Riscaldare l'aria

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  1. claudiomenegatti
     
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    Ciao Alessandro, vediamo se riesco a risponderti.
    1) E’ vero, ma in fondo nessun sistema “solare” è applicabile a tutte le realtà abitative, e ti dirò di più, anche se applicabile bisogna superare moltissimi scogli di ordine culturale, economico, politico. Se fai un’attenta analisi ti accorgerai che lo scoglio minore è quello tecnico.
    2) Anche questo è vero, deve esserci il sole, come per tutti i sistemi solari, ma si può prevedere un sistema di accumulo, la casa stessa lo è, una volta riscaldato l’ambiente e le relative pareti, si mantiene il calore per un certo tempo, in relazione agli utilizzi dell’ambiente ed al suo isolamento termico verso l’esterno.
    3) Questo l’avevo pensato anch’io, ma i vari test lo hanno smentito, la paglietta si sporca pochissimo, però si potrebbe anche ipotizzare un suo utilizzo in tal senso, visto che il sistema crea una convezione d’aria, perché non caricare la paglietta con 50.000 volt negativi ed utilizzarla come filtro per il pulviscolo? Potrebbe essere ripulita facilmente con una semplice soffiata.
    4) E’ vero anche questo, è concepita per dissipare, non certo per accumulare, è proprio questo che ne caratterizza il funzionamento, anche se si potrebbero integrare piastre di accumulo, ma questo ne appesantirebbe la struttura, introducendo altre complicazioni, meglio utilizzare l’ambiente stesso come accumulo.
    5) E’ chiaro che non si può non integrare un sistema tradizionale di riscaldamento, questo è un errore che compiono tutti quelli che non sanno nulla di energia solare e pensano che un pannello possa sostituire in tutto e per tutto il loro riscaldamento, non pensano comunque alla percentuale di risparmio che ottengono.
    6) L’ingombro del sistema è quasi analogo a quello dei pannelli solari ad acqua, se non consideriamo che può essere integrato nelle strutture come elemento multifunzione, inoltre non circola acqua, non c’è antigelo, non c’è nessuna pompa, non consuma assolutamente nulla, non ha parti in movimento, non ha necessità di manutenzione.
    Non l’ho ancora commercializzato in modo “serio” per mancanza di risorse, tutta la ricerca è stata fatta sulle mie spalle, senza nessun contributo, e ti posso assicurare che non ho la disponibilità sia finanziaria che di tempo per affrontare concretamente l’argomento.
    Ciò nonostante, una valida applicazione del sistema, nel campo dell’essiccazione di alimenti, sta prendendo piede.
    Il mio sistema è stato confrontato con altri impianti realizzati da prestigiose industrie e sono stati ottenuti risparmi di tempo dell’ordine del 30% con prodotti più colorati e più ricchi di principi attivi.
    Un lotto di essiccatori sta per partire per l’Afganistan, con il contributo della Croce Rossa, dove verranno affidati alla popolazione per iniziare attività di essiccazione per conto terzi, contribuendo ad avviare piccole attività economiche.
    Per quanto riguarda la “combustione”, non sono contrario, penso solo che se arriva già una notevole quantità di calore dal sole, sia una stupidaggine bruciare qualcosa per ottenere lo stesso scopo. Inoltre la combustione non produce solo CO2, ma anche tante altre porcherie, ed a me la “puzza” mi puzza parecchio!
    In Africa hanno bruciato intere foreste per essiccare tea, pesce ed altre cose, con una sapiente tecnica di sfruttamento del sole avrebbero ancora tutte le loro piante e sarebbero anche meno affamati, ma questo è un altro discorso.
    Nonostante questo preferisco sempre bruciare biomasse piuttosto che petrolio.

    Spero di aver risposto a tutto,
    Ciao.
    Claudio
     
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63 replies since 13/12/2004, 15:05   9591 views
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