Vorrei provare a trarre energia utile dalla cella di Cirillo-Iorio

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  1. zazza-z32
     
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    Salve a tutti,

    Sono nuovo del forum, anche se sono diverse settimane che mi stò informando su tutto il lavoro che avete portato avanti.
    Scrivo fondamentalmente perchè avevo una 3/4 d'idea di sperimentare anche io... :D

    La mia idea è quella di replicare la cella di cirillo-iorio ma con alcune modifiche.

    Vorrei far notare fin da subito che non sono un esperto in chimica e tantomeno in fisica nucleare, ma dopo aver letto molti e molti e molti vostri post, idee ed esperimenti volevo provare a farne uno anchio, ma basato sicuramente su idee che ho trovato in questo forum e su altre documentazioni trovate nel web.

    La mia idea era la seguente:



    Replicare una cella cirillo iorio ma sotto pressione. Tale soluzione, da quanto ho letto, dovrebbe richiedere meno energia per mantenere la cella attiva e produrre più energia. DOVREBBE. :) La cella sarebbe chiusa in modo da disperdere meno calore possibile in modo da aumentare il rendimento dello stirling che sottraendo calore alla cella dovrebbe limitare comunque la pressione della stessa.
    Ovvio che ci saranno tutte le sicurezze per eventuali sovrapressioni e possibili esplosioni del sistema.

    Applicare a questa cella un motore stirling ad elio sotto pressione simile a quello qua rappresentato, ma modificato per la nostra applicazione [grazie nasa]

    image

    Questa tipologia di stirling ha un rendimento abbastanza elevato grazie alla mancanza di sistemi biella manovella. La generazione di energia elettrica è affidata ad un generatore lineare che autocostruirei.
    Ho anche in mente come fare alcuni accorgimenti per aumentare al massimo il rendimento del gruppo stirling-alternatore.
    In pratica la parte calda dello stirling è lo stesso oggetto che contiene la soluzione per la cella. Come materiale pensavo a realizzarlo in rame, in modo da assorbire tutto il calore prodotto e trasferirlo al gas dello stirling. La parte fredda verrebbe raffreddata da un flusso d'acqua fredda.

    Il tentativo dell'esperimento è quello di realizzare un circuito chiuso in modo che la cella si autoalimenti.

    Per mia fortuna dispongo di spazio in abbondanza e di tutti i macchinari per la progettazione e costruzione di tutte le parti meccaniche. Per quanto riguarda l'impianto elettrico mi affiderei a un mio caro amico molto ferrato nella cosa che si baserebbe sui vari schemi qua riprodotti.


    Detto ciò... avete consigli in merito? Non mi ritengo certo un professore in materia, anzi, sono veramente l'ultimo arrivato e quindi ogni consiglio e considerazione in merito è molto ben accetto e gradito!!!

    Saluti. Zazzà.

    P.s.: se ho detto un mare di castronerie siate buoni con me, prima di impiccarmi lasciatemi richiedere il mio ultimo desiderio! :D :P
     
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  2. giopi
     
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    Caro zazza-z32,tutte le idee possono essere buone,ma saprai che dal dire al fare,c'è di mezzo il mare.Naturalmente non ti voglio scoraggiare.
    (fa quasi rima!) Complimenti per il disegno,sembra quasi una pompa a vibrazione con le relative sospensioni elastiche.Se ne hai le capacità
    ed i mezzi prosegui imperterrito,sappi se lo vorrai tenerci informati dell'esito della tua nuova esperienza.Ciao "giopi"
     
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  3. zazza-z32
     
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    Sicuramente è mia intenzione tenere informato il forum su tutte le esperienze che otterrò.

    Era mia intenzione sapere solo se secondo voi la cosa è fattibile o se sarebbe solamente uno spreco di tempo realizzare tutto l'ambaran perchè mi baso su idee errate.

    Mi rendo conto che realizzare il tutto non è cosa da 5 minuti, anzi, penso che lavorandoci sodo non avrei un complessivo funzionante entro 6 mesi di lavoro a tempo perso.
     
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    Coraggio Zazza, questa è la strada buona!
     
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  5. giopi
     
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    Sapere prima se una idea funziona, non è facile,ma se uno prova stai certo che non solo lo imparerà,ma scoprirà cose nuove .
    Sperimentare all'infinito porta alla conoscenza,è l'unico mezzo che ci rimane,non possiamo aspettare le Multinazionali.
    "ciao giopi"
     
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  6. zazza-z32
     
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    Beh, si, mi sono espresso male, non intendevo chiedervi: "mi garantite che funziona?". Semplicemente volevo porre la mia idea e vedere se vedete qualche grossa lacuna nel progetto di base...
    Poi è ovvio che queste sono solo due righe scritte per far capire cosa ho in mente, niente di più e niente di meno. Se ci saranno risposte positive partirò con una progettazione del sistema per poi sentire nuovamente idee e suggerimenti in merito per poi dopo passare alla realizzazione...
     
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  7. randagio73
     
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    CITAZIONE (zazza-z32 @ 16/2/2008, 17:57)
    Sicuramente è mia intenzione tenere informato il forum su tutte le esperienze che otterrò.

    Era mia intenzione sapere solo se secondo voi la cosa è fattibile o se sarebbe solamente uno spreco di tempo realizzare tutto l'ambaran perchè mi baso su idee errate.

    Mi rendo conto che realizzare il tutto non è cosa da 5 minuti, anzi, penso che lavorandoci sodo non avrei un complessivo funzionante entro 6 mesi di lavoro a tempo perso.

    ciao zazza benvenuto!

    secondo il mio modestissimo parere ti conviene prima realizzare la cella a pressione, misurare l' energia in uscita e vedere se il gioco vale la candela .(se realizzassi la cella a pressione sarebbe già un bel risultato)
    Da qualche esperimento che ho fatto mi sono reso conto che l' overunity c'e, solo che non è un fenomeno che si presenta in maniera regolare e prevedile, neanche mantenendo costanti i parametri (molarità, voltaggio, proporzioni delgli elettrodi ecc..) o almeno sono io che non riesco ad ottenere un overunity stabile...

    buone sperimentazioni
     
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  8. eroyka
     
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    Ciao Zazza,
    ti consiglio di aspettare la risposta di quantum, elettrorik o qualcun'altro degli esperti.

    L'idea è interessante anche se un po complessa... ma non ho le capacità per fornirti un giudizio davvero utile.

    Vedrai che presto avrai altre risposte e consigli.
    Per intanto benvenuto fra noi!!!
    Roy
     
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  9. Quantum Leap
     
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    Ciao Zazza e benvenuto nel nostro forum,

    apprezzo molto il tuo entusiamo e ti invito a tenerlo ben vivo perchè, talvolta, è il propulsore principe di tutte le sfide e di tutti gli obiettivi che ci si propone.

    Le tue idee, raggruppate tutte insieme nel primo post, hanno tutte una certa validità e certi limiti che ora andiamo ad analizzare:

    - cella a pressione: un dispositivo del genere, "chiuso" all'ambiente esterno, apparentemente sembra semplice da ralizzare, tuttavia, nel passare alla realizzazione pratica, molte sono le difficoltà da superare, anzi, da sormontare. Innanzitutto, questo tipo di celle al plasma, genera gas, tipicamente idrogeno al catodo e ossigeno all'anodo che se non debitamente diluiti possono concentrarsi ed essere potenzialmente molto pericolosi in quanto realizzano una miscela fortemente detonante che, in passato, ha già fatto saltare in aria molti dispositivi. Quindi, il primo problema è garantire la pressione della cella tenendo i gas idrogeno e ossigeno separati e diluiti. Questa indicazione è asolutamente da non tralasciare, a prescindere da quale sistema la realizzi.
    Inoltre il plasma sotto pressione tende tipicamente ad innescarsi con più difficoltà e normalmente assorbe una certa energia elettrica in più. Purtroppo non ci sono molte sperimentazioni in tal senso e l'analisi del sistema in condizioni di sovrappressione non è completa.

    - impiego del motore Stirling per la conversione da energia termica-meccanica : allo stato attuale degli esperimenti eseguiti con questo tipo di celle, lavoranti aperte e quindi a pressione atmosferica, il rapporto massimo fra energia in uscita e energia in ingresso ottenuto è pari a circa 2. Per comodità di ragionamento supponiamo che tale rapporto sia proprio 2. Per ogni watt elettrico quindi ricavo 2 watt termici.
    Allo stato attuale delle macchine Stirling esistenti in commercio, nelle migliori condizioni di funzionamento, esse sono in grado di convertire in lavoro meccanico il 33% dell'energia termica ricevuta.
    La conseguenza di queste considerazioni è che, nei motori Stirling, per ogni watt ricevuto ne vengono trasformati 0,33 in energia meccanica mentre il resto si dissipa fra attriti e perdite termiche.
    Considerando che alimenti la macchina Stirling con il calore della migliore cella che abbiamo realizzato succede questo:

    Alimentazione cella 1 Watt elettrico ---(plasma)---> 2 Watt termici ----(alimento lo Stirling)---> 2*0,33 = 0,66 Watt meccanici

    anche supponendo di essere in grado di trasformare perfettamente tutti i Watt meccanici in Watt elettrici con cui alimentare direttamente la cella alla fine di tutte le trasformazioni avrai che, per ogni Watt elettrico fornito alla cella potrai, a limite e in particolari condizioni, ottenere al massimo 0,66 Watt.

    Se però, coi tuoi esperimenti, riuscissi a trovare la strada per incrementare le prestazioni della cella, magari passando dall'attuale rendimento (pari a 2) a rendimenti maggiori di 3, la cosa potrebbe essere interessante e fattibile.

    Spero che queste considerazioni siano da sprone e da monito a non mollare e "spremere" il più possibile questo fenomeno su cui, al momento, nessuno può dire a cosa può portare.

    Ti abbraccio,
    facci sapere. ;)
     
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  10. zazza-z32
     
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    In parol povere il gruppo "stirling-generatore" dovrebbe avere un rendimento pari a minimo il 50%, oppure bisogna salire come rendimento della cella per riuscire a realizzare un sistema autonomo.

    Stavo pensando che anche se non si realizzasse un sistema autonomo il gruppo "stirling-generatore" potrebbe essere utilizzato per misurare la quantità di energia prodotta.
    Ovvio che sarebbe davvero complesso dare un esatto valore all'energia prodotta in termini assoluti, ma, credo, che sarebbe relativamente facile utilizzare lo stirling per valutare le DIFFERENZE di rendimento fra una prova e l'altra, facilitando, forse, la sperimentazione della cella.

    La cosa che mi lascia perplesso è l'inerzia del sistema. Un motore stirling ha sicuramente una grossa inerzia termica che non è sicuramente redditizia come resa e come precisione di misurazione... Penso che i problemi per la durata dell'esperimento siano il consumo della soluzione e il consumo del catodo e anodo in tungsteno. Parlando in soldoni quanto tempo si potrebbe tenere attivo un plasma magari utilizzando un sistema per il rabbocco della soluzione e una rigenerazione del tungsteno facendo arrivare nuovo materiale mano a mano che esso si consuma?

    Dato che per le mie conoscenze in merito sarei molto più portato a realizzare la parte stirling-generatore mi chiedo se possa esser di interesse a qualcuno più addentrato in problemi chimici-fisici-nucleari a procedere in questa tipologia di sperimentazione.

    Secondo me se si riuscisse a realizzare un sistema che si autoalimenta, magari donando anche solo 1w di potenza utile sarebbe una vera svolta, soprattutto per piccole-medie imprese che potrebbero interessarsi a finanziare ulteriori ricerche più costose.

    Grazie mille a tutti per la pazienza e l'interesse!!!

    Saluti

    Zazzà.
     
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  11. zazza-z32
     
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    Allora...

    Come primissima cosa chiedo immensamente perdono per la qualità dello schizzo.
    Mettetemi a progettare in 3D e vi progetto quello che volete, ma a fare schizzi sia al pc che a mano sono una frana!!!

    Anticipato ciò mi sono soffermato a ragionare... "Come si può convertire l'energia prodotta dalla cella?"

    Mi son sempre proposto di utilizzare il gruppo stirling-generatore come gruppo principale in quanto il calore emesso è a bassa temperatura [circa 100°C se non meno] e lo stirling è l'oggetto più adatto per convertire tale energia.

    Si può ottimizzare un pò il rendimento dello stirling raffreddato ad acqua con delle celle seedbeck che lavorano sulla differenza di temperatura che esiste fra l'ingresso ed uscita del liquido di raffreddamento. Certo, il rendimento di queste celle è basso, ma è sempre tutto grasso che cola.

    Poi mi son soffermato sul problema idrogeno e ossigeno. Scindere l'acqua in idrogeno e ossigeno richiede una certa quantità di energia e quindi perchè non riutilizzarla, sopratutto visto che l'idrogeno è un ottimo vettore energetico? Ecco l'idea che si concretizza nell'utilizzo di una cella combustibile. Pensavo di utilizzare una cella combustibile tipo PEM.

    La suddivisione dei due gas avviene in modo automatico in quanto l'idrogeno ha una densità di 0.0899g/L-1 mentre l'ossigeno 1,43g/L-1

    Il basso raffreddamento richiesto da questa cella potrebbe esser dato dall'acqua in uscita dallo stirling dopo le seedbeck, raffreddare la cella, per poi nuovamente passare dentro altre seedbeck.

    Direi che in questo modo il rendimento dovrebbe salire almeno un poco! :D

    Allego un disegno per spiegarmi meglio con la mia idea...
    Ripeto che sarei molto intenzionato a portare avanti la cosa, magari affiancato da qualcuno che se ne intenda maggiormente di me delle reazioni che avvengono nella cella.

    Saluti

    Zazzà

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    Edited by zazza-z32 - 18/2/2008, 12:50
     
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  12. mgb2
     
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    ciao randagio,

    ci potresti mostrare i dati relativi ai tuoi esperimenti con COP>1 ?

    Per zazà:

    benvenuto, continua cosi che vai forte.
    Ascolta bene i consigli dei quantum che di esperienza ne hanno molta.
    Tra breve si farà sentire anche elettrorik.

    ciao

    mgb2
     
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  13. ElettroRik
     
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    Ciao a tutti, e benvenuto a zazzà...
    scusate sono appena rientrato da una settimana di ferie...

    Vedo che avete già detto praticamente tutto.. Quindi aggiungo solo che, secondo me, ci saranno i seguenti problemi da risolvere:

    - la pressione è fortemente variabile, dato che il plasma stesso funge da innesco per i gas H2 ed O2 che si formano al catodo (una parte di O2 si forma lo stesso per pirolisi)e, dato che il rapporto volumetrico è 1960:1, si fa presto ad intuire che basta pochissimo gas che si ricombina a creare delle forti onde di pressione che tenderanno a devastare la cella, raccordi, guarnizioni, ecc...

    - la separazione H2 - O2 non sarebbe un problema, esistono anche membrane porose all'H2 ma non all'O2 che funzionano molto bene, ma il problema è tenerli separati da subito, per evitare di costruire le bombe di cui al punto precedente.

    - il rendimento del sistema è un po' troppo basso per pensare di raccoglierlo con uno stirling, ma questo è già stato ben esposto.

    Per me, riuscire ad ottenere un 'boiler' che scalda più di uno a resistenza elettrica in maniera platealmente evidente, sarebbe già un ottimo risultato.

    Credo che l'estrazione dell'energia non sia un passo da seguire in questo tipo di cella, perchè il fenomeno che essa manifesta è troppo marginale per poter essere sfruttato. E' ottima per evidenziare un'anomalìa, ma che poi deve essere isolata, studiata, capita, e allora, si, finalmente sfruttata. :)
     
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  14. randagio73
     
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    CITAZIONE (mgb2 @ 18/2/2008, 17:11)
    ciao randagio,

    ci potresti mostrare i dati relativi ai tuoi esperimenti con COP>1 ?


    mgb2

    ciao
    posso postare i dati:

    primo esperimento:

    grammi di acqua all' inizio dell' esperimento: 247,87
    temperatura iniziale 17 C°
    kwh consumati 0,02
    temperatura finale 100C° (l'acqua bolle :D )
    acqua mancante 4,05 grammi
    durata: purtroppo non registrata

    247,87(100-17)+539,45*4,05= 22757,98
    equivalenti a 92287,662 J
    92287,662/72000= 1,32

    secondo esperimento

    grammi d' acqua all' inizio dell' esperimento 200
    temperatura iniziale 15,2
    durata 9,55 minuti
    kwh consumati 0,06
    acqua mancante 59,37
    temperatura finale 100C°
    cop 1,13

    terzo esperimento
    grammi d' acqua all' inizio dell' esperimento 200
    temperatura iniziale 18,2
    kwh consumati 0,02
    durata 3:14 minuti
    acqua mancante 1,72 grammi
    temperatura finale 100 C°
    cop 1,005

    posso assicurare che non ho conteggiato acqua volata fuori per schizzi e che i vari parametri sono stati registrati con la massima precisione possibile e con la strumentazione in mio possesso.
    Non solo ma in alcuni casi ho notato dei picchi di gamma conteggiati con il mio contatore geiger che in un caso hanno superato di tre volte il fondo naturale solo che mi rendo conto che non vuol dire nulla (del radon che passava di là, dei raggi cosmici abbastanza incazzati :D ) però a me il dubbio è rimasto ...
     
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  15. mgb2
     
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    Moderazione: I post off-topic sono stati spostati nella sezione indicata da Stranger:

    https://energierinnovabili.forumcommunity.net/?t=13027391.

    C'è ora una nuova discussione intitolata Neutroni dagli ultrasuoni.

    Putroppo non posso essere onnipresente ed avere tutte le discussioni sott'occhio quindi ben vengano i suggerimenti di tutti per organizzare meglio il forum

    mgb2


    Edited by mgb2 - 19/2/2008, 15:49
     
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19 replies since 16/2/2008, 17:23   2862 views
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