trasmissione di energia

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  1. leon73
     
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    Io credo siano nocioline di fianco a un aereo militare (cacia) a decollo verticale , scontato costa la bellezza di 500 milioni di euro pensa che l'america ne ha ordinato altri 60 , (evidentemente conviene ancora anientare le popolazzioni e fare guerre ),cmq se i governi ci pensassero avrebbero un enorme risparmio.
     
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  2. leon73
     
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    Ciao , queste cose che hai elencato fino adesso , sono gia producibili , o molte sono in fase di studio?, se sono fattibili conosco delle persone che organizzano progetti virtuali da proporre a livello internazionale , se ti puo interessare parliamone , io queste persone le vedo i primi di settembre . ciao leon
     
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  3. superabazon
     
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    salve...
    finora ho postato solo progetti moooolto futuribili...
    ad es...costruire una rete d 200 sat con 1000 Km2 d pannelli,
    anche con pesii di 100 g al mq2...
    beh,un singolo sat peserebbe 100.000 tons...
    troppo costosa comunque ,una roba del genere...

    poi i pannell solari dovrebbero come minimo andare sui 40 euro/mq2..
    un ventesimo del costo attuale...
    e finchè non ci sono shuttle al plasma....
    non possiamo avere quei100 euri al kg in orbita....

    non c'è il minimo dubbio che solo la rete completamente sat, una volta superati questi problemi,
    sia in assoluto per rendimenti, inqunamento, funzionamento la migliore ...

    non c'è il minimo dubbio anche, che in attesa ,
    esistano molte varianti di rete,compresa la rete diffusa riiiicevente e trasmittente ...


    beh...fra le molte possibiltà,
    una rete di sat, piccoli, nel senso che servono solo a raccogliere energia,indirizzarla e trasmetterla agli utenti...
    fra 200 e 500 sat...mettiamo 400/500 miliardi...

    poi potremmo equipaggiare con antenne trasmittenti le centrali esistentii..

    e iniziare la costruzione di torri oceaniche eoliche da 10 Mw....
    che è nelle possibilità tecnologiche dell'adesso...

    man mano che aumenterà il consumo wicitry,
    si costruiranno sempre più eoliche...

    non credo che si arriverà a costruire una rete di 2 milionii di torri, per 20 Tw,
    costosetta ...30./40.000 ml....
    ma un bel pò ...sì....

    a questo punto, in una decina di anni, avremo risolto i problemi del plasma e dei pannelli, e potremo costrure la rete sat,
    con annessa la colonizzazione del sistema solare...

    se ne vuoi discutere, volentieri,organizza pure la cosa....



    re





     
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  4. leon73
     
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    Bene, anche ,perche oggi sul giornale la voce emili romagna , il papa (la chiesa ) a dichiarato al mondo intero di essere a favore del nuovo nucleare , che dei migliardi ne costa 100.000 secondo i progetti delle nazioni unite , per cui perche non presentare anche se futuristico un progetto meno pericoloso ,e di pari costo , anzi la vera notizia e che la sanyo in cina produce panelli solari a 23 euro al mq peccato che l'unica diferenza con quelli che arrivano in europa abbiano di diverso soltanto il marchio cee.
     
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  5. claudio476
     
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    QUOTE (leon73 @ 2/8/2007, 20:32)
    Bene, anche ,perche oggi sul giornale la voce emili romagna , il papa (la chiesa ) a dichiarato al mondo intero di essere a favore del nuovo nucleare , che dei migliardi ne costa 100.000 secondo i progetti delle nazioni unite , per cui perche non presentare anche se futuristico un progetto meno pericoloso ,e di pari costo , anzi la vera notizia e che la sanyo in cina produce panelli solari a 23 euro al mq peccato che l'unica diferenza con quelli che arrivano in europa abbiano di diverso soltanto il marchio cee.

    :wub: dove li posso vedere questi pannelli che dici?


    ma dove lo trovano in vaticano lo spazio x una centrale nucleare? :P
     
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  6. Docrates
     
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    [QUOTE=claudio476,3/8/2007, 14:45]
    CITAZIONE (leon73 @ 2/8/2007, 20:32)
    ma dove lo trovano in vaticano lo spazio x una centrale nucleare? :P

    Guarda che ce l'ha già. Da dove credevi che prendessero l'energia per alimentare le antenne di radio vaticana?
    Pensa che sono così potenti che chi abita in prossimità basta che apra il rubinetto del lavandino per ascoltare la radio. ;)
     
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  7. leon73
     
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    Guardate che il papa ,ha detto di essere a favore del nucleare ,non di voler fare una centrale in vaticano , ma quanti anni avete ,perche vedo che non sapete leggere ? ma ....................

    Claudio 476 a pecchino in qualsiesi magazzino al ingrosso di elettronica trovi i pannelli solari a 23 euro al mq.
     
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  8. claudio476
     
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    QUOTE (leon73 @ 4/8/2007, 07:28)
    Guardate che il papa ,ha detto di essere a favore del nucleare ,non di voler fare una centrale in vaticano , ma quanti anni avete ,perche vedo che non sapete leggere ? ma ....................

    Claudio 476 a pecchino in qualsiesi magazzino al ingrosso di elettronica trovi i pannelli solari a 23 euro al mq.

    Leon......... la mia era una battuta, nel senso che il vaticano in campo energetico ma anche in altri temi, a mio avviso, dovrebbe pronunciarsi solo se inerenti il suo territorio................... o forse vogliono fare politica? :rolleyes: ...ma non voglio fare polemiche inutili, pensassero più allo spirito sono andati avanti 2000 anni con le candele, non vedo che ci fanno col nucleare...... :P

    .......per la storia dei pannelli da 23Euro a mq, ne comprerei volentieri 20mq...... anche se non omologati, che me ne frega?! basta che producono! Di solito non ci passo a Pechino, nemmeno fumo, altrimenti potevo passarci per prendere le sigarette....
     
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  9. iperabazon
     
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    link utili

    http://arxiv.org/ftp/physics/papers/0611/0611063.pdf
    and
    http://arxiv.org/ftp/physics/papers/0611/0611056.pdf
     
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  10. iperabazon
     
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    chi sa costruire questa antenna?
    http://arxiv.org/PS_cache/physics/pdf/0611/0611101v1.pdf
     
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  11. iperabazon
     
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    progetto concorrente...


    in questo caso si adopera l'energia ionizzante dell'atmosfera e del vento solare...
    mah,effetti sull'atmosfera?

    dovrebbero esserci...

    comunque sembra(sembra) forse più vicio all'usodell'energia insita nella ionizazione "naturale"...forse diverso da altre considerazioni su tesla,free ,ecc...

    http://arxiv.org/ftp/physics/papers/0701/0701058.pdf
     
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  12. leon73
     
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    Molto interesante.
     
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  13. iperabazon
     
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    ecco un'itegrazione delle torri eoliche per rete witricy...

    sopra una torre din 250mt con pale eoliche da 20 Mw,
    e sotto altrettante...
    per un totale di 40 Mw...

    L'energia vien dal mareIn fase d'installazione il più grande impianto di turbine marine che sfrutterà l'energia prodotta da onde e maree. Agirà a largo delle coste dell'Irlanda del Nord e fornirà elettricità al Regno Unito.



    Entro la fine dell’anno due turbine sottomarine gemelle, installate a largo della costa dell’Irlanda del Nord, dovrebbero generare circa 1,2 megawatt di elettricità a dimostrazione della consistenza della tecnologia che sfrutta la forza delle maree.

    La Marine Current Turbines (MCT), un’azienda inglese con sede a Bristol, aveva sperato di iniziare a installare le turbine nel sito di Strangford Lough già da lunedì scorso, ma è stata rimandata la spedizione della chiatta destinata a montarle. Un portavoce dell’azienda dice che l’installazione avverrà entro la fine del 2007 e che darà vita al più grande impianto di turbine marine del mondo.

    Le turbine marine assomigliano e lavorano in modo molto simile a quello delle pale eoliche. Ogni pala è lunga fra i 15 e i 20 metri ed è montata su un asse trasversale attaccato a un pilone di tre metri di diametro ben piantato sul fondo del mare.

    Guidate dalla marea, le correnti spingeranno i rotori a una frequenza che si aggira fra le 10 e le 20 rivoluzioni al minuto, una velocità troppo bassa, secondo l’azienda, per influenzare in maniera negativa la vita della fauna ittica. Le turbine, poi, metteranno in azione una trasmissione che attiverà un generatore elettrico la cui energia verrà fatta confluire verso la costa da un cavo sottomarino.

    L’impianto di Strangforf Lough è nato solo come progetto dimostrativo, ma la MCT è convinta di poter costruire altri siti composti di circa 10 e 20 turbine l’uno. Ogni turbina ha bisogno di una piattaforma di carotaggio che si àncora al terreno per poi trapanarlo e agevolare l’installazione dell’impianto.

    “Dei 60 progetti che ho vagliato – rivela Dave Elliott, professore di politiche tecnologiche all’Università Open di Milton Keynes in Gran Bretagna – questo è sicuramente il migliore”.

    “Il periodo attuale è molto interessante – aggiunge Elliott – perché si stanno sviluppando molti approcci e progetti innovativi, ma questo propulsore diretto sottomarino è il vincitore”.

    Elliott sostiene che lo sfruttamento dell’energia prodotta da onde e maree potrebbe fornire tra il 15 e il 20 per cento del fabbisogno energetico britannico, ma ritiene che gli operatori di questo particolare settore debbano ancora fare l’esperienza necessaria per far calare il prezzo della loro energia ai livelli di quella eolica.


     
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  14. leon73
     
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    Ciao iperbazon, ti volevo fare una domanda , e possibile creare un tubo venturi per iniettare dell'aria e spingere un rotore eolico per produrre energia ? l'energia ricavata potrebbe essere superiore a quella che mi serve per comprimere l'aria ?.grazie
     
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  15. iperabazon
     
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    beh,non sono un esperto di " turbolenze ,
    o della scienza che si occupa di queste cose,
    ma secondo me ,puoi diminuire il diametro delle eliche,
    ma non aumenti l'efficienza complessiva.
    anzi sicuramente la diminuisci...
    cioè,un generatore al vento, avrà un rendimento,
    se usi un tubo venturi,aumenterai la velocità,potrai diminuire il diametro delle pale,
    ma aumenteranno le perdite complessive nel flusso d'aria, a causa di aumento di attriti,vortici secondari, ecc...
    se devi per forza diminuire il diametro delle pale,
    puoi perdere qualcosa in termini di rendimento complessivo,e penso che costruire il tubo costi molto di più che una pala...

    articolo interessante...
    come abbattere i costi di messa in orbita di stazioni spaziali per l'energia...

    Ascensori per lo spazio: un progetto realizzabile?
    intervista con NICOLA PUGNO di ANTONIO LO CAMPO





    SEMBRA di essere ai limiti tra scienza e fantascienza, ma c'è chi da tempo è impegnato su vari progetti, soprattutto negli Stati Uniti, a realizzare quelli che gli americani chiamano "Space elevators", cioé ascensori spaziali.
    Un lungo filo nello spazio, in grado di collegare due masse che si trovano in due orbite (e quote) diverse. E' un'idea che parte da molto lontano, abbozzata persino nei primi del Novecento da scrittori di fantascienza, ma soprattutto dal pioniere dell'astronautica Konsantin Tsiolkowskij, anche se la maggior parte della gente l'ha sempre considerata solo ed esclusivamente un'utopìa.
    Recentemente, questo sogno che può apparire bizzarro, ha fatto il primo passo per divenire realtà. Due compagnie, la LiftPort e la X-Tech Projects, hanno ottenuto finanziamenti per perseguire i progetti commerciali dell’ascensore spaziale, e la Nasa ha messo a disposizione circa la metà di un premio di 400 mila dollari, per una gara d’appalto annuale, la Space Elevator Challenge, per incoraggiare la ricerca in questo settore.
    L'ultima edizione, che si è svolta lo scorso autunno e battezzata "Wirefly X-Prize Cup", non ha avuto vincitori. Nessuno infatti, tra la dozzina di partecipanti, è riuscito a far salire in 55 secondi lungo un filo da 55 metri, il proprio climber. La competizione tra l'altro, riguardava altri aspetti, primo fra tutti quello della resistenza del cavo.

    Eppure, perlomeno all'apparenza, il concetto di un ascensore spaziale è abbastanza semplice; un satellite che si trova in orbita, è collegato alla superficie terrestre per mezzo di un cavo, mentre i veicoli salgono e scendono. Tuttavia per realizzare un satellite in orbita geostazionaria - che accompagnerebbe la Terra nella sua rotazione quotidiana, e quindi per dar l’impressione di star fermo in un punto specifico sull’equatore - il cavo dovrebbe essere lungo perlomeno 35.800 chilometri. Inoltre il cavo dovrebbe essere molto resistente e leggero, in modo tale da supportare il suo stesso peso.
    Si è valutato che i nanotubi di carbonio sono sufficientemente resistenti per essere impiegati nella costruzione del cavo. Si tratta di cilindri di carbonio dello spessore di qualche miliardesimo di metro, che sopportano benissimo la tensione e il calore, e non si deteriorano facilmente. Se usati come fibre da costruzione, possono generare prodotti centinaia di volte più robusti dell'acciaio, ma allo stesso tempo cinque volte più leggeri.
    Tra gli scienziati, però, c'è chi è fortemente scettico sulla possibilità che un progetto di "ascensore spaziale" possa diventare realtà a breve termine.
    In particolare, Nicola Pugno, ingegnere meccanico, fisico teorico, e professore di scienza delle costruzioni al Politecnico di Torino (e uno dei primi in Italia a occuparsi di Nanomeccanica), a dispetto del generale entusiasmo ha dimostrato, come evidenziato da Nature, una serie di difetti nei calcoli sfuggita a tutti i sostenitori dello space elevator.
    Lo abbiamo dunque intervistato, per ascoltare il suo parere.

    Professor Pugno, ma è davvero fattibile un progetto di questo tipo?

    Il concetto su cui si basa è semplice: si tratta di un cavo che parte dalla terra e si estende verso lo spazio. Se sufficientemente lungo rimarrà teso, perché la forza centrifuga prevarrà su quella gravitazionale. Per ridurne la lunghezza potrà essere impiegato una sorta di "contrappeso", come si vorrebbe fare, intorno ai 100 mila chilometri di distanza dalla Terra. Il vantaggio del sistema è che se si realizzassero delle specie di ascensori in grado di arrampicarsi sul cavo, che dovrebbe essere piatto, si potrebbero mandare in orbita masse a costi molto ridotti rispetto a quelli attuali. Tra l’altro, superata una certa distanza dalla Terra, questi ascensori verrebbero automaticamente accelerati dal campo centrifugo, quindi a costo energetico zero, ma rallentando la velocità di rotazione terrestre, come le maree. Tuttavia, a dispetto della semplicità del concetto, la realizzazione è complessa.

    Ma come dovrebbe essere realizzato questo sistema?

    L’ipotesi più plausibile, è di impiegare una fettuccia larga una decina di centimetri, composta da vari strati, dello spessore di circa un millimetro e del peso complessivo di cinque tonnellate. Il materiale usato per ottenere l'elevatissimo rapporto resistenza su densità necessario è basato su nanotubi di carbonio, perticolari fibre di forma cilindrica 10 mila volte più sottili di un capello umano che, se esenti da difetti, sono 100 volte più resistenti dell’acciaio e sei volte più leggeri.

    L'idea pare geniale...

    Sì, ed è arrivata dalla Russia, anche se la realizzazione vorrebbe essere americana, se non fosse per il fatto che nessuno di coloro che ci sta lavorando ha tenuto conto degli inevitabili difetti strutturali. Come progettare una casa, dimenticandosi delle finestre....

    Ci spiega in breve quali sono le limitazioni scientifiche?

    I calcoli dimostrano che un solo atomo mancante può ridurre da 100 a 80 gigapascals la resistenza del singolo nanotubo e, per l'aumentare della probabilità di avere imperfezioni di dimensione e criticità sempre maggiori in una megastruttura di questo tipo, la resistenza scenderebbe sotto 30 gigapascals, contro il minimo dei 63 necessari, assumendo la bassa densità del carbonio, per realizzare il nastro dello space elevator. Ma una ulteriore scappatoia potrebbe esistere, quella di realizzare il cavo non a sezione trasverale costante, ma rastremato ad uniforme resistenza, con una sezione massima all'orbita geostazionaria, e minima alla Terra. In questa ipotesi, qualsiasi materiale potrebbe essere teoricamente impiegato per realizzare il megacavo, ma da un punto di vista pratico le cose stanno diversamente. Per esempio, utilizzando l'acciaio, il rapporto tra le sezioni trasverali maggiore e minore sarebbe un milione di miliardi di miliardi di miliardi. Con i nanotubi ideali al carbonio, solo 2, ma se reali, e con difetti, tale rapporto potrebbe diventare anche 10 mila. Dunque il progetto richiede ancora molto studio.

    Vuol dire che hanno fatto i calcoli in modo un po' approssimativo?

    Li hanno fatti come se non esistesse nemmeno un difetto. Un approccio evidentemente errato, specialmente ad una scala così grande. Il cavo va considerato con alcuni difetti, e si deve tentare di progettarlo per esserne tollerante, altro che far finta che non ci siano. Due sono le possibilità discusse per realizzare il cavo. Nella prima, si prevede che il nastro venga realizzato con nanotubi totalmente indipendenti tra loro, e in questo caso si potrebbe pensare che una frattura non possa propagarsi tra i nanotubi indipendenti; ma la situazione è più complessa, perché ci sono interazioni anche se i nanotubi non sono a contatto, ad esempio causate dal flusso delle tensioni. Ma soprattutto, in questo caso sarebbe sufficiente rimuovere anche un solo atomo da un nanotubo per abbatterne la resistenza del 20 per cento.
    L'altra possibilità è di far interagire i nanotubi. Dai calcoli risulta che, se è vero che i nanotubi diventano meno sensibili alla presenza di un difetto, a seguito delle cooperazioni, la struttura così composta ne risulterebbe intrinsicamente meno robusta, a seguito dell'aumentata dimensione caratteristica della sua microstruttura.

    Quindi c'è un po' di "contraddizione scientifica"?

    Pensare che un megacavo abbia la resistenza meccanica di un nanotubo ideale è semplicemente irrazionale. Non tutti i progetti che non violano le leggi della fisica sono fattibili, anche perchè le nostre conoscenze non sono mai definitive e sempre imprecise, a dispetto dei sostenitori della "teoria del tutto".
    Ma questo dello "space elevator" è solo un esempio di come anche alcuni scienziati non sempre utilizzino al meglio la ragione. Come quando non si riconosce nell'atto del concepimento il big-bang della vita, e che questa non ci appartiene. Chi non ammette l'insondabile mistero, diceva Einstein, non può essere neanche uno scienziato.


     
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127 replies since 18/11/2006, 03:17   11456 views
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