quando il giornalista imbelle-2

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  1. Lolio
     
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    CITAZIONE (francobattaglia @ 25/11/2005, 11:51)

    3. Può aumentare quel 2%? La fisica della radiazione solare e le modalità nostre di usare l’energia ci dicono che la risposta è NO. A questo proposito, rispondo a LOLLO che si è voluto «togliere un sassolino dalla scarpa» e che si è «spaccato la testa all’esame di biochimica» per concludere che non è vero che la fotosintesi è un processo inefficiente. Ebbene: assumendo che sia vero (e vero non è) quel che dice lui stesso, e cioè che il raccolto annuo di un ettaro coltivato a pioppo sia equivalente a 7000 litri di gasolio, questo significa un’energia pari a 7000x40 MJ; diciamo, approssimando in eccesso (perché mi fa comodo per fare i calcoli a mente), 300.000 MJ/ha. Or bene, la potenza media annua dal sole sulla superficie della Terra, alle nostre latitudini è di 2 MW/ha, equivalenti a 2x30milioni=60.000.000 di MJ/ha (30 milioni sono i secondi in un anno: sarebbero un po’ di più, ma è l’unico modo per imparare a fare i calcoli a mente). Qual è l’efficienza della fotosintesi? È: 300.000/60.000.000=0.005, cioè 0.5%! Domanda al signor LOLLO e a tutti voi: chi è disposto a sostenere che la fotosintesi è un processo efficiente? Nessuno è disposto a sostenerlo per il FV, che voi stessi mi dite essere del 15%.

    4. Nel mio articolo ho scritto che la potenza dalla biomassa è di 0.5 W/mq, contro una potenza solare annua media di 200 W/mq, quindi ho considerato un’efficienza che è la metà di quella appena calcolata coi dati forniti da LOLLO nel suo primo intervento. Ma in un suo secondo intervento, egli dichiara che da un ettaro si ottengono in un anno 10.000 kg di mais secco. In termini energetici significa 10.000x15 MJ=150.000 MJ, che è esattamente la metà del calcolo sui pioppi e quindi porta all’efficienza coincidente con quella da me dichiarata.


    Non contesto la critica riguardo all'efficienza di trasformazione solare delle piante, ma vorrei fare alcune considerazioni. La valutazione dell'efficienza fotosintetica fatta dal professor Battaglia riguarda il complesso delle trasformazioni di energia dalla luce alla biomassa. Occorre considerare che la produzione di biomassa non deriva immediatamente dal processo di sfruttamento dell'energia luminosa in energia ellettrochimica (prima fase della fotosintesi). I processi chimici successivi portano all'utilizzo dell'energia per la sintesi di glucosio, ma anche di tutte le altre molecole organiche necessarie alla pianta (sintesi degli acidi grassi, delle proteine, polimerizzazione del glucosio in amido e cellulosa, ecc.). Inoltre una gran parte dell'energia ricavata tramite la fotosintesi viene in seguito bruciata (più propriamente "respirata") e dunque sfruttata dalla pianta stessa. Quando noi andiamo a raccogliere la biomassa portiamo a casa solo una piccola parte dell'energia ottenuta dalla pianta tramite la fotosintesi. Francamente non so dire quale sia l'efficienza percentuale di trasformazione dell'energia elettromagnetica (luce) in energia elettrochimica, ovvero quanta luce viene utilizzata per far funzionare la catena di trasporto degli elettroni nella fase luminosa della fotosintesi. Ma si tratta di un dato in effetti non utile per noi che vogliamo ricavare energia dalla biomassa. Quello che conta è sapere se è conveniente coltivare piante e sfruttarle per ricavarne energia. A me sembra che sia conveniente, e non solo perché oggi vi sono i certificati verdi, tanto è vero che questa forma di energia è molto diffusa nel mondo e anche in Italia sono sorte centrali di questo tipo prima dell'introduzione dei certificati verdi o di altri incentivi. Lo sfruttamento di questa forma di energia è in aumento. Non voglio certo affermare che si possa sostituire tutto il petrolio con biomasse, ma perché non sfruttare quanto è possibile?
    Occorre tenere conto anche di altri aspetti: oggi si discute della riduzione del sostegno finaziario all'agricoltura. Gli agricoltori sono costretti a lasciare a riposo per legge circa il 10% delle superfici a seminativo per via delle eccedenze di produzione e il bilancio comunitario è impegnato per circa il 40% nelle varie forme di sostegno al reddito dell'agricoltore. A mio avviso è chiaro che dare un nuovo sbocco di mercato al prodotto agricolo può essere, in un'ottica di riduzione delle eccedenze e di effettiva migliore giustificabilità del sostegno economico all'agricoltura, una opportunità da non perdere (e in effetti questo processo è già in atto). Ma questo attiene alle scelte politiche e ognuno di noi può condividerle o meno, e anche Battaglia non ha nascosto le sue.
    Tornando brevemente all'energia ricavabile da un ettaro di coltivazione di pioppo a ciclo annuale, non ho compreso il motivo per cui Battaglia contesta l'energia ricavabile. Il mio calcolo è molto approssimativo, d'accordo, ma le distanze tra il mio calcolo e il suo sono enormi. In altre parole la mia domanda è perché secondo lui con 40 t di biomassa umida, o 20 t di sostanza secca, deducendo poi l'energia spesa nella produzione (avevo calcolato per eccesso un 10-15%), potrei ricavare soltanto 200-400 kWh, che è l'energia consumata annualmente da un frigorifero? Naturalmente posso aver sbagliato qualcosa, ma rispondetemi nel merito.
     
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91 replies since 25/11/2005, 11:51   2981 views
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