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kalos66.
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Scusate,visto le diatribe e polemiche,nessuno ha mai provato a misurare gli effetti di riscaldamento nel tempo di una soluzione salina riscaldata con un resistenza di potenza uguale a quella immessa in una dispositivo cella/ff . In questo caso avremmo ( credo ) una prova empirica dell'energia sviluppata/prodotta dalla cella a parità di energia fornita . Forse ho detto una castroneria ma credo sarà un esperimento che voglio eseguire quanto prima . Nel sito di Naudin c'è un esperimento della cella di Mizuno ( che è la cella che ho riprodotto ) in cui si afferma che l'eccesso di energia è circa del 30% quindi cop=1,30 circa http://www.lenr-canr.org/acrobat/MizunoTgeneration.pdf
http://jlnlabs.imars.com/cfr/mizuno/Chung_Mizuno.pdf
ma al di là di questo modesto risultato ( secondo me ) le cose più eclatanti sono le trasmutazioni nucleari e la capacità di produrre idrogeno ( H2 ) con efficenza di 8000% a parità di condizioni con la dissociazione per elettrolisi . Quindi avvengono molteplici fenomeni che a volte vengono enfatizzati da condizioni particolari che possono essere i materiali usati o la geometri usata . La sperimentazione credo debba vertere alla ricerca dei parametri che influiscono negli effetti , visto che la teoria ancora è nebulosa e incompleta .
Un saluto a tutti
Edited by kalos66 - 11/11/2005, 10:39. -
Hellblow.
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CITAZIONEScusate,visto le diatribe e polemiche,nessuno ha mai provato a misurare gli effetti di riscaldamento nel tempo di una soluzione salina riscaldata con un resistenza di potenza uguale a quella immessa in una dispositivo cella/ff . In questo caso avremmo ( credo ) una prova empirica dell'energia sviluppata/prodotta dalla cella a parità di energia fornita .
Prima di far questo si deve fare una misura calorimetrica della cella. E si deve fare isolandola e sommando al calore prodotto l'energia per fondere il catodo, quella per ottenenere le trasmutazioni, quella delle EM e luce emessa. Come vedi è complicato ^^. -
kalos66.
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CITAZIONE (Hellblow @ 11/11/2005, 13:23)CITAZIONEScusate,visto le diatribe e polemiche,nessuno ha mai provato a misurare gli effetti di riscaldamento nel tempo di una soluzione salina riscaldata con un resistenza di potenza uguale a quella immessa in una dispositivo cella/ff . In questo caso avremmo ( credo ) una prova empirica dell'energia sviluppata/prodotta dalla cella a parità di energia fornita .
Prima di far questo si deve fare una misura calorimetrica della cella. E si deve fare isolandola e sommando al calore prodotto l'energia per fondere il catodo, quella per ottenenere le trasmutazioni, quella delle EM e luce emessa. Come vedi è complicato ^^
Ciao , comunque era solamente un'idea infatti è già stato fatto da laboratori e ricercatori che sicuramente hanno mezzi e conoscenze superiori alla mia . Comunque la sperimentazione che manca , a mio avviso , è la sperimentazione sulle geometrie . La mia cella ( a breve allegherò foto ) ha una geometria diversa dalle solite ( due barrette ) ma somiglia più a quella di Mizuno utilizzando però lastrine piatte per l'anodo al posto della retina metallica circolare , diciamo che ricorda più una valvola termoinica ; a tal proposito devo sperimentare anche l'inserimendo di due catodi .
Ciao. -
Hellblow.
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CITAZIONEsperimentare anche l'inserimendo di due catodi
Secondo medevi trovar un modo per non distruggere un solo catodo invece
Se usi piastrine, ti consiglio di rendere le facce che non si guardano isolanti.. -
kalos66.
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CITAZIONE (Hellblow @ 11/11/2005, 13:47)CITAZIONEsperimentare anche l'inserimendo di due catodi
Secondo medevi trovar un modo per non distruggere un solo catodo invece
Se usi piastrine, ti consiglio di rendere le facce che non si guardano isolanti.
L'obiettivo di non distruggere il catodo .... è in cantiere , ma ovviamente con "l'inferno" plasmatico che si sviluppa non sò se sia possibile ( ci proverò ), per quanto riguarda le piastre anodiche non capisco il motivo di renderle isolanti ??? Maggiore è la superficie minore è la tensione necessaria per l'innesco .... . Puoi spiegarti meglio ??
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Hellblow.
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Il discorso è molto semplice.... il plasma si innesca pe rl'alta conentrazione ionica.
La normale elettrolisi prevede l'uso di elettrodi molto simili in dimensioni e tensioni bsse. Qui invece abbiamo elettroni molto differenti e tensioni altine. Il campo elettrico è sufficiente a creare uno schermo di ioni che funge da resistenza che si scalda, ed insieme al catodo (joule) e all'emissione termoionica permette l'innescarsi del plasma. Almeno da come vedo io la cosa. Ora gli ioni dall'anodo al catodo e viceversa che compiono davvero lo sforzo di innescare il plasma sono quelli che :
1) hanno energia piu' elevata (quelli che partono ad esempio dalle punte)
2) Hanno traiettoria rettilinea.
Quindi in realtà la parte che non sta di fronte all'altro elettrodo è "zavorra". Sempre se il mio modello (ancora incompleto) è corretto. -
kalos66.
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QUOTE (Hellblow @ 11/11/2005, 14:38)Il discorso è molto semplice.... il plasma si innesca pe rl'alta conentrazione ionica.
La normale elettrolisi prevede l'uso di elettrodi molto simili in dimensioni e tensioni bsse. Qui invece abbiamo elettroni molto differenti e tensioni altine. Il campo elettrico è sufficiente a creare uno schermo di ioni che funge da resistenza che si scalda, ed insieme al catodo (joule) e all'emissione termoionica permette l'innescarsi del plasma. Almeno da come vedo io la cosa. Ora gli ioni dall'anodo al catodo e viceversa che compiono davvero lo sforzo di innescare il plasma sono quelli che :
1) hanno energia piu' elevata (quelli che partono ad esempio dalle punte)
2) Hanno traiettoria rettilinea.
Quindi in realtà la parte che non sta di fronte all'altro elettrodo è "zavorra". Sempre se il mio modello (ancora incompleto) è corretto
Interessante teoria ... di fatti nella mia cella avviene un fenomeno di preinnesco nelle punte dell'anodo che scompare ad innesco plasmatico sul catodo . La verifica che sia zavorra potrebbe essere eseguita mantanendo costante la superficie conduttiva anodica immersa nella soluzione elettrolitica cambiando geometria ; cioè cella con tutta la superficie conduttiva dell'anodo rivolta verso il catodo cioè un cilindo o una semisfera e una geometria ( anche una superficie cilindrica ) che a parità "mostri" solo una parte verso il catodo . Si potrebbe fare utilizzando qualche vernice isolante resistente ai 100° C circa della soluzione ( ci sono le vernici per forni credo ) .
Ottima idea .... la inseriro nella mia schedulazione di esperimenti . Riflettevo l'altro giorno sulle caratteristiche del plasma che viene creato ... e che cosa distrugge il catodo...... il calore del plasma e/o effetto joule o le "trasmutazioni" del tungsteno quando avvengono . C'è da dire che Mizuno afferma che nella sua cella avviene una produzione di idrogeno di 80 volte superiore di quella che avviene alla stessa tensione ma in elettrolisi , infatti la cella è brevettata come generatore di idrogeno . Altra riflessione potrebbe essere che a distruggere il catodo sia qualche violenta reazione tra l'idrogeno ed il metallo conduttore , da verificare con un metallo che non reagisce con l'idrogeno , ma fonderebbe probabilmente per il calore generato da plasma . E' chiaramente un groviglio .... che può essere districato con la sperimentazione e la teorizzazione , magari come nel caso di Edison dopo il 1000 materiale riesce a costruire la lampadina
Un saluto a tutti. -
ElettroRik.
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QUOTE (kalos66 @ 11/11/2005, 19:55)QUOTE (Hellblow @ 11/11/2005, 14:38)Il discorso è molto semplice.... il plasma si innesca pe rl'alta conentrazione ionica.
La normale elettrolisi prevede l'uso di elettrodi molto simili in dimensioni e tensioni bsse. Qui invece abbiamo elettroni molto differenti e tensioni altine. Il campo elettrico è sufficiente a creare uno schermo di ioni che funge da resistenza che si scalda, ed insieme al catodo (joule) e all'emissione termoionica permette l'innescarsi del plasma. Almeno da come vedo io la cosa. Ora gli ioni dall'anodo al catodo e viceversa che compiono davvero lo sforzo di innescare il plasma sono quelli che :
1) hanno energia piu' elevata (quelli che partono ad esempio dalle punte)
2) Hanno traiettoria rettilinea.
Quindi in realtà la parte che non sta di fronte all'altro elettrodo è "zavorra". Sempre se il mio modello (ancora incompleto) è corretto
Interessante teoria ... di fatti nella mia cella avviene un fenomeno di preinnesco nelle punte dell'anodo che scompare ad innesco plasmatico sul catodo . La verifica che sia zavorra potrebbe essere eseguita mantanendo costante la superficie conduttiva anodica immersa nella soluzione elettrolitica cambiando geometria ; cioè cella con tutta la superficie conduttiva dell'anodo rivolta verso il catodo cioè un cilindo o una semisfera e una geometria ( anche una superficie cilindrica ) che a parità "mostri" solo una parte verso il catodo . Si potrebbe fare utilizzando qualche vernice isolante resistente ai 100° C circa della soluzione ( ci sono le vernici per forni credo ) .
Ottima idea .... la inseriro nella mia schedulazione di esperimenti . Riflettevo l'altro giorno sulle caratteristiche del plasma che viene creato ... e che cosa distrugge il catodo...... il calore del plasma e/o effetto joule o le "trasmutazioni" del tungsteno quando avvengono . C'è da dire che Mizuno afferma che nella sua cella avviene una produzione di idrogeno di 80 volte superiore di quella che avviene alla stessa tensione ma in elettrolisi , infatti la cella è brevettata come generatore di idrogeno . Altra riflessione potrebbe essere che a distruggere il catodo sia qualche violenta reazione tra l'idrogeno ed il metallo conduttore , da verificare con un metallo che non reagisce con l'idrogeno , ma fonderebbe probabilmente per il calore generato da plasma . E' chiaramente un groviglio .... che può essere districato con la sperimentazione e la teorizzazione , magari come nel caso di Edison dopo il 1000 materiale riesce a costruire la lampadina
Un saluto a tutti
Hellblow, non scordare l'effetto punta!
P.S. Hai visto il plasma come intaccava lo spigolo del tubo di PVC nelle mie prove? Sembrava quasi una specie di 'effetto pelle' per cui preferiva scintillare sullo spigolo di Pvc isolante che sul catodo (tubo) di rame!
Kalos66 scherma anche i bordi rifasciando anche la superficie frontale per almeno 2/3mm di bordo, e usa roba tipo pellicola che isoli almeno 250V!
Complimenti per l'intuito e l'iniziativa. Anche a me la prova comparativa tra cella a plasma e la stessa configurazione a riscaldamento ohmico era venuta subito in mente come 'paragone' per rilevare overunity (sovrapproduzione) termica (o Cop >1, anche se a me non piace molto chiamarla così). Di sicuro più facile da misurare di qualsiasi altra prova.
Credo che sarà la prossima prova che troverete sul sito.
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Hellblow.
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CITAZIONEcioè cella con tutta la superficie conduttiva dell'anodo rivolta verso il catodo cioè un cilindo o una semisfera e una geometria ( anche una superficie cilindrica ) che a parità "mostri" solo una parte verso il catodo . Si potrebbe fare utilizzando qualche vernice isolante resistente ai 100° C circa della soluzione ( ci sono le vernici per forni credo ) .
La conica... ma è difficile da realizzare.CITAZIONEHellblow, non scordare l'effetto punta!
Passa della carta vetrata grossa sugli elettrodi e goditi l'effetto "micropunta" ghghghCITAZIONEe che cosa distrugge il catodo
Io ho individuato i seguenti fattori:
1) Rotture meccaniche dei cristalli che formano il catodo
2) Intenso calore
3) (da provare) Se il plasma scocca sulla superficie del catodo, e se le trasmutazioni avvengono direttamente sul catodo, allora c'e' possibilità che qualcosa frantumi il catodo proprio dall'interno...ovvero proprio sotto la superficie, come le tarme insomma ^^ e questo spiega perchè il catodo fonde da sotto ma nella parte superiore è striato.CITAZIONEavviene una produzione di idrogeno di 80 volte superiore di quella che avviene alla stessa tensione ma in elettrolisi
Molto probabile (in realta io direi sicuramente, anche se 80 è troppo, ridimensionerei a 8-10). L'elevato campo elettrico generato dagli elettroni emessi dalla termoionica in movimento potrebbe influenzare pesantemente. Ricordo che a 3400 K abbiamo ALMENO 1000 A di emissione, che basta a produrre piu' idrogeno di quanto ce ne possiamo mai aspettare. Inoltre il plasma manda in pirolisi le molecole di h2o spaccandole per stress termico. Infine lo schermo ionico ci forma una bella "cappa" (insomma come un effetto serra elettrolitico )CITAZIONEma fonderebbe probabilmente per il calore generato da plasma
Se prendi un po di acqua e la scaldi, allora questa sale di temperatura fino a 100 gradi e poi evapora. Se prendi un pezzo di metallo e lo scaldi, allora questo finchè non fonde completamente vedrebbe uno stabilizzasi della temperatura. Quindi 3400K non è di sicuro il tetto massimo. Se avessimo un metallo che fonde a 5000 gradi magari scopriremmo che anche questo fonde e quindi che la temperatura è di 5000 gradi. Con questo ragionamento allora si capisce che forse la nostra fusione tanto fredda non è
Sto scaricando i filmati e le foto cosi' li vedo bene.
Mi permetto di mettere una tua foto...ed una frase...
Importanza dell'effetto punta e quindi dell'analisi ai campi della cella...
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ElettroRik.
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Alludevo all'effetto punta per fargli proteggere i bordi sottili dell'anodo, potrebbero innescarsi anche loro se sale molto con le tensioni...
Vernici isolanti forse, ma mi sa che devono essere belle spesse per reggere i 250/300V
La superficie catodica ottimale potrebbe essere un anello, un dischetto / rondella, e l'anodo un cilindro che gli sta intorno... ?
Rottura del catodo dall'interno... Se ti dicessi che il cilindretto di ceramica (ex fusibile) che fungeva da copricatodo e che in parte era investito dal plasma, a parte le cricche, è diventato 'spugnoso' e mi si è sbriciolato in mano? Stress termico (quando spegni la cella viene 'stemperato' da 3000° a 100°) o altro?
Bella foto, eh?
Edited by ElettroRik - 12/11/2005, 00:25. -
Hellblow.
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CITAZIONELa superficie catodica ottimale potrebbe essere un anello, un dischetto / rondella, e l'anodo un cilindro che gli sta intorno... ?
Sono dei dischi, la forma ottimale della cella è tronco conica, è la migliore per geometrie non complesse
Si si bella foto parla da sola
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