Dal G8 la conferma che bisogna agire dal basso

ed essere convinti!!

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  1. eroyka
     
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    Riporto un articolo presente su qualenergia.it sui risultati del G8: scoraggianti e assolutamente miopi. Tutti sembrano volere la morte, pur se con qualche spicciolo in tasca...

    La prima reazione che ho avuto dopo la lettura è stata: basta, devo smettere di comprare petrolio a qualiasi costo!
    Come facciamo?

    Buona lettura.
    Roy

    - Segnali sconfortanti vengono dal G8. Oltre al prevedibile boicottaggio USA, nulla di positivo arriva anche dalle posizioni di Cina e India. Minacce dell’Opec ai paesi occidentali per i biocarburanti.-

    "Gli ultimi giorni hanno messo in evidenza che non c’è effetto serra o picco del petrolio che tenga di fronte al timore di perdere qualche punto di crescita del Pil.
    Segnali sconfortanti vengono dal G8, e qui nessun accarezzava illusioni di accordi epocali, ma nulla di positivo arriva anche dalle dichiarazioni di Cina e India contrari ad un impegno formale per ridurre le emissioni di CO2 e dalla sfida dell’Opec ai paesi occidentali originata dal sempre più massiccio ricorso ai biocarburanti.

    Il titolo di apertura del Financial Times di ieri è proprio sull’Opec che minaccia forti rialzi del prezzo del petrolio se le nazioni industrializzate continueranno ad incrementare la diffusione dei biocarburanti nei propri paesi.
    Il segretario generale dell'organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (40% della produzione petrolifera mondiale), Abdalla El-Badri, ha fatto sapere che i paesi legati al cartello stanno valutando l’ipotesi, nel caso queste politiche si spingessero più avanti, di tagliare gli investimenti in nuove produzioni di greggio.

    Se l’Opec arriva a fare queste dichiarazioni probabilmente sente che la domanda mondiale di petrolio non è più garantita negli anni a venire. Ma a parte il fatto che ricorrere su grande scala ai biocombustibili sia una scelta del tutto discutibile per motivi ambientali e alimentari, e lo stesso segretario Opec lo mette in luce, ci chiediamo però quale dovrebbe essere, secondo i paesi produttori di petrolio, il lasso di tempo accettabile per considerare una domanda stabile: 20, 40, 60 anni? Veramente credono che non verranno cercate altre soluzioni ai fini della sicurezza degli approvvigionamenti petroliferi? Se, ad esempio, l’Europa decidesse di investire nel trasporto privato elettrico, cosa auspicabile, chiuderebbero gran parte dei loro pozzi e farebbero immediatamente salire il prezzo del barile alle stelle? L’Opec parla di investimenti di lungo periodo che verrebbero tagliati. Ma quanto petrolio a basso prezzo c’è ancora da produrre? Non sarà più probabile che il prezzo salirà “naturalmente” come effetto della scarsità dell’offerta?

    La tutela degli interessi nazionali è ben evidente anche dai resoconti del G8 di Heiligendamm. Alle prevedibili posizioni americane contrarie ad ogni accordo, segnali poco incoraggianti vengono anche da Giappone e Canada. Per quanto riguarda George W. Bush, in pochi credevano alla sua svolta ambientalista (vedi articolo Qualenergia.it) e, infatti, per bocca del suo consigliere per il clima, John Connaughton, già prima dell’apertura del summit, ha dichiarato che il testo finale dell'accordo del G8 sul clima non avrebbe contenuto nessun limite sull'aumento di temperatura e riduzioni sulle emissioni di gas inquinanti come alcuni speravano dopo le esternazioni dei giorni scorsi del presidente americano e, in particolare, il cancelliere tedesco Angela Merkel che spinge per una taglio delle emissioni del 50% al 2050. Continua quindi il boicotaggio di Kyoto da parte dell’amministrazione Bush che si dimostra ancora una volta un interlocutore inaffidabile su queste tematiche. L’Europa dovrà andare avanti con decisione sulla sua linea e sperare nel nuovo presidente degli Stati Uniti."

    LB

    7 giugno 2007
     
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    Concordo in pieno sulle affermazioni dell'articolo che riporti e aggiungo le mie considerazioni.

    1) Bush ha senz'altro fatto la sua sparata, forse buon allievo di qualche politico italiano, promettendo qualcosa a partire dal prossimo mandato elettorale (proprio così aveva detto!), quindi ha ipotecato l'azione di chi gli succederà, che magari non avrà neppure il suo stesso colore politico. (In Italia abbiamo visto una cosa simile con lo scalone delle pensioni, ma anche col ponte sullo stretto e l'alta velocità ferroviaria);

    2) Un aumento del prezzo del greggio non farà che rendere più conveniente utilizzare fonti alternative, investire in risparmio energetico e, in generale, ridurre il consumo dei combustibili fossili. Quasi, quasi, me lo augurerei che si arrivasse a tanto!

    3) Il potere dei paesi produttori di petrolio è forte fin tanto che possono vendere il proprio prodotto, un aumento del prezzo lo possono operare se riducono la produzione... ed ecco che i biocarburanti trovano spazio per affermarsi :P

    4) La Shell lo sta già facendo: chi tratta petrolio e suoi derivati, potrebbe trarre vantaggio, ora che ha risorse e mezzi da investire, per cavalcare l'onda della produzione dei nuovi carburanti ecologici, diventando loro stessi meno dipendenti dalle fonti fossili e mantenendo una posizione primaria nella fornitura di carburanti e combustibili.

    Ma la tua domanda è: cosa possiamo fare noi dal basso?

    Difficile risponderti cose che già non si stiano facendo, forse è giusto dire che quel che facciamo dobbiamo divulgarlo meglio e sperare che sul nostro esempio, e spinti dai costi del barile in aumento, ci seguano in massa.

    energeticambiente.it la sua parte credo che la stia già facendo, grazie a chi l'ha fatta nascere e a chi ora la mantiene così vivace e gradevole.
     
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  3. zintolo
     
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    Devo dire che anche io parteggiavo nel mio piccolo per l'Albert a stelle e strisce, ma il termine "promesse elettorali" ha lo stesso significato in ogni paese, e non abbiamo ahinoi questa esclusiva. ;)
    Promuovere le energie alternative aumentando i prezzi delle altre opzioni non è un modo conveniente di agire, soprattutto visti gli ultimi dati Istat, che vedono l'entropia della distribuzione del denaro in costante diminuzione. Il segnale deve arrivare dalla produzione, incrementandola ed abbattendo i prezzi. Altrimenti si fa lo stesso gioco dei petrolieri alle spalle dei meno abbienti.
    Il potere purtroppo non è in mano ai paesi produttori di petrolio, ma a poche persone. Queste hanno tutto l'interesse a mantenere il controllo del mercato energetico, e sono già al sicuro per quando sarà finito il petrolio.
    Dal basso si può vincere la pigrizia e combattere contro le proprie comodità che vediamo come vitali ma sono puro surplus. Quante delle nostre esigenze energetiche (in ogni ambito) quotidiane sono strettamente necessarie e quante comodità su cui ci adagiamo?
     
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  4. BrightingEyes
     
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    CITAZIONE (eroyka @ 7/6/2007, 10:15)
    Per quanto riguarda George W. Bush, in pochi credevano alla sua svolta ambientalista (vedi articolo Qualenergia.it)

    Infatti la tesi della "svolta ambientalista" partiva da considerazioni del tutto sballate. Bush sta cercando di convertire alcune tendenze di approviggionamento per motivi assolutamente lontani dalle ideologie ambientaliste.
    Se è vero che ha dato forte spinta ai biocarburanti, alla produzione da solare termoelettrico, al FV, ad auto elettriche ecc. NON lo ha fatto per la preoccupazione del clima o il benessere dei panda. E nemmeno lui lo ha mai granchè preteso.
    La vera spinta che sta dietro alla politica bushiana è quella che spinge molti, io compreso, a preoccuparsi per quello che potrebbe succedere in caso di vera crisi energetica. Se Bush parla di idrogeno autoprodotto lo fa perchè teme la dipendenza estera per altre fonti, non perchè gli sia apparso l'arcangelo Gabriele con il manuale della nuova produzione distribuita. :P
    Inutile crogiolarsi nell'ottimismo del pacifismo ad oltranza, nel caso qualcuno ci prenda per la gola... l'energia ce la andremo a prendere o almeno tenteremo. Con le buone o con le cattive.
    Ed in questo senso a mio parere l'emergenza climatica è importantissima, ma forse è ancora il pericolo minore.
    Comunque, dato che la soluzione principe (produzione da FER) è la stessa per ambedue i problemi... quello che possiamo fare è spingere anche da noi per la svolta che magari potremmo chiamare più "energetico-autarchica" che "ambientalista", così togliamo anche qualche prevenzione ideologica e magari convinciamo anche la parte più filobush della nostra politica.
    Diciamo una sapiente operazione di rinnovamento dell'immagine ;)

    Comunque il tempo stringe e io vedo troppa indifferenza ed ottimismo ingiustificato nel prossimo miracolo. Gli USA saranno anche contro Kyoto, ma almeno sulle FER stanno viaggiando a ritmo molto più elevato di noi. :unsure:
     
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    Immane Rompiball

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    CITAZIONE (BrightingEyes @ 7/6/2007, 11:46)
    CITAZIONE (eroyka @ 7/6/2007, 10:15)
    Per quanto riguarda George W. Bush, in pochi credevano alla sua svolta ambientalista (vedi articolo Qualenergia.it)

    Infatti la tesi della "svolta ambientalista" partiva da considerazioni del tutto sballate. Bush sta cercando di convertire alcune tendenze di approviggionamento per motivi assolutamente lontani dalle ideologie ambientaliste.
    Se è vero che ha dato forte spinta ai biocarburanti, alla produzione da solare termoelettrico, al FV, ad auto elettriche ecc. NON lo ha fatto per la preoccupazione del clima o il benessere dei panda. E nemmeno lui lo ha mai granchè preteso.
    La vera spinta che sta dietro alla politica bushiana è quella che spinge molti, io compreso, a preoccuparsi per quello che potrebbe succedere in caso di vera crisi energetica. Se Bush parla di idrogeno autoprodotto lo fa perchè teme la dipendenza estera per altre fonti, non perchè gli sia apparso l'arcangelo Gabriele con il manuale della nuova produzione distribuita. :P
    Inutile crogiolarsi nell'ottimismo del pacifismo ad oltranza, nel caso qualcuno ci prenda per la gola... l'energia ce la andremo a prendere o almeno tenteremo. Con le buone o con le cattive.
    Ed in questo senso a mio parere l'emergenza climatica è importantissima, ma forse è ancora il pericolo minore.
    Comunque, dato che la soluzione principe (produzione da FER) è la stessa per ambedue i problemi... quello che possiamo fare è spingere anche da noi per la svolta che magari potremmo chiamare più "energetico-autarchica" che "ambientalista", così togliamo anche qualche prevenzione ideologica e magari convinciamo anche la parte più filobush della nostra politica.
    Diciamo una sapiente operazione di rinnovamento dell'immagine ;)

    Comunque il tempo stringe e io vedo troppa indifferenza ed ottimismo ingiustificato nel prossimo miracolo. Gli USA saranno anche contro Kyoto, ma almeno sulle FER stanno viaggiando a ritmo molto più elevato di noi. :unsure:

    Stra quoto... -_-
    Nulla da aggiungere. :)
     
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  6. gymania
     
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    Il mio parere è che il maggior difetto del Protocollo di Kyoto è insito nel suo indirizzo ai governi nazionali e solo indirettamente al singolo cittadino.
    Abbattere le ostilità alle fonti rinnovabili significa convincere gli scettici a testare la convenienza delle FER nella quotidianità.
    Il cittadino non va' costretto, ma convinto.
    La costrizione genera insofferenza e diffidenza, la convinzione personale è una spinta forte ed inesorabile!
    Ma per creare convincimenti, bisogna agire sul lato economico.
    In questo senso sono totalmente d'accordo con nll sull'opportunità dell'aumento del prezzo del petrolio come spinta per l'incentivo all'uso delle rinnovabili.
    Parlo per esperienza personale:
    quotidianamente per lavoro incontro molta gente e quando parlo loro dell'importanza delle FER, inevitabilmente il discorso vira sui costi.
    Frasi tipo: "con 20000 euro per un impianto fotovoltaico ci faccio 15 anni di bollette" sono all'ordine del giorno.
    A questo posso rispondere in due modi:
    1) Citando le emergenze ambientali nel Protocollo di Kyoto e la necessità di fare qualcosa in concreto per ridurre le emissioni e renderci liberi dalle fonti fossili.
    2) Insistendo sulla bontà dell'investimento FER, cifre alla mano, ricordando la convenienza e magari invitando ad un investimento minimo, tipo uno di quei kit per la luce in giardino o in garage, una piccola stufa a pellet oppure una bici elettrica (solo ad esempio) e verificare il risparmio economico a distanza di un anno o due.
    In sintesi, in questo Forum ci sono persone come voi e me che certamente hanno capito l'importanza di dare un futuro sostenibile ai nostri figli anche assumendosene gli oneri, ma fuori di qui c'è ancora molta, troppa gente che deve essere educata in questo senso.
    E' una battaglia che possiamo vincere solo partendo dalle piccole cose, giorno per giorno.
    E il miglior modo per non trovarsi impreparati di fronte ad un'eventuale crisi energetica, è creare una rete di rinnovabile libera, delocalizzata, condivisa e diffusa.
    Ed il metodo più veloce è agire partendo dal portafoglio.

    Pace!
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  7. BrightingEyes
     
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    CITAZIONE (zintolo @ 7/6/2007, 11:42)
    Promuovere le energie alternative aumentando i prezzi delle altre opzioni non è un modo conveniente di agire, soprattutto visti gli ultimi dati Istat, che vedono l'entropia della distribuzione del denaro in costante diminuzione. Il segnale deve arrivare dalla produzione, incrementandola ed abbattendo i prezzi. Altrimenti si fa lo stesso gioco dei petrolieri alle spalle dei meno abbienti.

    Beh, certo aumentare il prezzo del petrolio e punto non sarebbe una grandissima idea. Ci sono alcuni aspetti che non consideriamo subito, ma vanno tenuti in conto: La produzione industriale dipende direttamente dal costo energetico. Noi ci possiamo definire più ricchi dei nostri nonni non perchè la zecca italiana stampa miliardi di banconote in più, ma semplicemente perchè possiamo produrre molti più beni a un costo molto minore grazie alla tecnologia e all'abbondanza di energia a basso costo.
    Per questo insisto che faro di ogni rivoluzione energetica deve essere sempre l'approviggionamento garantito di energia a basso costo alle imprese.
    Il discorso però è evidentemente diverso se parliamo di consumi privati. Dove ha anche un senso, per quanto ridotto, parlare di riduzione volontaria delle esigenze energetiche tramite rinuncia. Infatti io posso pensare a dire - mi accontento di tenere 2 lampadine accese sul lampadario invece che 6, tanto ci vedo lo stesso - ma non posso dire alla Fiat - accontentati di produrre 1 milione di auto invece che 2 così risparmi! -
    In questo caso un costo energetico più vicino fra FER e tradizionali sarebbe davvero una spinta al passaggio alle rinnovabili. :)



    CITAZIONE (gymania @ 7/6/2007, 13:48)
    quotidianamente per lavoro incontro molta gente e quando parlo loro dell'importanza delle FER, inevitabilmente il discorso vira sui costi.
    Frasi tipo: "con 20000 euro per un impianto fotovoltaico ci faccio 15 anni di bollette" sono all'ordine del giorno.

    Già sarebbe una cosa ottima se fosse possibile ottenere finanziamento facilitato per questa spesa. Se quei 20.000 € li tira fuori qualcun altro che si accontenta di 20 anni di bollette, diciamo, togliendomi ogni problema di responsabilità, di permessi per l'installazione, di assicurazioni, di carico debitorio (ipoteca sull'impianto e gg), di ansia per aumenti energetici e la cosa mi garantisce ulteriori 10 anni di consumi gratuiti... beh secondo me ci penserebbe molta più gente.
    Alla fine il discorso è simile all'acquisto di un immobile. Se di fronte alla possibilità di ottenere un mutuo agevolato per acquistare un appartamento ti rispondessero "con quei soldi ci pago 20 anni di affitto" la riterresti una pensata furba? :rolleyes:
    Se poi c'è pure la coscienza tranquilla perchè aiuto il mondo, ma ben venga. :)
     
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  8. gymania
     
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    CITAZIONE (BrightingEyes @ 7/6/2007, 14:37)
    Se di fronte alla possibilità di ottenere un mutuo agevolato per acquistare un appartamento ti rispondessero "con quei soldi ci pago 20 anni di affitto" la riterresti una pensata furba? :rolleyes:
    Se poi c'è pure la coscienza tranquilla perchè aiuto il mondo, ma ben venga. :)

    Parole sante!!!

    Però crediateci o no, c'è gente che il conto energia non sa neppure cosa sia.
    E c'è gente che fa confusione tra solare termico e fotovoltaico.
    Come pensiamo di fare per istruire questa gente, se non convincendoli a "provare" a partire da piccole cose?
    Penso al condominio "X" di Denew che installa il FV per la luce scale distribuendo la spesa tra i singoli.

    Pace!
    Gym
     
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  9. stranger
     
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    Bush dice:"India e Cina cominciano a smettere di produrre gas serra... e DOPO smettiamo anche noi".

    Rappresentante cinese dice :"Usa ed europei cominciano a smettere di produrre gas serra... e DOPO smettiamo anche noi".

    Poi rappresentante cinese giustamente aggiunge:"Americani ed europei incomicnciarono loro già un secolo fa, quindi è giusto che inizino loro a dare l'esempio"
    ------------------------------
    Tutti dicono gli altri devono iniziare e nessuno inizia, secondo me è giusto che inizi prima l'america che da un secolo è il maggiore inquinatore.

    C'è da dire chi inzia si tira una pesante zappa sui piedi perchè l'economia di una nazione va a catafascio con le energie rinnovabili, quest'ultime molto costose impoveriscono il sistema perchè non competitivo con gli altri sistemi che usano mezzi inquinanti a basso costo.

    Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, aveva proposto un paio di anni fa di imporre con la legge l'uso di autovetture solo con idrogeno a inquinamento zero.
    Naturalmente questa proposta mirava a tirare su molti voti degli ambientalisti, ma Formigoni non dice che in quel modo l'Italia sarebbe andata in bancarotta fraudolenta peggio dell'Albania.

    L'autovettura a idrogeno va bene se la usano tutti, ma se la usa solo uno povero lui...

    L'Italia è già il fanalino di coda dell'Europa perchè non c'è il nucleare e nei paesi confinanti invece si, figuriamoci se mettiamo le auto a idrogeno... gli italiani diventerebbero esattamente come quelli del biafra, moria generale di fame e di stenti.

    Purtroppo i politici italiani, (diversamente da quelli giapponesi e cinesi), pensano soltanto al loro interesse personale e non importa se tutti gli altri moriranno di fame e di stenti.

    Per ciò che riguarda lem energie rinnovabili lo slogan dovrebbe essere: TUTTI O NESSUNO.
    Chi inizia prima diventa meno competitivo degli altri e farà morire i suoi connazionali di fame e di stenti.


    Io propongo sempre, quando ci sono le votazioni, di votare ingegneri, l'Italia ha bisogno di politici che conoscono di più ingegneria e un po' meno la letteratura medioevale in latino.
     
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    Magari sapessero almeno di letteratura medioevale e latino! I servizi di Striscia e delle Iene hanno fatto vedere che anche nella cultura generale non è che abbiamo delle cime in parlamento. Però sono quelli che abbiamo votato, un po' di mea culpa anche noi dovremmo farcelo e fare un poco più d'attenzione quando andiamo a mettere la nostra crocetta alle prossime elezioni.

    Non sono d'accordo, come te, sul rimpallo di chi debba iniziare a ridurre le emissioni inquinanti, del resto anche chi ha iniziato prima a inquinare non c'è modo di costringerlo a dare il buon esempio, come vedi, eppure qualcosa occorre fare e alla svelta.

    Non sono così sicuro che non ripaghi la scelta di puntare sulle FER, anche senza attendere il resto del mondo, perché i benefici per l'ambiente si sentono localmente prima ancora che su scala mondiale e già questo sarebbe una buona ragione. L'esempio indurrebbe senz'altro qualcuno a prendere in considerazione la possibilità d'imitarci, cosa che sta accadendo, ma non siamo noi l'esempio, lo sono i paesi del nord Europa.
    L'ecologia sta diventando anche una buona occupazione, che produce reddito e occupazione, perché non esserne pionieri e coglierne le sue opportunità?

    Una ricerca e un'applicazione ad ampio raggio può aprirci un ventaglio di applicazioni in grado di sostituire in buona parte, se non in toto, il ricorso alle fonti energetiche esauribili, basta non puntare tutto su un solo cavallo.
     
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  11. BrightingEyes
     
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    CITAZIONE (stranger @ 7/6/2007, 16:54)
    C'è da dire chi inzia si tira una pesante zappa sui piedi perchè l'economia di una nazione va a catafascio con le energie rinnovabili, quest'ultime molto costose impoveriscono il sistema perchè non competitivo con gli altri sistemi che usano mezzi inquinanti a basso costo.

    Non sarei così drastico! :blink:
    Il discorso del costo di produzione energetica è complesso e non è riducibile solo a un banale "meno costa più ci mangiano".
    Facciamo esempi concreti: la bolletta energetica italiana (cioè le importazioni di gas, petrolio, carbone ecc.) è stata di quasi 50 miliardi di € nel 2006.
    Ipotizziamo, per assurdo ovvio, che domani sostituiamo tutta questa importazione con un bel pò di pannelli FV che ci costano 1000 miliardi.
    Indipendentemente dal fatto ovvio che non esiste nè il capitale necessario nè che la produzione di pannelli di tutto il mondo non basterebbe a coprirne un decimo... se analizzi la situazione come si farebbe per un piano industriale sei di fronte a un investimento che raggiunge il rientro dopo 20 anni e da quel momento garantisce un utile di 50 miliardi anno (senza contare inflazione e aumenti di costo).
    In termini di bilancio famigliare è la situazione simile alla famiglia che decide di farsi il mutuo. E' ovvio che di affitto pagherebbe magari meno, ma per tutta la vita e col rischio di vedersi aumentare la pigione o peggio essere sfrattato! <_<

    Non è un problema così drammatico il passaggio alle FER e non credo proprio che i primi a passarci diventeranno i nuovi biafrani. E' sicuramente un passaggio costoso, ma alla fine autoprodursi l'energia sfruttando sole, vento, pioggia sarà sicuramente meno costoso alla lunga che importare.
    Non scordiamoci i costi accessori delle fonti fossili! Costi sanitari e ambientali certo, ma la guerra in Irak ha costi che non dovrebbero essere addebitati solo alla lotta al terrorismo mi sa. :P
    Poi c'è l'ipotesi nucleare ovvio. Ma io la vedo accettabile solo come integrazione centralizzata e solo con netto miglioramento delle garanzie e della gestione scorie. Perlomeno in Italia. :)

     
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  12. cirowsky
     
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    CITAZIONE (BrightingEyes @ 7/6/2007, 17:37)
    Poi c'è l'ipotesi nucleare ovvio. Ma io la vedo accettabile solo come integrazione centralizzata e solo con netto miglioramento delle garanzie e della gestione scorie. Perlomeno in Italia. :)

    è esattamente quello che stiamo facendo: "che se le puppino in francia!!" (perche ai mw nucleari in italia non si è rinunciato)... ma quanto costa!!!

    cmq più che il petrolio costa e pie vengono spinte fer e nucleari.

    l'opec come ritorsione può aumentare artificialmente i prezzi del petrolio, accelerando il processo.

    cmq il prezzo del petrolio sale indipendentemente dai giochini. oggi il prezzo del petrolio è 66.97 , le previsioni ad un anno sono $87.06 (http://www.oil-price.net/index.php?lang=it )
     
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  13. BrightingEyes
     
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    Su corsera di oggi un bell'articolo di Franco Venturini sulla probabilità (in aumento) del ritorno del nucleare e sui vantaggi di questa scelta in campo ecologico, climatico ed economico. Interessante.
    Mi sa che o ci si mette di buzzo buono a incentivare le FER possibili, senza aspettare l'avvento del motore ad acqua, o presto potrebbero non bastare gli anatemi e i cortei a impedire il risveglio dell'atomo. <_<
     
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  14. cirowsky
     
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    ribadisco che non si tratta di ritorno al nucleare. in italia si usa l'energia nucleare.
     
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  15. stranger
     
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    Purtroppo l'energia nucleare è molto conveniente dal punto di vista del portamonete, poi aggiugiamo che non c'è aumento di effetto serra.

    Qualcuno dirà:"Ma per estrarre combistibili nucleari dalle rocce bisogna scavare con le ruspe e le ruspe fanno aumentare l'effetto serra".


    Si è vero...
    Ma si tratta di un istante iniziale che passa presto, è anche verò che trivellare e installare pozzi petroliferi occorre la ruspa o cose simili.
    Poi in più il le centrali termiche funzioananti col petrolio o carbone producono grande quantità di gas serra, e qui c'è la grande differenza cioè superato lo scoglio iniziale la centrale nucleare va avanti per anni senza contribuire minimamente all'aumento dell'effetto serra.


    L'automobile nucleare rimane e rimarrà per molto tempo un sogno del futuro, anche l'automobile produce effetto serra.
    In teoria se un chilowattore costasse solo 2 centesimi converrebbe sicuramente prodursi il carburante in casa facendo l'elettrolisi dell'acqua.
    Ma i 2 centesimi sarebbero possibili SOLTANTO con il nucleare, non di certo brucianto benzina o carbone o altro.

    In ultima analisi, con le tecnologie attuali, solo con l'energia nucleare si può affrontare efficacemente il problema dei gas serra, non c'è altra soluzione possibile.
     
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65 replies since 7/6/2007, 09:15   4075 views
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