energia dal sole e fame nel mondo

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  1. Paolo Cattani
     
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    CITAZIONE
    Paolo ho le spalle forti e le mani abili.
    Cosa posso costruire di utile da mandarti?

    Così su due piedi direi... "niente"...
    Quello ci vuole è un progetto, di pompa/perforatrice per pozzi/potabilizzatore/essiccatore/recipiente per conservazione prolungata etc che possa essere costruito con gli stessi mezzi di Leonardo o del mio bisnonno che abitava in campagna... diciamo che al massimo puoi usare un trapano a manovella ed un tornio da legno (del tipo antico, a cinghia e manovella).
    Ma tieni presente che in molte zone ci sono solo tre attrezzi: coltello, ascia e machete.
    Dei materiali moderni ti concedo:
    -lamiere ondulate
    -chiodi, al massimo qualche vite da legno (ma vorrebbe dire che hanno anche i cacciaviti..)
    -filo di ferro
    -tubi zincati (qualcosa si trova) idem, angolari 40x40, putrelline IPE da 10 cm di altezza...
    -recipienti di recupero... bidoni, bidoncini plastica, bottiglie in vetro o pet
    -ruote auto o copertoni vecchi
    -in certe zone, ci trovi (pochi) pezzi di auto in demolizione, magari qualche pezzo meccanico... a patto che sia di vecchie peugeot, renault e toyota
    - in altre zone non c'è nemmeno il legno, quindi niente assi lunghe, solo pezzi corti (devono importarle, e a quel punto le userebbero per altre cose)
    Poi se mi verranno altre idee te lo dico. (dimenticavo, come fare i mulini per manioca?)

    denew:
    CITAZIONE
    Ma per radio e tv come fai? Come le alimenti?...FV?

    No, le radio sono a manovella, le televisioni le possono usare i missionari o i volontari, nei centri che ci sono un po' dappertutto. L'importante è che l'idea si diffonda.
     
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  2. denew
     
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    CITAZIONE
    Così su due piedi direi... "niente"...
    Quello ci vuole è un progetto, di pompa/perforatrice per pozzi/potabilizzatore/essiccatore/recipiente per conservazione prolungata etc che possa essere costruito con gli stessi mezzi di Leonardo o del mio bisnonno che abitava in campagna... diciamo che al massimo puoi usare un trapano a manovella ed un tornio da legno (del tipo antico, a cinghia e manovella).
    Ma tieni presente che in molte zone ci sono solo tre attrezzi: coltello, ascia e machete.

    :blink: ... non ce la può fare neppure Padre Pio... :blink: !

    CITAZIONE
    Dei materiali moderni ti concedo:
    -lamiere ondulate
    -chiodi, al massimo qualche vite da legno (ma vorrebbe dire che hanno anche i cacciaviti..)
    -filo di ferro
    -tubi zincati (qualcosa si trova) idem, angolari 40x40, putrelline IPE da 10 cm di altezza...
    -recipienti di recupero... bidoni, bidoncini plastica, bottiglie in vetro o pet
    -ruote auto o copertoni vecchi
    -in certe zone, ci trovi (pochi) pezzi di auto in demolizione, magari qualche pezzo meccanico... a patto che sia di vecchie peugeot, renault e toyota
    - in altre zone non c'è nemmeno il legno, quindi niente assi lunghe, solo pezzi corti (devono importarle, e a quel punto le userebbero per altre cose)
    Poi se mi verranno altre idee te lo dico. (dimenticavo, come fare i mulini per manioca?)

    Certo che una cosa è dire arretratezza... un altra cosa è leggere una lista come questa dove l'arretratezza sembra di toccarla...

    CITAZIONE
    No, le radio sono a manovella, le televisioni le possono usare i missionari o i volontari, nei centri che ci sono un po' dappertutto. L'importante è che l'idea si diffonda.

    Sostanzialmente qualsiasi cosa è a manovella... accidenti, un popolo dai bicipiti ipersviluppati... :shifty: ... caspiterina...
     
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  3. j3n4
     
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    Orcapaletta paolo!
    Questa è un impresa di quelle impossibili, faccio prima a farne una qui e spedirtela.
    Però se è vero il detto che un italiano con lo spago e il fil di ferro può costruire di tutto... Oh ci si prova dai!
    In effetti una perforatrice per pozzi fatta con stecchette di legno la vedo davvero dura... ma mi informo, non voglio fare lo sburone ma guarda caso stiamo facendo un pozzo in campagna.. magari parlando parlando... salta fuori uno che conosce le vecchie tecniche.
    A quanti metri di solito si trova l'acqua? Dammi una buona notizia almeno qui! :cry:

     
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  4. BrightingEyes
     
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    CITAZIONE (nll @ 29/5/2007, 19:02)
    Mi sfugge il nesso tra nucleare che soddisfa i nostri bisogni energetici e forniture alimentari al terzo mondo: si tratta della "logica parallela" della "Settimana Enigmistica"? Non sono mai stato una gran cima in quel giochetto, perché il nesso logico sovente si deve ricercare in acrobazie lessicali che nulla hanno a ché vedere con le acrobazie che quei poveretti devono fare per rimediare un tozzo di pane.

    Qui ci sono due problemi separati. Da una parte il decidere se la scelta nucleare è utile o addirittura necessaria al mantenimento del livello di benessere dei paesi avanzati. Dall'altra il problema delle forniture alimentari al terzo mondo.
    Al primo problema Battaglia dà una risposta netta, che personalmente non condivido affatto. Non perchè sia contrario al nucleare, ma perchè non lo vedo nelle forme attuali come produttivo per più del 15% - 20% al massimo, con grandi difficoltà a salire in percentuale e con un possibile declino per esaurimento scorte. Tutt'altra faccenda la fusione, ma per ora non c'è quindi la ignoriamo.
    Molti hanno proposto come soluzione al dilemma nucleare la semplice rinuncia alla quota di energia che il nuke può fornire. Riduciamo, risparmiamo e stiamo più sicuri, anche se ci sposteremo meno, produrremo meno, illumineremo meno.
    Qui si entra però nel secondo problema. Per quanto possa sembrare strano è assodatissimo che è soltanto l'iperproduzione energetica occidentale a permettere la sopravvivenza di enormi masse di popolazione in tutto il mondo. Senza il surplus energetico la terra non sarebbe in grado di sfamare un decimo della popolazione attuale. Dato che mi riesce difficile pensare agli euroamericani che dimezzano l'apporto calorico per generosa preoccupazione verso il resto del mondo temo che il problema della riduzione di utilizzo energetico e la fame non siano affatto mondi così separati. Tantomeno credo che una diminuzione del consumo energetico occidentale vada automaticamente a vantaggio del resto del mondo.
    Oltre il 50% dell'intera produzione mondiale di cereali si ha negli USA. Ho letto da qualche parte che un solo stato africano (forse Zaire, non ricordo) potrebbe sfamare l'intera Africa con culture cerealicole sul tipo americano. Ma in realtà per ottenere quelle culture serve tantissima energia e le macchine per utilizzarla. Senza di quelle la potenzialità è solo virtuale. E difatti lo Zaire non ha nemmeno l'ombra delle megapiantagioni sognate. Quindi un calo drastico nelle produzioni americane sarebbe un disastro per le esportazioni (visto che presumibilmente gli USA non rinuncerebbero a mangiare per garantire l'esportazione).
    Inoltre una fetta enorme di energia sotto forma di beni, farmaci, valuta pregiata, scorre dal mondo occidentale al terzo mondo in cambio dei prodotti esotici che il mondo occidentale richiede. Anche se qui esistono enormi ingiustizie ed accaparramenti l'interruzione improvvisa di questo flusso comporterebbe danni giganteschi.

    In questo senso e solo in questo concordo con Battaglia che dovere del mondo industrializzato è mantenere questi meccanismi. Per farlo serve mantenere il livello di vita attuale. Battaglia sostiene che lo puoi fare solo col nucleare. Noi non ci crediamo e proponiamo altre soluzioni. Ottimo! L'unica cosa sicuramente deleteria è sperare di riportare l'occidente all'era preindustriale e salvare nel contempo il mondo dalla fame. Questo è impossibile e Battaglia in questo ha, secondo me, ragione. Ma utilizzare al meglio l'energia rinnovabile del sole non significa affatto decrescere. E' qui la vera sfida. ;)


     
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  5. Paolo Cattani
     
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    Visto che le discussioni sull' Africa stanno prendendo piede e che non si tratta più solo di qualche commento inserito nella discussione, aprirò una nuova discussione nella sezione OT, così non ci saranno più interferenze con il thread in corso.
     
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    Il mondo non si sfama col surplus produttivo dei paesi industrializzati, non sono certo le carivane di merci che inviamo loro a sfamarli, non al di fuori dell'emergenza locale, perlomeno.

    Noi importiamo anche prodotti alimentari dai paesi africani, ma le colture intensive non sono in mano ai locali e quindi le risorse che si producono vanno a gonfiare i portafogli di qualche multinazionale, guarda caso statunitense, o europea.

    Individuare una e una sola causa della fame nei paesi africani è comunque un'operazione troppo semplicistica e distante dalla verità, per questo rigetto anche la tesi che sono i nostri eccessi produttivi a sfamare quelle popolazioni (a volte sono la causa della fame!).

    Il gap tecnologico che non consente all'agricoltura africana di svilupparsi certamente non lo si risolve inviando sacchi di granaglie OGM americane. Se davvero abbiamo a cuore che vi sia una risposta produttiva adeguata, dobbiamo proseguire e intensificare il lavoro delle ONG che installano strutture, istruiscono la popolazione, procurano le sementi e ogni altro supporto per iniziare un ciclo produttivo in vista della piena autonomia. Non è interesse delle multinazionali quello di dare autonomia produttiva agli africani.

    In barba agli impegni internazionali, molti Stati, tra cui l'Italia, non hanno dato seguito all'incremento degli aiuti promesso, lasciando che in aiuti ci finiscano solo le briciole.

    Bello, allora, tagliar corto e dare la colpa di ciò al fatto che si sia scelto di rinunciare a produrre energia dal nucleare, se lo raccontiamo a un africano dubito che possa comprenderne il nesso.
     
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  7. j3n4
     
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    nll ti quoto a pieno.
     
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  8. BrightingEyes
     
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    CITAZIONE (nll @ 30/5/2007, 13:20)
    In barba agli impegni internazionali, molti Stati, tra cui l'Italia, non hanno dato seguito all'incremento degli aiuti promesso, lasciando che in aiuti ci finiscano solo le briciole.

    E nemmeno li incrementeranno. L'Italia non ha aumentato gli aiuti, come aveva promesso, e non è stata l'unica. Basta una minima congiuntura economica, quale quella molto banale che stiamo vivendo, perchè anche le briciole di cui si tratta diventino importanti quando si tratta di far quadrare la finanziaria.
    In fondo gli africani non votano, non scioperano, non bloccano le strade. <_<

    Non dico che sia una cosa bella e da approvare, ma questa è la cinica realtà. Ecco perchè resto estremamente scettico sulle sbandierate prese di coscienza collettiva per condividere le risorse. :P

    CITAZIONE
    Individuare una e una sola causa della fame nei paesi africani è comunque un'operazione troppo semplicistica e distante dalla verità, per questo rigetto anche la tesi che sono i nostri eccessi produttivi a sfamare quelle popolazioni (a volte sono la causa della fame!).

    Ci sono diverse cause della fame. La prima e maggiore è stata banalmente la pretesa di far sedere sempre più gente a tavola limitandosi soltanto a garantirne la sussistenza e quindi la moltiplicazione. E' un discorso che si trascina da decenni, già il club di Roma aveva messo in evidenza che c'è un limite sia allo sviluppo che alla crescita demografica. Oggi è molto di moda ricordare il primo particolare, ma pure il secondo fa la sua parte.
    Comunque non credo ci siano dubbi che la sussistenza di almeno due miliardi di persone nel terzo mondo deriva esclusivamente dal contributo occidentale. Dire che lo sfruttamento delle multinazionali (che esiste e andrebbe eliminato certo) è la causa della fame nel mondo a me pare un pelino azzardato. E' una semplificazione che serve sopratutto a lenire le nostre coscienze, ma se pure è verissimo che è auspicabile una trasformazione che conceda tutti i vantaggi ai paesi produttori è anche vero che senza le tecnologie ed i capitali occidentali spesso le ricchezze locali lo sono solo sulla carta. Io sarei d'accordissimo a obbligare ENI, Chevron e gli altri ad abbandonare la Nigeria. Ma non venitemi poi a chiedere interventi per la situazione che si verrà a determinare dopo il ritiro delle multinazionali. Magari la Nigeria diventerebbe una piccola Svizzera, ma i rischi di un'esplosione di caos li vedo davvero solo io? <_<

    CITAZIONE
    Se davvero abbiamo a cuore che vi sia una risposta produttiva adeguata, dobbiamo proseguire e intensificare il lavoro delle ONG che installano strutture, istruiscono la popolazione, procurano le sementi e ogni altro supporto per iniziare un ciclo produttivo in vista della piena autonomia. Non è interesse delle multinazionali quello di dare autonomia produttiva agli africani.

    Ok. Qui mi trovi d'accordissimo. In fondo si tratta di porgere la canna invece di dare il pesce. Anche questa politica comporta scelte difficili. Se ci limitassimo a coprire solo tutte le emergenze alimentari daremmo fondo a ogni risorsa e otterremmo il non fantastico risultato di ritrovarci l'anno dopo di fronte agli stessi problemi aumentati di una percentuale data dalla prolificità degli assistiti.
    Comunque, se torniamo al tema del post, mi pare che queste riflessioni non facciano che confermare che senza l'aiuto occidentale il terzo mondo affonda. Senza un'adeguata produzione energetica non ci sarebbero più aiuti al terzo mondo. La produzione di biocombustibili autarchica americana è già ora un concreto rischio per le esportazioni cerealicole americane.
    Secondo me prima rendiamo possibile per una parte del terzo mondo autoprodursi almeno gli alimenti di sussistenza o autoprodursi beni di scambio (l'energia sarebbe una scelta ottima) meno rischi corriamo tutti. Se poi esistono altre soluzioni... ben vengano! Ma siamo davvero sicuri che siano soluzioni? Molte delle maggiori sciagure hanno avuto origine dall'entusiasmo rivoluzionario di pochi esaltati. ;)
     
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  9. cirowsky
     
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    CITAZIONE (cirowsky @ 22/5/2007, 04:18)
    (...)quante scorte di combustibile nucleare (forse l'espressione non è esatta perdonatemi) ci sono?
    se dovessimo fare andare tutto con il nucleare una volta che il petrolio sia finito (auto comprese), quanto durerebbe?
    io ho solo sentito che le riserve non sono moltissime, il nucleare (preso da solo) non è qualcosa con il quale andare avanti a lungo. ma se qualcuno ha una risposta più puntuale...

    CITAZIONE (francobattaglia @ 22/5/2007, 09:12)
    (...)avremmo combustibile per la fissione nucleare per decine di migliaia di anni.
    prima di allora, si spera, la fusione sarà realtà.
    fb

    CITAZIONE (BrightingEyes @ 29/5/2007, 23:30)
    (...)al primo problema Battaglia dà una risposta netta, che personalmente non condivido affatto. Non perchè sia contrario al nucleare, ma perchè non lo vedo nelle forme attuali come produttivo per più del 15% - 20% al massimo, con grandi difficoltà a salire in percentuale e con un possibile declino per esaurimento scorte(...)

    insomma la questione delle scorte come sta?

    Edited by cirowsky - 31/5/2007, 04:20
     
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  10. francobattaglia
     
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    CITAZIONE (cirowsky @ 31/5/2007, 01:29)
    CITAZIONE (cirowsky @ 22/5/2007, 04:18)
    (...)quante scorte di combustibile nucleare (forse l'espressione non è esatta perdonatemi) ci sono?
    se dovessimo fare andare tutto con il nucleare una volta che il petrolio sia finito (auto comprese), quanto durerebbe?
    io ho solo sentito che le riserve non sono moltissime, il nucleare (preso da solo) non è qualcosa con il quale andare avanti a lungo. ma se qualcuno ha una risposta più puntuale...

    CITAZIONE (francobattaglia @ 22/5/2007, 09:12)
    (...)avremmo combustibile per la fissione nucleare per decine di migliaia di anni.
    prima di allora, si spera, la fusione sarà realtà.
    fb

    CITAZIONE (BrightingEyes @ 29/5/2007, 23:30)
    (...)al primo problema Battaglia dà una risposta netta, che personalmente non condivido affatto. Non perchè sia contrario al nucleare, ma perchè non lo vedo nelle forme attuali come produttivo per più del 15% - 20% al massimo, con grandi difficoltà a salire in percentuale e con un possibile declino per esaurimento scorte(...)

    insomma la questione delle scorte come sta?

    come ho detto io.
    nella frase di Be ci sono 3 errori.
    1. il nuke serve per produrre EE e con questa va confrontato: attualmente esso fornisce il 20% di EE nel mondo, oltre il 30% in EU (ove è la prima fonte di EE) e arriva al 50% in molti paesi con quasi l'80% in F. il nuke fornisce già il 15% di EE all'italia.
    2. le uniche difficoltà a salire in percentuale sono di natura politica, non tecnica.
    3. di scorte di combustibile nuke ne avremmo per decine di migliaia di anni. BE si riferisce
    all'U-235, disponibile per altri 100 anni circa. ma l'U-235 è 1/100 dell'U, che è fatto principalmente di U-238. questo non è fissile, ma è fertile: bombardato con neutroni si trasforma in Pu-239, fissile. quindi avremmo scorte di U per 100x100=10.000 anni. poi c'è il Th-232, non fissile ma fertile: bombardato con neutroni si trasforma nel fissile U-233. di Th ce n'è più che di U. Insomma: decine di migliaia di anni di energia da reattori autofertilizzanti. è ragionevole immaginare che la fusione diventerà prima o poi un realtà e non ci sarà bisogno di usare la fissione per decine di migliaia di anni, ma solo, diciamo, per altri 100-200 anni.

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    Carissimi, forse a qualcuno sfugge il titolo di questa discussione?

    Chi ha piacere di dilungarsi su altri argomenti, ricerchi la sezione giusta e lì si confronti con chi sta discutendo proprio di quello. Non è bello trasformare ogni discussione in un monotema, il forum potrebbe perdere d'interesse!!!

    Un po' di OT va bene, ma solo se ci si da una regolata.
     
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205 replies since 21/5/2007, 07:27   5714 views
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