la verità su CHERNOBYL

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. senza futuro
     
    .

    User deleted


    Leggete questo articolo e' un po' lungo...ma fatevi una opinione... se cio' che e' scritto corrisponde alla realta'
    o alla visione della realta'.

    Chernobyl: 20 anni dopo

    Mancano pochi giorni, il 26 aprile prossimo cadrà il ventesimo anniversario dell'incidente di Chernobyl.
    Prepariamoci: fatta eccezione per qualche (rarissimo) giornalista che prende sul serio il proprio mestiere, dovremo sciropparci la annuale dose di disinformazione e di proclami ecologisti.
    E, vista l'occasione, in edizione speciale.
    Per cercare di porre argine alla alluvione di scemenze e mezze verità (cioè bugie) che ci verranno propinate, cominceremo esponendo i fatti; discuteremo poi, via via il tema dell'esposizione della popolazione alle radiazioni e i dati sul numero delle vittime, aspetto riguardo al quale in questi ultimi anni si è sentito veramente di tutto.
    Chi ha parlato di decine, chi di centinaia di migliaia di morti.
    In realtà, le valutazioni più recenti, ridimensionano drasticamente le stime catastrofistiche circolate e al contempo rivelano aspetti inizialmente non messi a fuoco.
    Nel 2003 infatti, l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA), l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la FAO, la Banca Mondiale e i governi di Bielorussia, Russia e Ucraina hanno istituito un gruppo di studio e ricerca, denominato «Chernobyl Forum», con l'obiettivo di tracciare un bilancio globale basato su dati (e non su stime, come prevalentemente era avvenuto in passato).
    I risultati, presentati alcuni mesi or sono in vista del ventennale, indicano in 58 (cinquantotto!) il numero di decessi attribuibili all'incidente e alla successiva esposizione del pubblico. (1)



    Il reattore dell'unità 4 di Chernobyl era del tipo RBMK-1000 (2) (moderato a grafite e raffreddato ad acqua bollente entro canali verticali, modello derivato dalla tecnologia della prima centrale sovietica), come quelli delle altre 3 unità della centrale.
    Altri 2 RBMK-1000 erano in costruzione sullo stesso sito al momento dell'incidente.
    Questo tipo di reattori è da sempre considerato pericoloso in Occidente (evidentemente non in Unione Sovietica, unico ambito in cui vennero costruiti), innanzitutto poiché, per la fisica del sistema, esiste un ambito operativo (bassa potenza) entro il quale il reattore è intrinsecamente instabile, può cioè dar luogo ad un subitaneo e vertiginoso aumento di potenza, non voluto e difficilmente controllabile (esattamente quello che avvenne).
    A questo aspetto, già di per sè fortemente criticabile, si aggiunge uno specifico difetto di progettazione delle barre di controllo: l'inserimento di queste, che, in caso di emergenza, dovrebbe avere la funzione di «spegnere» il reattore, in un RBMK può risultare in un primo tempo addirittura controproducente.
    Nella notte fra il 25 e il 26 aprile del 1986, un manipolo di tecnici non a conoscenza delle caratteristiche di progetto del reattore (cosa pazzesca), capitanati da un direttore non meno ignorante dei suoi sottoposti (non era nemmeno un ingegnere nucleare) (3) era intento a predisporre e ad attuare un esperimento sul funzionamento del sistema di refrigerazione in condizioni di emergenza.



    Una condotta grettamente «burocratica» quanto agli aspetti della sicurezza, una serie di inaccettabili errori (il più vistoso fu la decisione di proseguire le attività sperimentali nonostante la potenza del reattore fosse scesa nella zona di instabilità) e di clamorose violazioni delle procedure di sicurezza (fra cui l'esclusione di sistemi di protezione che avrebbero dovuto tassativamente rimanere attivi), ebbe come esito una paurosa escursione di potenza che raggiunse fulmineamente un valore pari a ben 100 volte il valore nominale.
    L'enorme aumento di temperatura portò ad una serie di esplosioni successive (4) che ebbero come effetto prima un'irrimediabile compromissione dei sistemi di spegnimento di emergenza e quindi la distruzione del reattore.
    Nell'esplosione morirono sul colpo due degli operatori presenti.
    Si può ben dire che più che una tragedia dell'industria elettronucleare, si sia trattato di un disastro del comunismo.
    A ulteriore riprova, basterà segnalare il fatto che qualche tempo prima in un impianto simile funzionante presso San Pietroburgo (Leningrado, per i nostalgici puntigliosi) si erano verificate condizioni di divergenza potenziali analoghe: fortunatamente in questo caso erano entrati regolarmente in funzione i sistemi di spegnimento di emergenza.
    In un sistema politico industriale sano, logica avrebbe voluto (e vuole effettivamente in Occidente) che un tempestivo scambio di informazioni portasse a conoscenza dei colleghi di altre realtà analoghe i potenziali rischi, onde responsabilizzare in modo critico e informato il personale.



    Ma tutto ciò - che, lo ripetiamo, sarebbe la norma - non avvenne: nella paranoia della segretezza; il fatto venne tenuto completamente all'oscuro non solo del pubblico ma addirittura degli esperti.
    La mancanza di un sistema di contenimento a tenuta (aspetto viceversa presente in tutte le realtà occidentali), altra gravissima mancanza degli impianti di concezione sovietica, permise il peggio (altrimenti evitabile, o almeno drasticamente ridimensionabile): cioè la dispersione nell'ambiente di tonnellate di materiale altamente radioattivo.
    Il contatto tra l'aria e la grafite incandescente permise l'ulteriore complicazione di un violentissimo incendio che richiese ben 10 giorni di lavoro per essere domato e che fu responsabile della nube radioattiva che, oltre a Ucraina, Russia e Bielorussia, raggiunse poi anche l'Europa occidentale.
    I sistemi di monitoraggio della centrale (progettati per condizioni di funzionamento ordinario) erano del tutto inadeguati per la gravissima situazione incidentale determinatasi.
    Il personale, sottostimando pesantemente la radioattività rimase sul posto e con impegno encomiabile fece quanto possibile per stabilizzare il reattore (o meglio quel che ne restava) e collaborò con i pompieri sopraggiunti allo spegnimento dell'incendio, tutti rimanendo esposti a dosi terrificanti di radiazioni.
    A 134 di questi circa 1000 inizialmente coinvolti venne diagnosticata la Sindrome Acuta da Radiazioni: di questi 28 morirono nelle settimane e nei mesi successivi, altri 19 fra il 1987 e il 2004.



    Tutti i residenti entro un raggio di 30 chilometri dall'impianto (135.000 persone) vennero evacuati, in primis dall'insediamento di Pripiat (50.000 abitanti), costruito in prossimità della centrale proprio per il personale, quindi dalla città di Chernobyl distante circa 15 chilometri.
    Nel lasso temporale fra l'incidente e l'evacuazione, tuttavia, le persone rimasero esposte alla contaminazione ambientale (soprattutto dagli isotopi dello iodio e del cesio, fortemente volatili), ricevendo una dose valutata mediamente nell'ordine di 10 mSv (milliSievert = 1/1000 di Sievert).
    Tenuto conto che la dose annua da radioattività naturale (5) è valutabile mediamente in 2 mSv, ciò significa che la popolazione coinvolta, ricevette in pochi giorni la dose che in condizioni normali riceve in circa 5 anni.
    Il contributo più significativo venne dall'ingestione di iodio-131 finito nella catena alimentare e assorbito dall'organismo (è ben noto il ruolo dello iodio nel metabolismo tiroideo).
    La popolazione infatti non ebbe per alcuni giorni accesso a risorse alimentari esenti da contaminazioni.
    Non vi è dubbio che l'incidenza, avutasi negli ultimi anni, di forme tumorali alla tiroide (che, grazie a Dio, hanno raggiunto un tasso di guarigione elevatissimo, superiore al 90 %, in Bielorussia addirittura vicino al 99 %, grazie anche alla… radioterapia), sia fortemente addebitabile alla radicale disorganizzazione che si ebbe negli interventi sulla popolazione. (6)
    L'Unione Sovietica - non dobbiamo dimenticarlo - era in quegli anni sull'orlo del collasso.



    A ridosso della «zona di esclusione», in ambiti territoriali comunque fortemente inquinati dalla ricaduta delle ceneri radioattive, rimasero nelle loro abitazioni 270.000 abitanti: nei territori più colpiti si arrivò a dosi individuali di 50 mSv.
    A oggi, le vittime sono nove: otto giovani bielorussi e uno russo.
    Come tutti i colpiti dalla forma tumorale, erano bambini all'epoca dell'incidente; per quanto riguarda invece la popolazione adulta fortunatamente non si è osservata alcuna variazione di incidenza.
    L'eredità materiale attualmente più pesante è data da circa 780.000 ettari di terreno e 700.000 di foresta inutilizzabili per il livello di contaminazione (soprattutto in Bielorussia, che si ritrova quasi un quarto del territorio coinvolto).
    Le tecnologie per il recupero esistono ma sono costose e quindi improponibili per realtà già fortemente gravate da pesantissimi oneri per la sanità (monitoraggio e terapie) e lo Stato sociale (aiuti materiali per far fronte alla povertà nella quale sono precipitate decine di migliaia di persone sradicate dalle proprie case e private dei mezzi di sussistenza).
    L'eredità psicologica è forse ancor più pesante: le popolazioni colpite vivono in uno stato di prostrazione mentale allarmante.
    Una prospettiva di futuro fortemente compromessa dallo sfacelo dell'«economia» sovietica oltre che dalle conseguenze dell'incidente, portano l'incidenza di ansia e depressione e di comportamenti a rischio (soprattutto alcolismo) a livelli tre volte maggiori rispetto alla media generale.



    Ci si sente più vittime che sopravvissuti.
    Dal 1986 la natalità è in declino e la vita media in calo.
    Queste sono le vere emergenze, non il numero dei decessi imputabili all'esposizione alla radioattività, aspetto quest'ultimo sul quale tanto insistono (spesso letteralmente «dando i numeri») i mass-media.
    E si tratta di emergenze che trovano le proprie radici e ragioni di stallo in eredità che vanno oltre l'incidente di Chernobyl.
    All'evacuazione, seguì il lavoro «epico» dei «liquidatori»: per sigillare il reattore entro il famigerato «sarcofago», fra il 1986 e il 1987 il governo inviò a Chernobyl 200.000 uomini (soprattutto militari di leva).
    Alternandosi in turni di poche settimane, lavorarono in un ambiente fortemente contaminato, ricevendo all'incirca 100 mSv.
    Per i tre anni successivi altri 400.000 uomini proseguirono nelle attività di bonifica.
    Fra i liquidatori si è cominciato effettivamente a rilevare in questi ultimi anni un incremento dei casi di leucemia (il periodo di latenza è dell'ordine dei 10-15 anni).
    Gli studi epidemiologici sulla popolazione (liquidatori esclusi), sottoposta da anni ad uno screening sistematico, per ora non hanno evidenziato variazioni significative imputabili all'incidente, a parte i già citati tumori alla tiroide.
    Tenuto conto del periodo di latenza, è possibile - anzi probabile - che nei prossimi decenni possano insorgere patologie oncologiche nella popolazione.



    Sarà comunque ben difficile avere indicazioni precise a riguardo.
    Bisogna tener conto infatti di due circostanze: innanzitutto non vi sono forme tumorali specificatamente indotte da radiazione (una leucemia che ha come causa l'esposizione a basse dosi di radioattività è indistinguibile dalla stessa leucemia che abbia altre cause) e ciò implica che al più si può rilevare una variazione nel tasso di incidenza, ammesso che sia sufficientemente significativo.
    In secondo luogo occorre tener presente che tali rilevazioni avverrebbero su di una popolazione che ha vissuto e continuerà a vivere per anni in condizioni di cronico detrimento delle condizioni socio-economiche: aumentando i fattori di rischio (ad esempio un forte consumo di alcolici e di tabacco, cosa che effettivamente avviene) e quindi l'incidenza di malattie, è chiaro che operare una chiara discriminazione fra le cause (o con-cause), per individuare il contributo specifico da radioesposizione, diventa oltremodo problematico, se non impossibile.
    Probabilmente non si perverrà mai a risultati dotati di adeguata evidenza scientifica.
    Il Chernobyl Forum stima in circa 9.000 i morti che complessivamente dovremo contare nei decenni a venire (tra liquidatori, evacuati dalla zona di esclusione e abitanti delle zone esterne ad essa: tra questi i sei milioni di persone che vivono in aree meno contaminate della Bielorussia).
    In conclusione speriamo di essere stati, pur nella sinteticità di quanto esposto, sufficientemente chiari: l'incidente di Chernobyl è avvenuto in un contesto tecnologico, procedurale e socio-politico assolutamente non comparabile già con quello coevo occidentale, figuriamoci con quello odierno.
    Il reattore era di un tipo decisamente pericoloso, il personale alla cui gestione era affidato era inesperto e all'oscuro di basilari problematiche di gestione (e ciò soprattutto per gravi responsabilità del «sistema» sovietico), le strumentazioni per la valutazione di situazioni incidentali erano del tutto insufficienti (il che dimostra un approccio alla sicurezza follemente lacunoso), l'assenza di un benché minimo sistema di contenimento denotava un'incredibile superficialità nella valutazione del rischio (già rilevante, vista la tipologia di reattore) e soprattutto delle potenziali conseguenze, l'informazione data alle popolazioni e agli amministratori locali
    fu (in perfetto stile sovietico) inaccettabilmente lacunosa, parziale e tardiva.



    Nulla di tutto ciò è immaginabile in Occidente.
    Ciò ribadito, dovrebbe risultare chiaro come il sole che indicare in Chernobyl un argomento decisivo contro il nucleare civile, evocarne la tragedia come uno scenario ripetibile, magari vicino a casa nostra, è di una disonestà inaccettabile.
    Chernobyl viene presentato dai rosso-verdi come «l'inizio della fine» del nucleare (7) in realtà - si può dire argomentatamente - è stato l'inizio della fine del sistema sovietico, per decenni magnificato da questi signori come il paradiso in terra.
    Si possono dunque facilmente intuire le ragioni soggiacenti al tentativo di distogliere l'attenzione dalla verità, facendo del nucleare civile tout court un capro espiatorio.
    Ci sia permesso un rilievo finale.
    Le condizioni delle popolazioni che, oltre al peso delle conseguenze generali di un regime inumano, devono pure sopportare quelle particolari del disastro di Chernobyl («degna» eredità di quel sistema delirante), sono tristi e penose.
    Una cifra come quella sopra indicata (circa 10.000 morti) può apparire angosciosa, certo.
    Ed è giustamente evidenziata; ma più spesso subdolamente enfatizzata.



    La si confronti infatti con il numero di vittime che in condizioni ordinarie - ripetiamo, ordinarie, non eccezionali come fu per l'incidente di Chernobyl - miete ad esempio l'industria del carbone che in Cina alimenta la produzione di energia elettrica in misura rilevantissima: 6.000 morti all'anno (!!!) secondo dati ufficiali del governo cinese (tutto si può dire tranne che siano sottostimati: fonti indipendenti parlano addirittura di 20.000 morti all'anno).
    Chi demonizza le centrali nucleari è disonesto due volte: da un lato attribuisce (con una criminale disinformazione) al settore nucleare una pericolosità che non esiste, dall'altro nasconde i costi (anche umani) ben maggiori delle altre fonti.
    Per non parlare delle problematiche specifiche della realtà italiana (sulla quale speriamo di tornare in un prossimo articolo).
    E' utopia sperare che questi signori recuperino un barlume di onestà intellettuale e politica?
    Noi temiamo lo sia.



    Effedieffe edizioni




    --------------------------------------------------------------------------------


    Note
    1) Le stime, soprattutto quelle circolate negli anni immediatamente successivi alla tragedia, indicavano, come accennato, cifre enormemente superiori. E' comprensibile quindi lo sconcerto che il grande pubblico può provare di fronte a questo risultato. La ragione principale della discrepanza tra stime e rivelazioni è da molti individuata nella frettolosa ed acritica applicazione, avvenuta in passato, di un modello per la stima delle conseguenze di esposizione a radiazioni ionizzanti (la cosiddetta «teoria lineare della soglia») concepito originariamente con finalità radioprotezionistiche relativamente al campo medico ed industriale, oltremodo cautelative, e quindi del tutto impropriamente applicabile alla valutazione di conseguenze di incidenti su vasta scala.
    Le nostre conoscenze degli effetti probabilistici delle dosi di radiazione piccole e medio-piccole (i dati di esposizione delle popolazioni interessate dalle conseguenze di Chernobyl si collocano prevalentemente in questo ambito) sono molto limitate e richiederanno ancora molti decenni per pervenire ad una sicura sistematizzazione, se mai ci si arriverà: quello che certamente possiamo affermare è che allo stato attuale le valutazioni sono molto cautelative (sovrastimano il rischio) probabilmente in misura ingiustificata.
    2) Attualmente sono ancora in funzione 12 impianti che impiegano la tecnologia RBMK: tranne uno in Lituania, si trovano tutti nella Federazione Russa. Questo non significa - speriamo di rassicurare i lettori - che un'altra Chernobyl sia in agguato: la lezione è stata talmente drammatica che gli errori umani che portarono alla tragedia sono oggi ragionevolmente improponibili. Nondimeno si tratta di una tecnologia superata: esiste un impegno (soprattutto finanziario) a livello internazionale per la sua eliminazione. Certo non si può chiedere di spegnere dall'oggi al domani le centrali dotate di RBMK senza fornire un'alternativa ad esse, soprattutto tenuto conto del fatto che si trovano in contesti economici fortemente compromessi.
    3) Sembra incredibile, ma le cose stavano proprio in questi termini: in Unione Sovietica, alla direzione di impianti industriali prestigiosi (e le centrali nucleari rientravano certamente nel novero di questi) non infrequentemente venivano nominati «fedeli» funzionari di partito, mettendo talvolta in secondo piano le considerazioni riguardo alla competenza: il direttore V.P. Bryukhanov aveva esperienza nell'ambito di impianti a carbone; il suo ingegnere capo Nikolai Fomin proveniva da impianti di elettroproduzione convenzionali (cioè non nucleari). Fra gli operatori coinvolti nelle manovre, Anatoliy Dyatlov, sostituto ingegnere capo dei reattori 3 e 4, per sua stessa ammissione, possedeva «soltanto una modesta esperienza e con reattori di piccola potenza», e comunque di concezione essenzialmente diversa dagli RBMK. Nel corso delle inchieste che seguirono al disastro, Dyatlov sostenne che l'intero staff fosse all'oscuro delle problematiche di instabilità del reattore (cosa credibile, purtroppo): del personale inesperto - fatto gravissimo - ignorava che l'RBMK è pericoloso a bassa potenza (aspetto in effetti controintuitivo).
    4) Sembra decisamente opportuno precisare, a scanso di equivoci, (spesso alimentati da voluta disinformazione) che queste esplosioni non sono «esplosioni atomiche» (cioè simili a quelle che avvengono in un ordigno nucleare):in parole povere nessun reattore nucleare, neppure l'RBMK, è anche lontanamente paragonabile ad una bomba atomica e ciò nemmeno in condizioni di funzionamento anomalo o incidentale. I reattori refrigerati ad acqua sono in qualche modo simili a delle pentole a pressione: se la temperatura sale oltre certi limiti e non esistono possibilità di sfiato, la pressione aumenta fino al punto in cui la pentola scoppia.
    5) Questo è un aspetto spesso ignorato dal grande pubblico o comunque poco chiaro: la radioattività, o più in generale l'esposizione alla radiazioni ionizzanti, ben prima che derivare da attività umane, è in realtà un fatto assolutamente naturale, esiste da sempre e sempre esisterà. Oltre alla radiazione cosmica e cosmogenica, il contributo maggiore viene dai radionuclidi cosiddetti primordiali, presenti ovunque: uranio e discendenti della sua catena di decadimento, torio; merita poi speciale menzione il potassio-40. Sì, avete letto bene: il potassio, tanto importante per la dieta, ha un isotopo naturalmente radioattivo (emette radiazioni gamma fortemente energetiche). Se qualcuno ha paura delle radiazioni, quando al supermercato vede le banane, dovrebbe tenersi a qualche decina di metri di distanza…
    L'irradiazione da nuclidi primordiali può presentare forti disparità da luogo a luogo: esistono regioni «abitate» dell'India (Kerala) e del Brasile (Guarapari) dove si raggiungono rispettivamente i valori di 35 e 790mSv/anno, ma anche senza andare tanto lontano , esistono in Italia non poche zone con fondo naturale significativo, Ad Orvieto, per esempio, la dose è pari a 5 mSv/anno (più alta della media nazionale). Due anni ad Orvieto è quasi come trovarsi a Chernobyl nei giorni dell'incidente… I due esempi illustrati (ma se ne potrebbero fare decine) dovrebbero bastare a capire che l'Italia è purtroppo vittima da anni di intenzionale disinformazione e di psicosi irrazionali ed isteriche:avere paura della radioattività (a parte quando le dosi sono massicce) è come avere paura della luce del sole!
    6) In un contesto di disinformazione a tutti i livelli (Radio Mosca - si ricorderà - diede notizia del disastro solo il 28 aprile, quando ormai non lo si poteva più nascondere… all'estero) gli abitanti di Pripiat e di Chernobyl lasciarono le loro abitazioni nella generalizzata convinzione di farvi ritorno entro pochi giorni. E' quindi comprensibile come il livello di precauzione e il rispetto dei divieti pur emanati dalle autorità siano stati insufficienti.
    7) Affermazione decisamente falsa: le attuali prospettive vedono un deciso impegno di molti Paesi (India e Cina in testa) per un ampliamento formidabile del parco nucleare e per l'approntamento di reattori cosiddetti di quarta generazione, che assicureranno l'economicità e la sicurezza di approvvigionamento energetico per decine di migliaia di anni (sì, avete letto bene) a venire. Perché la «serietà del governo» se ne accorga, è necessario interrogare le sfere occulte? Basterebbe molto meno: non essere degli opportunisti.

    http://www.effedieffe.com/interventizeta.p...rametro=scienze



     
    .
  2. Andrea Rampado
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (senza futuro @ 18/4/2006, 22:20)
    Tutti i residenti entro un raggio di 30 chilometri dall'impianto (135.000 persone) vennero evacuati, in primis dall'insediamento di Pripiat (50.000 abitanti), costruito in prossimità della centrale proprio per il personale, quindi dalla città di Chernobyl distante circa 15 chilometri.
    Nel lasso temporale fra l'incidente e l'evacuazione, tuttavia, le persone rimasero esposte alla contaminazione ambientale (soprattutto dagli isotopi dello iodio e del cesio, fortemente volatili), ricevendo una dose valutata mediamente nell'ordine di 10 mSv (milliSievert = 1/1000 di Sievert).
    Tenuto conto che la dose annua da radioattività naturale (5) è valutabile mediamente in 2 mSv, ciò significa che la popolazione coinvolta, ricevette in pochi giorni la dose che in condizioni normali riceve in circa 5 anni.
    Il contributo più significativo venne dall'ingestione di iodio-131 finito nella catena alimentare e assorbito dall'organismo (è ben noto il ruolo dello iodio nel metabolismo tiroideo).

    Dopo 5 minuti di ricerche un dato dell'ENEA:
    ********************************************************************************************************************
    Il principale effetto tardivo che ci si poteva attendere a fronte dell'esposizione a radiazioni ionizzanti a seguito del rilascio è l'aumento dell'induzione di alcuni tipi di tumori. Diversi studi sono stati condotti allo scopo di individuare queste patologie in alcuni dei gruppi evacuati (per un totale di 115.000-130.000 persone, di cui 49.000 dalla città di Prypiat) dalla zona circostante la centrale (circa 30 km di raggio) e di quelli che hanno continuato a vivere in zone (soprattutto rurali) abbastanza contaminate (da circa 270.000 ad oltre 800.000 persone, a seconda della definizione, nelle tre repubbliche; oltre agli evacuati, altre 160.000 sono state risistemate altrove o hanno comunque abbandonato la zona).

    Gli individui evacuati sono stati esposti soprattutto all'irraggiamento interno dovuto all'inalazione degli isotopi radioattivi dello iodio (principalmente 131I) ed all'irraggiamento esterno dovuto alla radioattività depositata nel terreno. Per la prima componente, le dosi medie alla tiroide sono state stimate in oltre 1 Sv per i bambini sotto i 3 anni di età e da 300 a 70 mSv per i rimanenti gruppi di età. Nel complesso, si valuta che la popolazione che è stata evacuata abbia ricevuto dosi variabili tra 30 e 500 mSv con un valore medio di circa 120 mSv; tale valore è stato in parte ridimensionato nella recente Conferenza di Vienna (EC/IAEA/WHO, 1996).

    Nel caso degli individui (non evacuati) abitanti zone ad alta contaminazione (>555 kBq/ o, secondo le le unità precedentemente in uso, >15 Ci/km2), le dosi medie alla tiroide, dovute soprattutto all'ingestione di latte bovino contaminato, sono state in alcuni casi (ad esempio, Gomel in Belarus) dello stesso ordine di grandezza di quelle degli individui evacuati o comunque relativamente alte (30-40 mSv); le dosi medie dovute al cesio (soprattutto 137Cs) risultano di 40 mSv (con una distribuzione da 5 a 250 mSv), tenendo conto delle contromisure a carattere alimentare. Queste dosi sembrano essere state più alte in alcune zone ove non sono state applicate le contromisure (ad esempio, Rovno in Ucraina). E' da tener presente che il limite massimo della dose individuale (per l'intera durata della vita) stabilito nel 1988 dalle autorità sanitarie sovietiche è di 35 mSv.

    Per quel che riguarda le popolazioni più in generale, stime di dose collettiva sono state calcolate, oltre che da vari studiosi (e.g., Anspaugh et al., 1988), anche dall'UNSCEAR (1988; vedi anche Bennet, 1996), sulla base delle misure di deposizione e di modelli di trasferimento. La dose collettiva efficace impegnata dall'incidente di Chernobyl per la popolazione totale dell'intero pianeta (di fatto il solo emisfero nord) è stimata in 600.000 Sv-persona. Tale dose collettiva è distribuita per il 53% alle popolazioni dell'Europa (escluse le regioni europee dell'ex URSS) e per il 36% all'ex URSS (nella sua interezza). E' da tener presente però che, essendo la popolazione europea quasi il doppio di quella ex sovietica, gli individui componenti di quest'ultima sono in media stati esposti a dosi più alte.
    ********************************************************************************************************************

    http://www.fisicamente.net/index-501.htm da http://wwwamb.casaccia.enea.it/pubblicazioni/Chernobyl.doc

    Piccolo commento

    Chiedete a chi ha fatto il volontario, chiedete a chi è partito dall'Italia ed è stato li per i bambini di Chernobyl, forse un po tutti danno i numeri.....dopo che sono stati li ovviamente, chi non c'è stato può solo stimare o riportare copiando i dati scritti da altri...

    Che le centrali di ultima generazione siano sicure e progettate contro ogni possibile rischio è vero, ma l'uomo di ultima generazione è stato progettato in egual modo???

    Andrea Rampado

    Edited by Andrea Rampado - 18/4/2006, 23:19
     
    .
  3. BrightingEyes
     
    .

    User deleted


    Che su Chernobyl si giochino tante partite è ormai chiarissimo. Sicuramente ci sono forti spinte, comprensibilissime, dalle popolazioni locali per ottenere attraverso la solidarietà internazionale qualche aiuto supplementare. Lo trovo anche giusto e l'opera sicuramente meritoria di molte organizzazioni umanitarie male non fa di sicuro.

    La corsa del petrolio, con il vento antinucleare che anche in Italia minaccia di girare spiegano invece la formidabile campagna di stampa che con la scusa di ricordare la tragedia cerca di rinfocolare la paura antinuke che tanto aiuto ha dato 20 anni fa.
    Esemplare a questo riguardo il servizio di primo piano di qualche giorno fa che, in purissimo stile Rete4 del buon Emilio, tanto criticato ma evidentemente nascostamente ammirato, ha una volta ancora strumentalizzato la tragedia della centrale e quella della povertà attuale per instillare nelle persone il terrore radioattivo. In nessun punto del servizio si fa alcun accenno alle cifre accertate dalle commissioni internazionali (e a che pro? Sono evidentemente al soldo di USA, Israele, il Berlusca o chissachi) anzi si parte dalla monolitica affermazione che le vittime di Chernobyl sono finora 500.000. Precise.
    La parte più toccante è incentrata sull'ospedale pediatrico oncologico di Kiev, che è ovviamente affollato da bambini con problemi oncologici. Quali di questi problemi siano effettivamente addebitabili alle radiazioni è evidentemente di interesse nullo e non viene minimamente trattato. Dal sarcoma alla leucemia tutto viene addebitato a Chernobyl, tacitamente o espressamente. Del fatto che non si sia rilevato alcun aumento statisticamente significativo di tumori infantili a parte quelli della tiroide, aumentati di molto, con 9 vittime accertate, nessun accenno. Lo stesso servizio poteva essere realizzato al Gaslini di Genova ottenendo gli stessi identici risultati (anzi peggiori, visto che al Gaslini confluiscono bambini da letteralmente ogni parte d'Europa).

    Questo non siginifica affatto che ci possiamo convincere che Chernobyl è stato uno scherzetto e il nuke una sciocchezzuola innocua. Nè che le drammatiche condizioni di quei bambini debbano essere ignorate anche se magari sono più da addebitare alle condizioni socio-economiche ereditate che dall'incidente.
    Ci possiamo però convincere che una parte ben precisa, ben schierata, ben "foraggiata" sta facendo di tutto, compresa la manipolazione, nemmeno astutissima, dell'informazione per evitare qualunque analisi obiettiva. E questo non è un buon viatico per ottenere credibilità. Ok non faremo nuove centrali, ma se non si vuole scadere nel sospetto che la manipolazione dell'informazione non sia peculiarità solo di Mediaset (sempre che lo sia) non si può affrontare un problema di questa portata ignorando in modo platealmente e goffamente premeditato i dati delle agenzie internazionali.
    Più che di professionalità ne farei una questione di pudore. come inizio della nuova Italia libera non c'è malaccio davvero.
    Attendo curioso la puntata superquarck su Chernobyl per vedere se c'è un pò più di obiettività.
     
    .
  4. Tianos
     
    .

    User deleted


    il problema di fondo nelle centrali nucleari e che,se non gestite correttamente diventano un pericolo.
    mettiamo anche che sia vero ,il disastro di chernobil abbia avuto come conseguenza solo 58 morti(anche se lo credo un dato alquanto leggero tenendo conto che di radiazioni si puo anche non morire...ma semplicemente ammalarsi e rimanere nella malattia per il resto della vita).
    ora...qua in tialia una persona che parli di nucleare a parer mio e un pazzo scatenato ....e sottolineo ...qua in italia.
    1) siamo un paese sismoligicamente attivo
    2) abbiamo una classe politica che e' corrotta da piu di 50 anni ...e da tutta l'impressione che rimarra tale fino alla piu completa rovina dell'italia, il che puo presupporre un'incuria ,nella affibbiazzione di appalti , di manutenzione , e di messa in sicurezza delle centrali
    3) la francia costruisce centrali sicure....ma ha fatto fuori un bel po di atolli con esperimenti controllati ...il che vuol dire esperienza...se qualcuno qua ,moralmente e daccorodo nel far fuori qualche isola italiana per sperimentare il nucleare?!.....oltretutto sono centrali nucleari sicure....ma per quanto? tutto, il tempo distrugge!...e le stesse rassicurazioni erano state date anche per il titanic "neanche dio potrebbe affondare questa nave" ^^ infatti.
    4) qua in italia abbiamo gia un gravissimo problema di smaltimento delle scorie tossiche , radiottive ospedaliere e chimiche perche ,gran parte di esse gira in mano alla mafia( che forse e' il male minore dato che l'america ha risolto andando a fare la guerra del golfo e riversandolo sul territorio nemico sotto forma di proiettili ...per la precisione 40000 tonnellate)...non so quanto sarebbe saggio permettere di allungare le mani anche su scorie radiottive di uranio impoverito.
    5) ed infine , chernbil e' diventato una bandiera propagandistica da entrambi glischieramenti ...chi rpo e chi contro ...e a parer mio la verita la sapranno solo i morti.



    in ultimo commento anche se un po of topic e che il nucleare dovrebbe essere l'ultima spiaggia....il punto e che tutti vogliono vedere solo petrolio o nucleare
     
    .
  5. BrightingEyes
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Tianos @ 19/4/2006, 12:52)
    il problema di fondo nelle centrali nucleari e che,se non gestite correttamente diventano un pericolo.
    mettiamo anche che sia vero ,il disastro di chernobil abbia avuto come conseguenza solo 58 morti(anche se lo credo un dato alquanto leggero tenendo conto che di radiazioni si puo anche non morire...ma semplicemente ammalarsi e rimanere nella malattia per il resto della vita).
    ora...qua in tialia una persona che parli di nucleare a parer mio e un pazzo scatenato ....e sottolineo ...qua in italia.
    1) siamo un paese sismoligicamente attivo
    2) abbiamo una classe politica che e' corrotta da piu di 50 anni ...e da tutta l'impressione che rimarra tale fino alla piu completa rovina dell'italia, il che puo presupporre un'incuria ,nella affibbiazzione di appalti , di manutenzione , e di messa in sicurezza delle centrali
    3) la francia costruisce centrali sicure....ma ha fatto fuori un bel po di atolli con esperimenti controllati ...il che vuol dire esperienza...se qualcuno qua ,moralmente e daccorodo nel far fuori qualche isola italiana per sperimentare il nucleare?!.....oltretutto sono centrali nucleari sicure....ma per quanto? tutto, il tempo distrugge!...e le stesse rassicurazioni erano state date anche per il titanic "neanche dio potrebbe affondare questa nave" ^^ infatti.
    4) qua in italia abbiamo gia un gravissimo problema di smaltimento delle scorie tossiche , radiottive ospedaliere e chimiche perche ,gran parte di esse gira in mano alla mafia( che forse e' il male minore dato che l'america ha risolto andando a fare la guerra del golfo e riversandolo sul territorio nemico sotto forma di proiettili ...per la precisione 40000 tonnellate)...non so quanto sarebbe saggio permettere di allungare le mani anche su scorie radiottive di uranio impoverito.
    5) ed infine , chernbil e' diventato una bandiera propagandistica da entrambi glischieramenti ...chi rpo e chi contro ...e a parer mio la verita la sapranno solo i morti.



    in ultimo commento anche se un po of topic e che il nucleare dovrebbe essere l'ultima spiaggia....il punto e che tutti vogliono vedere solo petrolio o nucleare

    Uno degli assi nella manica degli antinuclearisti è far leva sull'ignoranza (senza intenti di insulto, è solo una constatazione) delle persone che confondono il nucleare civile dal militare. Tu ne dai un esempio limpidissimo. Gli esperimenti negli atolli francesi non portano alcun vantaggio nè hanno un qualsiasi tipo di ricaduta sulle centrali nucleari, sono esperimenti militari... bombe... le centrali nucleari anche volendo NON potrebbero comportarsi come bombe. Eppure molti hanno giocato su questo equivoco, c'è chi dice tuttora hce l'esplosione di Chernobyl è stata 200 volte più potente di Hiroshima. Immane cazzata, ma tant'è... alcuni si sono stupiti che dopo una tale esplosione il resto della centrale abbia "resisitito" così bene.

    Faremo a meno del nuke probabilmente, ma non ci faremo rifregare dalle massaie ecopreoccupate, state sicuri.
     
    .
  6. buran001
     
    .

    User deleted


    Confermo,il reattore numero 3 adiacente al numero 4 quello esploso é stato spento nel 2000!!!!! la centrale in sé a continuato a funzionare con 3 reattori rimasti,
    CITAZIONE
    c'è chi dice tuttora hce l'esplosione di Chernobyl è stata 200 volte più potente di Hiroshima

    immane caz... e equivoco, a Cherobyl le radiazzioni e non le esplosioni erano di 200 volte superiori a quelle rilevate a Hiroshima.

    Ci sono ancora diversi reattori accesi del tipo RBMK1000 per non parlare dei vver

    la sala di controllo del reattore n 4 esploso !!
    image

    Edited by buran001 - 19/4/2006, 19:21
     
    .
  7. Tianos
     
    .

    User deleted


    tu pero sei sicuro che nell'affermare che il nucleare civile e diverso da quello militare , e la classe politica usando l'ignoranza della gente appunto non usera questa scusa propio anche per sperimentare il militare?.
    poi onestamente....hai trovato una pecca in una sola delle 4 affermazioni ...per ora ne mancano 3 ...smontami anche quelle per convincermi.
    io continuo a esser dell'opinione che l'italia dovrebbe essere il paese delle energia rinnovabili in assoluto
    1) abbiamo il paese piu geotermicamente caldo dell'europa (escludendo islanda)
    2) molte zone italiane sono ventilate tutto l'anno, vedi liguria con vento ascensionale
    3)ci chiamano il paese del sole , e...mentre la germania piu a nord e la prima in europa nel fotovoltaioco noi che siamo appunto il paese del sole siamo il fanale di coda (p.s. ricordo che la germania con l'incremento di questanno del fotovoltaico ha prodotto in piu 340 e rotti kw l'ora in piu , piu o meno il corispettivo di una central e a oli incombusti o a carbone
    4) siamo circondati dal mare ,siamo una penisola e basterebbe sostituire le barriere frangiflutti della costiera romagnola con generatori ad onde (impatto ambientale 0 dato che sotituisci gia qualcosa che ha impatto ambientale con altro che oltretutto produce energia)
    e c'e gente che dice che non ci faremo intimorire dalle ecocasalinghe?.....bhe io non sono un mafioso ...sono contro la mafia ...e in questo momento come negli ultimi 50 fare centrali nucleari vorrebbe dire soltanto dare un ulteriore spunto ad essa per far soldi sulla nostra salute.

    Edited by Tianos - 19/4/2006, 23:19
     
    .
  8. BrightingEyes
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Tianos @ 19/4/2006, 12:52)
    1) siamo un paese sismoligicamente attivo
    2) abbiamo una classe politica che e' corrotta da piu di 50 anni ...e da tutta l'impressione che rimarra tale fino alla piu completa rovina dell'italia, il che puo presupporre un'incuria ,nella affibbiazzione di appalti , di manutenzione , e di messa in sicurezza delle centrali
    3) la francia costruisce centrali sicure....ma ha fatto fuori un bel po di atolli con esperimenti controllati ...il che vuol dire esperienza...se qualcuno qua ,moralmente e daccorodo nel far fuori qualche isola italiana per sperimentare il nucleare?!.....oltretutto sono centrali nucleari sicure....ma per quanto? tutto, il tempo distrugge!...e le stesse rassicurazioni erano state date anche per il titanic "neanche dio potrebbe affondare questa nave" ^^ infatti.
    4) qua in italia abbiamo gia un gravissimo problema di smaltimento delle scorie tossiche , radiottive ospedaliere e chimiche perche ,gran parte di esse gira in mano alla mafia( che forse e' il male minore dato che l'america ha risolto andando a fare la guerra del golfo e riversandolo sul territorio nemico sotto forma di proiettili ...per la precisione 40000 tonnellate)...non so quanto sarebbe saggio permettere di allungare le mani anche su scorie radiottive di uranio impoverito.
    5) ed infine , chernbil e' diventato una bandiera propagandistica da entrambi glischieramenti ...chi rpo e chi contro ...e a parer mio la verita la sapranno solo i morti.


    in ultimo commento anche se un po of topic e che il nucleare dovrebbe essere l'ultima spiaggia....il punto e che tutti vogliono vedere solo petrolio o nucleare

    Uffa, ma non è che voglio convincere a riesumare il nuke. Che sia stata un'idiozia seppellirlo 20 anni fa sull'onda della paura lo affermo senza incertezze. Che sia conveniente ora rimetterlo su non sono sicurissimo, sul serio. E' un problema che deve essere risolto dagli specialisti. Posso dirti con sicurezza che questi motivi non sono validi comuqnue.

    1) Chissenefrega. Nessuna centrale moderna corre alcun pericolo per un terremoto, se non quello provocato da un asteroide che caschi a 100 metri dal reattore. Il sarcofago di protezione resiste all'impatto di un aereo in pichiata. Il Giappone ha 55 centrali nuke. Per quanto ne sò è un paese discretamente attivo sismologicamente parlando.
    2) Sono d'accordo, ma la massima prova d'incompetenza della classe politica italiana credo fermamente sia stato il cedere, per puri motivi clientelari, alle forze che approffittando di un referendum falso e incostituzionale hanno deciso la moratoria del nucleare.
    3) Già detto.
    4) Appunto. Il problema delle scorie c'è, indipendentemente da nuovo nuke o meno. Dove le mettiamo? Vuoi la risposta del 99,9% della popolazione? "Dove volete ma almeno a 100 Km da qui". Sugli Americani non apro altri capitoli.
    5) Bah, se i numeri avessero continuato ad essere quelli di qualche anno fa sono sicuro che nessuno avrebbe detto che la verità la sanno solo i morti. Dato che i dati delle organizzazioni internazionali sembrano inattaccabili allora tutto diventa fumoso. C'è chi dice 58 morti, che chi dice 500.000. Se permetti non credo ci si debba affidare alla media matematica, ma al buonsenso.

    CITAZIONE (Tianos @ 19/4/2006, 23:18)
    tu pero sei sicuro che nell'affermare che il nucleare civile e diverso da quello militare , e la classe politica usando l'ignoranza della gente appunto non usera questa scusa propio anche per sperimentare il militare?.
    poi onestamente....hai trovato una pecca in una sola delle 4 affermazioni ...per ora ne mancano 3 ...smontami anche quelle per convincermi.
    io continuo a esser dell'opinione che l'italia dovrebbe essere il paese delle energia rinnovabili in assoluto
    1) abbiamo il paese piu geotermicamente caldo dell'europa (escludendo islanda)
    2) molte zone italiane sono ventilate tutto l'anno, vedi liguria con vento ascensionale
    3)ci chiamano il paese del sole , e...mentre la germania piu a nord e la prima in europa nel fotovoltaioco noi che siamo appunto il paese del sole siamo il fanale di coda (p.s. ricordo che la germania con l'incremento di questanno del fotovoltaico ha prodotto in piu 340 e rotti kw l'ora in piu , piu o meno il corispettivo di una central e a oli incombusti o a carbone
    4) siamo circondati dal mare ,siamo una penisola e basterebbe sostituire le barriere frangiflutti della costiera romagnola con generatori ad onde (impatto ambientale 0 dato che sotituisci gia qualcosa che ha impatto ambientale con altro che oltretutto produce energia)
    e c'e gente che dice che non ci faremo intimorire dalle ecocasalinghe?.....bhe io non sono un mafioso ...sono contro la mafia ...e in questo momento come negli ultimi 50 fare centrali nucleari vorrebbe dire soltanto dare un ulteriore spunto ad essa per far soldi sulla nostra salute.

    Il nucleare militare in Italia? Non credo proprio se ne senta il bisogno. Se mai dovesse diventare una necessità (e mi aguguro di no) non sarebbe la mancanza di centrali a frenarlo.
    Il resto sono le soilte banalità, scusami tanto. Basta leggere le cifre di Battaglia e non solo.

    1) sarà anche il più geotermico, ma non sembra essserci spazio per incrementare di molto quello che già si è fatto.
    2) nel comune ligure dove abito io è stata appena rifiutata l'offerta di un'azienda per la creazione di un parco eolico (piccolo, una decina di pale) per l'insuperabile opposizione della popolazione locale. Vedi un pò te.
    3) lo stiamo facendo anche noi. E' il conto energia e va alla grande. Non ci sono già ora pannelli sufficienti e pare che l'intero monte di 60 Mw per il 2006 sia già esaurito. In venti anni coprirà quello che produce ora una centrale termoelettrica normale. Si può raddoppiare, triplicare, decuplicare. Basta che tut e tutti gli altri siate pronti a moltiplicare per 2,3, 10 la quota A3 in bolletta.
    4) questa non l'avevo mai sentita. Se i generatori a onde (ma esistono?) sono in grado di coprire anche solo l'1% della produzione sono pronto a rovesciare i casonetti pure io per ottenerli. Però non basta lanciare spettacolari idee (te ne potrei citare altre 50, tutte realizzabilissime ma osteggiate da mafia, petrolieri, chiesa, mediaset e poteri forti in genere secondo i rispettivi proponenti...) servono fatti.
     
    .
  9. buran001
     
    .

    User deleted


    Ciao,i fatti da noi sono che avevamo 4 centrali nuke di cui una da smantellare e le tre da utilizzare fino alla loro vita stimata in 20anni,noi le abbiamo fatte spegnere prima,eravamo al 3 posto nei primi anni 60 !!abbiamo speso soldi per poi buttare tutto senza neanche sfruttare fino alla fine quello che avevamo ed ora la maggiorparte del fabbisogno del'energia viene comprata dalla francia che a 54 centrali nuke e tutte al sud!! cioé vicino a noi,il restante viene da centrali (turbogas)alimentate da gas derivato da petrolio o a petrolio stesso per non parlare del carbone !!!,la minima parte dal idroelettrico e da altre fonti pulite....
    poi l'eolico deturpa e fa rumore, piccole centrali idroelettriche tolgono l'acqua alle trote,i pannelli occupano troppo spazzio e costano e sono brutti.... non ci va bene niente ....basterebbe che in tutte le case si scaldasse l'acqua col solare termico che costa poco e rende ma niente solo lamentele e il petrolio sale come le bollette !!!
    ciao
    image

    Edited by buran001 - 20/4/2006, 02:27
     
    .
  10. Tianos
     
    .

    User deleted


    per i generatori ad onde e' stato oggi stesso aperto un tread anche nella sezione idroelettrico ...ma saranno 10 anni che va la sperimentazione, il sistema e semplice e produce abbastanza per il tipo di impianto e sopratutto non ha bisogno di maree(anche se naturalmente produce meno che l'impianto a maree)
    per dissenso generale delle masse sono perfettamente d'accordo , ma si riallaccia alla classe politica corrotta che invece di fare giusta informazione ,apre dibattiti solo su centrali a carbone, petrolio e olii incombusti (o ancor peggio inceneritori ) da una parte , e nukleare dall'altra, in questo senso e perfettamente naturale che sia sicuramente piu vantaggioso il nuke.
    per lo smantellamento delle centrali nucleari anche li sono perfettamente d'accordo , una volta fatta e inutile e controproducente non utilizzarla... ma anche sui referendum e sul bombardamento mediatico anche li ho i miei dubbi che qualcuno abbia spinto solo per i propi interessi personali (anche demolire porta soldi ...sopratutto se e la stessa che ha costruito ^^).

    A parer mio e diffuso un problema fondamentale in vasta scala su tutta la popolazione...ossia (come e capitato poi anche a me in un punto in questo tread) la disinformazione....guidata sopratutto (domenica guardero di gusto report su rai 3 ...dato che parlera propio di questo).
    e non sto parlando solo di rinnovabili...ma anche di nuke ...sia nel bene che nel male.
    un esempio lampante e' l'omissione sul blocco dei finanziamenti ai ricercatori che studiavano gli effetti delle nanoparticelle prodotte dagli inceneritori(che oltretutto per mantenere la fiamam accesa consumano un valore di energia maggiore di quello che viene prodotto).

    a parer mio basterebbe che le scuole delle varie citta, usassero il fotovoltaico sui tetti , e non ci vorrebb molto ad un qualsiasi genitore che porta i figli a scula chiedersi "ma spendono qualcosa ora di bolletta?! e quanto gli costa la manutenzione?!" per fare una discreta inversione di tendenza.

    la buona notizia e che nei paesi in cui il fotovoltaico viene piu ricercato (arizona ) stanno cominciando a sperimentare pannelli a microantenne, e che farebbero passare la produziona di un pannello a silicio che e' del 15 -20% massimo ,ossia dai 24 ai 40 w ora per m2 ad un 90-95% , ossia 140-180 w ora m2.
    speriamo....perche un pannello del genere permetterebbe un lento cambiamento del modello economico mondiale.
     
    .
  11. BrightingEyes
     
    .

    User deleted


    Tianos, capisco il tuo entusiasmo e lo condivido in linea generale. Le speranze dalle rectennas o dalle onde ci sono, ma non è cosa così dietro l'angolo, purtroppo. Sicuramente non tanto da permetterci di ignorare a priori le fonti classiche.
    Siamo in un momento di svolta, se la ricerca (da incrementare, vero, ma quella vera!) consentirà di rendere le rinnovabili competitive prima del picco di produzione si può essere ottimisti (e serve tanta energia da qui ad allora comunque). In alternativa l'orizzonte resta fossile, fissile o nero. ;)
     
    .
  12. Tianos
     
    .

    User deleted


    il problema e' che sono 20 che andiamo avanti con questo ragionamento...bastava un passo alla volta.
    basterebbe ancora adesso (forse e ' troppo tardi tenendo conto il prossimo crash dell'economia mondiale).
    ma se non si inizia....
    insomma se la germania in un anno ha sostituito una centrale classica con il fotovoltaico ....non vedo perche' non dovremmo riuscirci noi.
     
    .
  13. BrightingEyes
     
    .

    User deleted


    Beh... sono 20 anni che il referendum sciagurato ha regalato un'immeritata popolarità a chi l'ha proposto. In questi anni molti esponenti di quelle forze hanno ricoperto importanti cariche politiche e di governo. Il risultato è stato uno zero assoluto in campo energetico. Il conto energia in germania c'è da anni, perchè non ci han pensato prima i nostri verdi? Io un'idea ce l'ho, ma spero sia sbagliata.
     
    .
  14. buran001
     
    .

    User deleted


    La prima cifra sono i reattori in funzione nel 03/05
    la seconda i reattori in costruzzione
    e la terza la percentuale di energia nucleare generata


    Argentina 2 0 9
    Armenia 1 0 35
    Belgium 7 0 55
    Brazil 2 0 4
    Bulgaria 4 0 38
    Canada 17 1 13
    China 9 2 2
    Czech Republic 6 0 31
    Finland 4 0 27
    France 59 0 78
    Germany 18 0 28
    Hungary 4 0 33
    India 14 9 3
    Iran 0 1 0
    Japan 54 2 25
    Korea (North) 0 1 0
    Korea (South) 20 4 40
    Lithuania 1 0 80
    Mexico 2 0 5
    Netherlands 1 0 5
    Pakistan 2 0 2
    Romania 1 1 9
    Russia 31 4 17
    Slovakia 6 0 57
    Slovenia 1 0 40
    South Africa 2 0 6
    Spain 9 0 24
    Sweden 11 0 50
    Switzerland 5 0 40
    Taiwan 6 2 22
    Ukraine 15 0 46
    United Kingdom 23 0 24
    United States 103 1 20
    Totale!!!!!
    World 440 28 16
     
    .
  15. StevenING
     
    .

    User deleted


    Nella tragedia del Vajont sono morte 1900 persone. E' una ragione valide per svuotare tutti i bacini e smantellare le centrali idroelettriche? E' questo un ragionamento da persone che voglio parlare di scienza e non di superstizione?

    Ma si sà, ... il nucleare è bollato in Italia come il Male, a prescindere da ogni argomentazione. Sfortunatamente ha preso pure un colore politico.

    Peccato perchè il nucleare è la più naturale forma di energia. Anche il sole è una centrale nucleare....

    Ciao
    Steven
     
    .
95 replies since 6/1/2006, 17:59   12403 views
  Share  
.