motivi per cui si è cambiata la mentalità di stoccaggio delle scorie. Dal tentativo di isolarle dall'ambiente in modo totalmente irreversibile per migliaia di anni alla scelta di isolarle reversibilmente. Cioè incapsularle in materiali che possano peremetterne il recupero nel momento in cui la tecnologia ne renderà possibile l'eliminazione, ma nel frattempo impedire qualsiasi contatto della radioattività con l'ambiente.
    Questo si può fare già da ora senza grossi problemi.
     
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  13. snapdozier
     
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    CITAZIONE (BrightingEyes @ 11/4/2007, 19:00)
    IO ho citato a Calore la soluzione che tu ora accetti con divertita e superiore noncuranza . Qualsiasi studente delle medie di passaggio capisce perfettamente che la tua posizione iniziale era quella, comunissima nei bar di tutta Italia, del "lasciamole lì che se passa il concetto che esiste anche un solo sito considerato ragionevomente sicuro e accettabile si rischia che questi riattacchino col nuke, tanto la soluzione alle scorie si è trovata! E magari ce le troviamo sotto casa".
    Il bello poi è che citi, abbastanza correttamente, la difficoltà di garantire depositi secolari e ci informi che invece per Saluggia basta "recuperare le falle" (ah già... che scemi! Chiamiamo un idraulico e ci facciamo siliconare la piscina. Echeccevorràmai?).

    La tua presunta capacità di interpretare il pensiero degli altri secondo me dipende solo dalla certa frequentazione delle bettole italiche.
    Quando sarai un po' più sobrio rileggiti quello che ho scritto e cerca di comprenderlo invece che cercare l'esegesi. Non valgo tanto.
     
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  14. tersite3
     
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    Caro calore
    QUOTE
    Se si tratta di raioattività dispersa nell'ambiente da attività umane direi che il fondo di radioattività naturale esiste, se l'attività umana non supera quello che in alcuni luoghi ci dispensa la natura, continuo a dormire tranquillo
    Frase di difficile lettura (quasi informatica) che fa a pugni con l'intendo di "tranquillizzare" sulla radioattività prodotte da attività umane.

    Hai ragione non è molto chiara. Chiarisco con dei numeri.
    Un certo grado di radioattività naturale esiste su tutto il globo terrestre.
    Ci sono dei posti dove la radioattività naturale vale 1 (non importa cosa) in altri posti il valore è 50.
    Se è accertato che nelle località con valore 50 la vita umana, per migliaia di anni, non ne ha subito danni deduco che il valore 50 non è rilevante dal punto di vista sanitario.
    Se nei dintorni di una installazione nucleare (produzione o confinamento) il valore si attesta attorno a 30 non ci sono particolari allarmi.
    Non esiste un solo posto nel sistema solare che abbia valore zero o che possa esaudire le pretese di alcuni oltranzisti.
    Se c'è una ragionevole possibilità di ridurre i rischi e/o prolungare il periodo di tranquillità usiamola. Non sarà la certezza assoluta, che non esiste, ma molto meglio di prima.
    Caro snap
    QUOTE
    La tua presunta capacità di interpretare il pensiero degli altri secondo me dipende solo dalla certa frequentazione delle bettole italiche.

    Si dà il caso che anch'io abbia capito il tuo pensiero come l'ha interpretato bright (affinità elettive o problemi di comunicazione?)
    Chissà se sarai così gentile di spiegare esattamente cosa faresti delle scorie di Saluggia?
    Gradirei un linguaggio da bettola, è molto più chiaro delle speculazioni filosofiche o politiche. Oltre che più consono alle mie inclinazioni ludiche.

    Tersite
     
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  15. snapdozier
     
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    Quello che ritengo io, ma anche molti altri, è che essendo il problema tuttora aperto è necessario mantenere le scorie radioattive in strutture di superficie, schermate e sotto costante controllo. Seppellire le scorie è il primo passo per "dimenticare" il problema, comporta spese enormi e non giustificate e lascia ampi spazi alle furbizie di chi ha soluzioni per tutto. E soprattutto, fino a quando non si ha una soluzione definitiva ed efficace si eviti di produrne altre.
     
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90 replies since 30/3/2007, 09:54   5353 views
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