Plasma stabile!

Ho trovato un modo per ottenerlo.

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  1. ElettroRik
     
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    Ciao a tutti,

    mi riallaccio alla prova dove sembrava di veder 'bruciare' il cloro... Ebbene, NON ERA CLORO ! ! !

    Era plasma PERFETTAMENTE STABILE!!!

    Oggi ho rifatto le prove "CaCl2 vs. NaCl" (misurando la I con precisione) e, già che c'ero, mi sono divertito, a parità di condizioni, con altri 3 sali: NaHCO3, KCl, K2CO3.
    Ebbene, ho scoperto che una adatta geometria del catodo, cioè a punta arrotondata, e lo sfruttamento della tensione superficiale dell'acqua si produce lo lo stesso identico fenomeno di cui parlavo, nei seguenti sali, rispettivamente in ordine di intensità del fenomeno: CaCl2, NaHCO3, KCl. Quindi è chiaro che NON è il Cloro che si ossida, perchè lo fa anche nel bicarbonato.
    Risulta praticamente impossibile invece con NaCl e molto difficoltoso con K2CO3.

    Tutte le prove sono state fatte esattamente a 0.2 Moli, e con una tensione fra 240 e 300v cc. (trafo 220/220 per isolamento da 200VA, si sedeva parecchio).
    Un perfetto silenzio invece del borbottìo classico della durata di qualche secondo è una cosa eccezionale, che consentirà di effettuare delle misurazioni precise sul plasma pulito, quindi mi sono precipitato a pubblicare questa informazione. Nei prossimi giorni, come sempre, documenterò tutto in dettaglio sul sito.

    Ora vado a fare la prova col copricatodo di vetro 'saldato' al catodo.

    A domani, ciao.

    Edited by ElettroRik - 4/12/2005, 22:21
     
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  2. Hellblow
     
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    Uh, questa è molto interessante, bravissimo elettrorik !!!!
     
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  3. Quantum Leap
     
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    Ciao elettrorik,
    come lo hai ottenuto?
    Che significa che il cloro "sembrava " bruciare?
    Come elettrodo ti riferisci al catodo?
    C'è una sorta di "banda di reazione" o la stabilità si manifesta in modo diverso?
    Il plasma è "silenzioso" ? In che senso?

    Questa poi mi farebbe molto piacere se me la spiegassi

    CITAZIONE
    Risulta praticamente impossibile invece con NaCl e molto difficoltoso con K2CO3.


    in quanto il K2CO3 è l'elettrolita più gettonato in assoluto.

    Fammi sapere necessito info.
    Il tuo entusiasmo è contagioso wink.gif .

     
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  4. ElettroRik
     
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    QUOTE (Quantum Leap @ 5/12/2005, 12:05)
    Ciao elettrorik,
    come lo hai ottenuto?
    Che significa che il cloro "sembrava " bruciare?
    Come elettrodo ti riferisci al catodo?
    C'è una sorta di "banda di reazione" o la stabilità si manifesta in modo diverso?
    Il plasma è "silenzioso" ? In che senso?

    Questa poi mi farebbe molto piacere se me la spiegassi

    QUOTE
    Risulta praticamente impossibile invece con NaCl e molto difficoltoso con K2CO3.


    in quanto il K2CO3 è l'elettrolita più gettonato in assoluto.

    Fammi sapere necessito info.
    Il tuo entusiasmo è contagioso wink.gif .

    Ciao Quantum,
    troverai il dettaglio nel sito domani, ma provo lo stesso a spiegarlo.

    L'altra volta ho notato che, quando l'elettrolita è evaporato abbassando il livello fino a sfiorare la punta del catodo, si è verificato uno 'strano' fenomeno:
    - improvviso 'silenzio' totale, cessando il 'borbottìo' tipico della punta del catodo che emetteva plasma e bolle alla solita freq. danzante.
    - accensione di una FORTE luminosità, superiore di almeno 4/5 volte (così, a occhio) quella del plasma durante il gorgogliare solito. Sembrava una fiamma bianca luminosissima tra il catodo e il liquido.
    - Assorbimento COSTANTE di corrente
    - Tensione misurata STABILE
    - durata del fenomeno: 1sec. ...... 4 sec. max

    Questo effetto l'ho buttato lì qualche post indietro, ed era stato ipotizzato da Ennio che potesse essere dovuto all'ossidazione del cloro. In effetti io avevo messo l'enfasi sul perchè lo rilevavo in CaCl2 e non in NaCl.... ma il fatto che si sia verificato in NaHCO3.... esclude questa spiegazione.

    In pratica creo un arco(plasma?) tra 2 elettrodi: 1 è il catodo, l'altro è... l'elettrolità! wacko.gif
    Credo che, per l'effetto della tensione superficiale, la superficie del liquido si disponga intorno alla punta del catodo 'avvolgendolo' parzialmente. Si crea così l'effetto condensatore tra il pelo del liquido e il catodo, attraverso i quali si crea la condizione di plasma stabile. Il catodo in pratica resta fuori dalla soluzione.

    Devono però essere osservati i seguenti accorgimenti:
    - La punta del catodo DEVE essere rotonda (ho usato un elettrodo da 2,4mm che avevo già adoperato), cioè bisogna che segua la stessa forma concava che il liquido tende a creare quando è 'respinto' dall'emissione elettronica del catodo. In effetti se è piatta non va, se è troppo 'a spillo', all'inizio buca il liquido borbottando, poi dopo un po' si arrotonda da sola consumandosi.
    - Deve essere mantenuto SEMPRE lo stesso livello di elettrolita, perchè abbassandosi tende ad allontanare gli elettrodi (liquido e catodo)
    Suggerisco di usare una siringa collegata ad un tubetto immerso nella soluzione, messa capovolta. Dovrebbe mantenere il livello fisso finchè c'è liquido nella siringa. Man mano che si abbassa l'elettrolita, aumenta il vuoto nella siringa, lasciando il livello costante.

    P.S. l'anodo è una lamiera di Ti ad L. Sarà almeno 100:1 rispetto al catodo, ma non è fondamentale. L'altra volta avevo usato 2 elettrodi di W in // come anodo.

    Buon divertimento!
     
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  5. brunovr
     
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    CIAO RIK

    mmm wacko.gif wacko.gif

    questa cosa della punt arrotondata mi fa pensare al mio laser a ff, in effetti sembra che solo se il catodo è perpendicolare all'elettrolita si manifesti il fenomeno..... wacko.gif

    molto interessante!
    aspetto con ansia le foto sul sito biggrin.gif
     
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  6. Dareus
     
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    CITAZIONE (ElettroRik @ 5/12/2005, 12:44)




    In pratica creo un arco(plasma?) tra 2 elettrodi: 1 è il catodo, l'altro è... l'elettrolità! wacko.gif
    Credo che, per l'effetto della tensione superficiale, la superficie del liquido si disponga intorno alla punta del catodo 'avvolgendolo' parzialmente. Si crea così l'effetto condensatore tra il pelo del liquido e il catodo, attraverso i quali si crea la condizione di plasma stabile. Il catodo in pratica resta fuori dalla soluzione.

    Devono però essere osservati i seguenti accorgimenti:
    - La punta del catodo DEVE essere rotonda (ho usato un elettrodo da 2,4mm che avevo già adoperato), cioè bisogna che segua la stessa forma concava che il liquido tende a creare quando è 'respinto' dall'emissione elettronica del catodo. In effetti se è piatta non va, se è troppo 'a spillo', all'inizio buca il liquido borbottando, poi dopo un po' si arrotonda da sola consumandosi.
    - Deve essere mantenuto SEMPRE lo stesso livello di elettrolita, perchè abbassandosi tende ad allontanare gli elettrodi (liquido e catodo)

    Ciao elettrorik,

    pensavo dalla tua celerità e bravura che fosse un bravo sperimentatore.Evidentemente mi sbagliavo...sei uno sperimentatore eccezionale.
    Va bè bando alle smancerie tongue.gif ...
    comunque da quello che ho capito la creazione di un plasma stabile è un risultato notevole...e per ottenerlo basta un elettrodo consumato e una quantità stabile di elettrolita.Tu dici che il plasma stabile è poco rumoroso.Ma avere un plasma stabile cosa significa in verità?un plasma che non fa rumore, e poco violento?specifica meglio il significato dell'aggettivo.
    Il vantaggio fondamentale da quello che ho capito è che così si ottengono misurazioni migliori; sbaglio?
    Ancora complimenti elettrorik.


    Per quantum,

    mi sa che dopo questa prova il K2CO3 non sarà più l'elettrolita prediletto...

    A presto
     
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  7. Quantum Leap
     
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    Cari amici, ciao a tutti.

    Innanzitutto ringrazio elettrorik per la velocità nella sua risposta e, soprattutto per le info fornite in quanto mi chiariscono un po' il quadro della situazione.
    Mi spiego meglio. L'esperimento che hai condotto è un interessante innesco di un arco voltaico in aria fra due elettrodi. Uno di tungsteno e l'altro è la soluzione stessa. Se provi lo stesso esperimento utilizzando due elettrodi metallici (ed eliminando completamente il problema di avere sempre disponibile la soluzione liquida) ricorrendo agli stessi accorgimenti (catodo arrontondato - ancora meglio se appuntito) otterrai ancora un plasma - anzi, un arco elettrico - stabile. Questo genere di esperimenti hanno presentato anch'essi aspetti relativi a fenomenologie nucleari a debole energie. I primi ad analizzare l'instaurarsi di trasmutazioni, in condizioni di arco elettrico simile alle tue, furono Michio Kushi, George Ohsawa e Frederick Pulver i quali, negli anni '60 '70 del 1900, dichiararono di riuscire a trasmutare carbonio in ferro instaurando un arco elettrico fra elettrodi di carbonio e di rame - in condizioni operative simili alle nostre.
    A prima analisi penso che l'elettrolita non abbia un ruolo molto sostanziale in questo fenomeno da te riprodotto. L'importanza dell'elettrolita è data dalla conducibilità elettrica che comunque esso conferisce al liquido. L'arco si innesca fra catodo e soluzione proprio per la facilità con cui, un elettrodo metallico di adeguata geometria, è in grado di "emettere" elettroni. Non otterresti lo stesso effetto fra anodo e soluzione.
    L'esperienza da te postata è molto interessante e apre un campo di indagini stuzzicanti nell'ampio panorama delle reazioni nucleari a debole energia, anzi, proprio perchè è qualcosa che non è stata adeguatamente analizzata in questo forum, sarebbe davvero interessante se tu ci possa fornire quanlche dato quantitativo in più, ovviamente per quanto ti è possibile.
    Tuttavia, solo per fare chiarezza, occorre specificare che quanto da te riprodotto è qualcosa di diverso da quanto si vuole ottenere dall'analisi dei plasmi immersi in soluzione in quanto, in quel caso i plasmi sono appunto completamente immersi in soluzione e non si innescano per ionizzazione in aria.

    Facci sapere,
    ciao wink.gif
     
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  8. ElettroRik
     
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    QUOTE (Quantum Leap @ 5/12/2005, 15:27)
    ....
    A prima analisi penso che l'elettrolita non abbia un ruolo molto sostanziale in questo fenomeno da te riprodotto. L'importanza dell'elettrolita è data dalla conducibilità elettrica che comunque esso conferisce al liquido.
    ....

    Grazie Quantum,

    sono daccordo con l'analisi di massima che tu hai fatto, però avrei qualche dubbio su un paio di questioni:

    1) Tu dici: "A prima analisi penso che l'elettrolita non abbia un ruolo molto sostanziale in questo fenomeno da te riprodotto...". Ma siamo sicuri che ce l'abbia invece quando è in 'immersione'? A me sembra che l'elettrolita faccia poco o nulla come differenza... la cella l'accendi anche in soda caustica, acidi, ecc... Inoltre, sarà effettivamente così, oppure un arco tra elettrodi metallici di pari forma e distanza tra loro (pochi decimi) ed a parità di condizioni, risulterà diversa? Così ad occhio per tipo ed intensità di luminosità mi pare alquanto diverso....

    2) Se, come penso, è l'idrogeno ad avere un ruolo importante nella cella Mizuno, potrebbe essere ugualmente attivo anche in questa condizione, in quanto creato nel punto di (non) contatto e l'aria intorno invece dell'acqua risultare invece poco significativa, se non per il fatto di non creare pressione che schiaccia il liquido contro il catodo facendolo borbottare...

    Forse vale la pena di indagare in questo senso....

    Edited by ElettroRik - 5/12/2005, 17:38
     
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  9. Quantum Leap
     
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    Il comportamento di una soluzione elettrolitica che funge da anodo in aria, come nel caso da te studiato, è molto complesso. Nel senso che nel punto in cui "cade" l'arco, c'è sicuramente una partecipazione di acqua, ioni in soluzione e ioni dell'aria e, tale balletto ionico è sicuramente molto interessante da studiare. Anzi, ti rinnovo esortazioni e incoraggiamento in tale interessantissima variante dello studio degli archi elettrici.
    Nella soluzione della nostra cella invece, quando il plasma è completamente sommerso, abbiamo un sistema con una maggiore conoscenza delle specie ioniche in gioco, un migliore (ma non il migliore in assoluto) controllo del calore ceduto dal plasma - quasi esclusivamente all'acqua della soluzione - abbiamo un plasma stabile sia dal punto di vista dimensionale che di funzionamento e quindi ecco perchè preferiamo condurre i nostri studi su questo tipo di esperimenti.

    A tal proposito, riguardo l'uso di differenti elettroliti, le differenze sussistono e sono profonde e sostanziali. Innanzitutto, una prima conseguenza la si ha su ciò che chiamiamo "effetto condensatore". Tale effetto consiste nell'affollamento di ioni che "non si scaricano" attorno all'anodo. Tale configurazione incrementa localmente il campo elettrico e conferisce stabilità al plasma. Se utilizzi sodio o magnesio o calcio invece del potassio hai comunque certe analogie di comportamento in quanto ci troviamo di fronte a elementi alcalini che hanno un potenziale di riduzione minore di quello dell'idrogeno e quindi, finchè non finisce tutto l'idrogeno della soluzione, non si scaricano sul catodo. Poichè l'idrogeno proviene dalla molecola dell'acqua, finchè l'acqua non si esaurisce, questi cationi non si scaricheranno mai ed ecco che perchè il "condensatore" si regge bello e stabile. Quando utilizzi cationi metallici, questi si depositano PRIMA dell'idrogeno e quindi NON avrai un effetto condensatore stabile. Ciò non significa che il plasma non si inneschi. L'arco voltaico sott'acqua si accende comunque, tuttavia è meno stabile e più "sporco". Prova e vedrai.
    Oltre tutto ci sono anche differenze di emissioni luminose caratteristiche ( violetto per il potassio, giallo-arancio per il sodio, verde-blu per il magnesio, rosso per il litio ecc. ) che comportano in ogni caso interessanti osservazioni.

    Ciao wink.gif
     
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  10. Hellblow
     
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    Breve parentesi, che puo' avere un legame con la stabilità dle plasma...leggete questo...

    http://www.cosenascoste.com/fulmini-globulari/

    In particolare le varie teorie...
     
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  11. brunovr
     
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    molto interessante!!!

    mi piace!
    vuoi vedere che la ns. cellà è un minisimulatore! :-)

    ottimo!
     
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  12. Hellblow
     
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    Non ho detto questo...ma ora guardate questo...

    www.iscmns.org/iccf11/ppt/LewisBallLightning.ppt

    e poi...

    http://apache.airnet.com.au/~fastinfo/micr...oop/spiral.html


    Edited by Hellblow - 6/12/2005, 23:33
     
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  13. ElettroRik
     
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    QUOTE (Hellblow @ 6/12/2005, 23:22)
    Non ho detto questo...ma ora guardate questo...

    www.iscmns.org/iccf11/ppt/LewisBallLightning.ppt

    e poi...

    http://apache.airnet.com.au/~fastinfo/micr...oop/spiral.html

    Beh, mi pare che quel principio si a molto diverso...
    Nel Microonde un campo em generato da un magnetron da 1Kw a 2,46Ghz genera plasma... anzi, arco elettrico tra i metalli e tutto ciò che 'risuona' elettromagneticamente, mentre nel mio caso il campo elettrico applicato è fisso, ed è inferiore di almeno 1 ordine di grandezza.
    Non c'è emissione di radiofrequenza (almeno ad ampio spettro).

    Remond, aiuto!
    Servirebbe un analisi con l'analizzatore di spettro in questo tipo di condizioni!
     
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  14. Hellblow
     
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    CITAZIONE
    Nel Microonde un campo em generato da un magnetron da 1Kw a 2,46Ghz genera plasma... anzi, arco elettrico tra i metalli e tutto ciò che 'risuona' elettromagneticamente, mentre nel mio caso il campo elettrico applicato è fisso, ed è inferiore di almeno 1 ordine di grandezza.
    Non c'è emissione di radiofrequenza (almeno ad ampio spettro).


    Non mi riferivo a questo....
     
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  15. mariomaggi
     
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    Ragazzi, complimenti per gli esperimenti.
    Spero che tutti si ricordino di osservare il plasma usando occhiali speciali, per evitare danni alla retina.
    Il problema "sicurezza luce" a volte viene dimenticato, nella foga di vedere i risultati.
    Vi auguro un buon successo!
    Mario
     
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40 replies since 4/12/2005, 21:56   2435 views
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