Meccanismi di fusione

Tentativo di riunire in uno scenario comune le diverse esperienze relative alla fusione

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  1. Quantum Leap
     
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    CITAZIONE (skeptic @ 6/5/2007, 12:14)
    Cari amici,
    ... vorrei commentare la comunicazione recentemente emessa dalla Promete relativa agli sviluppi della sperimentazione con la cella Iorio-Cirillo.
    In talle comunicazione si afferma che la resa termica nell'uso di una resistenza riscaldante è di 0.71 l'energia elettrica fornita, e tale risultato è dichiarato "più normale" rispetto al rapporto 1.3 mostrato dalla cella a plasma.
    Ma per effetto Joule l'energia fornita non dovrebbe integralmente trasformarsi in calore, e il rendimento misurato non è una verifica delle corrette condizioni sperimentali? Se esse sono accurate non dovrebbe essere vicinissimo all'unità?
    Probabilmente ho capito male...

    Nel tipo di calorimetro impiegato nella configurazione realizzata in Promete, non si ha totale adiabaticità. Esso è un reattore in cui l'acqua circola nella camicia esterna. Il calore che viene misurato è SOLO quello relativo allo scambio termico fra la soluzione e tale acqua circolante nella camicia esterna. Il pelo della soluzione è libero ed in comunicazione con l'ambiente del laboratorio . Questo significa che la soluzione nella cella, riscaldata tramite resistenza ohmica o tramite plasma, cede una parte di calore attraverso le pareti della camicia esterna in cui circola acqua e una parte la disperde attraverso il pelo libero. Senza contare le normali perdite calorimetriche che una tale configurazione porta con sè.
    La conseguenza è che, di fronte a tali perdite, un'efficienza di scambio pari a 0,71 (rapporto fra energia scambiata con la SOLA camicia esterna/ energia elettrica di alimentazione) relativa al resistore è più che normale. Mentre lo stesso test, realizzato col plasma, che fornisce 1,3 ( anche se nelle ultime configurazioni siamo arrivati a 1,8 - 2,0 ) è ancora più straordinario perchè in esso NON è inclusa l'aliquota di calore scambiato con il laboratorio.

    CITAZIONE (skeptic @ 6/5/2007, 12:14)
    Tra l'altro, mi piacerebbe conoscere la composizione dell'elettrolita e l'unità dell'asse tempo nei grafici mostrati.

    K2CO3 (repetita iuvant) . L'asse del tempo indica i secondi.

    CITAZIONE (skeptic @ 6/5/2007, 12:14)
    Per proseguire fattivamente in questo campo così delicato, credo che si dovrebbero considerare le seguenti cause per l'eventuale overunity osservata.

    1) Reazioni chimiche (dissoluzione dell'elettrodo, se reazione esotermica)

    Non credo siano reazioni chimiche in quanto nè anodo, nè catodo si consumano in modo tale da giustificare gli ordini di grandezza osservati. C'è dissociazione di acqua in H2 e O2 il che costa energia ma NON ne produce.

    CITAZIONE (skeptic @ 6/5/2007, 12:14)
    2) Reazioni nucleari (cercherò di verificare l'apporto energetico dai pochi dati disponibili )

    Se hai bisogno, i nostri dati sono on-line da ormai quattro anni attraverso questa relazione oppure attraverso quest'altra pagina o ancora quest'altra pagina

    CITAZIONE (skeptic @ 6/5/2007, 12:14)
    3) Passaggio di energia dalla rete alla cella attraverso inaspettati meccanismi di trasmissione che bypassano il sistema elettrico utilizzato (variac + raddrizzatori + condensatori + misuratori di potenza)

    Abbiamo realizzato, in questi anni, i più svariati sistemi di acquisizione. Nell'ultimo, quello della Promete, si è lavorato acquisendo segnali con una frequenza di 5kHz per evitare ogni possibile problema di aliasing . Abbiamo anche impiegato in passato misuratori da laboratorio di altro tipo, sempre ad alta frequenza di campionamentio, ottenendo sempre la stessa tipologia di risultati.
    Questo per dire che la tua ipotesi è ormai altamente improbabile.

    CITAZIONE (skeptic @ 6/5/2007, 12:14)
    5) Errori sperimentali nella misura dell'overunity.

    Proprio per evitare questo genere di errori si è approntato, nella configurazione Promete, un sistema che, ad ogni test con il plasma veniva fatto seguire un test col resistore.
    Cio' sarebbe stato indice di starature e sviste.
    Che però non ci sono state.

    CITAZIONE (skeptic @ 6/5/2007, 12:14)
    Non sono così d'accordo per quanto riguarda la difficoltà di rilevazione di elementi trasmutati. Se il trattamento è sufficientemente prolungato non è impossibile raggiungere una concentrazione che con pazienza può essere rilevata anche e soprattutto con i metodi della chimica analitica tradizionale, alla portata di sperimentatori non miliardari.
    Certo si tratterà di rilevare microgrammi di materia interessante in decine di grammi di zavorra, ma le tecniche di cristallizzazione frazionata o di fusione zonale che ho in mente potrebbero arrivarci.
    Salvatore

    In effetti un test prolungato potrebbe, se le condizioni di lavoro sono giuste, concentrare eventuali nuclidi.
    Tuttavia noi non abbiamo ancora il controllo sulla produzione di nuovi nuclidi. E' per questo che, in via preliminare, cerchiamo accesso a modalità di analisi più fine (SEM, EDX ecc.) sui nostri test di 500 secondi. Se avessimo accesso a questa tipologia di metodi di misura, potremmo, attraverso prove ed errori, trovare la "ricetta" per ottenere trasmutazioni on demand in poco tempo.
    Il tuo metodo a test prolungati (la cui durata prevista deve essere maggiore delle sei - otto ore) sarebbe da provare... insieme ad una dose di santa pazienza.

    Per la cronaca: non siamo sicuri che la generazione di energia sia associata alle trasmutazioni. Queste ultime potrebbero essere un effetto secondario.


    Ciao a tutti.
     
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139 replies since 3/5/2007, 15:45   6017 views
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