Come rendere le FER economicamente convenienti?

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  1. BrightingEyes
     
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    CITAZIONE (nll @ 3/5/2007, 16:17)
    ...ma come giustificare in modo indolore queste imposte, che certamente andranno ben al di là delle già elevate percentuali delle accise sui carburanti per autotrazione?

    Punto critico fondamentale, è vero. Ed era anche il punto a cui miravo aprendo il post.

    Secondo me non se ne esce facilmente ragionando in termini tradizionali.
    Se continuiamo a considerare l'energia alla stregua di un "bene" comune ricadiamo nella sindrome delle "scarpe cinesi". Se vado a comprare un paio di scarpe e queste mi costano la metà delle altre ben pochi si orienteranno verso quelle ad alto costo, e quei pochi che lo faranno lo faranno in massima parte per motivi di prestigio, status, moda.
    Nel caso delle scarpe cinesi per molti è anche facile capire che per il sistema Italia acquisire scarpe a basso costo dall'estero alla fine è deleterio non solo per i lavoratori del settore italiani, ma anche per tutti gli altri, poichè non soltanto i lavoratori del settore non producono ricchezza, ma anzi la bruciano con sussidi e ammortizzatori salariali. Ce poi ricadono sulle spalle fiscali di tutti.

    Per l'energia la cosa è in realtà simile, ma anche più devastante. Oggi l'Italia importa l'80% (più o meno, ora non ricordo esattamente) del suo fabbisogno energetico. Ma l'energia non è soltanto un "bene" di consumo. E' IL bene primario. E' la reale ricchezza. Alcuni paesi fondano l'intero prodotto interno lordo sull'energia. Le maggiori valute mondiali sono ormai indissolubilmente legate al prezzo dell'energia e alla disponibilità della stessa per i paesi emettitori. Non ci vuole molta fantasia a pensare cosa sarebbe del dollaro se da domani Paesi del Golfo, Russia, Venezuela, Nigeria rifiutassero in blocco di scambiare il petrolio col dollaro.

    Oggi una parte enorme di ricchezza (sotto forma di beni di consumo e valuta) si trasferisce dai paesi industrializzati come l'Italia verso i paesi produttori, che ne traggono giganteschi utili. Questo non è affatto a costo zero per i cittadini dei paesi industrializzati, e il costo si traduce in pressione fiscale finale.
    Quando l'Italia versa 17 miliardi di euro ai paesi produttori di gas sono 17 miliardi prelevati dalla tasche degli italiani. La bolletta energetica italiana (cioè la ricchezza sottratta dalle tasche degli italiani e versata all'estero) del 2006 è stata di 48 miliardi di euro, il 3,3% del PIL! A questo va aggiunto il guadagno dei vari distributori e si arriva alla reale cifra che tutti noi versiamo come costo energetico.

    Se, per assurdo, domani l'intera importazione di gas diventasse superflua grazie a una produzione diffusa da FER questi costi potrebbero essere "defiscalizzati". Di più, se l'utile da produzione diffusa dovesse andare ai soci produttori senza accentrarsi nelle mani di pochissimi ci sarebbe una diminuzione netta della necessità di assistenza per molte persone. I soli 17 miliardi di bolletta gas potrebbero sostenere 1 milione di famiglie.

    Non sono in grado di fare conti di questo genere con affidabilità, ma tutti questi fattori vanno considerati ed alla fine secondo me molti preferirebbero sapere di dover pagare 2000€/anno invece che 1000€/anno per costo energetico e vedersi abbassare la tassazione diretta di 1000€/anno.
    Tra l'altro un costo adeguato dell'energia resta la migliore spinta al risparmio e magari, con un pò di attenzione i 2000€/anno diventano 1500€... :)

    Poi ci sono i costi sanitari ed ambientali evitati, le multe di Kyoto risparmiate, certo. Ma sono forse la parte minore del vero risparmio. Occorrerebbe fare uno studio preciso con modelli economici adeguati, ma forse le FER non sono così lontane già ora dalla competitività a ben vedere. ;)






     
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29 replies since 2/5/2007, 23:14   2407 views
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