vuoti "a rendere"

reimmissione in ciclo dei contenitori di plastica

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  1. mydemetra
     
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    ciao a tutti, vi ricordate dei "vuoti a rendere" delle bottiglie di birra, vino ecc ecc? In una certa misura si applica ancora, credo. Mi chiedevo: perchè non applicare lo stesso principio anche ai tantissimi contenitori in plastica (bottiglie e bottiglioni di varia forma e dimensione) dei detersivi liquidi?
    Si potrebbe pensare ad un centro raccolta degli stessi presso i vari supermercati o "centri del detersivo" sparsi dappertutto, che provvederebbero poi a smistarli ai vari fornitori, affinchè vengano poi riutilizzati e rimessi in ciclo.

    Non dovrebbe essere difficile organizzare un processo simile, che si tradurrebbe in una evidente riduzione nel volume dei rifiuti e in un riciclo meno dispendioso, nonchè in un notevole risarmio, immagino, per le stesse aziende produttrici.

    I consumatori penso siano abbastanza sensibilizzati nell'ottica del rispetto dell'ambiente e non ci sarebbe neppure bisogno di ricompensa economica immediata.

    Si potrebbe anche pensare ad un servizio di ritiro porta a porta dei vari contenitori; insomma un processo da definire bene, ma in definitiva semplice ed efficace.

    Cosa ne pensate?
     
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    Potrebbe essere una buona idea, ma occorre valutare il costo dei vari trasporti, della selezione (tenuta e integrità del contenitore) e del lavaggio dei contenitori, a fronte dei costi per il semplice riciclo della plastica in quanto tale.
     
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    francamente se non lo si applica per il vetro dubito che si riuscirà ad applicarlo per la plastica, per i prodotti non deperibili come i detersivi, il meglio sarebbe la vendita alla spina o sfusi, il contenitore te lo compri la prima volta e poi lo riutilizzi, per i prodotti "sensibili" che richiedono un certo trattamento per garantirne la commestibilità o l'integrità, il vetro a rendere sarebbe il meglio.
    Dato che i molti supermercati hanno una linea di prodotti con il loro marchio, mettere in piedi una filiera virtuosa (ed economicamente competitiva) per i loro prodotti non sarebbe un problema e potrebbe trascinare anche altri produttori.
     
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  4. SolarPrex
     
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    CITAZIONE
    francamente se non lo si applica per il vetro dubito che si riuscirà ad applicarlo per la plastica, per i prodotti non deperibili come i detersivi, il meglio sarebbe la vendita alla spina o sfusi, il contenitore te lo compri la prima volta e poi lo riutilizzi, per i prodotti "sensibili" che richiedono un certo trattamento per garantirne la commestibilità o l'integrità, il vetro a rendere sarebbe il meglio.
    Dato che i molti supermercati hanno una linea di prodotti con il loro marchio, mettere in piedi una filiera virtuosa (ed economicamente competitiva) per i loro prodotti non sarebbe un problema e potrebbe trascinare anche altri produttori.

    approvo a pieno. Ricordo che in alcuni supermercati c'era la pasta che veniva "spinata" da dei cilindri trasparenti in vestro e poi te la portavi a casa con delle tare di vetro precedentemente acquistate dal supermercato stesso.

    A presto.
     
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  5. mariomaggi
     
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    mydemetra,
    CITAZIONE
    Mi chiedevo: perchè non applicare lo stesso principio anche ai tantissimi contenitori in plastica (bottiglie e bottiglioni di varia forma e dimensione) dei detersivi liquidi?

    c'e' chi li spreme per svuotarli e li deforma, chi ha il bambino che gioca con gli spilli e fa i buchini, chi li usa per l'olio della motosega e poi li restituisce, chi li adopera per la vernice avanzata e poi li restituisce.
    Credo che la pulizia della plastica da n diversi inquinanti sconosciuti richieda tanta energia ed acqua corrente, tale da non giustificare questa operazione.
    Vedo molto meglio il riutilizzo da parte dell'utente, che sa come ha trattato il suo contenitore, usando distributori automatici di prodotto non confezionato.

    Ciao
    Mario
     
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  6. EGO73
     
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    Vicino a dove abito, c'e' un negozio che vende detersivi sfusi (per il normale bucato, per i piatti, ecc)
    I clienti entrano con il loro contenitore, comprano a peso il detergente e, oltre a risparmiare soldi, evitano di contribuire alla produzione di scarti industriali.
     
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    Anche se mi piacerebbe che le cose funzionassero come una volta, devo purtroppo ammettere che il riciclo per fusione è meglio del reso. Quoto in pieno Mario. Io mi ricordo bene di quando c'era il vetro a rendere... mi ricordo che l'ispezione visiva era manuale, di quando nelle bottiglie ci trovavi le zampe di gallina, i topi, i residui di vernice.
    Mi ricordo delle bottiglie con le zone bombate del corpo completamente smerigliate, a forza di tintinnare per anni nelle cassette durante il trasporto.. di quelle tappate male perchè il bordo del tappo era rotto etc etc.
    Per questioni igieniche, all'acquisto preferisco il vetro rifuso, o il PET che viene estruso solo poci secondi prima dell'imbottigliamento.

    Dove vivo ora queste pratiche ci sono ancora... e non compro niente che non sia sigillato dalla fabbrica, perchè anche l'acqua di lavaggio può essere pericolosa. Le bottiglie di PET dell'acqua minerale vengono riciclate e vendute a circa 15 franchi, 2 eurocent l'una: vengono acquistate dagli abitanti del quartiere, che le riempiono di acqua di pozzo spesso inquinata, poi reincollano i sigilli dei tappi e cercano di venderla come "originale" a 400 franchi ( 0,6 euro), ricomponendo spesso anche il bancale e le coperture in polietilene. Naturalmente, fanno lo stesso con le bottiglie di liquore e champagne piene di acqua sporca, ma in quel caso bisogna proprio essere dei gonzi per crederci.

    Quand'ero piccolo nei negozi di alimentari vendevano la roba sfusa, c'erano delle credenze con mille cassetti che avevano una finestrella trasparente: pasta di tutti i tipi, riso, zucchero, sale, olio... tutto sfuso. Ti portavi il recipiente da casa oppure nel caso dei solidi il negoziante ti faceva un cartoccio di carta di giornale al piombo.. o usava la carta da zucchero.
    Mia madre doveva ripassare pasta e riso ed eliminare gli animali morti, i parassiti, le pietre...
    In tutta sincerità, preferisco il sistema attuale... a patto che ci sia solo l'imballaggio primario.
     
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    si ma se il termine di confronto è il terzo mondo o l'illecito tutto va a ramengo...
    uso quotidianamente acqua in vetro con vuoto a rendere, l'incidenza delle bottiglie con il bordo superiore rovinato è bassissima, la trovi, la elimini.... al massimo perdi una bottiglia d'acqua ogni tot casse, certo che se la rendi tutto casca.... il vetro smerigliato fa parte del gioco... sarà un pò meno bello da vedere ma il risparmio è notevole... In queste cose conta molto anche la civiltà dei cittadini..... siamo in Italia ma spero che una bottiglia la si possa riconsegnare senza averci messo la vernice...

    Idem per gli altri prodotti sfusi, come nella scatola non trovi i topi morti, non li dovresti trovare nemmeno nel dispencer del supermercato, certo che se il negoziante ci mette prodotti di bassa qualità, non pulisce regolarmente, non adotta nessun sistema di prevenzione di parassiti allora tutto va a ramengo....

    Non si può non avvallare un sistema valido perchè qualcuno ci può speculare a danno di altri, si deve controllare che non ci si speculi....
     
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    Il problema è che l'illecito c'è, in questi casi... chi ti garantisce che non ci sia?
     
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    l'illecito lo può fare anche il produttore, se invece che metterti l'acqua di fonte ti mette quella di fogna...
    Ci saranno i debiti controlli e il negozio in questione avrà il suo interesse a non far trovare i topi morti nei suoi prodotti.
     
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    Nel corso degli anni la sicurezza è aumentata, proprio grazie agli imballi sigillati, che ne garantiscono l'integrità. Senza il sigillo, l'illecito può farlo chiunque (ed infatti lo facevano) e non sempre venivano beccati.. da chi annacquava il vino a chi adulterava l'olio, la catena era così lunga che alla fine ci si perdeva. Oggi, se il sigillo è integro, ne risponde il produttore.
     
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  12. janvaljan
     
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    Il vetro a rendere lo usiamo per le bottiglie di birra del nostro locale, ma la caparra è irrisoria, 2 euro per 24 bottiglie...

    L'idea del riuso è ottima: lo si potrebbe fare per latte, acqua, detersivi, solidi e quant'altro. L'impegno maggiore sarebbe progettare i contenitori e i distributori:
    i contenitori dovrebbero essere uniformati e ben progettati, resistenti all'usura e ai lavaggi
    i distributori sarebbero i garanti della salubrità del prodotto; si inserisce il contenitore all'interno e il distributore si chiude. Automaticamente esso procede ad una veloce analisi dell'integrità del contenitore (ad esempio peso, analisi con laser, insufflaggio di vapore per verificare tenuta e sterilizzare, raggi UV) e procede quindi all'introduzione del prodotto.

    Il tutto pagabile con comode tessere ricaribili, senza nemmeno il bisogno della cassa. Con conseguenti meccanismi atti a "fidelizzare" il cliente (raccolte punti, sconti personalizzati ecc. ecc.). Insomma un toccasana per tutti...tranne ovviamente per le industrie di imballaggi
     
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    e quelle da cui attingono le materie prime, cartiere, petrolchimico....

    Lo sbattimento di progettare i contenitori non lo vedo, molti sono già ora quasi standardizzati.
    per i prodotti liquidi alimentari il vetro secondo me rimane il migliore, ma la necessità di garanzie di integrità e conservabilità richiede una filiera più lunga, come per l'acqua, l'azienda prende i contenitori, li lava (il vetro si lava ad alta temperatura senza deformarsi) imbottiglia sigilla/sterilizza, riconsegna, il camion che riconsegna riprende i vuoti... Qundo si trovano contenitori rovinati li si riciclano senza molti problemi...
    Pochi contenitori, uno standard per l'acqua con chiusura a vite e apposita cassetta, uno per salsa, succhi di frutta ecc come quello che già si usa, qualche formato per sottoli sottaceti, suchi conserve...
    Un paio per il vino, l'olio, la birra.. vari ed eventuali.

    detersivi e liquidi non alimentari andrebbero benissimo in flaconi di plastica un pò robusti con vendita sfusa direttamente al supermercato, in questo caso sarebbe meglio una elevata differenziazione dei flaconi per identificare facilmente i prodotti tanto se il cliente riusa il suo flacone non ci sono problemi per raccoglierli e dividerli

    dei contenitori per altri prodotti sfusi che potrebbero anche solo servire per il tragitto supermercato-casa e poi l'utente mette nei suoi contenitori casalinghi i prodotti...
    Non so una tipologia di contenitore che va bene per per i prodotti alimentari tibo barattolone con coperchio a vite che quando arrivi a casa roveschi nel tuo contenitore bello e puoi usare un giorno per lo zucchero, uno per la pasta, il riso, il sale...
    A questo si affianca uno per prootti non alimentari tipo detersivi in polvere stessa forma colore diverso per non confonderli

    Qundo riempi al distributore ti stampa uno scontrino tipo quello della frutta che ti insaccheti e te lo appiccichi sul barattolo così non c'è dubbio che hai preso lo zucchero e poi lo metti nel contenitore del sale
     
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12 replies since 4/3/2008, 15:25   993 views
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