Aharonov Bohm + Picchi di Lenz

Proposte pratiche per ricongiungerli

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  1. Lowrence
     
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    Non è che l'argomento non mi interessa, è che non trovo nè come e neppure dove appicicarlo. Sto costruendo il terzo MEG fatto secondo i sacrosanti princi della fisica. Naturalmente nulla ha a che fare con quello di Bearden o almeno poco, ma anche questo pur essendo più vivace degli altri due non da segni di energia extra da nessuna parte.
    Fai una breve considerazione:
    (Disclaimer: quelle che seguono possono essere delle fesserie enormi di 6000Km di diametro non ci credete!)

    1)Affermazione.
    Supponiamo di avere un effetto pincopalla da qualche parte. Questo effetto pincopalla si riflette sempre e comunque in una variazione del campo magnetico indotto nel nucleo.

    Perchè?
    Perchè l'effetto avviene quando spostiamo parte del campo magnetico nel nucleo da una parte all'altra.
    Perchè il magnete si eccita e varia il suo flusso.
    Perchè un avvolgimento cambia caratteristica e di conseguenza quando è chiuso aumenta la corrente che ci circola.
    Perchè per qualche effetto strano la resistenza dell'avvolgimento cambia a causa dello spin degli elettroni e ciò avviene mentre ci sono i picchi di extratensione e l'energia resa è quindi di più di quella introdotta
    Perchè in un sistema dove abbiamo un flusso magnetico variabile ogni variazione del flusso di ripercuote sulle bobine circostanti e quindi qualsiasi evento capiti, riluttanza variabile od altro influenza il flusso stesso.

    2) Affermazione:
    Ma a cosa servono le bobine di uscita? Se avessimo generazione di energia dovuta all'effetto pincopalla su esposto questa si manifesterebbe nei circuiti di pilotaggio, o di eccitazione che di si voglia.

    Dimostrazione:
    Supponiamo di alimentare l'eccitazione con un doppio ponte a H e di recuperare tramite diodi fast recovery o schottky ogni briciola di extratenzione dalle bobine di eccitazione per redigirigerla verso l'alimentazione. Dopo qualche ciclo di pompaggio l'alimentatore non erogherebbe più corrente verso il MEG ma la tensione sul condensatore di filtro salirebbe a dimostrazione della presenza di energia esterna.

    Ma come si può dimostrare ciò?
    Prendiamo un nucleo toroidale ed avvolgiamolo su due metà con due bobine di 40 spire di filo da 2mm in modo da riempire tutto il nucleo toroidale allo scopo di non avere flussi dispersi e mantenere all'interno del nucleo tutto il campo magnetico.
    Alimentiamo il tutto con un integrato a doppio ponte a H con diodi fastrecovery incorporati, alimentato a 18V con una frequenza di switching quadra e non sovrapponente, cioè con la chiusura non contemporanea dei due rami del ponte a H.
    Mettiamo il solito magnete nel mezzo al toroide tra gli estremi delle due bobine.
    Avvolgiamo una bobina sopra alle due bobine di eccitazione e colleghiamola ad un altro circuito di eccitazione come il primo ma ponendo in serie alla bobina un potenziometro a filo da 1000Ohm in modo da poter variare la corrente che circola nella bobina ultima aggiunta.

    Esperimento.
    Si alimenta come al solito e si nota subito che le forme d'onda quadre sono e quadre restano senza spilli di extratensione. La corrente assorbita è zero virgola un tubo. Perchè le perdite sono minime e tutta l'energia viene recuperata sul condensatore di filtro.
    Ed ecco l'effetto (si fa per dire) over-unity. Alimentiamo la seconda bobina in fase e sincronicamente con l'eccitazione. Il potenziometro al massimo della resistenza. Nulla avviene. Diminuendo il valore del potenziometro aumentiamo la corrente e notiamo che la corrente assorbita dal circuito di eccitazione cala fino a scomparire. La tensione sul condensatore di filtro sale ed abbiamo energia dal MEG a toro.

    Questo è l'effetto simulato di ciò che ci dovremmo aspettare da un MEG che funzionasse. Senza la necessità di avere bobine di uscita con rapporti di trasformazioni strani ed ulteriori perdite per accoppiamento magnetico.

    Vi è piaciuto l'esperimento? Quest'altra settima posto la foto del toroide-MEG.
    Non avevo voglia di postare questo mucchio di spazzatura ma ho cambiato idea.
    Ciao!
     
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  2. sandro-meg
     
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    Sai quante idee ho postato io....
    Che ti devo dire...il tuo pincopalla e carino.L'importante che funzioni....
    Sappici dire se hai combinato qualcosa e speriamo che almeno tuo pincopalla non scoppi....
    Buoni esperimenti
     
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  3. maurjzjo
     
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    Mi piace l'ostinazione di Sandro-meg nel voler insistere sull'effetto Aharonov-Bohm e forse credo che l'effetto Aharonov-Bohm sia un'altra nuova strada per tirare fuori energia dal meg.

    Visto che si lavora nel terreno della meccanica quantistica e visto che l'effetto Aharonov-Bohm sposta la fase dell'onda di probabilita' associata all'elettrone , un motivo del fallimento nello sfruttamento ai fini energetici dell'effetto AB potrebbe essere dovuto ad una cattiva "raccolta" dell'elettrone facendo sempre scivolare lo sperimentatore in quelle "nicchie" all'interno delle quali la funzione d'onda ha un suo minimo che misura una scarsissima probabilita' di localizzare un elettrone e quindi di energia utile.

    Ricordiamoci che l'effetto di Aharonov-Bohm ammette l'esistenza di una nuova influenza quasi come se fosse un'inedita forza sconosciuta tra enti fisici a condizione che si lavori nel terreno della meccanica quantistica ma in questo caso l'elettrone perde la propria individualita' e diventa un'onda di probabilita'.
    Se si ritorna alla meccanica classica questa "forza sconosciuta" svanisce. Credo quindi che occorra tenere conto dei massimi e dei minimi dell'onda di probabilita' rappresentante l'elettrone secondo multipli di lunghezze d'onda .

    Non riusciamo a capire pienamente il ragionamento di Bearden quando si serve dell'effetto Aharonov-Bohm perche' visualizziamo classicamente le correnti negli avvolgimenti del meg quando invece andrebbe rivisto come una macchina elettrica che lavora quantisticamente.
    Un altro possibile motivo dei vostri fallimenti pratici potrebbe risiedere nel fatto che il meg da voi costruito non trae pieno beneficio dall'effetto Aharonov-Bohm (comunque silenziosamente in azione) per il fatto che l'avete "tagliato" ossia dimensionato senza rispettare i principi della meccanica quantistica.
    Infine da alcune miei considerazioni e calcoli potrebbe esserci la possibilita' che carichi , misuratori elettrici e/o comunque circuiti esterni collegati al meg potrebbero buttare fuori il meg dalla zona quantistica ed estinguere la fruizione dell'effetto Aharonov-Bohm.

    Se quindi di vuole sfruttare l'effetto Aharonov-Bohm credo sia importantissimo dotare il circuito d'uscita di un disaccoppiamento dal carico oppure calcolare il meg includendo le caratteristiche del carico (in casi di carico permanente e fisso) al fine di non uscire fuori dalla zona di sfruttamento delle caratteristiche quantistiche del meg.


    Maury

    Edited by maurjzjo - 12/2/2005, 03:26
     
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  4. sandro-meg
     
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    Ciao Maury,
    sono contentissimo delle tue affermazioni.Ti ricordo,pero, che attualmente nessuno,nemmeno io, ha mai provato a costruire un MEG come quello descritto nel mio primo post.Quello sarebbe il primo passo per avvicinarci,quantomeno, al principio che Bearden vuole sfruttare per il MEG.Quindi,per ora, non sappiamo quello che puo accadere (anzi io suppongo di si....cioe nulla ) e questa e' una proposta per vedere di parametrizzare un po il tutto prima di rimettermi a fare le bobine e circuito.E' una strada nuova ma perfettamente coerente (almeno cosi' a me sembra) sia al brevetto che al MEG PAPER (parte teorica) che Bearden ha pubblicato.
    Tu Maury, hai le basi di fisica neccessaria? Perche' se si,allora possiamo tentare un discorso teorico su diametro dei fili per le bobine, lunghezze e giri neccessari,frequenze di lavoro etc.etc.... altrimenti provo a fare una prova x e vediamo se salta agli occhi un comportamento imprevisto.
    Ciao
     
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  5. maurjzjo
     
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    CITAZIONE

    Tu Maury, hai le basi di fisica neccessaria?


    La fisica quantistica la studiai diversi anni fa. Certo e' che non avendola piu' trattata e non dovendola applicare nel mio lavoro quotidiano , sono arrugginito. Questa sara' sicuramente un'occasione per ripassarla.

    CITAZIONE

    Perche' se si,allora possiamo tentare un discorso teorico su diametro dei fili per le bobine, lunghezze e giri neccessari,frequenze di lavoro etc.etc....


    Va bene. Incomincio con qualche spunto attigendo puramente al mio intuito prima ancora che a cio' che appresi dai libri.

    In pochi passaggi dico quanto segue :

    Fruizione dell'effetto Aharonov-Bohm ------------> Restrizione degli avvolgimenti alla meccanica quantistica ---->
    La corrente degli avvolgimenti non viene piu' considerata come un flusso di corpuscoli ma come onde di probabilita' ----------->
    Necessita' di creare nell'avvolgimento (ad esempio d'uscita) un'onda STAZIONARIA di probabilita' ----------> possibilita' di sfruttare lo shift di fase dovuto all'effetto AB ------------>
    taglio dell'avvolgimento d'uscita secondo una lunghezza multipla della lunghezza d'onda di probabilita' associata all'elettrone


    QUINDI


    1) Fissato il campo permanente Bm generato dal magnete e conoscendo il campo d'eccitazione B generato dall'attuatore si ricava l'entita' del potenziale vettore A e della relativa variazione ;

    2) dalla variazione di A ricaviamo lo shift di fase sulla funzione d'onda secondo la formula di Aharonov-Bohm (se lo shift e' inadeguato occorrera' produrre un opportuno valore di potenziale vettore affinche' lo shift sia produttivo quando avremo creato un'onda STAZIONARIA di probabilita' nell'avvolgimento d'uscita ;

    3) Sulla base del campo classico (non quantistico , tensione e corrente) indotto nell'avvolgimento d'uscita otteniamo la lunghezza d'onda della funzione d'onda che in esso staziona ed in funzione di questo valore "tagliamo" l'avvolgimento d'uscita.

    4) Disponiamo l'avvolgimento d'uscita affinche' sui morsetti sia significativo il valore della funzione d'onda di probabilita' perche' e' li che avverra' lo shift di fase e noi vogliamo massimizzare la disponibilita' d'energia in quel punto (mi pare che nei passati post avevi parlato di avvolgere un filo doppio o triplo e forse cio' e' utile per accoppiare piu' onde di probabilita')

    5) ecc.


    Corollario : i vostri fallimenti potrebbero essere dovuti ad avvolgimenti d'uscita tagliati secondo una lunghezza che non rispetta la lunghezza d'onda della funzione d'onda di probabilita' oltre all'influenza di carichi e misuratori che aumentano la lunghezza efficace di tale avvolgimento.



    Maury




     
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  6. sandro-meg
     
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    Senza che io te l'ho dicessi, stiamo convergendo le nostre idee
    CITAZIONE
    2) dalla variazione di A ricaviamo lo shift di fase sulla funzione d'onda secondo la formula di Aharonov-Bohm (se lo shift e' inadeguato occorrera' produrre un opportuno valore di potenziale vettore affinche' lo shift sia produttivo quando avremo creato un'onda STAZIONARIA di probabilita' nell'avvolgimento d'uscita ;
    3) Sulla base del campo classico (non quantistico , tensione e corrente) indotto nell'avvolgimento d'uscita otteniamo la lunghezza d'onda della funzione d'onda che in esso staziona ed in funzione di questo valore "tagliamo" l'avvolgimento d'uscita.

    Concordo con quanto hai scritto finora ma volevo fare un'appunto.
    Poiche' la frequenza nel campo classico(tensione/corrente) e' nota perche' siamo noi a far oscillare il circuito, dobbiamo fare in modo che TUTTO IL CIRCUITO D'USCITA (bobine+percorso fili fino al carico) sia di lunghezza multipla della lunghezza d'onda (frequenza utilizzata).In questo modo e come se avessimo adattato l'intero circuito e le onde risulterebbero stazionarie.Per fare cio' bisogna avere un oscillatore precisissimo e che abbia una regolazione fine (basta poco affinche ci sia una deriva che la faccia spostare riottenendo nuovamente il caos...).
    Stesso identico ragionamento deve essere fatto anche sull'onda di elettrone (come cavolo la chiamiamo,funzione d'onda ?) che anch'essa avra' una certa frequenza e che anch'essa necessita di un percorso adattato per ricreare un'onda stazionaria.
    Ora poiche' noi cerchiamo un battimento tra queste 2 onde stazionarie, dobbiamo trovare una certa lunghezza e una certa frequenza che soddisfino entrambe.Sara' poi l'effetto AB a sfasare solamente la funzione d'onda con ripercussione sul carico (una specie di battimento) mentre la parte classica continua a funzionare come normale trasformatore (ma con onde stazionarie,come principio si puo' pensare all'adattamento delle linee telefoniche/telegrafi sulle lunghe tratte (onda incidente,riflessa etc etc))
    Che dici sei d'accordo fino a qui?
    Ciao

    Edited by sandro-meg - 12/2/2005, 17:25
     
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  7. Furio57
     
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    Ciao a tutti
    Molto interessanti le Vostre ultime elucubrazioni, desidero linkare due documenti: uno molto interessante riguardo una tesi di laurea riguardo "La fisica degli stati condensati", mentre l' altra più "digeribile" per chi ha una cultura tecnica più "bassa", riguarda le onde stazionarie ed incidenti.
    Fatemi sapere cosa ne pensate.

    SPINTRONICA

    LINEE AD ALTA FREQUENZA

    Salutoni
    Furio57
     
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  8. maurjzjo
     
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    CITAZIONE

    Senza che io te l'ho dicessi, stiamo convergendo le nostre idee        


    Beh visto che sei stato l'unico sostenitore dell'effetto Aharonov-Bohm , le tue soddisfazioni le dovevi avere tanto piu' se tale effetto si rivelera' la migliore soluzione di overunity.

    CITAZIONE

    Poiche' la frequenza nel campo classico(tensione/corrente) e' nota perche' siamo noi a far oscillare il circuito, dobbiamo fare in modo che TUTTO IL CIRCUITO D'USCITA (bobine+percorso fili fino al carico) sia di lunghezza multipla della lunghezza d'onda (frequenza utilizzata).
    In questo modo e come se avessimo adattato l'intero circuito e le onde risulterebbero stazionarie.


    Non credo che secondo le spiegazioni di Bearden si vengano a creare onde stazionarie di tipo elettromagnetico nel circuito d'uscita come se fosse una linea di trasmissione o meglio ancora come se fosse un radiatore elettromagnetico (antenna). E poi se ci pensiamo le frequenze dichiarate e provate in giro sono piuttosto basse per avere onde stazionarie di tipo elettromagnetico.

    Visto che tutto il gioco si serve della relazione :

    A (potenziale vettore) <----> shift di fase (non su onde stazionarie di tipo elettromagnetico ma su onde che rappresentano l'elettrone in modo ondulatorio)

    la stazionarieta' , se necessaria , dovra' attuarsi sulla rappresentazione ondulatoria dell'elettrone che e' una funzione di probabilita' e non credo su onde elettromagnetiche.

    CITAZIONE

    Stesso identico ragionamento deve essere fatto anche sull'onda di elettrone (come cavolo la chiamiamo,funzione d'onda ?) che anch'essa avra' una certa frequenza  e che anch'essa necessita di un percorso adattato per ricreare un'onda stazionaria.


    La frequenza della funzione d'onda che rappresenta l'elettrone ondulatoriamente dipende dalla velocita' degli elettroni , dalla loro massa classica e dalle "condizioni al contorno" eventualmente necessarie sui morsetti del secondario. Inoltre ci saranno multipli di una frequenza fondamentale ossia armoniche di probabilita' e quindi livelli energetici quantizzati.


    CITAZIONE

    Ora poiche' noi cerchiamo un battimento tra queste 2 onde stazionarie, dobbiamo trovare una certa lunghezza e una certa frequenza che soddisfino entrambe.



    Non credo sia possibile creare un battimento tra due onde dalla natura cosi' diversa cioe' tra una funzione di probabilita' (l'elettrone rappresentato in maniera ondulatoria) ed una funzione elettromagnetica ma dovrei guardare meglio perche' in fondo Schrondiger scrisse le proprie famose equazioni d'onda in base all'analogia "onde elettromagnetiche"/"onde di probabilita' della materia".

    CITAZIONE

    Sara' poi l'effetto AB a sfasare solamente la funzione d'onda con ripercussione sul carico (una specie di battimento) mentre la parte classica continua a funzionare come normale trasformatore (ma con onde stazionarie,come principio si puo' pensare all'adattamento delle linee telefoniche/telegrafi sulle lunghe tratte (onda incidente,riflessa etc etc))
    Che dici sei d'accordo fino a qui?
    Ciao



    Non sono completamente convinto sulla necessita' di battimenti e stazionamenti elettromagnetici ma potrei sbagliarmi.
    Da come la vedo io e' gia' sufficiente inquadrare la funzione d'onda che rappresenta ondulatoriamente l'elettrone come un'onda stazionaria o meno compresa (non elettromagnetica ma secondo la meccanica ondulatoria) tra i morsetti d'uscita.
    Una volta determinata tale onda di probabilita' in ampiezza , frequenza , fase , ecc guardiamo al valore che tale funzione assume agli estremi (in realta' il quadrato di tale funzione corrisponde alla probabilita') . Supponendo che agli estremi usualmente ci sia una bassa probabilita' di localizzare un elettrone e quindi un campo elettrico , sara' compito dello shift di fase di Aharonov-Bohm (che influenza solo l'onda probabilistica e non l'onda elettromagnetica) opportunamente dosato a partire dal potenziale vettore, a riportare un valore di probabilita' piu' elevato e quindi maggiore eventualita' di presenza dell'elettrone sui morsetti ed energia.

    Bearden afferma che e' possibile addirittura disporre piu' avvolgimenti secondari sullo stesso nucleo in modo da attingere , grazie allo stesso shift di fase , piu' energia contemporaneamente da incorporare in un unico contributo d'uscita e senza sfasamenti tra tensione e corrente.

    Da come la vedo io dobbiamo :

    1) cercare di calcolare il valore del potenziale vettore A , la variazione voluta e il corrispondente shift di fase di Aharonov-Bohm ;
    2) cercare di sapere , almeno approssimativamente , la configurazione ondulatoria dell'elettrone nell'avvolgimento di uscita calcolando , anche in maniera imprecisa , lunghezza d'onda (non elettromagnetica) dell'elettrone ondulatorio ;
    3) sfasare sempre secondo Aharonov-Bohm per massimizzare tale elettrone ondulatorio agli estremi del secondario ;
    4) rendere il secondario quantisticamente insensibile dal carico utilizzando ad esempio due condensatori , uno posto in serie su un morsetto del secondario e l'altro posto in serie sull'altro morsetto affinche' non ci sia un'influenza sulla lunghezza dell'avvolgimento a causa di carichi/misuratori.

    Appena posso , spero di fare anche qualche disegno.

    Maury

    Edited by maurjzjo - 12/2/2005, 21:01
     
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  9. sandro-meg
     
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    Molto probabilmente hai ragione tu.E' che l'onda probabilistica (la chiamiamo cosi' allora) 'dinamica' e stata 'creata' dall'onda elettromagnetica (quella classica).Sono d'accordo che sono entita' separate, ma sono comunque collegate tra loro.Se per esempio non variassimo il potenziale vettore A ad una certa frequenza con la nostra onda elettromagnetica,anche l'effetto AB svanirebbe (avremo solamente uno sfasamento costante dovuto al magnete permanente,ma non una variazione di fase nel tempo).
    Sono anche d'accordo che le frequenze di lavoro (dai 20 ai 80 Khz) sono molto basse rispetto al calcolo dell'onda stazionaria per le onde elettromagnetiche,e' un discorso preso per i capelli ......pero' resta il fatto che si puo' ragionare su frazioni di lambda e il tutto rimane identico a come se avessimo una linea lunghissima.
    Poi rimane il discorso dei picchi di Lenz che mi rimane un po' misterioso.......si potrebbe pensare di procedere come hai suggerito tu oppure cercare di inquadrarli nel discorso dell'effetto AB.Io,sinceramente, non riesco a centrarli bene nel discorso,e ti butto una idea...
    Il picco ha una durata brevissima nel tempo.Inoltre si presenta sempre alla medesima frequenza (quella in cui noi lavoriamo).E se pensiamo che sia proprio questa che possa portare una piu' veloce variazione della fase dell'elettrone? Non so bene come inquadrarla.........tu riesci a vedere come potrebbe entrare nel discorso o sarebbe meglio lavorare come hai suggerito?
    Sono curioso di vedere che grafici e che soluzioni pensi di adottare:se vuoi ti posso fornire tutti i dati che ho a disposizione per il MEG (nucleo,magnete,etc.etc.) dimmi cosa non conosci o cosa serve,io cerchero' di fare altrettanto.

    XFurio
    Sono contento che anche te cominciano apparire piu' interessanti i discorsi.Grazie per il secondo link,fa sempre bene un riferimento a quello che si sta parlando.Per il primo lo conoscevo gia' e l'avevo segnalato un paio di post fa assieme al sensore GMR e altro link sempre riguardo alla spintronica(entrambi in italiano,ti consiglio quello del GMR).L'ho trovato anchio interessante, primo perche' e' in italiano (finalmente !!!) e,secondo, perche' spiega bene il funzionamento di molti dispositivi a effetto spin (chi vuole c'e' un sacco di matematica,ma quella io la tralascio... )

    Ciao a tutti
     
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  10. Furio57
     
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    CITAZIONE (sandro-meg @ 12/2/2005, 21:34)
    ...il primo lo conoscevo gia' e l'avevo segnalato un paio di post fa assieme al sensore GMR e altro link sempre riguardo alla spintronica(entrambi in italiano,ti consiglio quello del GMR).L'ho trovato anchio interessante,..

    Ciao a tutti
    Ciao Sandro, scusami se ho replicato il link già postato da te, ma con tutta la documentazione che hai proposto questa mi era sfuggita, comunque la frase che mi ha notevolmente colpito che si trova all' inizio del secondo capitolo, recita:

    Fino a poco tempo fa le potenzialità dello spin elettronico erano state poco considerate, e gli sforzi della scienza e della tecnologia elettronica erano tutte inquadrabili all' interno dell'ormai consolidato paradigma secondo cui: "il funzionamento di un dispositivo elettronico si basa sul trasporto della carica elettrica".
    Il sorpasso di quest'ultimo è coinciso con l'imporsi di un nuovo paradigma:
    "il funzionamento di un dispositivo elettronico si basa sulla manipolazione dello spin dell' elettrone".
    E' già emersa una nuova branca della fisica della materia condensata chiamata Spintronica, ossia elettronica del trasporto dello spin, in cui lo spin (e non la carica elettrica) gioca il ruolo principale nei meccanismi di trasporto.


    Salutoni
    Furio57

    Edited by Furio57 - 12/2/2005, 23:25
     
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  11. sandro-meg
     
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    Gia' Furio,il problema di tutto questo discorso (e' gia' da piu' di un'anno che mi leggo un po di roba) e' che e' troppo complicato per le mie misere conoscenze.Per questo ho sempre cercato qualcuno che possiede le capacita' per sviluppare anche solamente un percorso pratico e,non campato in aria come posso fare io.Speriamo che con l'aiuto di Maury e & riusciamo nell'intento.Io spero che non sia proprio tanto complicato come penso e come anche Maury (neanche farlo apposta...) e' arrivato subito a delle mie quasi identiche idee (onda stazionaria).
    Spero che sia tutto piu' semplice e che basti una bobina particolare con una frequenza particolare per riuscire ad ottenere l'effetto......spero ma.....sarebbe troppo bello.
    In fondo in meccanica quantistica l'elettrone e' un'onda ma essa puo' sempre essere vista anche parallela alla fisica classica.Quindi,non bisognerebbe dimenticare che la meccanica quantistica e' una spiegazione dei fatti e anche la corrente elettrica tradizionale puo essere spiegata con essa(logicamente si lavora meglio parlando di dimensioni infintesimali) anche se non conviene utilizzarla per tutta l'elettronica che noi abbiamo sempre utilizzato (troppo complicato).Il fatto che la funzione d'onda dell'elettrone venga modificata la fase con l'effetto AB(ho letto ma attenzione che i calcoli per me sono tabu) porta ad avere dei potenziali (vengono usate le equazioni di Schrondiger) ...ma io posso dire delle sciochezze,e' meglio lasciare il campo a Maury che sicuramente sa meglio di me.
    Dai Furio buttati anche tu nella meccanica quantistica e vaiiiii !!! Secondo me ci ricoverano in manicomio....
    Ciao

    Edited by sandro-meg - 13/2/2005, 00:44
     
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  12. Furio57
     
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    CITAZIONE (sandro-meg @ 13/2/2005, 00:43)
    ...Gia' Furio,il problema di tutto questo discorso (e' gia' da piu' di un'anno che mi leggo un po di roba) e' che e' troppo complicato per le mie misere conoscenze...

    Ciao a tutti
    Ciao Sandro tutto il discorso sicuramente è interessante, quello che mi lascia perplesso è che tutta questa nuova fisica, se non erro è posteriore all' annuncio del Meg, non vorrei mai che ci sia qualche dispositivo più adatto a funzionare con la teoria dello spin, ma che non sia il Meg.

    Salutoni
    Furio57
     
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  13. sandro-meg
     
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    No Furio lo studio della spintronica e' da piu' di una decina d'anni che esiste.Mi pare che il primo dispositivo GMR fosse fatto nel 88 ,ma sai quanto tempo di studi e prove sono state fatte prima di realizzarlo.Forse Bearden ha preso spunto da questa nuova branchia per confondere e lasciare un'alone di mistero al suo dispositivo.Inoltre devi pensare che la meccanica quantistica e nata nella prima meta' del 1900.
    Un bel riassuntino della meccanica quantistica la potete trovare su questo sito:SINTESI MECCANICA QUANTISTICA (IN ITALIANO) molto semplice,tanto per capire di che morte morire...
    Altro bella spiegazione dell'elettrone
    E infine spiegazione della conduzione della corrente in un conduttore:1. Elettroni nei metalli e legge di conduzione elettrica
    e 1. Struttura della materia solida
    e Corrente elettrica e vettore densit. di corrente
    L’equazione di Schr¨odinger -matematica
    VERSO L’EQUAZIONE DI SCHRODINGER --anche descritivo

    .....vi ho ucciso?

    Ciao e notte

    Edited by sandro-meg - 13/2/2005, 12:03
     
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  14. sandro-meg
     
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    Ciao
    ho fatto un po di calcoli e la lambda e' troppo piccola per essere presa in considerazione per il discorso che pensavamo.D'altronde c'e'la potevamo aspettare........essendo un effetto quantistico la lunghezza d'onda e' proporzionale all'energia dell'elettrone e,anche variando notevolmente il campo elettrico (tensione d'uscita) e lunghezza dell'anello,i valori sono a livelli dei Amstrong.
    Aspetto i tuoi valori Maury,ma penso proprio che dobbiamo cambiare strategia.....
    Ciao
     
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  15. maurjzjo
     
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    Ciao Sandro,

    forse hai applicato la semplice formula di De-Broglie (h/p = lunghezza d'onda) ma se te ne servi per particelle generiche e non confinate otterrai lunghezze d'onda atomiche.

    Nel nostro caso occorre applicare le considerazioni di Schroedinger il quale scrivendo la propria equazione d'onda della materia ha determinato la meccanica ondulatoria di particelle sottoposte a potenziali.

    I tuoi calcoli si riferiscono sicuramente ad una particella non vincolata e non soggetta ad alcun potenziale ma non appena applichi le equazioni di Schroedinger ad una particella soggetta a campi come nel conduttore , la lunghezza d'onda muta.

    Ti faccio un esempio :

    Un elettrone confinato in un atomo e sotto al potenziale centrale ha approssimativamente una massa di circa 10 elevato alla -27 (ordine di grandezza) ed una lunghezza d'onda di 10 elevato alla -8 centimetri.

    Invece una particella (ad esempio un atomo) confinata in una scatola di diversi centimetri e soggetta a potenziale ha approssimativamente una massa di circa 10 elevato alla -23 (ordine di grandezza) ed una lunghezza d'onda di 10 cm !!!

    Nei due casi la spaziatura tra i livelli energetici e' rispettivamente 100 e 10 elevato alla -9.

    Nel conduttore costituente le bobine esistono vari potenziali :

    1) il potenziale periodico generato dalla presenza periodica dei nuclei ;
    2) il potenziale variabile lungo tutta la lunghezza del conduttore e generato nei momenti in cui si ha autoinduzione.
    3) ecc.

    Tali potenziali influiscono sulla funzione d'onda dell'elettrone che oltretutto non e' singolo.

    Maury


     
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