Tecnologie per il trattamento dei rifiuti...

...e non solo...

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  1. scu
     
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    la possibilità di migliorare la raccolta differenziata e ridurre i rifiuti ci sono tutte.
    innanzitutto bisognerebbe iniziare a fare una seria racolta differenziata, iniziare a differenziare tutto quello che si può differenziare, non metà e pergiunta male, poi si potrebbero fare pressioni sulle aziende produttrici per ridurre il packaging non necessario e utilizzare per quello necessario prodotti facilmente riciclabili, il secondo passo quello di spingerli ad utilizzare materiali riciclati o al massimo riciclabili per i loro prodotti.
    A questo punto si avrebbe una buona riduzione dei rifiuti, sarebbe ancora necessario bruciarli?
    Cosa rimarrebbe da conferire in discarica o al termovalorizzatore una volta tolto tutto ciò che può essere riutilizzato?
     
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  2. metodico
     
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    infatti rimarrebbe poco, ma ci sono paesi come L'Austria che i termovalorizzatori li usano dal 1969 !!
    Forse noi riusciremo a costruirli in ogni parte d'Italia quando non serviranno più. Intanto qualcuno si gode le diossine non filtrate, prodotte da immondizie non trattate che vengono bruciate a cielo aperto o nelle discariche abusive. Mi chiedo perchè i Verdi, ambientalisti, Beppe Grillo e Pecoraro Scanio e i suoi Predecessori non si sono "incatenati" davanti a una discarica abusiva ( la Campania ne ha più di 3.000 ha detta di chi le ha censite). Forse perchè "protestare" contro la legalità e meno "pericoloso" dell'illegalità armata della Camorra ?
     
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  3. nicodemo1
     
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    Io spero vivamente che non li costruiamo più, guarda qua ma guadalo tutto e ascolta bene quello che è detto



    http://video.google.com/videoplay?docid=7395495186822276391



    passa parola se vuoi campare.
     
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  4. metodico
     
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    le nanoparticelle come raccontato nel video non riguardano solo i termovalorizzatori..molti altri settori sono implicati..che facciamo..blocchiamo tutto !!
     
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  5. nicodemo1
     
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    Si blocchiamo tutto se serve a spingere per la salute e non per il profitto, alla fabbrica non interessa un fico secco dove vanno a finire le sostanze prodotte questo è il vero problema, mia nonna comprava il latte in vetro e lo restituiva non s'è mai privata di comprarlo, inquinamento zero si potrebbero fare milioni d'esempi di questo tipo ma è scomodo, perchè no da domani? quante confezioni di cartone tetrapak in meno in discariche?
    Cosa succederebbe?
    Inneschiamo il cambiamento noi con le nostre azioni, la ditta vedrebbe subito l'utile scendere costretta a cambiare o migliorare il suo prodotto se vuole utili e forse tirerà fuori un’idea geniale o un prodotto completamente biodegradabile o chissà che cosa, noi siamo la forza basta solo rendersene conto
    poi ci disperiamo se un nostro caro o noi ci ammaliamo dobbiamo cambiare atteggiamento o ci fottiamo da soli io compreso.



    chissà se questo giorno arriverà.
     
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  6. scu
     
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    io tuttora compro l'acqua in bottiglie di vetro, tanto i camion comunque devono fare il viaggio per tornare in fabbrica, se portano i vuoti inquinano poco di più, in compenso niente energia sprecata per fare le bottiglie di plastica, niente materia prima utilizzata una sola volta, una lavata e sono come nuove pronte ad essere riutilizzate, loro e le cassette in cui viaggiano...
    E' molto più comodo andare al supermercato e compare la cassettina? Mica tanto, a me la portano a casa e non devo fare proprio niente.


     
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  7. nicodemo1
     
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    Complimenti a scu se tutti premiamo su questo, il cambiamento avverrà spontaneo quando la ditta vende solo in vetro che fa? Elimina la plastica elementare no senza fare guerre, casini o altro semplicemente ordinatamente questa e la strada giusta.

    le nostre azzioni porteranno un futuro migliore o peggiore non dimenticare ciao
     
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  8. metodico
     
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    si è una bella cosa peccato che noi facciamo tante parole ma pochi fatti. Infatti sia molto meno risparmiosi, energeticamente parlando, di tedeschi, spagnoli, francesi. Solo gli inglesi sono al nostro livello di spreco energetico !

    Energy Saving Trust ha indagato su un campione di 5mila consumatori dei principali paesi europei, al fine di evidenziare il peso delle abitudini nella vita di tutti i giorni che portano a sprechi di energia. I peggiori, appunto, sono i britannici con una media di 32 azioni settimanali di spreco, calcolate su una lista di 12 pessime abitudini: lasciare gli elettrodomestici di casa in stand by, tenere inserito il caricabatteria e lasciar bollire l’acqua oltre il necessario, non spegnere la luce quando si esce dalla stanza, prendere l’auto anche per piccoli spostamenti, usare la lavatrice a 60 o a 90 gradi, tenere il motore acceso negli ingorghi per oltre un minuto e sfruttarlo oltre i giri necessari, asciugare i panni con la lavatrice, tenere il riscaldamento acceso anche quando si esce o alzarlo invece di coprirsi. In questa singolare classifica gli inglesi primeggiano specialmente nell’abuso di acqua nei bollitori elettrici e nell’utilizzo di asciugabiancheria.

    L’italiano medio, secondo classificato per sprechi, compie 25 azioni di spreco in una settimana, mantenendo la testa della classifica dello spreco di benzina e gasolio durante gli ingorghi. Inoltre, l’80 per cento del campione italiano, primo anche in questo, lascia regolarmente una media di 6 apparecchi in stand by.

    E i virtuosi del consumo energetico? Secondo l’Energy Savings Trust, sono tedeschi, spagnoli e francesi. I cugini transalpini usano meno l’auto, quando possono facilmente utilizzare un altro mezzo di trasporto (due volte la settimana contro le tre di Italia e Gran Bretagna), ed evitano di girare per casa in mutande e t-shirt in pieno inverno, grazie al riscaldamento regolato al massimo. Ma i più risparmiosi di tutti in assoluto sono i tedeschi, con sole 14 azioni di spreco alla settimana e un’unica cattiva abitudine: il lavaggio in lavatrice ad alte temperature.

    E' veramente crediamo di risolvere la nostra dipendenza dai combustibili fossili, solo con le energie rinnovabili..senza il nucleare ?
     
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  9. sawar
     
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    Saluti a tutti,

    L'essere umano inquina... certo, potrebbe farlo meno e la sensibilizzazione al riguardo è fondamentale, ed occorre ripeterlo tutte le volte che si può...In casa o nella piccola realtà dove ci si trova è importante il discorso della differenziazione dei rifiuti separando e conferendo ad una struttura adeguata.
    Ma nel circuito del rifiuto, questo è il primo passo ed in parte esiste già anche se ancora debole.
    Poi, capito che le quantità in ballo sono elevate, è necessario gestire il frutto della separazione dei rifiuti ed i rimanenti residui senza irrigidirsi sulla posizione che se fossimo più bravi non ne produrremmo perché NON è una posizione reale... Fossimo più bravi, forse, ne produrremmo meno e meglio ma questo avverrà nel tempo, al crescere della sensibilizzazione e dei risultati ottenuti dal recupero.
    Gestire quindi è la soluzione...differenziazione come primo passo... completa, totale ed organizzata...poi un sistema che elimini il più possibile ed il meglio possibile il residuo non differenziabile...Quale soluzione?? siamo qui a discutere apposta... gli inceneritori..? Si, ma abbiamo visto devono lavorare in modo efficiente se no sporcano e inquinano parecchio. Producono buoni rendimenti ma a costi elevati... ed allora quale? la pirolisi...si...scarti non pericolosi e inquinamenti molto bassi ma meno energia prodotta. Produzione più gestibile e snella e quindi forse un buon compromesso ...altro ancora...? boh parliamone... ma cerchiamo di essere costruttivi... la mia in alcuni interventi fa l'ho detta...
    Un ultima cosa...: trovo sia importante distinguere fra smaltimento rifiuti e sostituzione del fossile. Non credo che la prima potrà mai sostituirsi validamente e completamente alla seconda ma può contribuire ad un uso minore del fossile, ad essere meno vulnerabili ai potenziali black out ed avere energia più facilmente disponibile. Nonché ad una grossa diminuzione di rifiuti in giro, malaffare permettendo.
    Che poi il fossile potrà essere infine soppiantato da un’altra fonte potrà essere possibile e francamente lo spero, ma credo che la necessità di gestire i rifiuti, rimarrà…


    Saluti

    L.
     
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  10. metodico
     
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    infatti la questione su cui si dovrebbero concentrare i Verdi, LegaAmbiente e i movimenti ecologisti non è nella battaglia di opinione sui termovalorizzatori si o termovalorizzatori no. Ma sulla corretta gestione e realizzazione degli impianti. Perchè se gli impianti sono costruiti bene e funzionano bene ..inquinano pochissimo!!
    Quindi predentere controlli sull'esecuzione lavoro, la costituzione di un "comitato di controllo e monitoraggio delle emissioni" costituito da rappresentanti dei cittadini, come avviene negli altri Paesi Europei.
    E' auspicabile che si arrivi a produzione totalmente eco-compatibile che permettà il riciclo dei materiali utilizzati. Ma noi dobbiamo fare i conti con le tonnellate di rifiuti che si producono ogni giorno in Italia, non vivere solo di speranze, ma affrontare problemi concreti !!
     
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  11. sawar
     
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    Ciao a tutti,

    io penso che la “corretta gestione e realizzazione degli impianti” sia un must che ogni impianto deve garantire (anche con forme di controllo da parte dei cittadini, …mi sembra un’ottima idea) e perciò la questione è proprio termoval si o termoval no, e se è no, quali valide sostituzioni.
    Direi che siamo d’accordo sul fatto della necessità del maggior recupero possibile a monte ed abbiamo ragionato assieme sul fatto che questa raccolta è il primo step della corretta gestione dei rifiuti, comune a tutti gli impianti di trattamento poi a valle.
    La vera discussione a mio avviso, verte quasi necessariamente sulla focalizzazione del miglior impianto di trattamento e sulla sua tecnologia considerando più parametri di valutazione. Tali parametri devono essere tecnici, economici, ambientali, sociali e politici.
    Potrei azzardare che molte tecnologie potrebbero essere compatibili con i progetti energetici e politici ed altre potrebbero concordare con strategie ambientali e sociali, ma che possano coniugare tutti i parametri saranno, io credo, gli impianti alimentati a CDR, snelli, con emissioni già basso-inquinanti di suo (e non rese basso inquinanti), senza scarti da discarica (cioè: recupero 100%), monitorabili anche da comitati cittadini e la cui tecnologia permette una convivenza di mercato (anche scomoda) con quello politico-energetico già esistente.
    Invito pertanto i partecipanti a questa discussione, ancora più informati di me, ad aiutarmi a capire quale potrebbe essere la tecnologia più adatta (e quindi l’impianto) che soddisfa i parametri che ho citato e se la mia visione generale di quello che potrebbe essere un ideale impianto di smaltimento rifiuti è corretta o no.
    E’ possibile fare un’analisi pratica delle tecnologie conosciute in base ai parametri indicati e trovare un ottimo compromesso? Un’ idea seria me la sono fatta ma… se proprio non si riesce a trovare l’impianto ideale, a quale o a quali altri, dare la priorità..? e soprattutto… perché?

    Saluti

    L.
     
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  12. nacnac
     
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    CITAZIONE (metodico @ 7/8/2007, 10:48)
    non credo che gli altri Paesi che utilizzano da decenni i termovalorizzatori come gli Austriaci, i Tedeschi e Svedesi non abbiamo considerato anche i costi ambientali.
    A Spittelau Vienna hanno tre linee di teleriscaldamento che alimenta la città con termovalorizzatore. E' costruito come un'opera d'arte e milioni di persone sono andate a vederlo. Ha un diplay gigante che segnala le emissioni dei camini e tutti possono leggerli.
    Inoltre i costi ambientali perchè non riguardano anche il traffico urbano ? Lo smog cittadino è ben più pericoloso delle emissioni di un termovalorizzatore, ma sui valori di inquinamento nessun sindaco si strappa i capelli!!. Eppure ci sono dei sistemi ecologici per combatterlo come gli ECORIVESTIMENTI STRADALI.
    Le nanoparticelle ? non valgono forse anche per le centrali a gas ?
    Mi sembra che una volta trovato il capo espiatorio, i termovalorizzatori in questo caso, tutto il resto viene...trascurato..alla faccia della considerazione dei ...costi ambientali !!

    sta di fatto che se le auto emettono del pm10 , un "inceneritore" (chiamiamolo col suo vero nome) produce pm 2.5 , nanoparticelle, diossine e furani.
    volevo ricordare il principio di conservazione dell masse di Lavoisier:"nulla si crea nulla si distrugge , tutto si trasforma", dunque per 3 tom. di rifiuti immessi in un forno abbiamo 1 ton. di cenere e altre 2 ton. di polvere tossica in aria.
    aria che respiriamo , sicuramente non salubre anzi recenti studi epidemiologici dei dottori Casula,Ricci;Zambon hanno dimostrato come sia più alta la percentuale di persone con "sarcoma" rispetto ad altre che non sono esposte a tali polveri nell'aria.
    le ceneri devono essere stoccate in speciali discariche oppure riutilizzate nell'edilizia ma, chi di voi abiterebbe in una casa fatta di mattoni tossici?.
    riguardo le polveri nell'aria certo voi mi direte che esistono i filtri che probabilmente una volta saturi dove finiranno bruciati nell'inceneritore di nuovo o stoccati in nuove discariche da aprire per contenerli?
    dimenticavo i costi, ebbene sì è appurato che l'incenerimento è il metodo piu costoso per smaltire i rifiuti, per non parlare del fatto che ce lo stiamo accollando noi sul groppone grazie al cip6 col 7% sulla bolletta dell'enel, dunque questa fonte "rinnovabile" ci costa oro visto che dobbiamo pagarla 3 volte(uno coi cip6 uno con la tassa comunale e l'altra in bolletta) il tutto in barba al protocollo di kyoto che ci chiede di ridurre i gas serra.
    è appurato anche che non riesce a produrre più energia elettrica di quella che consuma dunque tanto "fonte" rinnovabile non è.

     
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  13. sawar
     
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    ciao nacnac,

    ok, hai esposto le tue ragioni contro gli inceneritori (ragioni che condivido, che molti altri condividono anche se non tutti e che sono già state ampiamente illustrate)...
    Ma avresti delle proposte di soluzione? o anche solo di miglioramento?

    saluti

    L.
     
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  14. nacnac
     
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    ho già postato qualcosa , comunque io ed un paio di amici abbiamo condotto una ricerca a riguardo: ci siamo separati per cercare idee differenti per discuterne poi assieme e vedere quale era la soluzione migliore.

    stranamente (ma non molto) tute le ricerche hanno condotto alla medesima strada: Raccolta differenziata porta a porta e strategia zero waste.

    molti comuni lo fanno con punte di riciclaggio di oltre il 70%, il consorzio priula che opera nel trevigiano fa pagare al cittadino solo la frazione del secco e questo metodo oltre a far risparmiare quattrini sulla tassa rifiuti, stimola la gente a produrne sempre meno ponendo attenzione alle spese che fanno (funziona veramente domandate ad un trevigiano).

    con la frazione dell'umido si crea il compost che è un buon concime che venduto porta ad un guadagno.

    gli imballaggi vengono a sua volta riciclati e riutilizzati vendendo il ferro la plastica ed il vetro dunque un ulteriore guadagno.

    la restante frazione del secco non riciclabile viene passata per il TMB (trattamento meccanico biologico) dove si riesce a riciclare un ulteriore 70% dei materiali.
    possiamo dunque arrivare a riciclare fino a l 90% aumentando la durata delle discariche di quasi 10 volte tanto , se ipotizziamo che la vita di una discarica dalla sua apertura lla sua chiusura è di 10 anni , potremmo arrivare a discariche che durano per 100 anni (senza contare i fattore biodegradabilità) dove vengono conferiti solamente materiali "inerti" perciò niente gas niente puzza niente inquinamento falde etc.etc.

    qui entra la strategia zero waste: si prendono tutti i rifiuti non riciclabili e si portano dal costruttore che li fabbrica e lo si obbliga a riprogettare la cosa in modo che sia riciclabile, pena una ammenda pesantissima.

    il capannone del TMB potrebbe essere ricoperto di pannelli fotovoltaici in modo da arginare perlomeno il fabbisogno di kilowattaggio che necessita l'impianto stesso.
    la mia è una supersintesi strissata al massimo

    http://www.tno.it/tecno_it/indici_it/event...ul%20Connet.pdf

    questa è la relazione che di solito il prof Paul Connett si porta apresso nei suoi tour.
     
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    Come al solito siamo un po' drastici nell'affrontare questi argomenti, mentre forse un poco di elasticità ci potrebbe permettere una programmazione efficace, con risultati duraturi.

    Bene il riciclo, bene il compostaggio, bene il termovalorizzatore (qualunque termine gli si voglia dare, ma sempre al minimo di emissioni e al massimo della resa), la discarica solo per casi estremi e associata alla "sensibilizzazione" delle ditte produttrici per la progressiva eliminazione dal ciclo produttivo dei materiali non riciclabili.

    Tutto questo è possibile già da ora, perché le tecnologie esistono e sono disponibili alle imprese e ai cittadini, quindi occorre lavorare molto sull'informazione e a livello politico, inserendo qualche forma di incentivo+disincentivo che consenta di passare rapidamente all'adozione di queste misure.
     
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