Fondi alla ricerca: per il benessere umano o il benessere di pochi?

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    sdv, concordo sulla tua analisi quando ti riferisci al passato, ma non lasciamo che questo condizioni anche le scelte future!

    La ricerca in campo medico, per esempio, è, fortunatamente, più su applicazioni in campo civile, che militare.
    Le spese per attività spaziali si dividono abbastanza equamente tra militari, commerciali e scientifiche, con una leggera prevalenza, ultimamente, per quelle commerciali, che consentono un immediato ritorno dell'investimento.
    E mi fermo qui, per restare nell'ambito delle mie conoscenze dirette, non certo per esaurimento degli esempi.

    Rileggendo i post precedenti non ho visto tanto sconveniente come si sono affrontati questi temi e auspicare un sempre maggiore indirizzamento dei finanziamenti verso la ricerca in campo civile, non significa affatto disconoscere quanto è finora giunto tramite la ricerca militare. Consideriamo anche l'opposto: quante scoperte nate dalla ricerca pura e da quella civile, sono state convertite per usi militari?

    L'Italia è fanalino di coda in quanto a investimenti in ricerca pura, cioè non indirizzata alla produzione di qualcosa di conosciuto. Però occorre anche dire che altrove non è solo lo Stato a finanziare la ricerca pura, ma intervengono pure le imprese. Qui da noi i nostri imprenditori copiano dai politici, limitandosi a finanziare ricerche per applicazioni secondarie, ben poco è speso per esplorare nuovi campi, che non garantiscono un ritorno dell'investimento in tempi certi.
     
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  2. hugh
     
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    ...mi riservo di cercare il dato...ma ricordo che un mio prof all'università ci diceva che in realtà la spesa statale per la ricerca pura in italia non è così drasticamente inferiore rispetto agli altri paesi sviluppati, anzi, è praticamente allineata
    Quello che manca era la ricerca (anche di base) fatta dai grandi gruppi industriali, che in Italia praticamente non ci sono...basta pensare a cosa hanno fatto i laboratori BELL colossi come Bayer o altri..
     
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  3. sdv
     
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    Concordo con entrambi ... non penso che sia meglio fare solo ricerca militare .... penso che la ricerca, in qualsiasi campo, è un attività di per se positiva.

    Per quanto riguarda la ricerca pubblica italiana.... non ho dubbi: se pure la percentuale rispetto al PIL (lasciamo stare come viene calcolato) fosse inferiore a quella degli altri non vi sono dubbi sul come questa cifra viene impiegata....

    Un piccolo esempio: a Milano dove vivo, c'è una grande e rinnomata università pubblica che ogni tanto produce anche qualche interessante risultato in termini di ricerca in particolare nel settore delle Scienze Matematiche fisiche e naturali.

    Tra i vai laboratori, quelli di botanica (facoltà di scienze naturali), pur essendo tra i meno finanziati, sono sempre stati rinomati e riconosciuti come esempi di eccellenza e capacità....

    Ebbene, qualche anno fa, con cospicui finanziamenti l'università Statale di Milano ha aperto nuove sedi didattiche in un distaccamento. Sono stati creati nuovi laboratori e ragionevolmente tutti si aspettavano che questi fossero destinati a sostituire i vecchi o integrarli ... invece no.

    E' stata infatti creata la facoltà di Scienze Forestali con tanto di laboratorio super tecnologico.

    Vi lascio immaginare quale sia stata la soddifazione dei milanesi e dei lombardi tutti quando finalmente questa carenza è stata colmata ... avevamo proprio bisogno di una marea di nuovi Dottori in Scienze Forestali .... e soprattutto di un nuovo lavoratorio, che il professore titolare gestisce con un cospicuo budget annuale che ovviamente non si sovrappone a quello della antica facoltà di agraria, a quello della facoltà di botanica, a quello della facoltà di biologia ecc ....

    ... e ovviamente non si ha notizia di mirabolanti scoperte, ....

     
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  4. nuages
     
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    Bisogna inventarsi un economia sociale a misura d'uomo, ma prima bisogna fare in modo che l'uomo la smetta con coscienza di essere una belva di egoismo sfrenato, bisogna fare un passo avanti nella maturazione interiore
     
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  5. nuages
     
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    Dove stiamo andando? ma? In un paese bellissimo per la sua meravigliosa natura ma dove la ricerca pubblica è utilizzata quasi esclusivamente come consenso politico :cry:

    MODERAZIONE: Il documento da scaricare è in un formato difficlmente leggibile. Modificarlo per favore. Per evitare rischi di malware sarebbe comunque meglio citare il testo o segnalare il link originale.

    Edited by BrightingEyes - 26/11/2007, 09:49
    File Allegato
    Dove_stiamo_andando.rtf
    (Number of downloads: 44)

     
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  6. BrightingEyes
     
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    CITAZIONE (sdv @ 21/9/2007, 11:36)
    Per quanto riguarda la ricerca pubblica italiana.... non ho dubbi: se pure la percentuale rispetto al PIL (lasciamo stare come viene calcolato) fosse inferiore a quella degli altri non vi sono dubbi sul come questa cifra viene impiegata....

    Sono d'accordo con Sdv. Anche per quanto riguarda la solita tipica italiana ipocrisia verso il settore militare, che viene buono solo da criticare quando c'è da mettere in evidenza la presunta o reale disorganizzazione che costa vite umane dei nostri soldati.
    L'attività militare, per quanto orientata al "pace keeping" (che non vuol dire affatto fiori nei cannoni, ma uso del deterrente militare per garantire la pace. Deterrente che è deterrente solo se si è capaci e decisi ad usarlo! Rompendo anche qualche uovo se serve :P ) è basilare per qualsiasi stato e la ricerca militare, cioè legata al fine di far più male possibile all'eventuale nemico (non contiamoci frottole buoniste), è la base da cui deve partire la capacità di difesa. Specie in un mondo come l'attuale dove la differenza tecnologica fra i "buoni" ed i "cattivi" si va riducendo velocemente.
    Tornando al discorso ricerca il vero problema italiano non è tanto nella carenza di fondi pubblici, e nemmeno tanto nella mancanza di ricerca privata (che c'è anche se certo non con i numeri USA), ma nel dirottamento di una parte cospicua di questi fondi nel settore assistenziale! Perchè se si parla di un esercito di xmila self-promoted "ricercatori" che per la maggior parte si limitano a svolgere lavori burocratici per mandare avanti i dinosauri universitari in cambio di uno stipendiotto mensile... questa non è ricerca. E' stato sociale, servizio, assistenza ecc. ma la ricerca è altra cosa! La prova viene appunto dagli effetti delle rivendicazioni dei "ricercatori". Se scendono in sciopero non si blocca la ricerca, si bloccano gli esami universitari! <_<
     
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  7. ilmala77
     
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    caro gualtiero leggo solo ora....
    ma ti rendi conto di ciò che hai detto?!?!?!
    penso che tu di economia non capisca una beata cippa con emerita fava di condimento....
    L'investimento a maggior ritorno economico è la ricerca e non lo dico io, lo dicono TUTTI gli studi economici e finanziari mondiali.
    Il ROI (Return on Investment) della ricerca è di gran lunga superiore a quello di ogni altro settore (ivi compreso il sistema finanziario stesso), altrimenti col cavolo che banche, fondi di private equity, venture capitalist ci metterebbero i soldi, perchè questi enti non fanno certo beneficienza e guardano solo al loro ritorno economico.
    Detto questo, e cioè che la ricerca è in assoluto il modo più certo per fare crescere i profitti di chi investe, la ricerca è anche il mezzo più efficace per accrescere la ricchezza di un paese (e l'Italia ne avrebbe estremo bisogno) semplicemente perchè vi è una correlazione netta tra investimenti in ricerca e crescita del PIL (e sai benissimo che crescendo il PIL, diminuisce il rapporto deficit/PIL fissato al max 3% dai parametri di Maastricht, ci sono più risorse a disposizione dei governi per tagliare le tasse, sostenere le imprese, i pensionati e i lavoratori)
     
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  8. nuages_fi
     
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    A proposito delle scelte per destinare le risorse ai fini della ricerca nel nuovo super acceleratore di particelle costruito al CERN di Ginevra si sta preparando l'eperienza di scoprire la cosa è la così detta particella di Dio, facendo collidere tra di loro delle così definite "particelle", e cercando di ottenere da tali collisioni il mattone di base con il quale è stato costruito tutto l'universo.
    Che ne dite???????
    Personalmente sono convinto che siamo su una strada completamente errata sin dalla base, intanto sin dai tempi dio De Broglie e soci si era capito che il sistema si basava su frequenze o stringhe energetiche, cosa seve rompere una stringa???ad ottenere due o più stringhe più piccole?????qui ci andrebbero libri per approfondire tale questione, onde o particelle???????personalmente sono convinto che la nostra sensazione di massa fatta di cose "concrete" come la sensazione del tempo, derivi essenzialmente dai nostri sensi più sviluppati che percepiscono solo la densità di etere più pesante, se facciamo silenzio attorno a noi e ci addentriamo a studiare e capire meglio da dove arriviamo e cosa ci stiamo a fare in questo universo, probabilmente ci dovrebbero arrivare altre sensazioni che ci potrebbero dire che nell'universo non si può ne creare ne distruggere nulla, ma conoscendo i rapporti armonici che tengono insieme i vortici energetici a due pressioni di etere che noi chiamiamo atomi possiamo trasformare tutto. Nulla di magico, bisogna conoscere......Alcuni antichi alchimisti forse conoscevano......ma torniamo all'oggetto della domanda: i soldi pubblici spesi per costruire il grande acceleratore del CERN di Ginevra serviranno a che cosa?????? la ricerca
     
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67 replies since 22/8/2007, 12:18   3981 views
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