Contratti di opzione su terreni.

Impianti eolici - Puglia.

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  1. anonimo13
     
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    CITAZIONE (Mollier @ 9/4/2008, 14:20)
    Copio incollo un articolo a riguardo:
    Quello delle pale eoliche, prima ancora che per i produttori, è infatti un business per i comuni, che incassano royalty direttamente commisurate al fatturato degli impianti: si va dall’1,3 a più del 2 per cento in media, dicono all’Anev, ma i gruppi più agguerriti promettono fino al 15 per cento pur di veder evasa la pratica, salvo poi rivendere l’autorizzazione per centinaia di migliaia di euro a gruppi in grado di gestire gli impianti. Gli esperti valutano che un impianto di media potenza costituito da una sola pala produca un margine lordo di oltre due milioni e mezzo di euro. E impianti da un’unica torre non esistono da nessuna parte. Fare i conti non è difficile. Nel grande gioco del vento, però, i comuni non sono i soli a guadagnare: guadagnano, e subito, gli agricoltori e i proprietari terrieri in genere che accettano di privarsi per 25 o 30 anni di parte dei loro possedimenti per consentire l’erezione dei giganti del vento. I dati dicono che l’affitto ai colossi dell’eolico frutti dai tre ai cinquemila euro al chilowattora, ossia sei volte più della “integrazione comunitaria” per la produzione del grano. Chi continua a curare le colture dopo aver detto sì alle pale, insomma, probabilmente fa l’agricoltore più per passione che per guadagnare. Eppure, nonostante le laute percentuali elargite a comuni e proprietari terrieri, le aziende del settore benedetto dall’ambientalismo militante continuano a macinare utili. Il trucco c’è e porta il nome di “certificato verde”.
    I certificati verdi sono un’invenzione della legge Bersani del 2000, mai messa in discussione dal ministero dell’Ambiente sotto la gestione Matteoli e sfruttata alla sua massima potenzialità durante quella di Alfonso Pecoraro Scanio, che era il titolare del medesimo dicastero anche ai tempi dell’approvazione della normativa. Si tratta del sistema di incentivi statali per la produzione di energia eolica in Italia: uno studio di Nomisma Energia sostiene siano essi a far sì che un mulino a vento hi-tech risulti redditizio per chi lo gestisce. Chi critica la gestione del business del vento dice invece che esso, per quanto deprecabile soprattutto sul piano dell’impatto estetico sui territori interessati, potrebbe reggersi sulle proprie gambe senza il bisogno dei fondi pubblici. Il sistema, nel suo complesso, è piuttosto intricato: secondo la legge Bersani, a partire dal 2002 tutti i produttori di energia del paese devono immettere in rete un quantitativo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili pari ad almeno il 2 per cento di quanto prodotto da fonti tradizionali (in genere, fossili combustibili). Possono farlo direttamente, costruendo e gestendo impianti solari o eolici, o acquistando il “certificato verde” da chi quell’energia pulita l’ha prodotta davvero. Il produttore di energia rinnovabile, pertanto, incassa due volte: vende l’energia elettrica che produce a prezzi di mercato al gestore della rete (circa sei centesimi al chilowattora) e vende pure i “certificati verdi” ai produttori che utilizzano fonti convenzionali a un prezzo addirittura superiore a quello dell’energia reale (circa dodici centesimi al chilowattora). Il risultato è un guadagno di oltre 18 centesimi al chilowattora che spiega meglio di qualunque altro dato la corsa all’eolico degli ultimi anni.

    Facciamo un po di calcoli.
    Da quel che deduco da questo articolo un produttore quadagna 0,18 €.
    In un anno ci sono: 24 ore x 30 x 12 = 8.640 ore/anno
    Ipotizzando un funzionamento di 2.500 ore/anno
    una pala da 3 MW fornisce una quantita di energia elettrica pari a:

    3.000.000 W x 2.500 ore/anno = 7.500.000.000 Wh/anno =
    = 7.500.000 KWh/anno

    7.500.000 KWh x 0,18 € = 1.350.000 € per ogni pala. :o: :o: :o:
    In questo caso la quota spettante al proprietario del terreno risulta addirittura di 0,44 %. :angry: :angry:

    Secondo me il tipo che ha scritto l'articolo ne sà meno di noi


    Mollier che ne diresti se ti propongo di affittare il terreno per metterci su tre pale da 24 metri d'altezza? Ovviamente il terreno potra tranquillamente essere coltivato. Che cifra mi chiederesti?
     
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26 replies since 8/4/2008, 22:45   9709 views
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